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Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,5-19
“In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». 
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».”

 

 

LA FRAGILITA' UMANA DIMOSTRA LA FORZA  E L'ESISTENZA DI DIO: le stesse variazioni climatiche e meteriologiche  imprevedibili dimostrano l'esistenza di DIO.

Che lo Spirito Santo porti buon senso e serenita' a tutti gli uomini di buona volonta' !

CRISTO RESUSCITA PER TUTTI GLI UOMINI DI VOLONTA' NON PER QUELLI DELLO SPRECO PER NUOVI STADI O SPONSORIZZAZIONI DI 35 MILIONI DI EURO PAGATI DALLE PAUSE NEGATE AGLI OPERAI ! La storia del ricco epulone non ha insegnato nulla perché chi e morto non può tornare per avvisare i parenti !  Mb 05.04.12; 29.03.13;

 

 

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Marco Bava ABELE: pennarello di DIO, abele, perseverante autodidatta con coraggio e fantasia , decisionista responsabile.

Sono quello che voi pensate io sia (20.11.13) per questo mi ostacolate.(08.11.16)

La giustizia non esiste se mi mettessero sotto sulle strisce pedonali, mi condannerebbero a pagare i danni all'auto.

(12.02.16)

TO.05.03.09

IL DISEGNO DI DIO A VOLTE SI RIVELA SOLO IN ALCUNI PUNTI. STA' ALLA FEDE CONGIUNGERLI

PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI SIA SANTIFICATO IL TUO NOME VENGA IL TUO REGNO, SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ COME IN CIELO COSI IN TERRA , DAMMI OGGI  IL PANE E LA ACQUA QUOTIDIANI E LA POSSIBILITA' DI NON COMMETTERE ERRORI NEL CERCARE DI REALIZZARE NEL MIGLIOR MONDO POSSIBILE IL TUO VOLERE, LA PACE NEL MONDO, IL BENESSERE SOCIALE E LA COMUNIONE DI TUTTI I POPOLI. TU SEI GRANDE ED IO NON SONO CHE L'ULTIMO DEI TUOI SERVI E FIGLI.

TU SEI GRANDE ED IO NON SONO CHE L'ULTIMO DEI TUOI SERVI E DEI TUOI FIGLI .

SIGNORE IO NON CONOSCO I TUOI OBIETTIVI PER ME , FIDUCIOSO MI AFFIDO A TE.

Difendo il BENE contro il MALE che nell'uomo rappresenta la variabile "d" demonio per cui una decisione razionale puo' diventare irrazionale per questa ragione (12.02.16)

Non prendo la vita di punta faccio la volonta' di DIO ! (09.12.18)

La vita e' fatta da cose che si devono fare, non si possono non fare, anche se non si vorrebbero fare.(20.01.16)

Il mondo sta diventando una camera a gas a causa dei popoli che la riempiono per irresponsabilità politica (16.02.16)

I cervelli possono viaggiare su un unico livello o contemporaneamente su plurilivelli e' soggettivo. (19.02.17)

L'auto del futuro non sara' molto diversa da quella del presente . Ci sono auto che permarranno nel futuro con l'ennesima versione come : la PORSCHE 911, la PANDA, la GOLF perche' soddisfano esigenze del mercato che permangono . Per cui le auto cambieranno sotto la carrozzeria con motori ad idrogeno , e materiali innovativi. Sara' un auto migliore in termini di sicurezza, inquinamento , confort ma la forma non cambierà molto. INFATTI la Modulo di Pininfarina la Scarabeo o la Sibilo di Bertone possono essere confrontate con i prototipi del prossimo salone.(18.06.17)

La siccità e le alluvioni dimostrano l'esistenza di Dio nei confronti di uomini che invece che utilizzare risorse per cercare  inutilmente nuovi pianeti dove Dio non ha certo replicato l'esperienza negativa dell'uomo, dovrebbero curare l'unico pianeta che hanno a disposizione ed in cui rischiano di estinguersi . (31.10.!7)

L'Italia e' una Repubblica fondata sul calcio di cui la Juve e' il maggiore esponente con tutta la sua violenta prevaricazione (05.11.17)

La prepotenza della FIAT non ha limiti . (05.11.17)

I mussulmani ci comanderanno senza darci spiegazioni ne' liberta'.(09.11.17)

In Italia mancano i controlli sostanziali . (09.11.17)

Gli alimenti per animali sono senza controllo, probabilmente dannosi,  vengono utilizzati dai proprietari per comodita', come se l'animale fosse un oggetto a cui dedicare il tempo che si vuole, quando si vuole senza alcun rispetto ai loro veri bisogni  alimentari. (20.11.17)

Ho conosciuto l'avv.Guido Rossi e credo che la stampa degli editori suoi clienti lo abbia mitizzato ingiustificatamente . (20.11.17)

L'elicottero di Jaky e' targato I-TAIF. (20.11.17)

La Coop ha le agevolazioni di una cooperativa senza esserlo di fatto in quanto quando come socio ho partecipato alle assemblee per criticare il basso tasso d'interesse dato ai soci sono stato o picchiato o imbavagliato. (20.11.17)

Sono 40 anni che :

1 ) vedo bilanci diversi da quelli che vedo insegnati a scuola, fusioni e scissioni diverse da quelle che vengono richieste in un esame e mi vengono a dire che l'esame di stato da dottore commercilaista e' una cosa seria ?

2) faccio esposti e solo quello sul falso in bilancio della Fiat presentato da Borghezio al Parlamento sia andato avanti ?

 (21.11.17)

La Fornero ha firmato una riforma preparata da altri (MONTI-Europa sono i mandanti) (21.11.17)

Si puo' cambiare il modo di produrre non le fasi di produzione. (21.11,17)

La FIAT-FERRARI-EXOR si sono spostate in Olanda perche' i suoi amministratori abbiano i loro compensi direttamente all'estero . In particolare Marchionne ha la residenza fiscale in Sw (21.11.17)

La prova che e' il femore che si rompe prima della caduta e' che con altre cadute non si sono rotte ossa, (21.11.17)

Carlo DE BENEDETTI un grande finanziere che ha fallito come industriale in quanto nel 1993 aveva il SURFACE con il nome QUADERNO , con Passera non l'ha saputo produrre , ne' vendere ne' capire , ma siluro' i suoi creatori CARENA-FIGINI. (21.11.17)

Quando si dira' basta anche alle bufale finanziarie ? (21.11.17)

Per i consiglieri indipendenti l'indipendenza e' un premio per tutti gli altri e' un costo (11.12.17)

La maturita' del mercato finanziario e' inversamente proporzionale alla sottoscrizione dei bitcoin (18/12/17)

Chi risponde civilmente e penalmente se un'auto o un robot impazziscono ? (18/12/17)

Non e' la FIAT filogovernativa, ma sono i governi che sono filofiat consententogli di non pagare la exit-tax .(08.02.18) inoltre la FIAT secondo me ha fatto più danni all'ITALIA che benefici distruggendo la concorrenza della LANCIA , della Ferrari, che non ha mai capito , e della BUGATTI (13.02.18).

Infatti quando si comincia con il raddoppio del capitale senza capitale si finisce nella scissione

Tesi si laurea sull'assoluzione del sen.Giovanni Agnelli nel 1912 dal reato di agiotaggio : come Giovanni Agnelli da segretario della Fiat ne e' diventato il padrone :

https://1drv.ms/b/s!AlFGwCmLP76phBPq4SNNgwMGrRS4

 

Prima di educare i figli occorre educare i genitori (13.03.18)

Che senso ha credere in un profeta come Maometto che e'un profeta quando e' esistito  Gesu' che e' il figlio di DIO come provato  per ragioni storiche da almeno 4 testi che sono gli evangelisti ? Infatti i mussulmani  declassano Gesu' da figlio di DIO  a profeta perché riconoscono implicitamente l'assurdità' di credere in un profeta rispetto al figlio di DIO. E tutti gli usi mussulmani  rappresentano una palese involuzione sociale basata sulla prevaricazione per esempio sulle donne (19.03/18)

Il valore aggiunto per i consulenti finanziari e' solo per loro (23.03.18)

I medici lavorerebbero gratis ? quante operazioni non sono state fatte a chi non aveva i soldi per pagarle ? (26.03.18 )

lo sfregio delle auto di stato ibride con il motore acceso, deve finire con il loro passaggio alla polizia  con i loro autisti (19.03.18)

Se non si tassa il lavoro dei robot e' per la mancata autonomia in termini di liberta' di scelta e movimento e responsabilita' penale personale . Per cui le auto a guida autonoma diventano auto-killer. (26.04.18)

Quanto poco conti l'istruzione per l'Italia e' dimostrato dalla scelta DEI MINISTRI GELMINI FEDELI sono esempi drammatici anche se valorizzati dalla FONDAZIONE AGNELLI. (26.04.18) (27.08.18).

Credo che la lotta alla corruzione rappresenti sempre di piu' un fattore di coesione internazionale perche' anche i poteri forti si sono stufati di pagare tangenti (27/04/2018).

Non riusciamo neppure piu' a produrre la frutta ad alto valore aggiunto come i mirtilli....(27/04/2018)

Abbiamo un capitalismo sempre piu' egoista fatto da managers che pensano solo ad arraffare soldi pensando che il successo sia solo merito loro invece che di Dio e degli operai (27.04.18)

Le imprese dell'acqua e delle telecomunicazioni scaricano le loro inefficienze sull'utente (29.05.18)

Nel 2004 Umberto Agnelli, come presidente della FIAT,  chiese a Boschetti come amministratore delegato della FIAT AUTO di affidarmi lo sviluppo della nuova Stilo a cui chiesi di affiancare lo sviluppo anche del marchio ABARTH , 500 , A112, 127 . Chiesi a Montezemolo , come presidente Ferrari se mi lasciava utilizzare il prototipo di Giugiaro della Kubang che avrebbe dovuto  essere costruito con ALFA ROMEO per realizzare la nuova Stilo . Mi disse di si perche' non aveva i soldi per svilupparlo. Ma Morchio, amministratore delegato della FIAT, disse che non era accettabile che uno della Telecom si occupasse di auto in Fiat perche' non ce ne era bisogno. Peccato che la FIAT aveva fatto il 128 che si incendiava perche' gli ingegneri FIAT non avevano previsto una fascetta che stringesse il tubo della benzina all'ugello del carburatore. Infatti pochi mesi dopo MORCHIO  venne licenziato da Gabetti ed al suo posto arrivo' Marchionne a cui rifeci la proposta. Mi disse di aspettare una risposta entro 1 mese. Sono passati 14 anni ma nessuna risposta mi e' mai stata data da Marchionne, nel frattempo la Fiat-Lancia sono morte definitivamente il 01.06.18, e la Nissan Qashai venne presentata nel 2006 e rilancia la Nissan. Infatti dal 2004 ad oggi RENAULT-NISSAN sono diventati i primi produttori al mondo. FIAT-FCA NO ! Grazie a Marchionnne nonostante abbia copiato il suo piano industriale dal mio libro . Le auto Fiat dell'era CANTARELLA bruciavano le teste per raffredamento insufficente. Quella dell'era Marchionne hanno bruciato la Fiat. Il risultato del lavoro di MARCHIONNE e' la trasformazione del prodotto auto in prodotto finanziario, per cui le auto sono diventate tutte uguali e standardizzate. Ho trovato e trovo , NEI MIEI CONFRONTI, molta PREPOTENZA cattiveria ed incompetenza in FIAT. (19.12.18)

(   vedi :  https://1drv.ms/w/s!AlFGwCmLP76pg3LqWzaM8pmCWS9j ).

La differenza fra ROMITI MARCHIONNE e' che se uno la pensava diversamente da loro Romiti lo ascoltava, Marchionne lo cacciava anche se gli avesse detto che aumentando la pressione dei pneumatici si sarebbero ridotti i consumi.

FATTI NON PAROLE E FUMO BORSISTICO ! ALFA ROMEO 166 un successo nonostante i pochi mezzi utilizzati ma una richiesta mia precisa e condivisa da FIAT : GUIDA DIRETTA.  Che Marchionne non ha apprezzato come un attila che ha distrutto la storia automoblistica italiana su mandato di GIANLUIGI GABETTI (04.06.18).

Piero ANGELA : un disinformatore scientifico moderno in buona fede  su auto elettrica. auto killer ed inceneritore  (29.07.18)

Puoi anche prendere il potere ma se non lo sai gestire lo perdi come se non lo avessi mai avuto (01.08.18)

Ho provato la BMW i8 ed ho capito che la Ferrari e le sue concorrenti sono obsolete ! (20.08.18)

LA Philip Morris ha molti clienti e soci morti tra cui Marchionne che il 9 maggio scorso, aveva comprato un pacchetto di azioni per una spesa di 180mila dollari. Briciole, per uno dei manager più ricchi dell’industria automotive (ha un patrimonio stimato tra i 6-700 milioni di franchi svizzeri, cifra che lo fa rientrare tra i 300 elvetici più benestanti).E’ stato, però, anche l’ultimo “filing” depositato dal manager alla Sec, sul cui sito da sabato pomeriggio è impossible accedere al profilo del manager italo-canadese e a tutte le sue operazioni finanziarie rilevanti. Ed era anche un socio: 67mila azioni detenute per un investimento di 5,67 milioni di dollari (alla chiusura di Wall Street di venerdì 20 luglio 2018 ). E PROSSIMAMENTE  un'uomo Philip Morris uccidera' anche la FERRARI .   (20.08.18) (25.08.18)

verbali assemblee italiane azionisti EXOR :

https://1drv.ms/f/s!AlFGwCmLP76pg3Y3JmiDAW4z2DWx

verbali assemblee italiane azionisti FIAT :

https://1drv.ms/f/s!AlFGwCmLP76phApzYBZTNpkGlRkq

 

Prodi e' il peccato originale dell'economia italiana dal 1987 (regalo' l'ALFA ROMEO alla FIAT) ad oggi (25.08.18)

L'indipendenza della Magistratura e' un concetto teorico contraddetto dalle correnti anche politiche espresse nelle lottizzazioni delle associazioni magistrati che potrebbe influenzarne i comportamenti. (27.08.18)

Ho sempre vissuto solo con oppositori irresponsabili privi di osservazioni costruttive ed oggettive. (28.08.18)

Buono e cattivo fuori dalla scuola hanno un significato diverso e molto piu' grave perche' un uomo cattivo o buono possono fare il bene o il male con consaprvolezza che i bambini non hanno (20.10.18) 

Ma la TAV serve ai cittadini che la dovrebbero usare o a chi la costruisce con i nostri soldi ? PERCHE' ?

Un ruolo presidenziale divergente da quello di governo potrebbe porre le premesse per una Repubblica Presidenziale (11.11.2018)

La storia occorre vederla nella sua interezza la marcia dei 40.000 della Fiat come e' finita ? Con 40.000 licenziamenti e la Fiat in Olanda ! (19.11.18)

I SITAV dopo la marcia a Torino faranno quella su ROMA con costi doppi rispetto a quella francese sullo stesso percorso ? (09.12.18)

La storia politica di Fassino e' fatta dall'invito al voto positivo per la raduzione dei diritti dei lavoratori di Mirafiori. Si e' visto il risultato della lungimiranza di Fassino , (18.12.18)

Perche' sono investimenti usare risorse per spostare le pietre e rimetterle a posto per giustificare i salari e non lo sono il reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni ? perche' gli 80 euro a chi lavora di Renzi vanno bene ed i 780 euro di Di Maio a chi non lavora ed e' in pensione non vanno bene ? (27.12.18)

Le auto si dividono in auto mozzarella che scadono ed auto vino che invecchiando aumentano di valore (28.12.18)

Fumare non e' un diritto ma un atto contro la propria salute ed i doveri verso la propria famiglia che dovrebbe avere come conseguenza la revoca dell'assistenza sanitaria nazionale ad personam (29.12.18)

Questo mondo e troppo cattivo per interessare altri esseri viventi (10.01.19)

Le ONG non hanno altro da fare che il taxi del mare in associazione per deliquere degli scafisti ? (11.02.19)

La giunta FASSINO era inutile, quella APPENDINO e' dannosa (12.07.19)

Quello che l'Appendino chiama freno a mano tirato e' la DEMOCRAZIA .(18.07.19)

La spesa pubblica finanzia le tangenti e quella sullo spazio le spese militari  (19.07.19)

AMAZON e FACEBOOK di fatto svolgono un controllo dei siti e forse delle persone per il Governo Americano ?

(09.08.19)

LA GRANDE MORIA DI STARTUP e causato dal mancato abbinamento con realta' solide (10.08.!9)

Il computer nella progettazione automobilistica ha tolto la personalizzazione ed innovazione. (17.08.19)

L' uomo deve gestire i computer non viceversa, per aumentare le sue potenzialita' non annullarle  (18.08.19)

LA FIAT a Torino ha fatto il babypaking a Mirafiori UNO DEI POSTI PIU' INQUINATI DI TORINO ! Non so se Jaky lo sappia , ma il suo isolamento non gli permette certo di saperlo ! (13.09.19)

Non potro' mai essere un buon politico perche' cerco di essere un passo avanti mentre il politico deve stare un passo indietro rispetto al presente. (04.10.19)

L'arretratezza produttiva dell'industria automobilistica e' dimostrata dal fatto che da anni non hanno mai risolto la reversibilità dei comandi di guida a dx.sx, che costa molto (09.10.19)

IL CSM tutela i Magistrati dalla legge o dai cittadini visti i casi di Edoardo AGNELLI  e Davide Rossi ? (10.10.19).

Le notizie false servono per fare sorgere il dubbio su quelle vere discreditandole (12.10.19)

L'illusione startup brucia liquidita' per progetti che hanno poco mercato. sottraendoli all'occupazione ed illude gli investitori di trovare delle scorciatoie al alto valore aggiunto (15.10.19)

Gli esseri umani soffrono spesso e volentieri della sindrome del camionista: ti senti piu' importante perche' sei in alto , ma prima o poi dovrai scendere e cedere il posto ad altri perche' nessun posto rimane libero (18.10.19)

Non e' logico che l'industria automobilistica invece di investire nelle propulsione ad emissione 0 lo faccia sulle auto a guida autonoma che brucia posti di lavoro. (22.10.19)

L'intelligenza artificiale non esiste perche' non e' creativa ma applicativa quindi rischia di essere uno strumento in mano ai dittatori, attraverso la massificazione pilotata delle idee, che da la sensazione di poter pensare ad una macchina al nostro posto per il bene nostro e per farci diventare deficienti come molti percorsi dei navigatori  (24.11.19)

Quando ci fanno domande per sapere la nostra opinione di consumatori ma sono interessati solo ai commenti positivi , fanno poco per migliorare (25.11.19)

La prova che la qualità della vita sta peggiorando e' che una volta la cessione del 5^ si faceva per evitare i pignoramenti , oggi lo si fa per vivere (27.11.19)

Per combattere l'evasione fiscale basta aumentare l'assistenza nella pre-compilazione e nel pagamento (29.11.19)

La famiglia e' come una barca che quando sbaglia rotta porta a sbattere tutti quanti (25.12.19)

Le tasse sull'inquinamento verranno scaricate sui consumatori , ma a chi governa e sa non importa (25.12.19)

Il calcio e l'oppio dei popoli (25.12.19)

La religione nasce come richiesta di aiuto da parte dei popoli , viene trasformata in un tentativo di strumento di controllo dei popoli (03.01.20)

L'auto a guida autonoma e' un diversivo per vendere auto vecchie ed inquinanoroti , ed il mercato l'ha capito (03.01.20)ttadini

Il vero potere della burocrazia e' quello di creare dei problemi ai cittadini anche se il cittadino paga i dipendente pubblico per risolvere dei problemi non per crearli.  Se per denunciare questi problemi vai fuori dal coro deve essere annientato. Per cui burocrazia=tangente (03.01.20)

Gli immigrati tengono fortemente alla loro etnina a cui non rinunciano , piu' saranno forti le etnie piu' queste  divideranno l'Italia sovrastando gli italiani imponendoci il modello africano . La mafia nigeriana e' solo un esempio. (05.01.20)

La sinistra e la lotta alla fame nel mondo sono chimere prima di tutto per chi ci deve credere come ragione di vita (07.01.20)

Credo di avere la risposta alla domanda cosa avrebbe fatto Eva se Adamo avesse detto di no a mangiare la mela ?  Si sarebbe arrabbiata. Anche oggi se non fai quello che vogliono le donne si mettono contro cercando di danneggiarti. (07.01.20)

Le sardine rappresenta l'evoluzione del buonismo Democristiano  e la sintesi fra Prodi e Renzi,  fuori fa ogni logica e senza una proposta concreta  (08.01.20)

Un cavallo di razza corre spontaneamente e nessuno puo' fermarlo. (09.01.20)

PD e M5S 2 stampelle non fanno neppure una gamba sana (22.01.20)

non riconoscere i propri errori significa sbagliare per sempre (12.04.20)

la vera ricchezza dei ricchi sono i figli dei poveri, una lotteria che pagano tutta la loro vita i figli ai genitori che credono di non avere nulla da perdere  ! (03.11.21)

GLI YESMEN SERVONO PER CONSENTIRE IL MANTENIMENTO E LO SVILUPPO E L'OCCULTAMENTO DEGLI INTERESSI OCCULTI DEL CAPITALISMO DISTRUTTIVO. (22.04.22)

DALL'INTOLLERANZA NASCE LA GUERRA (30.06.22)

L'ITALIA E' TERRA DI CONQUISTA PER LE BANDE INTERNE DEI PARTITI. (09.10.22)

La dimostrazione che non esista più il nazismo e' dimostrato dalla reazione europea contro Puntin che non ci fu subito contro Hitler (12.10.22)

Cara Meloni nulla giustifica una alleanza con la Mafia di Berlusconi (26.10.22)

I politici che non rappresentano nessuno a cosa servono ? (27.10.22)

Di chi sono Ambrosetti e Mckinsey ? Chi e' stato formato da loro ed ora e' al potere in ITALIA ?
Lo spunto e' la vicenda Macron . Quanti Macron ci sono in Italia ? E chi li controlla ? Mckinsey e' una P2 mondiale ?
Mb

Piero Angela ha valutato che lo sbarco sulla LUNA ancora oggi non e' gestibile in sicurezza ? (30.12.22)

Le leggi razziali = al Green Pass  (30.03.23)

 

 

LA mia CONTROINFORMAZIONE ECONOMICA  e' CONTRO I GIOCHI DI POTERE,  perche' DIO ESISTE,  ANCHE SOLO per assurdo.

IL MONDO HA BISOGNO DI DIO MA NON LO SA, E' TALMENTE CATTIVO CHE IL BENE NON PUO' CHE ESISTERE FUORI DA QUESTO MONDO E DA QUESTA VITA !

PER QUESTO IL MIO MESTIERE E' CAMBIARE IL MONDO !

LA VIOLENZA DELLA DISOCCUPAZIONE CREA LA VIOLENZA DELLA RECESSIONE, con LICIO GELLI che potrebbe stare dietro a Berlusconi. 

IL GOVERNO DEGLI ANZIANI, com'e' LICIO GELLI,  IMPEDISCE IL CAMBIAMENTO perche' vetusto obsoleto e compromesso !

E' UN GIOCO AL MASSACRO dell'arroganza !

SE NON CI FOSSERO I SOLDATI NON CI SAREBBE LA GUERRA !

TU SEI UN SOLDATO ?

COMUNICAMI cio' pensi !

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Riflessioni ....

Sopravvaluta sempre il tuo avversario , per poterlo vincere  .Mb  15.05.13

Torino 08.04.13

Il mio paese l'Italia non crede nella mia teoria economica del valore che definisce

1) ogni prodotto come composto da energia e lavoro:

Il costo dell'energia può tendere a 0 attraverso il fotovoltaico sui tetti. Per dare avvio la volano economico del fotovoltaico basta detassare per almeno 20 anni l'investimento, la produzione ed il consumo di energia fotovoltaica sui tetti.

2) liberalizzazione dei taxi collettivi al costo di 1 euro per corsa in modo tale da dare un lavoro a tutti quelli che hanno un 'auto da mantenere e non lo possono piu fare per mancanza di un lavoro; ed inoltre dare un servizio a tutti i cittadini.

3) tre sono gli obiettivi principali della politica : istruzione, sanita', cultura.

4) per la sanità occorre un centro acquisti nazionale  ed abolizione giorni pre-ricovero.

vedi PRESA DIRETTA 24.03.13

chi e' interessato mi scriva .

Suo. MARCO BAVA

 

I rapporti umani, sono tutti unici e temporanei:

  1. LA VITA E' : PREGHIERA, LAVORO E RISPARMIO.(02.02.10)
  2. Se non hai via di uscita, fermati..e dormici su. 
  3. E' PIU'  DIFFICILE  SAPER PERDERE CHE VINCERE ....
  4. Ciascun uomo vale in funzione delle proprie idee... e degli stimoli che trova dentro di se...
  5. Vorrei ricordare gli uomini piu' per quello che hanno fatto che per quello che avrebbero potuto fare !
  6. LA VERA UMILTA' NON SI DICHIARA  MA SI DIMOSTRA, AD ESEMPIO CONTINUANDO A STUDIARE....ANCHE SE PURTROPPO L'UNIVERSITÀ' E' FINE A SE STESSA.
  7. PIU' I MEZZI SONO POVERI X RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO, PIU' E' CAPACE CHI LO RAGGIUNGE.
  8. L'UNICO LIMITE AL PEGGIO E' LA MORTE.
  9. MEGLIO NON ILLUDERE CHE DELUDERE.
  10. L'ITALIA , PER COLPA DI BERLUSCONI STA DIVENTANDO IL PAESE DEI BALOCCHI.
  11. IL PIL CRESCE SE SI RIFA' 3 VOLTE LO STESSO TAPPETINO D'ASFALTO, MA DI FATTO SIAMO TUTTI PIU' POVERI ALMENO 2 VOLTE.
  12. LA COSTITUZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO E QUELLA ITALIANA GARANTISCONO GIA' LA LIBERTA',  QUANDO TI DICONO L'OVVIETÀ'  CHE SEI LIBERO DI SCEGLIERE  E' PERCHE' TI VOGLIONO IMPORRE LE LORO IDEE. (RIFLESSIONE DEL 10.05.09 ALLA LETTERA DEL CARDINALE POLETTO FATTA LEGGERE NELLE CHIESE)
  13. la vita eterna non puo' che esistere in quanto quella terrena non e' che un continuo superamento di prove finalizzate alla morte per la vita eterna.
  14. SOLO ALLA FINE SI SA DOVE PORTA VERAMENTE UNA STRADA.
  15. QUANDO NON SI HANNO ARGOMENTI CONCRETI SI PASSA AI LUOGHI COMUNI.
  16. L'UOMO LA NOTTE CERCA DIO PER AVERE LA SERENITA' NOTTURNA (22.11.09)
  17. IL PRESENTE E' FIGLIO DEL PASSATO E GENERA IL FUTURO.(24.12.09)
  18. L'ESERCIZIO DEL POTERE E' PER DEFINIZIONE ANDARE CONTRO NATURA (07.01.10)
  19. L’AUTO ELETTRICA FA SOLO PERDERE TEMPO E DENARO PER ARRIVARE ALL’AUTO AD IDROGENO (12.02.10)
  20. BERLUSCONI FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI (17.03.10)
  21. GESU' COME FU' TRADITO DA GIUDA , OGGI LO E' DAI TUTTI I PEDOFILI (12.04.10)
  22. IL DISASTRO DELLA PIATTAFORMA PETROLIFERA USA COSA AVREBBE PROVOCATO SE FOSSE STATA UNA CENTRALE ATOMICA ? (10.05.10)
  23. Quante testate nucleari da smantellare dovranno essere saranno utilizzate per l'uranio delle future centrali nucleari italiane ?
  24. I POTERI FORTI DELLE LAUREE HONORIS CAUSA SONO FORTI  PER CHI LI RICONOSCE COME TALI. SE NON LI SI RICONOSCE COME FORTI SAREBBERO INESISTENTI.(15.05.10)

  25. L'ostensione della Sacra Sindone non puo' essere ne' temporanea in quanto la presenza di Gesu' non lo e' , ne' riservata per i ricchi in quanto "e' piu' facile che in cammello passi per la cruna di un ago ..."

  26. sapere x capire (15.10.11)

  27. la patrimoniale e' una 3^ tassazione (redditi, iva, patrimoniale) (16.10.11)

  28. SE LE FORZE DELL'ORDINE INTERVENISSERO DI PIU'PER CAUSE APPARENTEMENTE BANALI CI SAREBBE MENO CONTENZIOSO: CHIAMATO IL 117  PER UN PROBLEMA BANALE MI HA RISPOSTO : GLI FACCIA CAUSA ! (02.04.17)

  29. GRAN PARTE DEI PROFESSORI UNIVERSITARI SONO TRA LE MENTI PIU' FRAGILI ED ARROGANTI , NON ACCETTANO IL CONFRONTO E SI SENTONO SPIAZZATI DIVENTANO ISTERICI ( DOPO INCONTRO CON MARIO DEAGLIO E PIETRO TERNA) (28.02.17)

  30. Spesso chi compera auto FIAT lo fa solo per gratificarsi con un'auto nuova, e basta (04.11.16)

  31. Gli immigrati per protesta nei centri di assistenza li bruciano e noi dobbiamo ricostruirglieli  affinché  li redistruggono? (18.10.20)

  32. Abbiamo più rispetto per le cose che per le persone .29.08.21

  33. Le ragioni  per cui Caino ha ucciso Abele permangono nei conflitti umani come le guerre(24.11.2022)

  34. Quelli che vogliono l'intelligenza artificiale sanno che e' quella delle risposte autmatiche telefoniche? (24.11.22)

     

     

     

     

     

L'obiettivo di questo sito e una critica costruttiva  PER migliorare IL Mondo .

  1. PACE NEL MONDO
  2. BENESSERE SOCIALE
  3. COMUNIONE DI TUTTI I POPOLI.
  4. LA DEMOCRAZIA AZIENDALE

 

L'ASSURDITÀ' DI QUESTO MONDO , E' LA PROVA CHE LA NOSTRA VITA E' TEMPORANEA , OLTRE ALLA TESTIMONIANZA DI GESU'. 15.06.09

 

DIO CON I PESI CI DA ANCHE LA FORZA PER SOPPORTALI, ANCHE SE QUALCUNO VORREBBE FARMI FARE LA FINE DI GIOVANNI IL BATTISTA (24.06.09)

 

IL BAVAGLIO della Fiat nei miei confronti:

 

IN DATA ODIERNA HO RICEVUTO: Nell'interesse di Fiat spa e delle Societa' del gruppo, vengo informato che l'avv.Anfora sta monitorando con attenzione questo sito. Secondo lo stesso sono contenuti in esso cotenuti offensivi e diffamatori verso Fiat ed i suoi amministratori. Fatte salve iniziative autonome anche davanti all'Autorita' giudiziaria, vengo diffidato dal proseguire in tale attivita' illegale"
Ho aderito alla richiesta dell'avv.Anfora, veicolata dal mio hosting, ricordando ad entrambi le mie tutele costituzionali ex art.21 della Costituzione, per tutelare le quali mi riservo iniziative esclusive dinnanzi alla Autorita' giudiziaria COMPETENTE.
Marco BAVA 10.06.09

 

TEMI SUL TAVOLO IN QUESTO MOMENTO:

 

IL TRIBUNALE DI  TORINO E LA CONSOB NON MI GARANTISCONO LA TUTELA DEL'ART.47 DELLA COSTITUZIONE

Oggi si e' tenuta l'assemblea degli azionisti Seat tante bugie dagli amministratori, i revisori ed il collegio sindacale, tanto per la Consob ed il Tribunale di Torino i miei diritti come azionista di minoranza non sono da salvaguardare e la digos mi puo' impedire il voto come e quando vuole, basta leggere la sentenza SENT.FIAT Mb

 

Tweet to @marcobava

08.03.16

 

TEMI STORICI :

 

VIDEO DELLA TRASMISSIONE TV
Storie italiane
Puntata del 19/11/2019

SULLA MORTE DI EDOARDO AGNELLI

https://www.raiplay.it/video/2019/11/storie-italiane-504278c4-8e8c-4b79-becc-87d5c7a67be6.html

 

10° Convegno
 
La grafopatologia in ambito giudiziario
L’applicazione della grafologia in criminologia, nelle malattie neurologiche e psichiatriche nel contesto giudiziario
 
Roma, 7 Dicembre 2019
 
Auditorium Facoltà Teologica “S. Bonaventura”
Via del Serafico 1 - Roma

 
alle ore 17,50
 
Vincenzo Tarantino
Gino Saladini
 
Elio Carlos Tarantino Mendoza Garofani
Grafologo giudiziario, esperto in fotografia forenseGiornalista, Criminologo
 
Il “suicidio” di Edoardo Agnelli: aspetti medico-legali criminologici e grafopatologici.

 

Edoardo Agnelli è stato ucciso?" - Guarda il video

I VIDEO DELLE PRESENTAZIONI GIA' FATTE LI TROVI SOTTO

LA PARTE DEDICATA AD EDOARDO AGNELLI SU QUESTO SITO

 PERCHE' TORINO HA PAURA DI CONOSCERE LA VERITA' SULLA MORTE DI EDOARDO AGNELLI ?

Il prof.Mario DE AGLIO alcuni anni fa scrisse un articolo citando il "suicidio" di EDOARDO AGNELLI.  Gli feci presente che dai documenti ufficiali in mio possesso il suicidio sarebbe stato incredibile offrendogli di esaminare tali documenti. Quando le feci lui disconobbe in un modo nervoso ed ingiustificato : era l'intero fascicolo delle indagini.

A Torino molti hanno avuto la stessa reazione senza aver visto ciò che ha visto Mario DE AGLIO ma gli altri non parlano del "suicidio" di Edoardo AGNELLI ma semplicemente della suo morte.

Mb

02.04.17

 

 

grazie a Dio , non certo a Jaky,  continua la ricerca della verità sull'omicidio di Edoardo Agnelli , iniziata con i libri di Puppo e Bernardini, il servizio de LA 7, e gli articoli di Visto,  ora il Corriere e Rai 2 , infine OGGI e Spio , continuano un percorso che con l'aiuto di Dio portera' prima di quanti molti pensino alla verita'. Mb -01.10.10

 

LIBRI SULL’OMICIDIO DI EDOARDO AGNELLI

www.detsortelam.dk

www.facebook.com/people/Magnus-Erik-Scherman/716268208

 

ANTONIO PARISI -I MISTERI DEGLI AGNELLI - EDIT-ALIBERTI-

 

CRONACA | giovedì 10 novembre 2011, 18:00

Continua la saga della famiglia ne "I misteri di Casa Agnelli".

Il giornalista Antonio Parisi, esce con l'ultimo pamphlet sulla famiglia più importante d'Italia, proponendo una serie di curiosità ed informazioni inedite

 Per dieci anni è stato lasciato credere che su Edoardo Agnelli, precipitato da un cavalcavia di ottanta metri, a Fossano, sull'Autostrada Torino - Savona, fosse stata svolta una regolare autopsia.

Anonime “fonti investigative” tentarono in più occasioni di screditare il giornalista Antonio Parisi che raccontava un’altra versione. Eppure non era vero, perché nessuna autopsia fu mai fatta.

Ora  Parisi, nostro collaboratore, tenta di ricostruire ciò che accadde quel giorno in un’inchiesta tagliente e inquietante, pubblicando nel libro “I Misteri di Casa Agnelli”, per la prima volta documenti ufficiali, verbali e rapporti, ma anche raccogliendo testimonianze preziose e che Panorama di questa settimana presenta.

Perché la verità è che sulla morte, ma anche sulla vita, dell’uomo destinato a ereditare il più grande capitale industriale italiano, si intrecciano ancora tanti misteri. Non gli unici però che riguardano la famiglia Agnelli.

Passando dalla fondazione della Fiat, all’acquisizione del quotidiano “La Stampa”, dalla scomparsa precoce dei rampolli al suicidio in una clinica psichiatrica di Giorgio Agnelli (fratello minore dell’Avvocato), dallo scandalo di Lapo Elkann, fino alla lite giudiziaria tra gli eredi, Antonio Parisi sviscera i retroscena di una dinastia che, nel bene o nel male, ha dominato la scena del Novecento italiano assai più di politici e governanti.

Il volume edito per "I Tipi", di Aliberti Editore, presenta sia nel testo che nelle vastissime note, una miniera di gustose e di introvabili notizie sulla dinastia industriale più importante d’Italia.

 

 

Mondo AGNELLI :

Cari amici,

Grazie mille per vostro aiuto con la stesura di mio libro. Sono contenta che questa storia di Fiat e Chrysler ha visto luce. Il libro e’ uscito la settimana scorsa, in inglese. Intanto e’ disponibile a Milano nella librerie Hoepli e EGEA; sto lavorando con la distribuzione per farlo andare in piu’ librerie possibile. E sto ancora cercando la casa editrice in Italia. Intanto vi invio dei link, spero per la gioia in particolare dei torinesi (dov’e’ stato girato il video in You Tube. )

http://www.youtube.com/watch?v=QLnbFthE5l0

Thanks again,

Jennifer

Un libro che riporta palesi falsita' sulla morte di Edoardo Agnelli come quella su una foto inesistente con Edoardo su un ponte fatta da non si sa chi recapitata da ignoto ad ignoti. Se fosse esistita sarebbe stata nel fascicolo dell'inchiesta. Intanto anche grazie a queste salsita' il prezzo del libro passa da 15 a 19 euro! www.marcobava.it

SE VUOI COMPERARE IL LIBRO SUL SUICIDIO SOSPETTO DI EDOARDO AGNELLI A 10 euro manda email all'editore (info@edizionikoine.it)  indicando che hai letto questo prezzo su questo sito , indicando il tuo nome cognome indirizzo codice fiscale , il libro ti verrà inviato per contrassegno che pagherai alla consegna. 
NON DIMENTICARE CHE:

Le informazioni contenute in questo sito provengono
da fonti che MARCO BAVA ritiene affidabili. Ciononostante ogni lettore deve
considerarsi responsabile per i rischi dei propri investimenti
e per l'uso che fa di queste di queste informazioni
QUESTO SITO non deve in nessun caso essere letto
come fonte di specifici ed individualizzati consigli sulle
borse o sui mercati finanziari. Le nozioni e le opinioni qui
contenute in sono fornite come un servizio di
pura informazione.

Ognuno di voi puo' essere in grado di valutare quale livello di
rischio sia personalmente piu' appropriato.


MARCO BAVA

 

 

  ENRICO CUCCIA ----------MARCO BAVA

 

SITI SOCIETARI

 

Ø     http://www.aedesgroup.com

Ø     http://www.bancaprofilo.it

Ø     http://www.ngpspa.com

Ø     http://www.centralelatte.torino.it

Ø     http://www.a2a.eu

Ø     https://www.enelgreenpower.com

Ø     http://www.gabettigroup.com

Ø     http://www.mef.it/it/index.html montefibre

Ø     http://www.gruppozucchi.com

M&C SITO :  http://www.mecinv.com/

 

 

La ringraziamo sinceramente per il Suo  interesse nei confronti di una produzione duramente colpita dal recente terremoto, dalle stalle, ai caseifici fino ai magazzini di stagionatura. Il  sistema del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano sono stati fortemente danneggiati con circa un milione di forme crollate a terra a seguito delle ripetute scosse che impediscono a breve la ripresa dei lavori in condizioni di sicurezza. Questo determina di conseguenza difficoltà nella distribuzione del prodotto “salvato”, che va estratto dalle “scalere” accartocciate, verificato qualitativamente e poi trasferito in opportuni locali prima di poter essere posto in vendita. Abbiamo perciò ritenuto opportuno mettere a disposizione nel sito http://emergenze.coldiretti.it tutte le informazioni aggiornate relative alla commercializzazione nelle diverse regioni italiane anche attraverso la rete di vendita degli agricoltori di Campagna Amica.

 

Cordiali saluti.

Ufficio relazioni esterne Coldiretti

 

 

www.taxjustice.net ; www.fanpage.it

www.ecobiocontrol.bio

www.andreagiacobino.com

 

 

http://www.matrasport.dk/Cars/Avantime/avantime-index.html

 

 

Auto e Moto d’Epoca 2013

 

- Nuovo sistema tutela auto e moto d'epoca;
- 
Veicoli d'interesse storico, la fiscalità e il redditometro;
- 
Norme per la circolazione dei veicoli storici;
- 
Veicoli d'interesse storico e collezionistico: circolazione e fiscalità 

 

 

 

http://delittodiusura.blogspot.it/2011/12/rete-antiusura-onlus.html

http://www.vitalowcost.it

http://www.terzasettimana.org

 www.attactorino.org SITO SOCIALE TORINESE

 

 

 

 http://www.giurisprudenzadelleimprese.it/

 

http://www.avvocatitelematici.to.it/

 

http://www.uibm.gov.it/

 

http://www.obiettivonews.it/

 

http://www.penalecontemporaneo.it

 

http://controsservatoriovalsusa.org/

 

http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/price-sensitive/home.html?lang=it

 

http://www.societaquotate.com/

 

 

 

http://smarthyworld.com/renault.html

http://www.turbo.fr/renault/renault-avantime/photos-auto/

http://avantimeitalia.forumattivo.it/

http://it.wikipedia.org/wiki/PSA_ES_e_Renault_L7X

http://www.avantime-club.eu/

http://www.centropestelli.it/  scuola di giornalismo torinese

www.foia.it x la trasparenza

http://www.lingottoierieoggi.com la storia del lingotto

www.ipetitions.com PETIZIONI

http://www.casa.governo.it GUIDA AGEVOLAZIONI CASA

http://www.comune.torino.it/ambiente/bm~doc/report-siti-procedimenti-di-bonifica_informambiente.pdf AREE EX SITI INDUSTRIALI TORINESI DA BONIFICARE

 

 

 

 

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO 09/06/2023 00.28.14

 

 

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LE LETTERE DI EDOARDO AGNELLI

BOSSI PRODI DE BENEDETI GIANNI AGNELLI SCALFARI 1 SCALFARI 2 PANELLA GIANNI AGNELLI 2

ORIGINALI CUSTODITI DALLA BIBLIOTECA DI SETTIMO TORINESE  LETTERA SETT.T

SE VUOI AVERE UNA COPIA  DELLE LETTERE DI EDOARDO AGNELLI  :

 https://1drv.ms/f/s!AlFGwCmLP76pgSdXDIwzmDgGSLkE

 

COMODATO EA COMODATO D'USO DI VILLA SOLE DOVE VIVEVA EDOARDO AGNELLI

DOCUMENTi SULLA DICEMBRE SOCIETA' SEMPLICE CHE CONTROLLA JUVE, FERRARI, STELLANTIS

DICEMBRE 2021

DICEMBRE 1984

il mio libro sui Piani INDUSTRIALI

Libro Mb

LA MIA TESI DI LAUREA IN GIURISPRUDENZA SUL PROCESSO AL SENATORE AGNELLI  PER AGIOTAGGIO

CON SENTENZA NEL 1912

TESI SEN AGNELLI

 

VEDETE  COME LAVORA UIBM

CACAO&MIELE\7228-REG-1547819845775-rapp di ricerca.pdf

 

08.06.23
  1. CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO: Sui controlli il governo perde consensi
    È il Pnrr e la polemica attorno al sistema dei controlli sulla Corte dei Conti ad aver prodotto in due settimane un calo di consensi per Fratelli d'Italia e una diminuzione negli indici di fiducia del presidente del Consiglio e del suo governo. Nel dettaglio si nota una flessione di mezzo punto percentuale sia per FdI, che passa dal 29,6% al 29,2%, sia per la premier al 39,5 (-0,6%) che scende di poco sotto la soglia del 40%. Il governo prosegue il suo cammino in leggero calo fermandosi al 35,6% (-0,5%). Detto ciò, a parte Carlo Calenda (+2%) e Matteo Renzi (+1,3%), tutti i leader dei principali partiti registrano una perdita di consenso che varia dall'1,8% di Silvio Berlusconi al 2,8% di Matteo Salvini, che rimane comunque il leader più apprezzato dopo Giorgia Meloni, anche se ad una distanza di oltre 15 punti. La stretta sui controlli concomitanti della Corte dei Conti per i lavori in esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) pare non aver aiutato nel percorso della raccolta del consenso la maggioranza di Governo. Su questo argomento i cittadini si sono espressi in maniera prudente, infatti, un intervistato su 3 (31,9%) condivide che le verifiche dei giudici contabili siano possibili solo al termine dei lavori, con relazioni semestrali complete di valutazioni sulle spese dei fondi e sullo stato di avanzamento del Piano. Questa proposta vede schierarsi in maniera netta gli elettori di Fratelli d'Italia (67,9%) e quelli di Forza Italia (60%). Più freddi i sostenitori della Lega. Infatti se il 35% si è espresso a favore, ben il 49,2% non ha saputo dare una valutazione. Oltre a ciò, nella perdita dei consensi è necessario mettere nel conto anche il peso dei ritardi e delle lacune informative dell'intero Pnrr, rispetto al quale il Governo di Mario Draghi viene identificato come l'Esecutivo che lo ha reso un'opportunità per il Paese (25,7%) superando la maggioranza di Giorgia Meloni (20,5%) e quella di Giuseppe Conte (15,5%). Il Pnrr nelle ultime due settimane ha scalato a pieno titolo il ranking della classifica che mette in ordine tutte le priorità dei cittadini rispetto alla loro quotidianità, entrando di diritto a metà della "Top 10".
    In effetti, dopo l'alluvione in Emilia-Romagna e l'annuncio della riforma Delega, confermata alla Camera con il voto di fiducia del 6 giugno sul decreto PA, l'argomento è tornato caldo sui media con tutte le valutazioni inerenti gli obiettivi degli investimenti previsti per possibili infrastrutture e messa in sicurezza del territorio. Ad oggi, per il 54,8% degli italiani il Pnrr rimane una reale opportunità, mentre un cittadino su 3 (30,2%) lo identifica in una "medicina amara" - parole del Commissario europeo Paolo Gentiloni - che si trasformerà in ulteriore debito per tutti noi. I giudizi più severi, seppur minoritari, si concentrano tra i sostenitori del centro destra. Emerge infatti la diffidenza degli elettori di Fratelli d'Italia con il 39,1% (8,9% sopra la media nazionale); di quelli di Forza Italia con il 35,5%, (+5,3% rispetto al dato nazionale) e della Lega con il 31,6%, (+1,4% rispetto al dato nazionale). Nel grande partito dell'astensione sul voto politico, il giudizio si spacca esattamente a metà tra chi sostiene che il Piano sia un importante vantaggio per l'intera nazione (35,2%) e coloro che esprimono un giudizio più duro e negativo (35,8%). Anche nel Nord-Est e nelle due grandi isole Sicilia e Sardegna ci si scalda poco sull'argomento. I veri entusiasti del progetto sono coloro che appartengono alla generazione Z (tra i 18 e i 28 anni) che si distinguono con il 62,7% di risposte positive sul tema. Del resto in origine il Pnrr si chiamava Next Generation EU!
    Molte ad oggi si sono dimostrate le difficoltà dell'intero pacchetto del progetto di rilancio economico del Paese. Infatti, oltre agli obiettivi, ancora non del tutto definiti e spacchettati a livello micro geografico, la lentezza della macchina amministrativa rischia di essere il vero problema e di rallentare tutte le procedure nella gestione delle pratiche con il suo processo di "razionalizzazione bollata" di tutti i passaggi operativi. A tal riguardo la maggioranza degli italiani (51,9%) sarebbe favorevole ad una gestione "speciale", magari sotto l'occhio vigile di un Commissario come avvenuto, per esempio, per il Ponte Morandi - oggi San Giorgio - di Genova. Su questo tema solo gli elettori del Pd si spaccano a metà tra i favorevoli (42,4%) e coloro che vorrebbero garantiti tutti i controlli concomitanti con l'attuazione del Piano (40,6%).
    In tutto questo il Pnrr rappresenta un tassello importante per l'intero Paese e per il rapporto con l'Unione Europea, una buona fase di sviluppo e restauro di cui l'intero sistema Italia ha necessità. Quello che gli italiani si augurano è che il sistema politico sappia sfruttare al meglio l'occasione senza metterne a repentaglio l'esito per contrapposizioni partitiche.
  2. MA MATTEI E' STATO UCCISO DAI SERVIZI SEGRETI FRANCESI : È quell'abbraccio tra Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron davanti alla piramide del Louvre la miglior dimostrazione del fatto che l'intesa tra Francia e Italia resta forte. L'occasione per ribadirlo è stata la mostra Napoli a Parigi, inaugurata ieri dai due presidenti. La mostra è stata «progettata proprio per mettere in luce le tante connessioni tra Francia e Italia», ha affermato Mattarella davanti agli studenti della scuola italiana Leonardo da Vinci. Proprio loro rappresentano «una realtà importante» per l'Europa, che è prima di tutto «un luogo ideale, fatto di persone, esperienze, affinità, valori, sogni». E allo sviluppo della sua cultura ha contribuito anche lo scambio «antichissimo» tra Francia e Italia. Per questo i confini non devono essere «un limite ma un arricchimento», ha affermato .
  3. PERCHE' IL NUMERO CHIUSO ?il ministero non esclude l'ipotesi di impiegare operatori dall'india ma per il piemonte il fronte est si è già chiuso
    Una fumata nera da Albania e Croazia salta il reclutamento di medici e infermieri
    alessandro mondo
    «Le critiche mi interessano poco. A me interessa la salute degli italiani e che il sistema sanitario pubblico rimanga universale e aperto a tutti, soprattutto a chi ha meno possibilità. Quindi, se non ci sono infermieri in Italia, bisogna andare a prenderli all'estero». Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, pochi giorni fa, tornando sull'ipotesi di reclutare infermieri indiani, di cui il servizio sanitario nazionale ha estremo bisogno: prospettiva peraltro contestata dai sindacati di categoria.
    Partita aperta. Mentre è già chiusa quella avviata a marzo dalla Regione, che partendo dallo stesso presupposto, la carenza di medici, infermieri e Oss, aveva guardato ad Est, sondando la disponibilità di Albania e Croazia per reclutare personale di rinforzo.
    «Si tratta di professionisti molto preparati - aveva confermato al nostro giornale Luigi Icardi, assessore regionale della Sanità -. Quelli albanesi, in aggiunta, vantano mediamente una buona conoscenza della lingua italiana». Anche l'aspetto economico non è - meglio: non sarebbe stato - secondario, considerato che, rispetto ai cosiddetti "gettonisti", i medici stranieri ingaggiati sarebbero stati equiparati, come costo, a quello dei dipendenti.
    Alla fine, ed è finita presto, non se ne è fatto nulla: la conferma arriva dallo stesso assessorato. Più che alle perplessità/obiezioni dei sindacati, probabile che il nodo sia dipeso dalla durata della permanenza, vincolata dai i Paesi di provenienza a sei mesi e non oltre, così era emerso, per non trovarsi a loro volta con i reparti sguarniti. Difficile che, a questo punto, si tentino abboccamenti con altri Paesi. E questo anche se il caso della Calabria, che ha reclutato un discreto numero di medici-infermieri cubani dimostra come alcune strade non siano del tutto impercorribili.
    A preoccupare gli Ordini professionali, prima ancora dei sindacati, sono le deroghe previste dallo Stato tramite il Decreto Milleproroghe: tra queste la possibilità, fino al 31 dicembre 2025, di impiegare personale sanitari che ha conseguito il titolo in Paesi esteri. Questione di garanzie, dalla validità dei certificati alla conoscenza della lingua italiana, non indifferenti per assicurare la qualità del servizio.
    Comunque la si pensi, il buco nell'acqua con Albania e Croazia chiude un altro spiraglio a fronte di una situazione pesante. Per restare agli infermieri, si stima che negli ospedali e nelle Rsa ne manchino 4-5 mila: è la prima delle urgenze con cui dovrà misurarsi il neocostituito Osservatorio regionale nel quale siedono, oltre alla Regione e alle Asl, i sindacati dei medici e del comparto.

 

 

 

 

 

07.06.23
  1. ECCO PERCHE' LA CORTE DEI CONTE SERVE :   Per capire quanto sia importante e necessario mettere in campo un solido sistema di controllo sull'uso dei fondi europei basterebbe dare un'occhiata al report annuale diffuso dall'Olaf, l'ufficio europeo anti-frode. Nella classifica delle indagini chiuse nel 2022, l'Italia si è piazzata al secondo posto. Davanti alla Polonia e dietro l'Ungheria. Un dato che spiega anche l'enorme attenzione che c'è da parte degli altri Stati membri su come vengono spese le risorse in questi Paesi, compreso il nostro, visto che si tratta di soldi che appartengono a tutti i contribuenti europei.
    Le indagini dell'anti-frode Ue riguardano sospetti casi di «collusione, manipolazione delle procedure di appalto, conflitti d'interesse e fatture gonfiate» nella gestione dei fondi del bilancio Ue. Ma non solo. Visto che il piano Next Generation EU prevede di iniettare nell'economia europea fino a 750 miliardi, in aggiunta a quelli del bilancio comunitario, nel 2022 l'Olaf ha anche istituito un nuovo gruppo di esperti che si concentra in particolare sulle spese del Recovery «e ha iniziato a indagare su casi di possibili abusi dei finanziamenti del dispositivo Ue per la ripresa e la resilienza». Tali indagini riguardano «casi specifici» in «diversi Stati», anche se gli esperti non hanno voluto dire quali.
    Una cosa è certa: nel 2022 l'Olaf ha chiuso 10 indagini in Italia, 9 delle quali con raccomandazioni. Il che vuol dire che sono state rilevate irregolarità ed è stato disposto il recupero delle somme. L'Ungheria, in testa alla classifica, ha visto chiudere 15 indagini, di cui 9 con raccomandazioni. Nove le indagini chiuse in Polonia, di cui sette con raccomandazioni. In totale, l'ufficio europeo anti-frode ha raccomandato il recupero di 426,8 milioni di euro nell'intera Ue e le indagini hanno permesso di salvaguardare 197,8 milioni di euro.
  2. TRAGICOMICO: Giorgia Meloni non è soddisfatta quando risale sull'aereo che quattro ore prima l'aveva portata a Tunisi. Un'ora e quaranta minuti di colloquio con il presidente Kais Saied significheranno pure, come si affrettano a far sapere da Palazzo Chigi, che «il feeling è stato buono», ma non sono serviti a smuovere un leader che sta assumendo i lineamenti dell'autocrate, arrestando oppositori, giornalisti, sigillando il Parlamento.
    Meloni sorride, stringe mani, si mostra disponibile. Lo fa al suo arrivo, durante la passerella con la premier Najla Bouden, poi con Saied al palazzo presidenziale. Le immagini sono quelle del fotografo ufficiale e degli smartphone dei collaboratori. I giornalisti arrivati al seguito restano lontani e non la vedranno mai. Così, senza domande, Meloni può offrire la sua ricostruzione del bilaterale con il presidente tunisino dietro a un podio, davanti a una telecamera, con in un'inquadratura sbilenca, come all'interno di una nave piegata dalle onde. Si intuisce subito che il confronto non è andato come avrebbe voluto, ma si è chiuso come si aspettava. Con Saied che dice «no ai diktat del Fondo monetario internazionale», no alle riforme che l'organizzazione internazionale pretende per scongelare il finanziamento da 1,9 miliardi, vitale per Tunisi.
    Meloni è preoccupata, e non lo nasconde. A Saied spiega che l'Italia sta facendo di tutto per ammorbidire gli alleati, sia a livello di Europa che di G7. Racconta di un «approccio pragmatico», della proposta del vicepremier Antonio Tajani di rateizzare i finanziamenti rendendo più progressivo il percorso delle riforme. Saied scuote la testa. Considera le proposte del Fmi «imposizioni», come «medici che prescrivono farmaci senza prima diagnosticare la malattia». Una posizione sprezzante che viene rilanciata in un comunicato stampa, dove le richieste del Fondo vengono bollate come «una malattia» che potrebbe «minacciare la stabilità interna della Tunisia e avere conseguenze che si estendono a tutta la regione».
    A Saied è stato chiesto di togliere i sussidi alla farina, alla benzina, di cominciare a ristrutturare un sistema economico vicino al collasso, ferito dalla corruzione, e stremato da un'amministrazione pubblica gonfia di assunzioni ma senza soldi per pagarle. Il presidente, però, non vuole mollare la posa populista e considera prioritario «il tema della cancellazione del debito che grava sullo Stato tunisino».
    La Tunisia vuole prima i soldi, poi farà le riforme. Ma è una promessa a cui gli americani credono poco. Lunedì prossimo Tajani volerà a Washington per parlare nuovamente con il segretario di Stato Blinken e la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva, che conosce dai tempi in cui erano entrambi commissari europei. Era stato proprio Blinken ad avere un colloquio telefonico di oltre un'ora con Saied, durante il volo verso il G7 in Giappone. Secondo fonti italiane, dopo lunga insistenza la linea in aereo è caduta e Blinken avrebbe ammesso: «Con questo qui non c'è niente da fare».
    Il governo italiano però non vuole farsi scoraggiare dalla mancanza di fiducia americana. Meloni ha intravisto una maggiore flessibilità dall'Ue. A Saied ha garantito che l'Italia sosterrà l'apertura di una linea di credito per il bilancio tunisino, a favore soprattutto delle piccole e medie imprese. Inoltre, c'è la possibilità che arrivi un pacchetto integrato di finanziamenti, su cui sta lavorando Bruxelles, anche per alleggerire Tunisi nella gestione dei migranti. «Per accelerare l'attuazione di questo pacchetto – spiega Meloni – ho dato a Saied la disponibilità a tornare presto in Tunisia con Ursula Von der Leyen». Meloni avrebbe proposto come data domenica prossima, per un viaggio che assieme alla presidente della Commissione europea avrebbero dovuto fare tempo fa, ma che è saltato per il rifiuto di Saied: a suo dire, avrebbe dato l'impressione di essere commissariato dall'esterno.
    La premier italiana ha fretta, loda il lavoro fatto da Saied sui migranti, accoglie la proposta tunisina di una conferenza internazionale sul tema delle migrazioni e offre Roma come sede, ma ammette la paura che con la stagione estiva l'esodo possa moltiplicarsi. La stabilità della Tunisia è fondamentale. Il rischio di una nuova Libia è troppo alta. Dall'altra parte del Mediterraneo Meloni si gioca molto della credibilità della sua strategia. Oggi, come anticipato da La Stampa, sarà a Roma il primo ministro ad interim del governo di unità nazionale di Tripoli Abdul Hamid Dbeibeh, in cerca di una legittimazione internazionale per la possibile candidatura alle future elezioni in Libia. Verrà firmato un nuovo memorandum tra i ministeri dell'Interno e probabilmente, secondo fonti libiche, anche un accordo di 2 miliardi con Eni.
    A Tunisi Meloni non ha dedicato neanche una parola in pubblico per la stretta brutale operata da Saied sullo stato di diritto. Nessuno glielo ha potuto chiedere, perché ai giornalisti, convocati il giorno prima con appena 23 minuti di preavviso, non è stato permesso avvicinarla. Saltato il punto stampa, inizialmente previsto in ambasciata, Meloni trova comunque il tempo di rilasciare dieci minuti di dichiarazioni davanti a una telecamera, prima di lasciare il palazzo presidenziale. Che poi è il format che la premier predilige: senza domande, come avviene per la rubrica "Gli appunti di Giorgia" o come quando il primo maggio evitò la conferenza stampa sul decreto lavoro, preferendo il piano sequenza tra gli stucchi di Palazzo Chigi ideato dal suo social manager.
  3. SERVIZI SEGRETI ED IMMIGRATI: «Oramagistratura e governo devono fare chiarezza, ne va della dignità dell'Italia», dice don Mattia Ferrari, 29 anni, cappellano di Mediterranea Saving Humans, organizzazione impegnata nel soccorso e nell'assistenza dei migranti. Due anni fa don Mattia diventò bersaglio di uno strano account Twitter, Rgowans, che attacca sistematicamente le ong. Ora i volontari di JLProject, esperti di indagini forensi, analizzando 16.385 tweet hanno dato un'identità all'account. È un ex vicecapo della Guardia costiera canadese, poliglotta, che vive in Polonia dopo aver girato tra Germania, Malta e Italia (nel 2017 e 2018). Ha anche lavorato come assistente al Parlamento Ue ed è in contatto con servizi segreti e miliziani della guardia costiera libica addestrati in Italia. E ha lo stesso nome del direttore della società che gestisce i dati per Frontex, l'agenzia Ue per l'immigrazione.
    Don Mattia, qual è stato il suo primo pensiero oggi?
    «Gratitudine per questi attivisti che hanno lavorato molto e gratis, animati solo da una passione viscerale per giustizia e verità».
    Come comincia questa storia?
    «Si tratta di una vicenda misteriosa. Nel 2017, nel contesto del primo accordo tra Italia e Libia per il rafforzamento della cosiddetta guardia costiera libica, spunta questo account su Twitter. Si dimostra informato e orientato, perché pubblica materiale per conto della mafia libica».
    Che materiale?
    «Foto e video di migranti catturati da imprecisate milizie, di cui viene celebrato l'operato in una prospettiva tutt'altro che umanitaria. Eliminando con manipolazioni le immagini dei cosiddetti guardiacoste che affondano un gommone a colpi di fucile e montando solo la parte in cui i migranti terrorizzati vengono recuperati dall'acqua».
    Dov'è, allora, l'aspetto misterioso?
    «Nella pubblicazione periodica di documenti top secret italiani ed europei. Inquietante, oltre che misteriosa, anche perché interrogazioni parlamentari sul tema non hanno mai avuto risposte soddisfacenti».
    E lei quando finisce nel tritacarne?
    «Il 30 maggio 2021. In un tweet definisco "inaccettabile" la descrizione dei migranti come turisti in spiaggia. A quel punto l'account mi minaccia, pubblicando una mia foto, definendomi "un prete cattolico che non si vergogna" e paragonandomi a "nazisti e comunisti assassini". Dopo due mesi un altro attacco: "Spero tu abbia un giubbotto di salvataggio, don", fino al paragone con la mafia italiana».
    Lei come reagisce?
    «Ne parlo con l'arcivescovo di Modena, Erio Castellucci, che decide di sporgere denuncia. La prefettura mi assegna un dispositivo di tutela personale, ancora attivo. Dopo un anno, però, la Procura di Modena chiede l'archiviazione, con una motivazione sconcertante».
    In che senso?
    «Il pm scrive che quelle frasi "non presentano profili di rilievo penale, perché si tratta di frasi certamente polemiche nel contesto certamente non cartesiano dell'arena social, scendendo nella quale ci si espone a quelle asperità". E poi parla del mio "impegno latamente politico, ben diverso dagli ambiti tradizionali – riservati e silenziosi – di estrinsecazione del mandato pastorale"».
    La Chiesa come l'ha presa?
    «L'arcivescovo ha usato parole molto belle, spiegando che la valutazione dell'operato del prete spetta alla Chiesa e non a un magistrato. Chi si esprime come quel pm non capisce che il ministero del prete è tanto nella liturgia quanto nell'impegno accanto agli ultimi».
    La vicenda giudiziaria si è chiusa lì?
    «No. Con i nostri avvocati ci siamo opposti. E il giudice ha deciso di non archiviare, ritenendo le frasi contro di me "gravemente offensive e lesive dell'onore, discorsi d'odio che implicano il rischio di ripercussioni anche violente". Per cui ha ordinato alla Procura di fare le indagini e individuare chi c'è dietro l'account».
    È stato fatto?
    «Non ci risulta. Ma nel frattempo ci hanno pensato i volontari di Mediterranea. E hanno scoperto chi c'è dietro quell'account».
    Come definirebbe il suo impegno per i migranti?
    «Un impegno di amore. Non facciamo cose astratte. Lottiamo accanto a loro, nel soccorso in mare e nell'accoglienza. Non solo in Libia».
    Com'è cominciato?
    «Mentre facevo il seminario, sono entrato in contatto con due centri sociali bolognesi che ci avevano aiutato ad assistere un richiedente asilo. Poi, quando hanno fondato con altri la piattaforma Mediterranea Saving Humans, ne sono diventato il cappellano».
    Qual è il suo compito, in concreto?
    «Curo le relazioni tra Mediterranea e la Chiesa, che sono intense tanto che i vescovi salgono sulla nave per la benedizione prima che salpi per le missioni di soccorso. Creo contatti con i movimenti sociali in Africa. Assisto con videochiamate i migranti cattolici detenuti nei lager libici».
    Ce ne sono tanti?
    «Sì. Mi è capitato anche di dare l'estrema unzione a migranti in fin di vita. Mi arrivano le foto dei crocifissi dipinti sui muri, delle madonne disegnate. Queste foto le ho anche portate al Papa».
    Il Papa conosce la sua storia?
    «La nostra storia, sì. Ci ha ricevuti e ha dato l'assenso alla diffusione della foto dell'incontro, che non è stato formale. C'erano i volontari con preti e vescovi».
    Quale frase del Papa l'ha colpita?
    «Non una frase. Il suo sguardo».
    I centri sociali, personaggi come Luca Casarini. Non la imbarazza la vicinanza con mondi così lontani dal cattolicesimo?
    «Molti attivisti sono atei o agnostici, ma non privi di una dimensione spirituale. Io non voglio evangelizzare, ma essere evangelizzato. Ci sono persone nemmeno battezzate che testimoniano il Vangelo con la loro vita. Stare con loro rafforza la mia fede, perché amano visceralmente».
    Anche lei ha partecipato a missioni in mare?
    «Sì, prima delle minacce. Il mio sogno è tornarci e un giorno assistere i migranti in Libia, in quell'abisso di disumanità».
    Ora che cosa si aspetta?
    «Molti elementi sono stati rivelati. Magistratura, governo e istituzioni devono adoperarsi per scoprire fino in fondo la verità: nomi, cognomi, connessioni. Non è solo doveroso per me, è fondamentale per l'integrità e la dignità della repubblica».
    Qualcuno ha armato questo account?
    «Bella domanda. Si intravede qualcosa di inquietante, come nei decenni in cui il nostro Paese era segnato da ombre che ancora si fa fatica a diradare».
    C'è una sola mano?
    «Diverse mani. Sicuramente una libica, ma un'impronta italiana ci deve essere perché uno dei documenti segreti pubblicato dall'account era una mail protocollata dal Centro di coordinamento dei soccorsi in mare, a Roma. Quindi l'Italia deve chiarire. Lancio un appello pubblico».
    A chi?
    «Procura, governo. Tutti. Sono un cittadino italiano. Voglio che la Repubblica sia degna».
    L'Italia lo farà?
    «Ah, l'Italia continua a finanziare e addestrare la cosiddetta guardia costiera libica. Che cattura migranti e li porta nei lager. Una cosa da brividi che accade da sei anni, benché definita dall'Onu "orrore indicibile"».

 

06.06.23
  1. ASSASSINI DI STATO :   Ottanta studentesse sono state avvelenate e ricoverate in ospedale nella provincia di Sar-e-Pul, nel nord dell'Afghanistan. Si è trattato di attacchi separati in due scuole primarie vicine tra loro. La notizia è stata riferita da Mohammad Rahmani, funzionario dell'istruzione locale, citato dal Guardian. Stando alla fonte, 60 ragazze sono state avvelenate nella scuola Naswan-e-Kabod Aab e altre 17 nella scuola Naswan-e-Faizabad, nel distretto di Sangcharak. Rahmani non ha spiegato in che modo siano state avvelenate le studentesse, facendo però sapere che ora stanno bene. Mai prima d'ora in Afghanistan si erano verificati episodi di avvelenamento ai danni di studentesse.

 

 

05.06.23
  1. LE SPIE-BUGIE DEL LAGO MAGGIORE:   Alcuni amici che si riuniscono per una gita sul lago per godersi il sole della tarda primavera e festeggiare il compleanno di uno di loro a bordo di una barca.

    Sullo sfondo gli ameni e apparentemente placidi paesaggi del lago Maggiore, una località al confine tra la Lombardia e il Canton Ticino, la regione della Svizzera italiana.

    E invece sotto la facciata della innocua festicciola in barca, si nascondono delle trame di spionaggio internazionale.

    La versione che è stata fornita dai media mainstream racconta di una improvvisa tromba d’aria che avrebbe provocato il naufragio della barca in questione, chiamata “Goduria”.

    Su quella barca c’era una vera e propria adunata di agenti di servizi di differenti Paesi come si vedrà a breve.

    La storia però della tromba d’aria presenta non poche incongruenze e sembra contraddire anche la versione di alcuni che vivono sul posto e che affermano che il maltempo non era così forte da portare addirittura ad un naufragio dell’imbarcazione.

    Altri ancora affermano che per far sì che una barca si rovesci in quel modo debbano esserci delle condizioni precise e non soltanto del “forte vento” come riportano altre versioni contrastanti fornite dalla stampa.

    Allora ci si chiede che cosa è accaduto veramente la domenica passata sul Lago Maggiore?

    Sulla barca c’erano almeno 20 uomini di membri dell’intelligence di diversi Paesi.

    Non solamente uomini dell’AISE e del Mossad come hanno affermato i media. Alcune fonti istituzionali hanno fornito a questo blog una ricostruzione molto diversa da quella narrata dagli altri organi di informazione. A bordo c’erano anche agenti dei servizi britannici del MI6 assieme ad almeno un elemento dell’apparato di intelligence della NATO.

    Su quella barca c’era un vero e proprio vertice di spie che si era radunato per concepire una operazione congiunta.    In realtà non sarebbe stata una tromba d’aria sul Lago Maggiore a causare il naufragio della “Goduria”.

    A fare cappottare la barca potrebbe essere stato  una speronatura del “Goduria” con un’altra imbarcazione e provocato il suo rovesciamento.

    Il resto è cronaca già nota. Ad aver perso la vita sono gli agenti dell’AISE, Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, rispettivamente di 53 e 62 anni, la moglie russa dello skipper Claudio Carminati, Anna Bozhkova, assieme all’agente del Mossad, Erez Shimoni, le cui esequie sono state già celebrate in Israele .

    Il lago Maggiore è stato scelto come una centrale di spionaggio internazionale per condurre determinate operazioni con la mafia ?
  2. L'UOMO PREDISSE LA SUA MORTE A MORO  E SI SCONTRO CON EDOARDO AGNELLI: Sabato mio padre, Henry Kissinger, ha celebrato il suo centesimo compleanno. Per chi conosce la forza della sua indole e il suo amore per il simbolismo storico questa ricorrenza risulterà ineluttabile. Non soltanto è vissuto più a lungo della maggior parte dei suoi contemporanei, detrattori e studenti illustri, ma perdipiù è rimasto instancabilmente attivo durante tutti i suoi novant'anni. Neanche la pandemia lo ha fatto rallentare. Dal 2020 a oggi ha ultimato due libri e ha iniziato a scriverne un terzo. All'inizio della scorsa settimana è tornato dalla Bilderberg Conference di Lisbona appena in tempo per intraprendere una serie di festeggiamenti per il suo centesimo compleanno che lo porteranno da New York a Londra e infine alla sua città natale in Germania, Fürth.
    La longevità di mio padre è particolarmente straordinaria se si tiene conto del regime di salute che ha seguito durante tutta la sua vita adulta e che comprende un'alimentazione ricca di salsicce e cotolette alla viennese, una carriera costellata di continue decisioni stressanti e un amore per lo sport ma sempre ed esclusivamente da spettatore, mai in modo attivo.
    Come si spiega, dunque, la longevità della sua vitalità fisica e mentale? Mio padre ha una curiosità insaziabile che lo tiene dinamicamente coinvolto con il mondo. La sua mente ha una sorta di termo-sensore innato che individua le sfide esistenziali che si presentano ogni giorno e lotta contro di esse. Negli anni Cinquanta, il problema era il proliferare delle armi nucleari, la minaccia che esse costituivano per il genere umano. Circa cinque anni fa, le implicazioni filosofiche e pratiche dell'intelligenza artificiale sono
    diventate una fissa per mio padre, promettente giovanotto di 95 anni.
    Negli ultimi anni, mentre mangiavamo insieme il tacchino in occasione del Ringraziamento, mio padre rimuginava le ripercussioni di questa nuova tecnologia, con modi che in qualche caso ricordavano ai suoi nipoti gli scenari dei film "Terminator". Quando poi si è immerso negli aspetti tecnici dell'IA, con l'energica passione di un dottorando del MIT, ha immesso nel dibattito sull'uso dell'intelligenza artificiale la sua particolare visione filosofica e storica.
    L'altro segreto della longevità di mio padre è il suo senso di missione. Anche se lo hanno caricaturato come un freddo realista, mio padre è tutt'altro che distaccato. Crede profondamente in concetti arcani quali il patriottismo, la lealtà e il bipartitismo. Lo addolora assistere alla meschinità dell'odierno dibattito pubblico e all'apparente tracollo dell'arte diplomatica.
    Ricordo che da bambino assistetti a suoi incontri amichevoli e cordiali con personaggi di idee politiche diverse dalle sue, come Kay Graham, Ted Kennedy e Hubert Humphrey. Kennedy adorava fare scherzi che divertivano molto mio padre (come quando lo invitò nello studio di casa sua e affermò di avere una mangusta nascosta nell'armadio).
    Anche quando si acuirono le tensioni della Guerra fredda, l'ambasciatore sovietico negli Stati Uniti, Anatoly Dobrynin, rimase un ospite assiduo a casa nostra. Durante i negoziati su questioni che avrebbero influito sull'intero pianeta, giocavano a scacchi. Mio padre non si faceva illusioni sulla natura repressiva del regime sovietico, ma quegli incontri abituali contribuirono ad allentare le tensioni in un periodo in cui le superpotenze nucleari sembravano essere in rotta di collisione. Se solo i protagonisti delle tensioni globali di oggi avessero un dialogo altrettanto assiduo! Scacchi a parte, la diplomazia non è mai stata un gioco per mio padre. La praticava con la dedizione e la tenacia nate dall'esperienza personale. Rifugiato della Germania nazista, aveva perso 13 familiari e innumerevoli amici nell'Olocausto. Ritornò nella nativa Germania da soldato americano e prese parte alla liberazione del campo di concentramento di Ahlem, vicino Hannover. Lì assistette con i suoi occhi all'abisso nel quale il genere umano può precipitare se non è vincolato da strutture internazionali di pace e giustizia. Tra un mese tornerà a Fürth, e lì deporrà una corona sulla tomba di suo nonno, che non fuggì.
    So che nessun figlio può essere del tutto obiettivo rispetto al retaggio del proprio padre, ma io vado orgoglioso dei suoi sforzi miranti ad ancorare l'arte di governo a principi conformi e alla consapevolezza della realtà storica. Questa è la missione alla quale si è dedicato con tutto sé stesso per la gran parte di un secolo, usando la sua mente rara e la sua energia infaticabile per servire il Paese che salvò la sua famiglia e lo proiettò in un viaggio ben aldilà dei suoi sogni più audaci.

 

04.06.23
  1. I DANNI DELLA DROGA :   «Su mille ragazzi, 350 fumano abitualmente cannabis, ma più dell'80% lo fa per un senso di necessità, come fosse una cura, perché sono fortemente traumatizzati (spesso per separazioni violente tra i loro genitori) soffrono di disturbi di ansia, fobia sociale. Il pusher è il loro medico. Quando incontrano me, mi trattano allo stesso modo: anche io sono un pusher, sono un pusher di terapia. Mi farà stare altrettanto bene, si chiedono».
    Psichiatra e psicoterapeuta, il dottor Sergio de Filippis dirige Villa Von Siebenthal, a Genzano, vicino Roma. Fondata nel 1959 da un neuropsichiatra di origine tedesca, Wolfgang von Siebenthal, accoglie soprattutto adolescenti, e soprattutto adolescenti con problemi di tossicodipendenza. Con lui c'è Susanna Pacifici, neuropsichiatra infantile. Qui arrivano ragazzi dall'ospedale Bambin Gesù o dal Policlinico nelle fasi acute della crisi, quelle che i medici chiamano acuzie. La psichiatria cerca le cause lontano dall'episodio psicotico, confronta, tratta il disagio psichico, soprattutto quello degli adolescenti, come la punta esterna di un dolore profondo, che ha radici affondate in molte cose. «Tantissimi di questi ragazzi hanno questioni pre-morbose, traumi non risolti. Spesso sono stati adottati, bullizzati sia a livello fisico sia a livello psicologico. Noi ci accorgiamo dell'adolescente soltanto quando l'adolescente compie qualche cavolata. Ma cos'è successo prima?». L'adozione, mi spiega, è un percorso complicato che deve essere seguito, accompagnato da un percorso di psicoterapia. E si porta dietro due traumi: quello dell'abbandono subito dal figlio da parte della madre biologica, e quello della madre affidataria, che spesso è una donna che non è riuscita ad avere figli e ha subito il dolore di quello che percepisce come una sua impotenza. «Vediamo genitori che dicono "non lo voglio più, perché non era come me l'hanno descritto". Vediamo ragazzi abbandonati ai servizi, o qui. Li restituiscono, capisce? O coppie che dopo l'adozione si separano. Cosa succede a quel figlio in quel momento? Per non dire dell'epigenetica. Bisognerebbe sapere come stava la madre, se durante la gravidanza la madre faceva uso di alcool o altre sostanze, dovrebbe esserci una sorta di database per potersi occupare nel modo giusto di quel bambino e molto spesso questo è impossibile. Attualmente abbiamo una ragazza ricoverata che viene dall'India. Perché potesse essere adottata le hanno dovuto cambiare la data di nascita: hanno dichiarato 16 anni ma potrebbe averne almeno diciotto. È arrivata qui in Italia, adottata da due persone benestanti e si è trovata spaesata. Ha vissuto tantissimi traumi, è grande, ricorda tutto, a volte ha dei flashback che la sconvolgono. È qui da noi in attesa di una sistemazione comunitaria perché a casa non riesce a stare. I genitori adottivi non riescono a gestirla e il percorso dovrà proseguire in una struttura».
    NEssuno dei ragazzi è presente oggi, sono in vacanza in Puglia tutti insieme, seguiti da una trasmissione televisiva che si intitola Fame d'amore, una docu-serie condotta da Francesca Fialdini. Molti di questi ragazzi sono arrivati qui per una dipendenza, e quindi parliamo a lungo di sostanze e del loro effetto sui ragazzi. «La dipendenza dell'adolescente è diversa da quella dell'adulto. Non si tratta quasi mai di cocaina eroina o alcool. I ragazzi sono dipendenti da Thc». Mi prende un colpo. Ma come, dico io, quindi esiste una dipendenza anche dalla marijuana o dall'hashish? «Adesso sì. Fino a qualche tempo fa la cannabis conteneva una percentuale di Thc molto bassa, tra il 3 al 5% e dunque non dava dipendenza. Adesso la più leggera è arrivata al 17%. Ma l'erba californiana o quella che viene da Amsterdam – tra queste la cosiddetta Gorilla o la Bruce Banner – può arrivare al 31%. E questo ovviamente cambia tutto». Ma com'è possibile, chiedo, cosa è successo, come ci sono riusciti? «Sono trattate chimicamente o geneticamente modificate. Sa che cosa produce una percentuale simile di Thc nel cervello di un adolescente?». Non ne ho idea, ovviamente, ma comincio a pensare che non sia niente di buono. «La canna non ha lo stigma sociale dell'eroina, anche se fumi parecchio, se inizi a fumare la mattina e vai avanti tutto il giorno, non ti senti un tossico. I genitori per evitare conflitti o semplicemente perché non ne capiscono il pericolo, permettono ai figli di fumare in casa. Ma cosa significa farsi le canne? Se io e lei ci facciamo una canna domenica per rilassarci e chiacchierare, non succede niente, ma un ragazzino che fuma, e fuma sempre di più, e soprattutto fuma in casa da solo, si trasforma in un ritirato sociale. Oltre al fatto che, come dicevo, il cervello di un ragazzino è diverso da quello di un adulto».
    Spoiler: qui arriva la parte più tosta per i genitori che stanno leggendo questo articolo. Ma anche per i ragazzini, a patto che ce ne sia qualcuno. E se non ci fosse, potrebbe essere una buona idea che quei genitori che si terrorizzassero facessero leggere le righe che seguono a quei figli che da soli non lo leggerebbero. Mi rendo conto che ci sono metodi più eleganti del terrore per convincere qualcuno a non fare qualcosa che può fargli molto male. Ma il terrore, purtroppo, è molto efficace. Dunque: «Il genitore adulto si rende conto del problema quando il ragazzo comincia a spaccare tutto, quando comincia a tagliarsi, a bruciarsi, a parlare con entità strane… ma questi comportamento derivano dall'eccesso di dopamina. La dopamina arriva al cervello attraverso due proteine: la parvoalbumina e la colecistochinina. Che vengono prodotte dall'intestino ma provocano gli stimoli al livello della corteccia cerebrale. La prima va a stimolare le cosiddette onde gamma che favoriscono il passaggio graduale della dopamina. Questi stimoli vengono controllati dalla seconda, la colecistochina, che contiene il ricettore del Thc. Quindi se io fumo tanto Thc, e chiudo quel ricettore, non posso più controllare il passaggio di dopamina e la dopamina corre, creando quei disturbi dell'umore». Ma le canne servono per rilassarsi, com'è possibile che producano questa eccitazione, chiedo io. «Sono geneticamente modificate. La Gorilla per esempio contiene sia la sativa (60%) che è eccitante, sia l'indica (40%) che è rilassante (la Bruce Banner 50 e 50) oltre a una lieve componente di Cbd. Ma il punto è la corteccia prefrontale. E questo è il vero guaio. La corteccia prefrontale si stabilizza tra i 26 e i 27 anni. Il sistema mesolimbico, che è il sistema del piacere, pieno di dopamina manda stimoli continui alla corteccia prefrontale, una corteccia prefrontale non perfettamente formata. E quindi si creano delle microlesioni, come delle ferite, che somigliano a dei piccoli ictus. Cosa che non avviene nel cervello di un adulto». Ma queste ferite poi si rimarginano chiedo in preda al panico. «Sì, se il ragazzo smette in tempo di assumere Thc. Lo stesso guaio lo combinano le amfetamine e la cocaina, il cui rischio principale è però l'infarto. Noi abbiamo visto ragazze morte per un ictus esteso da picco ipertensivo da cocaina, dovuto a un'occlusione dell'arteria cerebrale media. E ne stiamo vedendo tante».
    C'è una differenza di genere nell'uso delle sostanze? «I maschi iniziano prima, col Thc e l'alcool, e tendono ad avere un poliuso, le ragazze hanno tendenzialmente un monouso. Ma frequentando persone più adulte spesso arrivano alla cocaina prima dei loro coetanei. Il problema delle ragazze è che corrono più rischi rispetto, per esempio, all'ecstasy. Il ciclo produce nel corpo di una ragazza un'alterazione dell'ormone antidiuretico, quindi sudano tanto, si disidratano e rischiano uno shock che può essere letale. Ma basta un cracker, un po' di acqua in discoteca per salvare loro la vita. Nei paesi sviluppati del Nord Europa, i gestori delle discoteche offrono ai ragazzi crackers e succhi di frutta gratis. È un modo per non chiudere gli occhi davanti al problema e limitare il danno».
    I ragazzi dunque, a giudicare dalla casistica a disposizione del dottor de Filippis e dei ricoveri a Villa Von Siebenthal non amano molto la cocaina, preferiscono le anfetamine o l'Md, ma soprattutto il Thc. Al quale si avvicinano non per piacere ma come fosse una cura. Che differenza c'è tra l'azione di un farmaco, per esempio le benzodiazepine nel cervello – come quelle contenute nello Xanax – e altre sostanze come la cocaina? «La cocaina ha un'azione iper-stimolante e va ad agire sui ricettori dopaminergici, alternando anche i canali del calcio, lo Xanax agisce sui Gaba (i recettori del Gaba rispondono al legame dell'acido y-amminobutirrico, uno dei più importanti neurotrasmettitori inibitori nel sistema nervoso centrale dei vertebrati) che controllano l'ansia. L'effetto dello Xanax somiglia a quello del Cbd, calmante, o all'alcol. L'olio Cbd per esempio è un'ottima alternativa al Thc per chi ha problemi di ansia o insonnia, è protettivo, antiossidante, rilassa e non provoca nessun danno cerebrale. Anche gli oppioidi agiscono sui Gaba (tramite i recettori oppiodi mu, o Mor) e infatti sta di nuovo aumentando l'uso dell'eroina, non con il buco, ma fumata. Ma soprattutto aumenta l'uso dell'ossicodone in compresse, il depalgos per esempio. Che è un analgesico non troppo difficile da trovare. I medici li prescrivono per i dolori cronici, anche se gli oppioidi dovrebbe essere usati solo per dolori oncologici. Questi farmaci piacciono moltissimo ai ragazzi che li usano per ritrovare pace dopo essersi fatti qualsiasi cosa nei fine settimana. Cominciano anche da noi a esserci tante morti per Fentanyl, uno dei farmaci oppioidi più potenti in assoluto, che riescono anche ad estrarre dal cerotto». Come si esce dalla dipendenza, chiedo. «Noi qui adesso abbiamo un ragazzo di 14 anni che ha fatto a 12 anni il primo coma etilico e aveva una forte dipendenza da Thc. Adesso è completamente pulito ed è uno dei miei testimoni nelle scuole. Riesce ad avere appeal perché parla della sua storia. Bisogna agire presto, attorno ai 12-13 anni, quando più o meno iniziano l'uso di queste sostanze. È cruciale che, insieme ai farmaci, si metta subito in atto una terapia di ascolto. Bisogna lavorare sul disagio prima che si trasformi in disturbo. Bisogna ascoltare, cambiare l'ottica dell'intervento. Non serve un intervento poliziesco e in cronico, prevenzione. Quando lavori con i ragazzi di 12 anni non puoi dire loro "quella sostanza fa male" ma andare a vedere se ci sono dei contesti in cui la sostanza trova un terreno fertile. Così cambia l'ottica dell'intervento. Bisogna intervenire sui ragazzi tenendo lo sguardo all'altezza del ragazzo, non dell'adulto. Andare nelle scuole a parlare, portare la salute mentale nella classi destigmatizzandola. Lo stigma della salute mentale se lo porta l'adulto, e non l'adolescente, che vuole solo essere ascoltato e seguito, ha paura. Ma ascoltare vuol dire non solo condividere ma anche non condividere un suo pensiero. Quanti adulti al ristorante danno loro il tablet ai bambini per farli giocare e stare buoni? Ma in quel modo nel bambino il sistema mesolimbico, strettamente implicato nella percezione del piacere, si attiva e comincia a vedere quanto è piacevole il tablet e quindi comincia a richiederlo sempre di più. Siamo noi, spesso, a consegnare l'addict. Le cose di cui i ragazzi si fidano di più sono l'attenzione, e l'esempio. È questo il nostro compito»
  2. L'ARROGANZA DEL SINDACO : «Fermiamo lo scempio arboreo», si legge sui volantini affissi da qualche giorno, lungo corso Belgio. «Attenzione, le ruspe si avvicinano», è scritto sulle vignette, in cui il sindaco Lo Russo è in sella a un cavallo bianco con una motosega in mano. Ha preso forma così, nelle ultime ore, la protesta dei residenti a Vanchiglietta contro il piano di riqualificazione di corso Belgio, messo a punto dalla Città: centinaia di manifesti colorati affissi in tutta la zona, vetrine comprese.
    Il tema è quello degli alberi: per realizzare il progetto - lavori al via il 12 giugno - il Comune raderà al suolo 240 aceri, alti 15 metri, presenti da 70 anni. Saranno sostituiti, e ce ne sarà qualcuno in più, ma saranno piante diverse, molto più piccole. I residenti temono si tratti di una riqualificazione al contrario, che peggiorerà la loro qualità di vita. «Vogliono abbattere alberi che ci regalano ombra e frescura, abbassano di 1,5 gradi la temperatura in zona, sui cui rami gli uccellini cinguettano rallegrando le nostre giornate», scrive Stefania Cerotti su Specchio dei tempi.
    Il malcontento è tale che nelle ultime settimane è nato un comitato («Salviamo gli alberi di corso Belgio») ed è stata avviata una petizione su change.org: 2.400 adesione in 50 giorni. Un'altra petizione, cartacea, scatterà nelle prossime ore. Per chiedere di bloccare il progetto, poi, l'altro giorno una trentina di residenti sono scesi in strada con striscioni e manifesti: «Fermate l'olocausto vegetale», «Non vogliamo fare la fine di corso Umbria». L'asse cioè in cui da inizio anno è in corso un lavoro analogo: sono stati abbattuti 77 aceri (alti 15 metri), sostituiti da 102 peri ornamentali (4 metri, per ora).
    Il piano per corso Belgio prevede la riorganizzazione e rifacimento di marciapiedi e banchine (alberate) laterali, dove sostano le auto. I nuovi alberi saranno piantati in aiuole realizzate ad hoc, che avranno due caratteristiche: saranno "protette", per impedire la sosta delle auto, e allontanate dai binari del tram, il cui passaggio in questi anni ha complicato la crescita delle chiome degli aceri.
    Un'operazione da 600 mila euro, fondi del Pon metro, che coinvolgerà corso Belgio da corso Farini a Lungo Po Antonelli, un tratto di 2 km. I cantieri, in partenza tra 8 giorni, andranno avanti 5 mesi, periodo durante il quale il tram della linea 15, in quel tratto, sarà sostituito da un bus.
    Proprio per il continuo viavai delle auto sulle radici e per il passaggio del tram gli aceri, scrive e replica il Comune su Specchio, non si possono più salvare: al loro posto arriveranno «216 peri, 16 ciliegi, 8 noccioli, 12 platani, 8 lagerstroemie, 34 biancospini». La somma fa 294 piante nuove, 54 in più di quelle da abbattere: ma i biancospini sono cespugli e i peri, inizialmente, non superano i 4 metri.

 

03.06.23
  1. 9 GIORNI PER LA FINE DI PUTIN ?   Tatiana Stanovaya è la fondatrice del centro di analisi R. Politik e Senior Fellow al Carnegie Russia Eurasia Center. Tra i massimi esperti di politica russa, le sue analisi sono spesso basate su fonti vicine al Cremlino.
    Come è evoluto il piano di Putin sulla guerra in Ucraina negli ultimi mesi?
    «All'inizio dell'anno si percepiva una certa preoccupazione per quanto riguarda l'imminente controffensiva ucraina, ma ora sembra che l'allarmismo sia diminuito: il Cremlino appare convinto che nessuna controffensiva potrà cambiare radicalmente la situazione sul campo. Il piano è dunque rimasto lo stesso: aspettare fino a quando l'Occidente perderà interesse per l'Ucraina, smetterà di sostenerla militarmente, lasciando così Kyiv ad affrontare la Russia da sola».
    E a quel punto l'Ucraina non potrà che arrendersi…
    «Nel Cremlino si aspettano che in Ucraina prenderà il potere un "partito della pace", il quale rappresenterà gli interessi della società stanca della guerra e cercherà un accordo con la Russia: di fatto questo significherà la capitolazione di Kyiv».
    Stiamo assistendo all'ascesa politica di Evgeny Prigozhin, che continua a criticare aspramente l'establishment russo. Quanto è pericoloso il capo della Wagner per l'élite e per Putin stesso?
    «Prigozhin ha trovato una nicchia politica e cerca di farla sua. Si comporta in maniera provocatoria creando non pochi problemi all'establishment politico e militare. Ma tutto questo accade con il permesso di Putin e gioca a suo favore: Prigozhin svolge la funzione di uno stimolo esterno per il sistema, una sorta di elettroshock».
    Si spieghi meglio.
    «Negli ultimi mesi Putin ha avuto un sacco di problemi con l'esercito: basta notare i costanti cambiamenti ai vertici. Putin guarda con disprezzo i suoi collaboratori, che considera dei corrotti pieni di difetti, incluso il ministro della Difesa Shoigu. Dunque quello che dice Prigozhin in parte riflette il pensiero di Putin stesso. Da un lato, Putin è un uomo del sistema e come tale non gradisce quando Prigozhin supera certi limiti, ma dall'altro ha bisogno di stimoli che "mettono in riga" il comando militare».
    Lei ha scritto che Putin soffre del "complesso del messia". Che cosa intende?
    «Intendo dire che Putin è convinto di avere una missione storica e questo gli impedisce di cambiare il suo punto di vista, specialmente per quanto riguarda l'Ucraina: la vede come un Paese che non esiste, mentre i russi e gli ucraini come un popolo unico. Questi elementi resteranno delle costanti nella politica russa fintanto che Putin sarà al potere».
    Che conseguenze potrebbe avere sul conflitto?
    «Significa che, anche se gli ucraini avranno successo nella controffensiva e riconquisteranno parte dei territori occupati, non penso che Putin accetterà di sedersi al tavolo dei negoziati con Zelensky: ciò andrebbe contro la sua concezione di "giustizia storica"».
    Putin appare sempre più passivo ed estraneo alla politica reale…
    «Il ruolo di Putin negli affari di Stato continuerà a diminuire. Con il tempo, smetterà di essere rilevante per il sistema, ne diventerà un semplice attributo. Questo processo è già iniziato: Prigozhin, per esempio, sta già offuscando il ruolo di Putin senza sfidarlo direttamente».
    Esistono altre fratture all'interno dell'élite russa?
    «Ci sono conflitti tra diversi gruppi ma non c'è nessuno apertamente contro Putin. L'élite continua a consolidarsi attorno ai falchi, si sta radicalizzando sempre di più insieme all'apparato repressivo. Chi ha dubbi riguardo alla guerra non può fare altro che tacere o andarsene. Il Paese si sta muovendo verso un regime totalitario».
  2. XI INAFFIDABILE : Una stretta di mano, un sorriso e qualche parola fugace. Poi una cena alle estremità opposte dello stesso tavolo. Lloyd Austin e Li Shangfu: nella sala da ballo che ospita il gala di apertura dello Shangri-La Dialogue, tutti gli occhi degli oltre 600 delegati del summit sulla sicurezza dell'Asia-Pacifico sono per il capo del Pentagono e il ministro della Difesa cinese. Pechino ha sinora respinto le richieste di un bilaterale, lamentando la mancata "grazia" per Li, promosso lo scorso marzo nonostante sia dal 2018 sotto sanzioni per l'acquisto di componenti militari dalla Russia.
    John Chipman, direttore dell'IISS (l'istituto che organizza il vertice nell'hotel simbolo della diplomazia di Singapore), li incoraggia dopo la stretta di mano: «Meglio una diplomazia non programmata che un incidente non programmato», riferendosi all'incontro ravvicinato dei giorni scorsi tra jet nel mar Cinese meridionale. E ricorda: «La Guerra fredda ha portato anche cose buone, come il disarmo nucleare». Quasi a voler scongiurare la tetra profezia di Fumio Kishida allo Shangri-La 2022: «L'Asia rischia di diventare la prossima Ucraina». Stavolta il discorso di apertura è di Anthony Albanese, che prova ad allontanare il fatalismo: «Prima dell'invasione dell'Ucraina si pensava che una guerra nell'Indo-Pacifico fosse inimmaginabile, ora si pensa sia inevitabile. Ma questa regione non è l'arena per ambizioni altrui e il suo futuro sarà scritto da noi», dice il premier australiano.
    Suo malgrado, nelle file per i controlli di sicurezza si parla sempre di loro: Austin e Li. Tra il foyer e le sale degli incontri transitano ministri della Difesa e rappresentanti delle forze armate. Tema di discussione? Stati Uniti e Cina. Con diffusi timori su Taiwan, che non ha speaker dopo le voci sul possibile invito all'ex presidente Ma Ying-jeou. I delegati di Singapore, tradizionale ponte di dialogo, sono pessimisti. «Le differenze sembrano inconciliabili», sospira un ufficiale militare.
    Intanto, le delegazioni delle due potenze lavorano ai fianchi i Paesi asiatici, che più di tutti sperano nel dialogo per non finire al centro della contesa. Nei piccoli capannelli sparsi per l'hotel, è gara a presentarsi partner affidabili e additare i rivali come agenti di instabilità. Ieri, l'inviato speciale Li Hui ha chiesto da Pechino lo stop all'invio delle armi in Ucraina e ha rilanciato la candidatura cinese alla mediazione. L'emissario ha riconosciuto, all'indomani del suo viaggio in Europa, che ci sono «difficoltà» nello sforzo per fa sedere Ucraina e Russia al tavolo dei negoziati e ha smentito le indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui nel piano di pace cinese, oltre alla proposta di un cessate il fuoco immediato, ci sia anche il riconoscimento dei territori occupati dai militari di Mosca come parte della Russia. Il rapporto «non è in linea con la verità», ha detto, aggiungendo che Pechino «è a favore del rispetto della sovranità e integrità» di Kiev e dei «principi della Carta dell'Onu». Allo Shangri-La, l'ex viceministro degli Esteri Cui Tiankai parlerà col ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov. «Ma la Cina ha dimostrato di non voler davvero risolvere la questione Corea del Nord in passato, non credo le si ridiano le chiavi sull'Ucraina», sostiene Euan Graham dell'IISS.
    In attesa dei discorsi di Austin e Li in plenaria, ieri c'è stata già qualche scintilla. Durante una sessione speciale sul nucleare al quale partecipava Angus Lapsley della Nato, il colonnello Zhao Xiaozhuo ha attaccato sui sottomarini di Aukus e sull'estensione dell'ombrello nucleare per la Corea del Sud. Il maggiore generale Tang Yongsheng ha rincarato: «Per tanti anni non abbiamo avuto guerre in Asia, sapete tutti chi sta portando instabilità». A camere spente, ci si lamenta in particolare per la prossima apertura di un ufficio Nato in Giappone.
    Con la guerra in Ucraina e la preoccupazione per un allineamento sinorusso, diversi Paesi asiatici si sono avvicinati agli Usa. Esercitazioni congiunte, accordi di sicurezza, libero accesso alle basi infastidiscono Pechino. Gli ex rivali Giappone e Corea del Sud dovrebbero siglare a margine del summit un accordo per collegare i sistemi radar. Le Filippine si mostrano in plenaria al fianco di Regno Unito e Canada, stretti alleati Usa. Pechino risponde promuovendo scambi sul codice di condotta nel mar Cinese meridionale, tema cruciale per i Paesi del Sud-Est. Nel frattempo, alla ministeriale degli Esteri del blocco Brics in Sudafrica si muovono i primi passi verso una potenziale nuova valuta condivisa per schermarsi dalle sanzioni occidentali.
    A tarda sera, mentre qualcuno è ancora appostato fuori dalle sale degli incontri privati sperando di scorgere movimenti sinoamericani, arriva la notizia che il direttore della Cia Bill Burns si è recato in Cina il mese scorso. Per il Financial Times, una missione segreta voluta da Joe Biden per mantenere aperte le linee di comunicazione. Ma il disgelo previsto al G7 sembra distante. E a Singapore, dopo le strette di mano, Austin e Li potrebbero salire sul ring.
  3. La dittatura morde ma ha le ore contate
    Se siamo vive? Se, pur non andando più in piazza tutti i giorni, noi iraniane e i compagni che resistono al nostro fianco siamo ancora vivi? Certo che lo siamo, la rivoluzione ha cambiato forma ma continua. L'ultima volta che l'ho toccato con mano è stato mercoledì sera, saranno state le dieci, l'aria era calda, appiccicosa. Dovevo prendere la metropolitana che da Teheran mi riportava a casa, a Karaj, ma ero in ritardo e l'ho persa. Così sono rimasta tre quarti d'ora ad aspettare il treno successivo. E il futuro era lì, sulla banchina. Gruppi colorati di giovani cantavano allegri, tante ragazze come me non indossavano l'hijab, non si respirava paura né tensione, nonostante la repressione continui a decimarci. I mercenari della Repubblica islamica, con il solito sguardo torvo e la mano sullo sfollagente, sorvegliavano la scena a distanza, senza intervenire, quasi rassegnati. E' la nostra nuova dimensione, la messa a terra di "Donna, vita, libertà", la rivoluzione che è uscita dalle piazze e ha invaso il quotidiano.
    Non saprei quasi più dire bene come fosse fino a un anno fa, prima dell'assassinio di Mahsa Amini e dei giorni della rabbia. Se parlo con le mie amiche, nessuna oggi pensa più che sia possibile tornare indietro, che il regime riesca a rimettere l'hijab a tutte noi, imbavagliandoci di nuovo come se nulla fosse successo. Siamo tante, troppe, siamo come gli uomini e non abbiamo paura di quelli di loro che anziché sostenerci ci minacciano.
    Se è troppo presto per cantare vittoria? Lo è. Purtroppo lo è. Il regime ha capito di avere le ore contate e sta rispondendo con l'artiglieria pesante, tanto su fronte esterno che su quello interno. Da una parte ha intrecciato alleanze vecchie e nuove con i peggiori dittatori, a cominciare dalla Cina e dall'Arabia Saudita, per fare fronte comune contro quell'occidente al cui sistema valoriale ci ispiriamo noi, i ribelli. Dall'altra stringe la morsa sugli attivisti. Ci sono arresti ogni giorno, e ci sono condanne a morte. Il caso delle due giornaliste che per prime hanno raccontato la fine di Mahsa Amini, Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi, è in mano al Tribunale Rivoluzionario e questa è una forzatura giuridica fuori misura perfino per la distorta legislazione della Repubblica islamica che, di norma, affida le procedure contro la stampa ai magistrati ordinari e non chiama a rispondere i cronisti bensì i direttori o gli editori. Niloofar e Elaheh sono simboli, per questo si trovano in stato di detenzione temporanea da quasi otto mesi laddove sarebbero previste al massimo 48 ore. E poi ci sono tutte le altre, violate, accecate, umiliate pubblicamente. E tutti gli altri. Quelli ammazzati, come Majid Kazemi, Saleh Mirhashemi e Saeed Yaghoubi, i tre giovani attivisti impiccati due settimane fa a Isfahan perché giudicati colpevoli di "guerra contro Dio", e prima di loro Mohammad Mehdi Karami, Seyed Mohammad, Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard. E ci sono quelli che aspettano il loro turno sulla forca, come Mohammad Ghobadloo.
    Ho visto in questi mesi scene che non avrei immaginato possibili, coraggio, violenza, solidarietà, incoscienza, resilienza e poi, nonostante il sangue, noi che andavamo avanti senza cadere e toglievamo l'hijab e continuavamo ad andare avanti. Avevo undici anni nel 2009 e, sebbene bambina, ricordo intorno a me l'entusiasmo, il sospetto, il terrore, la depressione. Ci ho ripensato tanto quando abbiamo cominciato a protestare, alla fine dello scorso settembre, mi chiedevo quanto ci sarebbe voluto perché l'onda ci travolgesse, lo slogan "Donna, vita, libertà" si strozzasse in gola e provassimo quello che avevano provato le nostre sorelle maggiori. L'abbiamo provato ma siamo qui. Da quando non indosso più l'hijab in strada ad ogni passo che faccio avverto lo sguardo della polizia sulle spalle ma non mi volto. — L'obiettivo più ampio, il rovesciamento del regime, è ancora di là da venire. Ma anche se il movimento delle proteste in Iran non ha ancora vinto la sua guerra, chi si abbevera al bicchiere mezzo pieno segnala e applaude i video sui social media che mostrano molte donne in pubblico camminare sicure di sé per le strade di Teheran a capo scoperto. Non tutte. Alcune portano il velo sulle spalle o a mo' di sciarpa, pronte a tirarlo su, perché non si sa mai. Ma, almeno nella quotidianità, qualcosa è cambiato. In un tweet con video di una ragazza a passeggio tra altre donne velate, lei lunghi capelli scuri, pantaloni neri e top senza maniche che lascia scoperte spalle e braccia, l'attivista Masih Alinejad scrive che "il leader supremo della Repubblica islamica ha tentato di costringere le donne iraniane alla sottomissione e costringerle a coprirsi i capelli e obbedire alle leggi obbligatorie sull'hijab o affrontare punizioni brutali. Le donne iraniane hanno risposto non solo lasciando i capelli al vento, ma anche vestendosi come vogliono". C'è poi un fenomeno di onda più lunga, emerso recentemente sui social, che nasce nel privato delle famiglie religiose, le cui giovani figlie femmine respingono le regole islamiche a casa. E si mostrano "prima" (con il velo) e "dopo" (senza). Ma anche prima e dopo la rivoluzione in nome di Mahsa Amini.
    I video sui social mostrano anche come le proteste, tra l'ottavo e il nono mese, vanno avanti, anche se non con l'intensità dell'inizio. Ma almeno una volta alla settimana, a Zahedan e in altre città della provincia del Sistan e Balucistan dove la repressione da parte dei pasdaran e dei basiji è stata più violenta, gli iraniani scendono in strada a scandire slogan come "da Zahedan a Teheran, sacrificherò la mia vita per l'Iran". O sporadicamente, come qualche sera fa, quando i manifestanti sono scesi in piazza, in piena notte, ad Abdanan, nella provincia di Ilam. L'ha riportato Radio Free Europe/Radio Liberty, canale di notizie indipendente, spiegando che la gente ha reagito alla morte di Bamshad Soleiman-Khani, studente di 21 anni arrestato durante precedenti proteste in città. La versione ufficiale sulla causa della morte parla di suicidio farmacologico.
    Perché in ogni caso, il bicchiere resta ancora mezzo vuoto. L'agenzia di stampa Mizan, due settimane fa, ha reso noto che tre giovani uomini arrestati mesi fa nell'ambito delle manifestazioni sono stati impiccati a Isfahan. Accusati di coinvolgimento nell'uccisione di tre agenti di sicurezza a Isfahan nel novembre del 2022, sono stati condannati a morte. Con loro è salito a sette il bilancio dei manifestanti impiccati da dicembre. Se la notizia dei tre ragazzi uccisi ha innescato altre proteste, i gruppi per i diritti umani temono che ulteriori condannati subiranno esecuzioni, nonostante il Dipartimento di Stato Usa abbia esortato l'Iran ad astenersene. E sei eminenti iraniani, giuristi e avvocati, hanno inviato una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres esprimendo grave preoccupazione. Una preoccupazione che, denuncia Amnesty International, riguarda le sorti di tutti i prigionieri nelle carceri iraniane. "Dall'inizio del 2023 le autorità iraniane hanno messo a morte, sempre a seguito di processi iniqui, almeno 173 prigionieri per reati di droga, quasi il triplo rispetto al numero del 2022." Le autorità iraniane, secondo il rapporto pubblicato da Amnesty, hanno messo a morte prigionieri per altri atti che, in base al diritto internazionale, non dovrebbero mai comportare la pena capitale. La Ong denuncia ancora che nei primi cinque mesi del 2023, diversi uomini sono stati impiccati in relazione alle proteste, ma uno per "adulterio" dopo che aveva avuto una relazione sessuale consensuale con una donna sposata e altri due per attività sui social media.
    Atti che sono costati loro i capi di accusa di "apostasia" e "offesa al profeta dell'Islam.
  4. LE PEN LA CORROTTA ?:  Per una strana ironia della sorte, a puntare il dito contro i legami tra il Rassemblement National e la Russia è stata proprio quella commissione di inchiesta parlamentare sulle ingerenze straniere voluta da Marine Le Pen per mettere fine alle accuse che la inseguono da anni. E invece, dal rapporto è emerso che il partito di estrema destra francese è stato nel tempo «una cinghia di trasmissione» con Mosca. La formazione «presenta una singolarità a causa della sua vicinanza ideologica con il regime russo e attraverso i suoi legami finanziari che saranno oggetto di un'analisi dettagliata», ha spiegato la deputata della maggioranza macroniana Constance Le Grip, relatrice del testo.
    Già nel 2014, quando Le Pen otteneva un prestito da più di 9 milioni di euro da una banca ceco-russa e Vladimir Putin annetteva «illegalmente» la Crimea, l'allora Front National mostrava un «allineamento» sul «discorso russo». A dimostrarlo anche i «frequenti contatti» tra membri del partito e i dirigenti russi che portarono all'incontro tra Putin e Le Pen. Una sintonia che però ha registrato una battuta d'arresto quando Putin ha lanciato l'aggressione all'Ucraina, «condannata nettamente» dalla leader di estrema destra, come ricorda Le Grip.
    Un «processo politico», secondo Le Pen, che con una conferenza tenuta nel suo feudo del Pas-de-Calais ha definito la conclusione dei lavori «settaria, disonesta e politicizzata». L'ex candidata all'Eliseo era intervenuta davanti alla commissione il 24 maggio scorso, quando sotto giuramento aveva respinto ogni accusa, ricordando di aver sottoscritto un prestito «con la banca, non con Putin».
    Il rapporto è stato adottato con 11 voti a favore e 5 contrari (tutti dei lepenisti), mentre La France Insoumise, formazione di estrema sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon, si è astenuta.
  5. LA FRANCIA SE DESTA LA DESTRA: A metà maggio i vertici del ministero dell'Interno francese erano decisamente preoccupati. Nel centro convegni del Pavillon Wagram, nel cuore di Parigi, migliaia di esponenti della destra radicale europea si erano dati appuntamento per commemorare l'anniversario della morte di Dominque Venner, il «Vate» dell'area identitaria. La convocazione era partita mesi fa dall'Institut Iliade, l'associazione nata nel 2013 come spin-off del GRECE, il gruppo di ricerca costituito alla fine degli anni '60 e diventato da allora il motore ideologico della nuova destra. L'allarme è stato lanciato dal capo della polizia di Parigi Laurent Nuñez in una nota diffusa il 19 maggio scorso: «Esistono rischi seri che, in occasione di questo omaggio, vi sia un incitamento all'odio e alla discriminazione verso gruppi di persone in ragione della loro origine, della loro appartenenza o non appartenenza ad una etnia, ad una nazione, ad una razza o ad una religione». Nella nota ufficiale vengono ricordati i tratti meno nobili di Venner, dal suo arresto per l'appartenenza all'OAS (organizzazione eversiva della destra francese, attiva negli anni '60) fino alla sua morte per suicidio a Notre-Dame e al testamento lasciato ai suoi seguaci: «Mi do la morte per svegliare le coscienze assopite. Insorgo contro il crimine della sostituzione della popolazione». Ovvero quella ossessione per la «grande sostituzione etnica», armamentario ideologico utilizzato dalla destra in tutta Europa. Parole, quelle del testamento di Venner, seguite alla lettera dal movimento identitario che vede nell'Istituto Iliade un punto di riferimento: «Mobilitatevi e svegliatevi, Europei!», è lo slogan del think-tank parigino. Contro chi? Nulla di nuovo sotto il cielo dell'odio, i migranti, gli stranieri, le diversità sessuali, le culture non europee che hanno l'ardire non rimanere a casa propria. Dunque, la decisione del governo francese non si è fatta attendere e l'evento è stato vietato. Troppo alto il rischio di una diffusione della radicalizzazione nel nome della xenofobia.
    Le preoccupazioni del ministero dell'Interno francese non riguardano solo l'oltralpe. Dal think-tank parigino si dirama una fitta rete di relazioni in tutta Europa, nel nome di Dominique Venner. Dal 2020 l'Istituto Iliade ha avviato diverse partnership con centri culturali e movimenti politici, sviluppati con una politica di inviti mirati alle convention annuali organizzate al Pavillon Wagram. In Spagna con la Fides Ediciones, in Grecia con Logxi, in Inghilterra con l'editore di estrema destra Arktos, che nel catalogo pubblica buona parte delle opere di Julius Evola, il filosofo ispiratore in Italia del Centro studi Ordine nuovo. In Germania diffonde il verbo identitario del centro studi parigino la casa editrice di Dresda JungEuropa Verlag, fondata dall'esponente della destra radicale tedesca Philip Stein, ospitato diverse volte in Italia da Casapound e invitato dall'AfD in alcuni eventi come relatore. I rapporti più solidi, però, sono con il nostro Paese e con quell'area fiorentina della destra organica a Fratelli d'Italia. Un patto solido è stato stretto con Passaggio al bosco, società editrice fondata da Marco Scatarzi, regolare contributore del partito della premier, come risulta dai prospetti contabili che La Stampa ha consultato. Nel catalogo sono presenti diverse pubblicazioni realizzate in partnership con l'Istituto Iliade, sui temi cari al mondo identitario. L'ultima collana è dedicata alla formazione dei bambini dai sei anni in poi, Fondamenta, che promette: «Dame, cavalieri, folletti, draghi e Dei: tra storia, sacralità e fantasia, l'immaginario eroico dei nostri antenati si proietterà in avanti». L'iniziativa è stata presentata al Salone del libro di Torino, con due titoli dedicati ad Alessandro il Grande e ad Atena e la linea è quella della cultura della riconquista ultratradizionalista, basata sui valori ancestrali dell'Europa bianca.
    Più politica è l'alleanza con Azione studentesca, l'organizzazione inserita come gruppo organico nello statuto di Gioventù nazionale, la parte giovanile di Fratelli d'Italia. La commemorazione di Dominique Venner era stata organizzata dall'Istituto Iliade come evento europeo, da svolgersi in contemporanea in più Paesi. E così mentre la polizia di Parigi vietava l'evento per il rischio di «incitamento all'odio razziale», in Italia Azione studentesca riempieva di striscioni e manifesti le strade: «Il tuo sacrificio per la civiltà, Dominique Venner martire d'Europa», hanno scritto i giovani militanti. Azione studentesca il 12 giugno dello scorso anno salutava con parole di entusiasmo la presentazione ufficiale della partnership con i francesi: «È stato un onore e un privilegio ospitare l'Institut Iliade a Casaggì-Spazio Identitario, ribadendo la profondità del sodalizio europeo avviato da Passaggio al Bosco Edizioni e avviando una collaborazione con gli studenti d'oltralpe».
    Il rapporto con il mondo politico della destra radicale italiana è in realtà di vecchia data. Nelle convention dell'Istituto Iliade sono di casa Gabriele Adinolfi, fondatore con Roberto Fiore di Terza posizione, a lungo latitante in Francia e oggi intellettuale di riferimento di Casapound; il figlio Carlomanno, che a Roma gestisce la libreria Testa di ferro, dove è possibile trovare le principali pubblicazioni della destra più estrema. Ha partecipato alla convention del 2019 «Europa, l'ora delle frontiere», come relatore, anche Vincenzo Sofo, europarlamentare di Fratelli d'Italia dal 2021 (prima faceva parte del gruppo della Lega), marito di Marion Maréchal-Le Pen, la nipote di Marine vicinissima al mondo identitario.
    Le alleanze del think-tank vanno però oltre il mondo della destra più radicale, raggiungendo anche l'area dei conservatori che – almeno apparentemente – evita con cura di mostrare rapporti con la nebulosa nera europea. Sul sito dell'Istituto Iliade viene pubblicizzata la partnership con la rivista The European Conservative, diretta da Mario-Alvino Fantini e con la partecipazione nel board editoriale del consigliere del ministro Gennaro Sangiuliano Francesco Giubilei. La pubblicazione, con sede a Budapest, ha tra i promotori l'associazione Nazione Futura, il centro studi che lo scorso aprile ha organizzato a Roma gli Stati generali della cultura nazionale, una sorta di vetrina della «controegemonia culturale» del governo guidato da Giorgia Meloni. Fantini, contattato via e-mail da La Stampa, non ha voluto confermare l'esistenza di un partnership con l'istituto francese, ma ha ammesso l'esistenza di solidi rapporti: «Ci impegniamo abitualmente in co-sponsorizzazioni con altri (inclusa Iliade) per organizzare seminari, workshop e conferenze». Il presidente dell'Istituto Iliade, Philippe Conrad, ha invece deciso di non fornire nessuna risposta alle domande inviate, che riguardavano anche i rapporti con l'Italia: «Non siamo interessati, saluti», la risposta secca. La stampa, da quelle parti, non è stata mai vista di buon occhio.
  6. CENSURA PAPALE: Monsignor Georg Gaenswein, storico segretario particolare di Benedetto XVI, su indicazione di papa Francesco starebbe per lasciare il Vaticano e tornare in Germania, nell'arcidiocesi di Friburgo, dove è nato. Per ora senza alcun incarico. Lo scrive la stampa tedesca. Si vocifera di un ruolo di docente in una facoltà di Diritto canonico. Dalla Santa Sede non giunge alcun commento. Vari alti prelati sostengono solo che Gaenswein potrebbe continuare a collaborare con la Fondazione Ratzinger. Il futuro di padre Georg – di fatto ex prefetto della Casa Pontificia – è stato per mesi oggetto di voci e pronostici a Roma e nella Chiesa in Germania, ma questa volta, secondo un articolo del quotidiano Die Welt, entro il primo luglio dovrebbe lasciare i Sacri Palazzi d'Oltretevere. Per l'agenzia Cna Deutsch, viene riferito che il Pontefice avrebbe informato il 66enne Gaenswein – il quale immediatamente dopo la morte di Ratzinger pubblicò un libro con polemiche nei confronti di Bergoglio – della sua decisione durante un'udienza privata il 19 maggio. Gaenswein non ha risposto a una richiesta di commento di Cna Deutsch. E un portavoce della diocesi di Friburgo ha dichiarato che non può esprimersi su queste indiscrezioni. Mentre la Dpa riferisce che i colloqui sul cambiamento non sono ancora terminati. A metà maggio Gawnswein aveva tenuto una funzione nella cattedrale di Friburgo. Per Gawnswein si era parlato di una possibile nomina a nunzio apostolico in Costa Rica. A pesare sulla decisione non sarebbe stata solo la pubblicazione di Nient'altro che la verità, ma anche le interviste rilasciate in quel frangente, che hanno alimentato l'opposizione degli ultraconservatori a Francesco e rischiato di provocare una spaccatura nelle Sacre Stanze. Sul volo di ritorno da Congo e Sud Sudan, a febbraio, il Papa ha detto: «Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino. Gente che non ha etica». Peraltro, in questo modo Bergoglio farebbe rispettare la tradizione per cui i segretari dei vescovi di Roma, dopo la morte del Papa, tornano nella diocesi di origine.
  7. A QUANDO IN ITALIA PER UNICREDITO ? Gli azionisti dicono no. La comunità di investitori che controlla la maggioranza del capitale di Netflix ha espresso voto contrario all'approvazione di nuovi pacchetti retributivi destinati ai vertici dell'azienda, compresi quelli dei co-amministratori delegati Ted Sarandos e Greg Peters. Sebbene il voto non sia vincolante e possa essere ribaltato dal consiglio di amministrazione, il pronunciamento è un segnale vigoroso che suona come un monito. Ancor più perché arriva pochi giorni dopo che la Writers Guild of America, l'associazione che rappresenta gli autori di Hollywood, ha inviato una lettera esortando gli azionisti del gigante dello streaming a rifiutare i nuovi pacchetti retributivi.
    La mobilitazione che vede gli autori in sciopero da oltre quattro settimane trova una sponda nel capitale di Netflix mettendo alle strette i vertici societari. Il pacchetto retributivo proposto per Sarandos e relativo al 2023 ammonta a 40 milioni di dollari tra stipendio base, bonus di rendimento e opzioni su azioni. Peters, nominato co-Ceo a gennaio dopo che Reed Hastings si era dimesso, dovrebbe incassare sino a 34,6 milioni di dollari. Mentre per lo stesso Hastings, diventato presidente esecutivo, il compenso è stato fissato a tre milioni l'anno. Gli azionisti hanno votato durante la riunione annuale, dopo che Meredith Stiehm, uno dei leader della Writers Guild of America, aveva recapito loro una missiva spiegando che «sebbene gli investitori abbiano da tempo contestato i compensi dei dirigenti di Netflix, la struttura retributiva è ancora più eclatante nonostante la mobilitazione di protesta». Il motivo del contendere secondo Stiehm, è che se Netflix è stata disposta a pagare ai suoi dirigenti lo scorso anno somme per un totale di oltre 166 milioni di dollari, dovrebbe esserlo a pagare ai suoi autori somme che riflettono il valore del loro lavoro, ovvero un ammontare complessivo stimato a 68 milioni all'anno. Una simile lettera è stata inviata da Stiehm agli azionisti di Comcast, che si incontreranno la prossima settimana.
    Netflix, uno dei pionieri dello streaming, ha cambiato molto il business dell'intrattenimento, comprese le dinamiche salariali. Il risultato è stato una proliferazione di programmi tv e film a richiesta a vantaggio dei bilanci della società. Gli autori tuttavia affermano che i loro salari sono rimasti stagnanti e che le loro condizioni di lavoro sono peggiorate. Non è la prima volta che gli azionisti si esprimono in forma di protesta sui compensi dei vertici aziendali. Lo scorso anno hanno respinto un'altra proposta chiedendo alla società di invitare 26 investitori, che raccolgono il 57% delle azioni in circolazione, a partecipare alle discussioni sui pacchetti retributivi dei dirigenti. La parola spetta ora al Cda sebbene nessuna comunicazione sia giunta sulla data della prossima riunione.
  8. MERCALLI GIUSTO FRA GLI UOMINI : «Se andiamo avanti così ci possiamo scordare il vino delle Langhe, o il riso del Vercellese». E i ghiacciai delle nostre montagne? «Per quello servirà ancora meno tempo: nel 2050 non ci saranno più».
    Parola di Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, ieri ospite del Festival dell'Economia. Un kermesse dove la questione ambientale sta tenendo banco: dagli scienziati ai vertici delle banche, tutti parlano del clima, quest'anno il vero sfondo della kermesse.
    Non c'è da stupirsi. Quello che sta succedendo, spiega Mercalli, «è sotto gli occhi di tutti. Anche i non addetti ai lavori possono rendersi conto di quello che capita ai ghiacciai della nostra regione. Negli ultimi due secoli hanno perso il 60%. Poi c'è la siccità, la peggiore che abbiamo visto in 220 anni, e l'aumento delle temperature: prima del 2003 il termometro d'estate non aveva mai raggiunto i 40 anni, ora quella temperatura è diventata la norma, che tocchiamo un anno sì e un altro no. A Torino questi fenomeni si osservano bene perché abbiamo una delle serie di dati meteorologici tra i più vecchi del mondo, addirittura da 1753».
    Le prospettive future non sono migliori e le proiezioni parlano di una situazione che peggiorerà inesorabilmente. D'altronde «il clima obbedisce alle leggi fisiche, non a quelle economiche, quindi si può prevedere cosa succederà un domani», prosegue Mercalli.
    Allora proviamo a guardare il futuro. Nei prossimi vent'anni, «se proseguiremo così, ci sarà qualche grado in più, con qualche evento estremo più frequente». Spostando avanti le lancette al 2050 in poi, invece, «i ghiacciai delle nostre montagne, che sono piccolini, non esisteranno più, salvo un "cappello" sul Monte Rosa». E ci saranno difficoltà con l'agricolturache andrà incontro a grossi cambiamenti, perché «oltre certi livelli di temperatura ci possiamo dimenticare i vini della Langhe, o il riso del Vercellese». Infine, lecito attendersi «problemi di vivibilità nelle città: quando avremo a Torino 47 o 48 gradi di temperatura la vita non sarà facile. Poi vedremo le migrazioni di chi scappa da un clima troppo ostile, e noi ci troveremo a essere sia quelli che vanno via, sia quelli che vivono in aree dove arriva chi parte da zone ancora più compromesse».
    Visto il tema del festival una domanda sorge spontanea: l'economia ha fallito? «Certo che ha fallito. E lo sappiamo da quando io ero ancora un bambino, grazie a un grande torinese, Aurelio Peccei, economista che ha lavorato anche in Fiat. Lui è stato tra i primi a chiedersi se la crescita possa essere infinita in un sistema finito, e nel 1968 ha costituito il Club di Roma, che ha incaricato un gruppo di giovani scienziati del Mit di Boston di creare un modello matematico sull'interazione tra economia e natura. Già nel 1972 scrivevano che stavamo andando a sbattere contro un muro. Ma all'epoca il senso era che c'era spazio per una virata se avessimo iniziato».
    Ma non è successo, e oggi si ragiona di come mettere pesantemente mano alla nostra economia per «contenere l'aumento delle temperature entro il grado e mezzo, sapendo che se non ci riusciamo rischiamo un aumento di cinque gradi».
    Il tema, quindi, è se l'economia si possa riformare: «Io non mi metto a discutere sugli squilibri del capitalismo sotto il profilo sociale. In un mondo con le risorse infinite i problemi che porrebbe sarebbero solo legati alle disuguaglianze. Ma io mi occupo del problema sotto il profilo fisico: un sistema basato sulla crescita infinita non può funzionare in un sistema finito»

 

02.06.23
  1. chi rifiuta la ridistribuzione dovrà pagare 22 mila euro a migrante
    Chi rifiuta la ridistribuzione dei richiedenti asilo dovrà pagare. E la somma stimata dalla Commissione Ue è di 22 mila euro a migrante. La proposta di compromesso, avanzata durante i negoziati per il nuovo Patto Ue sulla migrazione e l'asilo, non prevede la ridistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo, ma introduce il concetto di "solidarietà obbligatoria". Chi non vuole accogliere, dovrà contribuire con un aiuto finanziario o inviando agenti di frontiera e attrezzature nei Paesi più esposti. Ma i governi dei Paesi di Visegrad – in primis quelli di Polonia e Repubblica Ceca, guidati dai partiti alleati di Fratelli d'Italia – si oppongono. C'è una settimana di tempo per provare a raggiungere un accordo tra i 27: giovedì prossimo i ministri dell'Interno si troveranno a Lussemburgo con l'obiettivo di trovare una posizione comune da portare ai negoziati con il Parlamento Ue, ma il braccio di ferro alla ricerca dell'equilibrio tra solidarietà e responsabilità ancora continua. L'Italia, secondo fonti diplomatiche, sta facendo fronte comune con i Paesi di primo approdo del fronte mediterraneo.
  2. DOPPIO ERRORE:  Nessuna mediazione, il governo tira dritto sulla Corte dei Conti: cancella i controlli in itinere sul Pnrr e proroga per un altro anno lo "scudo erariale", la norma che limita il danno erariale ai soli casi di dolo, assicurando un colpo di spugna sulla colpa grave di politici e funzionari. Romano Prodi, che mercoledì aveva rilasciato un'intervista a La Stampa, commenta così la decisione dell'esecutivo: «Per avere una conferma della mia preoccupazione sull'aumento di autoritarismo del governo, è bastato un solo giorno. Il braccio di ferro per limitare il ruolo della Corte dei Conti ne è un'ulteriore prova», sottolinea l'ex premier a questo giornale.
    Le commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera hanno approvato gli emendamenti al decreto sulla Pubblica amministrazione e lunedì il provvedimento sarà in aula. Il voto a Montecitorio è arrivato proprio mentre il ministro Raffaele Fitto e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari stavano incontrando a Palazzo Chigi i vertici della magistratura contabile: il presidente Guido Carlino e l'aggiunto Tommaso Miele, il procuratore Angelo Canale e il segretario generale Franco Massi.
    Alla Corte dei Conti viene però concesso «un comune tavolo di lavoro, nella prospettiva di una revisione della disciplina della responsabilità erariale, del meccanismo del controllo concomitante e per l'adozione di un codice dei controlli», spiega Palazzo Chigi in una nota annunciando l'avvio del confronto già la prossima settimana. La mano tesa alle toghe è però solo futuribile, il risultato immediato è che i poteri della Corte vengono indeboliti dall'intervento voluto a tutti i costi dal ministro Fitto, nonostante i dubbi del sottosegretario Mantovano che avrebbe preferito rinviare a un altro provvedimento gli emendamenti approvati ieri.
    Il governo ribadisce la necessità della proroga dello scudo erariale fino al 30 giugno 2024, ma «auspica e si impegna a un confronto con la Corte per l'elaborazione di una disciplina più aggiornata e stabile», si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. Concetto ribadito da Fitto in Senato durante il Question time: «La proroga è una risposta transitoria e parziale rispetto alla più ampia esigenza di un intervento di riforma in materia di responsabilità amministrativa e contabile». Peraltro, insiste il ministro, lo scudo erariale è stato istituito dall'esecutivo Conte e poi prolungato da Draghi. Una tesi che Fitto utilizza anche sul controllo concomitante per cercare di allontanare le polemiche: un potere varato per legge nel 2009 «quando il Pnrr neppure esisteva» e applicato solo nel 2020. Secondo il ministro, la disciplina che regola il controllo delle toghe sul Piano si trova in un decreto varato da Draghi nel 2021 che dispone le verifiche ex post. Gli alert della magistratura sui target a rischio e i ritardi della spesa sono stati vissuti dal centrodestra come accuse e invasioni di campo, Fitto chiedeva il rispetto dei ruoli e l'ha ottenuto imponendolo per legge. Palazzo Chigi sostiene che l'incontro è stato utile per condividere «la necessità di una piena e leale collaborazione tra le istituzioni, con l'adozione, nel rispetto delle competenze, di un modello di scambio di informazioni più intenso e puntuale».
    Dopo la durissima presa di posizione dell'associazione dei magistrati della Corte, che nei giorni scorsi aveva espresso «sconcerto e stupore» e la preoccupazione di veder minata l'indipendenza della magistratura, il presidente Carlino ha cercato di abbassare i toni nel corso di una audizione alla Camera prima del vertice a Palazzo Chigi: «Non si può parlare di bavaglio», il suo pensiero. Carlino però tiene il punto sui rilievi fatti all'esecutivo: «Sullo scudo erariale c'è assoluta contrarietà, il rischio è un abbassamento della soglia di attenzione per un'oculata gestione delle risorse pubbliche». Inoltre, aggiunge, «la limitazione della responsabilità per colpa grave può andare in contrasto sia con gli articoli della Costituzione cosiddetti finanziari, sia con i regolamenti della Commissione europea». Lo scudo erariale, ricorda, è stato introdotto dal legislatore per evitare la cosiddetta «paura della firma da parte del dirigente, timore che può bloccare l'azione amministrativa. Tuttavia questo timore non è imputabile alla responsabilità penale ma ad altre cause quali la confusione legislativa, la scarsa preparazione dei dipendenti, gli organici delle Pubbliche amministrazioni ridotte all'osso».
    Quanto al controllo concomitante, prosegue il presidente della Corte dei Conti, è uno strumento che «ha l'obiettivo di accelerare gli interventi di sostegno e di rilancio dell'economia nazionale, quindi ha una funzione propulsiva».
    Va all'attacco il Partito democratico: «Ormai non è più il decreto Pa, ma è il decreto bavaglio perché, di fatto, sono stati indeboliti i controlli di trasparenza sul Pnrr. È un fatto gravissimo, voteremo no», dice il deputato Arturo Scotto. «La destra ha un'idea autoritaria delle istituzioni», afferma il senatore Tino Magni di Verdi-Sinistra. Non è d'accordo il leader di Azione Carlo Calenda: «Non è un atto di autoritarismo».
  3. L'AUSTRIA HA RAGIONE: Il transito bloccato dei mezzi pesanti sul Brennero, con code fino a 50 chilometri, fa salire la tensione fra Austria e Italia, con la Germania per una volta schierata con Roma, in un muro contro muro che neppure la mediazione dell'Ue riesce ad ammorbidire. Matteo Salvini ha invitato la Commissione ad avviare una procedura di infrazione nei confronti di Vienna a causa dei divieti imposti dal Tirolo che provocano code lunghissime persino nella vicina Baviera, soprattutto in occasione degli esodi dei turisti tedeschi per le vacanze, prima a Pasqua e ora per la Pentecoste. Il braccio di ferro tra Tirolo e Baviera sulla circolazione dei camion non conosce pause. L'Austria ha istituito quello che viene chiamato "punto di dosaggio" per i mezzi oltre 7,5 tonnellate nei pressi di Kufstein sull'autostrada A12, l'arteria che dalla Baviera, passando da Innsbruck, si allaccia alla A13 e porta in Italia, dove prende il nome di A22 del Brennero. Possono transitare un massimo di 300 camion all'ora. Se questo limite viene raggiunto i camion devono fermarsi. Si creano così code lunghissime, il 9 gennaio se n'è formata una di 900 mezzi, ma gli incolonnamenti riguardano anche il resto del traffico che ha a disposizione una sola corsia. Gli ingorghi spesso arrivano fino all'autostrada A8 che collega Monaco di Baviera con Salisburgo.
    In giornate come quella di oggi, in cui per la Festa della Repubblica in Italia è vietata la circolazione dei mezzi pesanti, l'Austria, o meglio il Tirolo, applica il divieto di circolazione a tutti i camion sulle autostrade che lo attraversano verso il Brennero. In pratica i mezzi pesanti non possono arrivare in Alto Adige e non possono andare in Germania attraverso le autostrade tirolesi. Salvini ha definito inaccettabili questi divieti. E gli ha dato man forte il ministro tedesco dei trasporti, Volker Wissing, che imputa alla scelta austriaca le code di 50 chilometri che si vanno a formare sulle autostrade bavaresi. Secondo Salvini in questo modo si viola il principio di libera circolazione di persone e merci. È «impensabile che si blocchi l'ingresso al Paese, il corridoio del Brennero non appartiene solo ad Austria, Italia o Germania, ma è importante per tutta l'Europa», ha dichiarato, e sottolineato che ci sono tutti gli elementi per chiedere una procedura di infrazione nei confronti del Paese alpino. Germania, Paesi Bassi, Romania, Repubblica Ceca, Lituania e Bulgaria sosterranno l'Italia. «Il Consiglio dell'Ue dovrebbe prendere atto che la situazione al Brennero - dice il ministro - è economicamente ed ecologicamente insostenibile. Chiediamo alla Commissione Ue di intervenire come custode dei trattati per ripristinare il diritto alla libera circolazione delle merci per tutti i cittadini europei».
    La sua controparte austriaca non fa una piega. Dopo i colloqui in Lussemburgo, Leonore Gewessler, l'esponente dei Verdi che oltre che della mobilità ha anche la responsabilità dell'Ambiente, della Protezione del Clima e dell'innovazione, ha aspramente criticato il comportamento dell'Italia e della Germania. «È ora che i nostri vicini riconoscano finalmente il problema del transito dei mezzi pesanti e che si lavori in modo costruttivo per trovare delle soluzioni», ha ribattuto: «Non è possibile che l'Austria si faccia sempre carico da sola della situazione e della sua responsabilità». Secondo la ministra, soprattutto l'Italia dovrebbe concentrarsi su opzioni più rispettose del clima, in particolare sul trasporto su rotaia: «Farebbe bene al clima e alleggerirebbe la situazione al Brennero». Gewessler continua a fare affidamento sul "sistema degli slot", cioè di un transito organizzato digitalmente tramite prenotazioni per la gestione del traffico pesante, idea che ha già visto un accordo preliminare tra Tirolo, Baviera, e Alto Adige. Il numero di slot dovrebbe essere definito, come avviene per i porti, in base alla capacità massima dell'infrastruttura, senza discriminazioni di nessun genere. Le regioni, secondo la ministra austriaca, dovrebbero spingere anche le loro capitali, Roma e Berlino, ad attuarlo. «Con le misure di emergenza che abbiamo intrapreso noi abbiamo già assolto il nostro compito», ora tocca ai Paesi vicini fare la propria parte.
  4. IRAN CRIMINALE: A chi mi chiede a che punto sia la notte in Iran porto l'esempio di Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi, le due giornaliste rinchiuse in carcere dalla fine di settembre per aver raccontato sui rispettivi giornali la storia di Mahsa Amini, portandola di fatto all'attenzione del mondo. Per capire il significato politico del caso, di cui mi occupo sin dall'inizio cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica italiana, basti pensare che è finito alcuni mesi fa nelle comunicazioni ufficiali dell'intelligence di Teheran come emblema della minaccia incombente sul Paese. Le due donne, entrambe poco più che trentenni, sono accusate, secondo quanto ricostruito da Reporter senza frontiere, di "collaborazione con governi ostili, cospirazione e collusione contro la sicurezza nazionale e propaganda anti establishment" . La pena prevista è l'ergastolo ma, sostiene sempre Rsf, se gli inquirenti confermassero il reato di "spionaggio" rischierebbero l'impiccagione.
    Niloofar e Elaheh sono donne, sono attiviste, sono giornaliste, sono la parte della società che poco alla volta ha tolto la terra sotto i piedi del regime: sono la sua spina nel fianco. Mi diceva nei giorni scorsi Riccardo Noury di Amnesty International che Iran è l'unico Paese in cui se devi citare dieci attivisti vivi trovi dieci donne. È una lotta che parte da lontano, che scava, carsica, sotto la routine quotidiana, ma che negli ultimi anni i social network hanno portato a galla.
    A quasi otto mesi dall'inizio della rivoluzione la repressione si è fatta incalzante. Dietro al messaggio spaventoso delle cariche in strada c'è quello, neppure troppo sotteso, agli organi d'informazione, ai giornalisti, a chi, raccontando, impedisce l'isolamento internazionale e dunque la condanna al silenzio del popolo iraniano. Niloufar, prigioniera a Evin, è imputata anche per aver scattato e pubblicato su "Sharq" la foto di Mahsa Amini morta in ospedale, un'immagine diffusa in realtà dalla famiglia. Mentre Elaheh, rinchiusa nel penitenziario di Qarchak, paga per la cronaca su "Hammihan" del funerale di Mahsa a Saqqez, nel Kurdistan occidentale, laddove risuonò per la prima volta lo slogan "Donna, vita, libertà". Accuse che sono simboli, marcatori, come i colpi sparati dalla polizia agli occhi di chi protesta.
    Il bersaglio è donna ma non è solo donna. Le donne iraniane in prima linea sin dal principio coinvolgono anche perché sono giovani, belle, coraggiose. Eppure sarebbe un grave errore dimenticare gli uomini che le affiancano, quelli più a rischio, quelli le cui sentenze capitali vengono eseguite davvero. Sette ragazzi sono stati impiccati dall'inizio delle proteste dopo presunte confessioni estorte con la tortura e un altro, Mohammad Ghobadloo, aspetta nel braccio della morte l'esecuzione annunciata come imminente. Mohammad è un ragazzo di soli 22 anni e soffre di disturbo bipolare.
    La situazione è pesante, l'attenzione del mondo è calata, le manifestazioni non ci sono quasi più e d'altra parte sarebbe stato difficile tenere le barricate in strada per nove mesi. Ma la protesta resiste, ha cambiato natura. Tanto per cominciare non si vede in giro neppure l'ombra di una contro-manifestazione, segno che ormai è impossibile per gli ayatollah trascinare in piazza le truppe cammellate minacciando ritorsioni: la società non li segue più al punto che durante una delle ultime manifestazioni filo-governative il quotidiano di Stato "Rooyesh Mellat" è stato costretto a ritoccare le immagini con Photoshop per camuffare la scarsa partecipazione. La geopolitica della nuova alleanza anti-occidentale con Mosca e l'ex nemica Riad gonfia la retorica ma non riesce a coprire le voci che cominciano a levarsi anche dentro alla maggioranza. E poi le donne, ancora loro, la spina nel fianco, l'icona del rifiuto. Anche se la prima udienza contro Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi si è conclusa senza difesa, senza testimoni, al buio, anche se sono molto in ansia so che camminiamo. Di recente un ufficiale della sicurezza nazionale ha ammesso che ci sono ormai milioni di donne senza velo in Iran e che non è possibile arrestarle tutte: uno squarcio nel buio, il regime non ha alcuna possibilità di vincere contro le coraggiose donne iraniane e contro gli uomini che le sostengono. Non si vedono più i cortei di ottobre, novembre e dicembre ma il NO è germogliato, si è fatto corposo, è quotidiano. E non c'è bavaglio che tenga: "Donna, vita, libertà"

 

01.06.23
  1. HO CONOSCIUTO E FREQUENTATO MARIELLA MENGOZZI, CON CUI HO SUBITO INSTAURATO UN BEL RAPPORTO . E' L'UNICA , NEL MONDO DELL'AUTO, CHE MI HA TRATTATO CON DIGNITA'. ERA STATA LEI A COMUNICARMI LA SUA MALATTIA CON UN MESSAGGIO CHE MI HA SPIAZZATO. HO SPERATO CHE GUARISSE PERCHE' UNA DONNA COME LEI NON ESISTE. SONO CONVINTO CHE SARA' IN PARADISO ! CI RITROVEREMO QUANDO DIO VORRA'!

 

 

ESCLUSIONE COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE , COME AZIONISTA ATLANTIA, NEL PROCESSO A CARICO DI CASTELLUCCI PER IL CROLLO DEL PONTE MORANDI

COST PONTE M

 

 

 

 

Diritti degli azionisti

La Direttiva 2007/36/EC stabilisce diritti minimi per gli azionisti delle societa' quotate in Unione Europea. Tale Direttiva stabilisce all'Articolo 9 il diritto degli azionisti a porre domande connesse ai punti all'ordine del giorno dell'assemblea e a ricevere risposte dalle societa' ai quesiti posti.

 

Considerando le difficolta' che spesso si incontrano nel proporre domande e nel ricevere risposte in tempo utile, in particolare per quanto riguarda gli azionisti individuali impossibilitati a partecipare alla assemblea, e considerando che talvolta vi e' poca chiarezza sulle modalita' da seguire per porre domande alle societa',

 

Ritiene la Commissione:

che il diritto degli azionisti a formulare domande e ricevere risposte sia adeguatamente garantito all'interno dell'Unione Europea?

che la possibilita' di porre domande e ottenere risposte solo nel caso l'azionista sia fisicamente presente nell'assemblea sia compatibile con la Direttiva 2007/36/EC?

 

In che modo la Commissione ritiene che le societa' quotate debbano definire e comunicare le modalita' per porre domande da parte degli azionisti, in modo da assicurare che tale diritto sia rispettato appieno? Sergio Cofferati

 

 

IL MIO LIBRO "L'USO DELLA TABELLA MB nei CASI DI PIANI INDUSTRIALI: FIAT, TELECOMITALIA ED ALTRI..." che doveva essere pubblicato da LIBRAMI-NOVARA nel 2004,  e' ora disponibile liberamente  CLICCA QUI 

 

In data 3103.14 nel corso dell'assemblea Fiat il presidente J.Elkann mi fa fatto allontanare dalla stessa dalla DIGOS impedendomi il voto eccone la prova:   

DOC DIGOS

 

Sentenze  

1) IL 21.12.12  alle ore 09.00 nel TRIBUNALE TORINO aula 80 C'E'  STATA LA SENTENZA DI ASSOLUZIONE  PER LA QUERELA DELLA  FIAT,  PER QUANTO DETTO nell'ASSEMBLEA FIAT 2008 .UN TENTATIVO DI IMBAVAGLIARMI, AL FINE DI VEDERE COME  DIFENDO I MIEI DIRITTI E DI TUTTI GLI AZIONISTI DI MINORANZA NELLE ASSEMBLEE .

 Mb

SCAPARONE     SENT Mb

il 24.11.14 alle ore 1200 si tenuto al TRIBUNALE DI TORINO aula 50 ingresso 19 l'udienza finale del mio processo d'appello in seguito alla querela di Fiat per aver detto il 27.03.2008 all'assemblea FIAT che ritengo "Marchionne un'illusionista temerario e spavaldo" e che "la sicurezza Fiat e' responsabile della morte di Edoardo Agnelli per omessa vigilanza". In 1° grado ero stato assolto anche in 2° e nuovamente sia FIAT che PG hanno impugnato per ricorso in Cassazione che mi ha negato la libertà di opinione con una sentenza del 14.09.15.

SOTTO POTETE TROVARE LA DOCUMENTAZIONE

SENT 2013   FIAT 2013  PM 2013 SENT 2015  FIAT 2015  PG 2015  SCA 14.11.14 SCA 24.11.14  SENT CASS

2) il 21 FEBBRAIO 2013  GS-GABETTI sono stati condannati per agiotaggio informativo.

SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULL'ERRORE DEL TRIBUNALE DI TORINO NELL'ASSOLVERE GABETTI E GRANDE STEVENS

SENT CASS  SENT AP TO

 

Ifil-Exor: no risarcimento a parti civili, Consob punta a Cassazione

Borsa Italiana-21/feb/2013

Come parti civili si erano costituite la Consob e due piccoli azionisti, tra cui Marco Bava, noto per il suo attivismo in molte assemblee. "Non so ...

 

SU INTERNET IL  LIBRO DI GIGI MONCALVO  SULL'OMICIDIO DI EDOARDO AGNELLI

PRES LIBRO   COP LIBRO DICEMBRE

Edoardo, un Agnelli da dimenticare

 

Marco Bernardini non ha le prove del suicidio io ho molte prove dell'omicidio che sono state illustrate in 5 libri di cui l'ultimo e' l'ultimo di Puppo :

EDOARDO AGNELLI, UN GIALLO TROPPO COMPLICATO - DIRITTO DI CRONACA

Ma Lapo ricorda il suo cane :

http://www.today.it/rassegna/morto-cane-lapo-elkann-comodino.html

 

 

La vostra voce in Europa - Consultazioni aperte - IT

 

 

www.italiachecambia.org

www.jobyourlife.com

www.osservatoriodannoallapersona.org

www.valserena.it PER PRODOTTI NATURALI

 rowdfundingbuzz.it

http:/fliiby.com/marcobava/?utm_source=in150&utm_medium=email&utm_campaign=life_cycle

http://paoloferrarocdd.blogspot.it/

 

Sarà operativa dal 9 gennaio la nuova piattaforma per la risoluzione alternativa delle controversie online messa in campo dalla Commissione europea. Gli organismi di risoluzione alternativa delle controversie (Adr) notificati dagli Stati membri potranno accreditarsi immediatamente, mentre consumatori e professionisti potranno accedere alla piattaforma a partire dal 15 febbraio 2016, all'indirizzo

http://ec.europa.eu/consumers/odr/

 

 

http://www.freevillage.it/ sito avv.Mario Piccolino ucciso il 29.05.15

 

VIDEO Mb

https://youtu.be/ACwrglgdOeA

https://youtu.be/gQoC1u6yWOM

https://youtu.be/pJ3Y_oSqMV8

https://youtu.be/cSQo3ljpM-Y

 

 

 

 http://www.barattobb.it/

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Videoinforma :  www marcobava.it

 

SE VUOI VEDERE COME VA IL MOND0 VAI SU : https://youtu.be/3sqdyEpklFU

 

 

Sistema di Gestione e Controllo PRNN

https://www.mase.gov.it/pagina/pnrr/sistema-di-gestione-e-controllo

 

 

 

Mentre i deceduti non vaccinati sono stati soltanto 304 e quelli vaccinati con ciclo incompleto (senza seconda dose) 25. Il periodo preso in considerazione dalla tabella ISS è quello che va dal 29 aprile al 29 maggio 2022.

 

La tabella del Bollettino Covid-19 pubblicato il 24 giugno scorso dall’Istituto Superiore della Sanità di Roma – link a fondo pagina

 

«Numerosi studi riportano l’insorgenza di reazioni autoimmuni a seguito della vaccinazione contro il COVID-19 (Gadi et al., 2021; Watad et al., 2021; Bril et al., 2021; Portoghese et al., 2021; Ghielmetti et al., 2021; Vuille – Lessard et al., 2021; Chamling et al., 2021; Clayton-Chubb et al., 2021; Minocha et al., 2021; Elrashdy et al., 2021; Garrido et al., 2021; Chen et al., 2022; Fatima et al., 2022; Mahroum et al., 2022; Finsterer, 2022; Garg & Paliwal, 2022; Kaulen et al., 2022; Kwon & Kim, 2022; Ruggeri, Giovanellla & Campennì, 2022). I dati istopatologici forniscono una prova indiscutibile che dimostra che i vaccini genetici presentano una distribuzione fuori bersaglio, provocando la sintesi della proteina spike e innescando così reazioni infiammatorie autoimmuni, anche in tessuti terminali differenziati».

Furono proprio gli esami patologici del medico tedesco Morz a rilevare l’anomala persistenza nel corpo umano della proteina Spike di cui un altro studio americano asseverato dalla virologa Jessica Rose spiegò la proliferazione attraverso i plasmidi di RNA.

«In generale, i potenziali rischi dei vaccini genetici che inducono le cellule umane a diventare bersagli per l’attacco autoimmune non possono essere valutati completamente, senza conoscere l’esatta distribuzione e cinetica di LNP e mRNA, nonché la produzione e la farmacocinetica della proteina spike».

Lo studio sottoscritto anche da Donzelli e Bellavite poi conclude:

«Poiché il corpo umano non è un sistema strettamente compartimentato, questo è motivo di seria preoccupazione per ogni vaccino genetico attuale o futuro che induca le cellule umane a sintetizzare antigeni non self. Infatti, per i tessuti terminalmente differenziati, la perdita di cellule determina un danno irreversibile con prognosi potenzialmente fatale. In conclusione, alla luce delle innegabili prove di distribuzione fuori bersaglio, la somministrazione di vaccini genetici contro COVID-19 dovrebbe essere interrotta fino a quando non saranno eseguiti accurati studi di farmacocinetica, farmacodinamica e genotossicità, oppure dovrebbero essere somministrati solo in circostanze quando i benefici superano di gran lunga i rischi».

L’invito a indagare sui danni da sieri genici e a fermarne l’inoculazione è giunto anche da una ricercatrice dell’Istituto Superiore della Sanità e dalla sentenza del Tribunale di Firenze che ha inviato gli atti alla Procura della Repubblica di Roma per un’accurata inchiesta.

 

di Peter McCullough – pubblicato in origine sul suo Substack

Mi viene spesso chiesto: perché tante persone che hanno assunto il vaccino COVID-19 stanno apparentemente bene, mentre altre subiscono danni al cuore, ictus, coaguli di sangue e finiscono per essere invalide o morte? Da molti mesi si sospetta che ci possano essere variazioni nei lotti o nelle partite di vaccino che potrebbero spiegare in parte queste osservazioni. In altre parole, non tutti ricevono la stessa dose di mRNA.

In base all’autorizzazione all’uso in emergenza, le aziende produttrici di vaccini e i loro subappaltatori non effettuano alcuna ispezione delle fiale finali riempite e finite. Si tratta di una situazione senza precedenti per un prodotto di largo uso di qualsiasi tipo.

È possibile che le nanoparticelle lipidiche si aggreghino in sospensione e quindi alcuni lotti potrebbero contenere più mRNA di altri. Allo stesso modo, poiché le dimensioni dei lotti sono variate nel tempo, è possibile che i contaminanti del processo di produzione si concentrino in alcuni lotti più piccoli rispetto a quelli più grandi.

Infine, il trasporto, la conservazione e l’uso del prodotto possono essere fattori che denaturano l’mRNA, tra cui il riscaldamento, l’aria iniettata nelle fiale e gli aghi multipli immersi nella sospensione.

Il problema della contaminazione è emerso quando il Giappone ha restituito milioni di dosi e sono stati riscontrati detriti visibili sul fondo delle fiale. Inoltre, poiché i contactor di biodifesa utilizzano sfere metalliche, è possibile che i lotti iniziali più piccoli avessero detriti magnetici che spiegavano il “magnetismo” nel braccio in cui veniva somministrata l’iniezione, come riportato all’inizio della campagna vaccinale.

Un rapporto di Schmeling e collaboratori sul vaccino Pfizer BNT162b2 mRNA COVID-19 ha rilevato che il 71% degli eventi avversi gravi proveniva dal 4,2% delle dosi (lotti ad alto rischio), mentre <1% di questi eventi proveniva dal 32,1% delle dosi (lotti a basso rischio). La variazione spiegata per i lotti ad alto e moderato rischio è stata rispettivamente del 78 e dell’89%. Pertanto, più dosi sono state somministrate da quelle fiale, maggiore è stato il numero di effetti collaterali segnalati. Ciò significa che la maggior parte del rischio risiede nell’iniezione e non nella persona che l’ha ricevuta.

Si tratta di risultati di importanza cruciale. Essi implicano che la debacle del vaccino COVID-19 è effettivamente un problema di prodotto e non è dovuta alla suscettibilità del paziente nella maggior parte delle circostanze. Inoltre, la mancanza di ispezioni ha portato a un disastro di sicurezza. Alcuni sfortunati pazienti ricevono una quantità eccessiva di mRNA, di contaminanti o di entrambi e sono quindi esposti a iniezioni dannose e, in alcuni casi, letali.

 

IN ITALIA

Il trait d’union tra questa nuova ricerca sponsorizzata dalla Commissione Europea e Rappuoli è proprio la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS) che ha creato un park science accentratore di aziende operanti in campo sanitario medico, diagnostico e farmaceutico.

TOSCANA LIFE SCIENCES NEL BIOTECNOPOLO DI SIENA
TLS è anche deputata a diventare uno dei pilastri del progetto del Biotecnopolo di Siena, in fase di realizzazione nell’ex caserma in Viale Cavour, che riceverà una cospicua dotazione finanziaria dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNNR) così suddivisa: 9 milioni di euro per il 2022, 12 milioni per il 2023 e 16 milioni per il 2024. Ma la fetta più grossa spetta proprio all’hub antipandemico (Centro Nazionale Antipandemico – CNAP), che riceverà 340 milioni di euro da qui al 2026.

Una somma ingente in considerazione che le finalità sono praticamente analoghe a quelle del Fondazione Centro Nazionale di Ricerca “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA” che vede come capofila l’Università di Padova e come partner altri atenei italiani ma, soprattutto, le Big Pharma dei vaccini Pfizer, Biontech e AstraZeneca.

Dal canto suo la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS) fin dall’agosto 2022 aveva subito accolto «con estremo favore la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (GU) della Repubblica Italiana dello Statuto della Fondazione Biotecnopolo, che avrà sede legale e operativa a Siena. Un passo molto atteso che include la partecipazione della Fondazione Toscana Life Sciences in qualità di “nuovo fondatore” attraverso la stipula di un atto convenzionale entro sessanta giorni dall’adozione dello Statuto stesso. Sono soci fondatori il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dello Sviluppo Economico, cui si aggiungerà la Fondazione TLS come “nuovo fondatore”

Esaote (che ha sede a Genova ma una filiale a Firenze) e TLS, nella primavera 2021, si trovarono insieme a un vertice convocato dalla Regione Toscana per costruire un eco-sistema per un vaccino anti Covid-19 made in Tuscany. All’incontro presero parte, oltre agli assessori Simone Bezzini (Sanità) e Leonardo Marras (Attività produttive), i rappresentanti del Gruppo farmaceutico Menarini, di Kedrion, Eli Lilly, Molteni Farmaceutici, Diesse Diagnostica, Aboca, Abiogen, e di Gsk Vaccines.

Ora il Biotecnopolo di Siena e Toscana Life Sciences si assumeranno l’onere di portare avanti questo obiettivo puntando sulla figura di Rappuoli.

La Fondazione Toscana Life Sciences è il soggetto operativo che coordina e gestisce le attività del Distretto Toscano Scienze della Vita, il cluster regionale che aggrega tutti i soggetti pubblici e privati che operano nei settori delle biotecnologie, del farmaceutico, dei dispositivi medici, della nutraceutica, della cosmeceutica e dell’Ict applicato alle life sciences.

E’ nata nel 2011 per iniziativa della Regione Toscana allora governata dal presidente Alberto Monaci, bancario e ex deputato della Democrazia Cristiana e poi del Partito Democratico, ed oggi rappresenta un ecosistema dell’innovazione che raggruppa oltre 32 Centri Ricerca e 14 Enti di Ricerca, incluse le Università toscane (Firenze, Pisa, Siena); le Scuole Superiori (Scuole di Alta Formazione Sant’Anna e Normale di Pisa e Istituto di Alti Studi Imt di Lucca); gli Istituti del CNR. Sono affiliate al Distretto oltre 200 aziende del settore pharma, medical devices, biotech, ICT for health, nutraceutica, servizi correlati, per oltre 6 miliardi di fatturato.

Tra queste spicca il nome della bio-farmaceutica Kedrion della famiglia Marcucci dell’ex senatore del PD Andrea Marcucci (non riconfermato alle elezioni del 2022) che attirò l’attenzione dei media per l’interessamento a gestire a livello industriale (con una società Israeliana del Gruppo della Big Pharma americana Moderna finanziata da Gates) le cure del Covid-19 col plasma del medico Giuseppe De Donno, primario di Pneumologia dell’ospedale Poma di Mantova, morto suicida in circostanze misteriose dopo che la sperimentazione fu sottratta dal governo al suo centro di ricerca e assegnata a quello di Pisa.

 

 

NO AL NUCLEARE , SULL'H2-FOTOVOLTAICO  NON SI SPECULA
  1. IL RAZIONAMENTO ENERGETICO NON RISOLTO CON LE RINNOVABILI PUO' ESSERE USATO  PER  GIUSTIFICARE IL NUCLEARE CHE UCCIDE VEDI RUSSIA E GIAPPONE.
  2. CON LA SCUSA DEL NUCLEARE SI PUO' FAR PAGARE 10 QUELLO CHE VALE 1
  3. MENTRE LA FRANCIA INVESTE PER SANARE LO SFASCIO DEL NUCLEARE L'ITALIA CI VUOLE ENTRARE ?
  4. GLI INCIDENTI NUCLEARI IN RUSSIA E GIAPPONE NON CI HANNO INSEGNATTO NULLA ? NE VOGLIAMO UNO ANCHE IN ITALIA ?

 

LA CHIMERA MANGIA-SOLDI DELLA FUSIONE NUCLEARE    FUSIONE NUCLEARE    QUANTE RINNOVABILI SI POSSONO FARE ? IL CNR SPENDE PIU' PER IL FINTO NUCLEARE CHE PER LA BANCA DEL SEME AGRICOLO.

IL FUTURO H2 CHE NON SI VUOLE VEDERE

E' ASSURDO CONTINUARE A PENSARE DI GESTIRE A COSTI BASSI ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSI LA FUSIONE NUCLEARE QUANDO ESISTONO ENERGIE RINNOVABILI MOLTO più CONTROLLABILI ED EFFICIENTI A COSTI più BASSI, COME DIMOSTRA IL : https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_22_3131

 

   INFETT VIRUS  DIO UOMINI      IL DOPPIO SACRILEGIO DELLA BESTEMMIA     BESTEMMIA

   RICETTA LIEVITO MADRE LIEVITO MADRE

RICAMBIO POLITICO BLOCCATO BLOCCO   ROMA  MELONI    INTERNI

 

L'Ucraina in fiamme - Documentario di Igor Lopatonok Oliver Stone 2016 (sottotitoli italiano)

https://www.youtube.com/watch?v=2AKpsBF-bvo

"Abbiamo creato un archivio online per documentare i crimini di guerra della Russia". Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. "Le prove raccolte delle atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina garantiranno che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia", aggiunge, con il link al sito in inglese

https://war.ukraine.ua/russia-war-crimes/

 

 

 

Cosa c’entra il climate change con l’incidente al ghiacciaio della Marmolada?

 

Temperature di 10°C a 3.300 metri di altezza da giorni, anomalie termiche pronunciate da maggio. Sono questi i fattori alla base del crollo del seracco che ha travolto due cordate di alpinisti domenica 3 luglio sotto Punta Penia

 

Ghiacciaio della Marmolada: il climate change fa almeno 6 morti
crediti: Local Team

Il ghiacciaio della Marmolada si sta ritirando di 6 metri l’anno

(Rinnovabili.it) – Almeno 10 morti, 9 feriti e un disperso. È il bilancio provvisorio dell’incidente che ha coinvolto il 3 luglio due cordate di alpinisti nella zona di Punta Rocca, proprio sotto il ghiacciaio della Marmolada. Una parte del ghiacciaio è collassata per le temperature elevate, scivolando rapidamente a valle in una enorme valanga di ghiaccio, pietre e acqua fusa.

La dinamica dell’incidente

Verso le 14 del 3 luglio ha ceduto un seracco del ghiacciaio della Marmolada, la vetta più alta delle Dolomiti, tra Punta Rocca e Punta Penia a oltre 3000 metri di quota. La scarica che si è creata è stata imponente, alta 60 metri con un fronte largo circa 200, e ha investito un tratto della via normale per la cima di Punta Penia precipitando a 300 km/h.

Il punto di distacco del seracco è ben visibile in alto a destra. Crediti: Local Team.

Ogni ghiacciaio ha dei seracchi, blocchi di ghiaccio che assomigliano a dei pinnacoli e si formano con il movimento del corpo glaciale. Scorrendo verso il basso, il ghiacciaio incontra delle variazioni nella pendenza della montagna. Queste deformano il ghiacciaio e provocano la formazione di crepacci, che a loro volta danno luogo a delle “torri” di ghiaccio, i seracchi. Queste formazioni, seppur normali, sono per loro natura instabili. Tendono a cadere a valle, ricompattandosi con il resto del corpo glaciale, ed è difficile prevedere quando esattamente un evento del genere si può verificare.

Il climate change sul ghiacciaio della Marmolada

Il distacco del seracco dal ghiacciaio della Marmolada, con ogni probabilità, è stato facilitato e reso più rovinoso dal cambiamento climatico. Negli ultimi giorni, anche sulle cime di quel settore delle Dolomiti il termometro è salito regolarmente a 10°C. Ma è da maggio che si registrano anomalie termiche molto pronunciate.

Anomalie che investono tutto l’arco alpino. Sulla cima del monte Sonnblick, in Austria, 100 km più a nord-est, uno degli osservatori con le serie storiche più lunghe e affidabili della regione alpina ieri segnalava il quasi completo scioglimento del manto nevoso. Un dato che illustra molto bene quanto l’estate del 2022 sia eccezionale: lì la neve non si era mai sciolta prima del 13 agosto (capitò nel 1963 e nel caldissimo 2003).

Che legame c’è tra il crollo del seracco e le temperature elevate? Secondo la società meteorologica alpino-adriatica, “il ghiacciaio si è destabilizzato alla base a causa della grande disponibilità di acqua di fusione dopo settimane di temperature estremamente elevate e superiori alla media”. Il caldo ha accelerato lo scioglimento del ghiacciaio: “la lubrificazione dell’acqua alla base (o negli interstrati) e l’aumento della pressione nei crepacci pieni d’acqua sono probabilmente le cause principali di questo evento catastrofico”.

Normalmente, il ghiaccio sciolto – acqua di fusione – penetra fra gli strati di ghiaccio o direttamente sul fondo del ghiacciaio, incuneandosi tra massa glaciale e rocce sottostanti, per sgorgare poi al fondo della lingua glaciale. Questo processo “lubrifica” il ghiacciaio, accelerandone lo scivolamento, ma può anche creare delle “sacche” piene d’acqua che non trova uno sfogo e preme sul resto del ghiacciaio.

Come tutti gli altri ghiacciai alpini, anche il ghiacciaio della Marmolada è in veloce ritirata a causa del riscaldamento globale. L’ultima campagna di rilevazioni, condotta dal Comitato Glaciologico Italiano e da Arpa Veneto lo scorso agosto, ha segnalato un ritiro di 6 metri in appena 1 anno, mentre la perdita complessiva di volume raggiunge il 90% in 100 anni.

Il cambiamento climatico corre più veloce sulle Alpi che nel resto del pianeta, facendo delle terre alte uno dei settori più vulnerabili. Un aumento della temperatura globale di 1,5 gradi si traduce in un innalzamento, sulle montagne italiane, di 1,8 gradi (con un margine d’errore di ±0,72°C). Superare i 2 gradi a livello globale significa invece Alpi 2,51°C più calde (±0,73°C). Ma durante i mesi estivi, l’aumento di temperatura è ancora più pronunciato e può arrivare, rispettivamente, a 2,09°C ±1,24°C e a 2,81°C ±1,23°C.

 

 

https://www.rinnovabili.it/ambiente/impatti-ambientali-delle-guerre/

 

 

 

 

 

 

IL VERO OBBIETTIVO DELLA MAFIA ESSERE LEGITTIMATA A TRATTARE ALLA PARI CON LO STATO.

QUESTO LA HA FATTO LO GIURISPRUDENZA DELLA TRATTATIVA STATO MAFIA  CHE HA LEGITTIMATO DI FATTO LA MAFIA A TRATTARE ALLA PARI CON LO STATO.

LA RESPONSABILITA' DEI SERVIZI SEGRETI NELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO , E PALESE.

I SERVIZI SEGRETI DIPENDONO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO


Dichiarazione di Giuliano AMATO

«Stragi del '92 con matrice oscura. Giusto l'intervento di Pisanu» - INTERVISTA

(02 luglio 2010) - fonte: Corriere della Sera - Giovanni Bianconi - inserita il 02 luglio 2010 da 31

«Certo che il nostro è uno strano Paese», esordisce Giuliano Amato, presidente del Consiglio nel 1992 insanguinato dalle stragi di mafia, e dunque testimone diretto di quella drammatica stagione rievocata nella relazione del presidente della commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu.

Perché, presidente?

«Perché quando un personaggio di primissimo rango come Giulio Andreotti esce indenne da un lungo processo si dice che questo capita se si confonde la responsabilità penale con quella politica, mentre quando un presidente dell`Antimafia come Pisanu si sforza di cercare responsabilità politiche laddove non ne sono state individuate di penali gli si risponde che bisogna lasciar lavorare i giudici. Ma allora che bisogna fare?».

Secondo lei?

«Secondo me il lavoro di Pisanu è legittimo e prezioso, perché può aiutare la politica a cercare delle chiavi di lettura che non possono sempre venire dalla magistratura. E a trovare finalmente il giusto modo di affrontare la questione mafiosa. Provando a capire che cosa è accaduto in passato si può affrontare meglio anche il presente».

Il passato, in questo caso, sono le stragi del 1992 e 1993. Lei divenne capo del governo dopo la morte di Giovanni Falcone e prima di quella di Borsellino. Ha avuto la sensazione di «qualcosa di simile a una trattativa», come dice Pisanu?

«Sinceramente no. L`ho detto anche ai procuratori di Caltanissetta quando mi hanno interrogato.
Io in quelle settimane ero molto impegnato ad affrontare l`emergenza economico-finanziaria, dovevamo fare una manovra da 30.000 miliardi di lire per il`92 e impostare quella del `93. La strage di via D`Amelio ci colse nel pieno dei vertici economici internazionali.
Ricordo però che dopo quel drammatico avvenimento ebbi quasi un ordine da Martelli, quello di far approvare subito il decreto-legge sul carcere duro per i mafiosi varato dopo l`eccidio di Capaci. Andai di sera dal presidente del Senato Spadolini, ed ottenni una calendarizzazione ad horas del provvedimento».

Dei contatti tra alcuni ufficiali del Ros dei carabinieri e l`ex sindaco mafioso di Palermo Ciancimino lei sapeva qualcosa, all`epoca?

«No, però voglio dire una cosa. Che ci sia stato un certo lavorio di qualche apparato a livello inferiore è possibile, ma pensare che dei contatti poco chiari potessero avere una sponda in Nicola Mancino che era stato appena nominato ministro dell`Interno è un ipotesi che considero offensiva, in primo luogo per lo stesso Mancino. Sulle ragioni della sua nomina è Arnaldo Forlani che può fare chiarezza».

Perché?

«Perché la Dc di cui allora era segretario decise, o fu spinta a decidere, che bisognava tagliare Gava dal governo. Ma a Gava bisognava comunque trovare una via d`uscita onorevole, individuata nella presidenza del gruppo al Senato che era di Mancino».

L`ex presidente del Consiglio Ciampi ha ripetuto che dopo le stragi del '93 lui, da Palazzo Chigi, ebbe timore di un colpo di Stato. Lei pensò qualcosa di simile, nello stesso posto, dopo le bombe del '92?

«No, ma del resto non ebbi timori di quel genere nemmeno dopo le stragi degli anni Settanta. All`indomani di via D`Amelio non ebbi allarmi particolari dal ministro dell`Interno, né dal capo della polizia Parisi o da quelli dei servizi segreti. Parisi lo trovai ai funerali di Borsellino, dove io e il presidente Scalfaro subimmo quasi un`aggressione e avemmo difficoltà ad entrare in chiesa.
Ma attribuimmo l`episodio alla rabbia contro lo Stato che non era riuscito ad evitare quella morte. Il problema che ancora oggi resta insoluto è la vera matrice di quelle stragi».

Che intende dire?

«Che per la mafia furono un pessimo affare. Non solo quella di via D`Amelio, dopo la quale Martelli applicò immediatamente il regime di carcere duro a centinaia di boss, ma anche quella di Capaci. Certo, Falcone era un nemico, ma in quel momento un`impresa economico-criminale come Cosa Nostra avrebbe avuto tutto l`interesse a stare lontana dai riflettori, anziché accenderli con quella manifestazione di violenza. Quali interessi vitali dell`organizzazione mafiosa stava mettendo in pericolo, Falcone?
La spiegazione che volevano eliminare un magistrato integerrimo, come lui o come Borsellino, è troppo semplice. In ogni caso potevano ucciderlo con modalità meno eclatanti, come hanno fatto in altre occasioni. Invece vollero colpire lui e insieme lo Stato, imponendo una devastante dimostrazione di potere».

Chi può esserci allora, oltre a Cosa nostra, dietro gli attentati che per la mafia furono controproducenti?

«Purtroppo non lo sappiamo, ma è questa la domanda-chiave a cui dovremmo trovare la risposta. Perché vede, per le stragi degli anni Settanta si sono trovate molte spiegazioni; compresa quella che sosteneva il prefetto Parisi, il quale immaginava un ruolo dei servizi segreti israeliani per punire la politica estera italiana sul versante palestinese. E per le stragi del 1993 io trovo abbastanza convincente la tesi di una ritorsione per il carcere duro affibbiato a tanti boss e soprattutto al loro capo, Riina, arrestato all`inizio dell`anno. Per quelle del`92, invece, non riesco a immaginare motivazioni mafiose sufficienti a superare le ripercussioni negative. E questo conferma l`ipotesi di qualche condizionamento esterno rispetto ai vertici di Cosa nostra.
Perciò ha ragione Pisanu a interrogarsi e chiedere di fare luce».

Anche laddove i magistrati non riescono ad arrivare?

«Ma certo. Noi siamo arrivati al limite del giuridicamente accettabile con il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, che io condivido ma che faccio fatica a spiegare all`estero.
Al di là di quel reato, però, non ci sono solo i boy scout; possono esistere rapporti pericolosi, magari meno diretti o meno importanti, ma pur sempre rapporti. E di questi dovrebbe occuparsi la politica, prima dei magistrati».

Infatti Andreotti e Cossiga, agli ordini  di Henry Kissinger,  se ne interessarono con Delle Chiaie che rappresentava un estremismo di destra che teneva rapporti con la mafia di Rejna , secondo Lo Cicero.

 

 

 

CARO PIERO ANGELA UOMO DI STATO

CARO

 

 

ESPERIENZA STORICA DELL'ARROGANZA DELLA FIAT

https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2022/07/watchfolder-tgr-piemonte-web-de-ponte-auto-elettrica-vl-tg1tgp2mxf-5f9b9ee5-2a7f-4d92-81c5-52a913e172bc.html

 

 

Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks

 

 FATTI NO BLA BLA BLA  DELLA STAMPA PER CONDIZIONARE LA VITA DELLE PERSONE CHE NON PENSANO PRIMA DI AGIRE

LE NON RISPOSTE DI DRAGHI E CINGOLANI DOCUMENTATE DA REPORT

DRAGHI NO RISP

QUALE E' LA VERITA' SUI MANDANTI DELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO ?

Era il 23 maggio del 1992 quando Giovanni Falcone guidava la Fiat Croma della sua scorta che lo accompagnava dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo.

Assieme a lui c’erano la moglie Francesca Morvillo, e l’autista Giuseppe Costanza che quel giorno sedeva dietro.

Nel corteo delle auto che accompagnano il magistrato palermitano c’erano anche altre due auto, la Fiat Croma marrone sulla quale viaggiavano gli agenti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, e la Fiat Croma azzurra sulla quale erano presenti gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo.

Alle 17:57 circa, secondo la ricostruzione della versione ufficiale, viene azionato da Giovanni Brusca il telecomando della bomba posta sotto il viadotto autostradale nel quale passava il giudice Falcone.

La prima auto, quella degli agenti Montinaro, Schifani e Dicillo viene sbalzata in un campo di ulivi che si trovava vicino alla carreggiata. Muoiono tutti sul colpo.

L’auto di Falcone e di sua moglie Francesca viene investita da una pioggia di detriti e l’impatto tremendo scaglia entrambi contro il parabrezza della macchina.

In quel momento sono ancora vivi, ma le ferite riportate sono molto gravi ed entrambi moriranno nelle ore successive all’ospedale.

L’autista Giuseppe Costanza sopravvive miracolosamente alla strage ed è ancora oggi vivo.

Mai in Italia la mafia era riuscita ad eseguire una operazione così clamorosa e così ben congegnata tale da far pensare ad un coinvolgimento di apparati terroristici e militari che andavano ben oltre le capacità di Cosa Nostra.

Capaci è una strage unica probabilmente anche a livello internazionale. Fu fatta saltare un’autostrada con 200 kg di esplosivo da cava. Appare impossibile pensare che furono soltanto uomini come Giovanni Brusca o piuttosto Totò Riina soprannominato Totò U Curtu potessero realizzare qualcosa del genere.

Impossibile anche che nessuno si sia accorto di come nei giorni precedenti sia stata portata una quantità considerevole di esplosivo sotto l’autostrada senza che nessuno notasse nulla.

È alquanto probabile che gli attentatori abbiano utilizzato dei mezzi pesanti per trasportare il tritolo e il T4 utilizzati per preparare l’ordigno.

Il via vai di mezzi deve essere stato frequente ed è difficile pensare che questo passaggio non sia stato notato da nessuno nelle aree circostanti.

Così come è impossibile che gli attentatori sapessero l’ora esatta in cui Falcone sarebbe sbarcato a Palermo senza avere una qualche fonte dall’interno che li informasse dei movimenti e degli spostamenti del magistrato.

Capaci per tutte le sue caratteristiche quindi è un evento che appare del tutto inattuabile senza il coinvolgimento di elementi infedeli presenti nelle istituzioni che diedero agli attentatori le informazioni necessarie per eseguire la strage.

Senza i primi, è impossibile sapere chi sono i veri mandanti occulti dell’eccidio che è costato la vita a 5 persone e che sconvolse l’Italia.

E per poter comprendere quali siano questi mandanti occulti è necessario guardare a cosa stava lavorando Falcone nelle sue ultime settimane di vita.

Senza posare lo sguardo su questo intervallo temporale, non possiamo comprendere nulla di quello che accadde in quei tragici giorni.

La stampa nostrana sono trent’anni che ci offre una ricostruzione edulcorata e distorta della strage di Capaci.

Ci vengono mostrate a ripetizione le immagini di Giovanni Brusca. Ci è stato detto tutto sulla teoria strampalata che vedrebbe Silvio Berlusconi tra i mandanti occulti dell’attentato, teoria che pare aver trovato una certa fortuna tra gli allievi liberali montanelliani, quali Peter Gomez e Marco Travaglio.

Non ci viene detto nulla però su ciò che stava facendo davvero Giovanni Falcone prima di morire.

L’indagine di Falcone sui fondi neri del PCI

All’epoca dei fatti, Falcone era direttore generale degli affari penali, incarico che aveva ricevuto dall’allora ministro della Giustizia, Claudio Martelli.

Nei mesi prima di Capaci, Falcone riceve una vera e propria richiesta di aiuto da parte di Francesco Cossiga, presidente della Repubblica.

Cossiga chiede a Falcone di fare luce sulla marea di fondi neri che erano piovuti da Mosca dal dopoguerra in poi nelle casse dell’ex partito comunista italiano.

Si parla di somme da capogiro pari a 989 miliardi di lire che sono transitati dalle casse del PCUS, il partito comunista dell’Unione Sovietica, a quelle del PCI.

La politica del PCUS era quella di finanziare e coordinare le attività dei partiti comunisti fratelli per diffondere ed espandere ovunque l’influenza del pensiero marxista e leninista e dell’URSS che si dichiarava custode di quella ideologia.

Questa storia è raccontata dettagliatamente in un avvincente libro intitolato "Il viaggio di Falcone a Mosca" firmato da Francesco Bigazzi e da Valentin Stepankov, il procuratore russo che stava collaborando con Falcone prima di essere ucciso.

Il sistema di finanziamento del PCUS era piuttosto complesso e spesso si rischia di perdersi in un fitto dedalo di passaggi e sottopassaggi nei quali è spesso difficile comprendere dove siano finiti effettivamente i fondi.

I finanziamenti erano erogati dal partito comunista sovietico agli altri suoi satelliti nel mondo e di questo c’è traccia nelle carte esaminate da Stepankov.

Ricevevano fondi il partito comunista francese e persino il partito comunista americano rappresentato da Gus Hall che a Mosca assicurava tutto il suo impegno contro l’imperialismo americano portato avanti da Ronald Reagan.

Il partito comunista italiano era però quello che riceveva la quantità di fondi più ingenti perché questo era il partito comunista più forte d’Occidente ed era necessario nell’ottica di Mosca assicurargli un costante sostegno per tenera aperta la possibilità di spostare l’Italia dall’orbita del patto Atlantico a quella del patto di Varsavia.

Una eventualità che se fosse mai avvenuta avrebbe provocato non solo la probabile fine della stessa NATO ma anche un probabile conflitto tra Washington e Mosca che si contendevano un Paese fondamentale, allora come oggi, per gli equilibri dell’Europa e del mondo.

Ed è in questa ottica che va vista la strategia della tensione ispirata e attuata da ambienti atlantici per impedire che Roma si avvicinasse troppo a Mosca.

Nell’ottica di questa strategia era necessario colpire la popolazione civile attraverso gruppi terroristici, ad esempio le Brigate Rosse, infiltrati da ambienti dell’intelligence americana per eseguire azioni clamorose, su tutte il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro.

Il sangue versato dall’Italia nel dopoguerra per volontà del cosiddetto stato profondo di Washington è stato versato per impedire all’Italia di intraprendere un cammino politico che avrebbe potuto allontanarla troppo dalla sfera di dominio Euro-Atlantica non tanto per approdare in quella sovietica, ma piuttosto, secondo la visione di Moro, nel campo dei Paesi non allineati né con un blocco né con l’altro.

Nel 1992 questo mondo era già crollato e non esisteva più la cosiddetta minaccia sovietica. A Mosca regnava il caos. Una epoca era finita e l’URSS era crollata non per via della sua struttura elefantiaca, come pretende di far credere una certa vulgata atlantista, ma semplicemente perché si era deciso di demolirla dall’interno.

La perestrojka, termine russo che sta per ristrutturazione, di cui l’ex segretario del PCUS, Gorbachev, fu un convinto sostenitore fu ciò che preparò il terreno alla caduta del blocco sovietico.

Gorbachev era ed è un personaggio molto vicino agli ambienti del globalismo che contano e fu uno dei primi sovietici ad essere elogiato e sostenuto dal gruppo Bilderberg che nel 1987 guarda con vivo interesse e ammirazione alla sua apertura al mondo Occidentale.

Al Bilderberg c’è il gotha della società mondiale in ogni sua derivazione politica, economica, finanziaria e ovviamente mediatica senza la quale sarebbe stato impossibile perseguire i piani di questa struttura paragovernativa internazionale.

Uno dei membri di spicco di questo club, David Rockefeller, ringraziò calorosamente alcuni anni dopo gli esponenti della stampa mondiale, soprattutto quella anglosassone, per aver taciuto le attività di questa società segreta che senza il silenzio dei media non sarebbe mai riuscita a portare avanti indisturbata i suoi piani.

Nella visione di questi ambienti, l’URSS, di cui, sia chiaro, non si ha nostalgia, era comunque diventata ingombrante e doveva essere rimossa.

Il segretario del partito comunista, Gorbachev, attraverso le sue “riforme” ebbe un ruolo del tutto fondamentale nell’ambito del raggiungimento di questo obbiettivo.

I signori del Bilderberg avevano deciso che gli anni 90 avrebbero dovuto essere gli anni della globalizzazione e della concentrazione di un potere mai visto nelle mani della NATO che per poter avvenire doveva passare dall’eliminazione del blocco opposto, quello dell’Unione Sovietica.

Il crollo dell’URSS ebbe un impatto devastante sulla società post-sovietica russa. Moltissimi dirigenti, 1746, si tolsero la vita. Un numero di morti per suicidio che non trova probabilmente emuli nella storia politica recente di nessun Paese.

Alcuni suicidi furono piuttosto anomali e si pensò che alcuni influenti notabili di Mosca in realtà siano stati suicidati per non far trapelare le verità scomode che sapevano riguardano ai finanziamenti del partito.

A Mosca era iniziato il grande saccheggio e le svendite di tutto quello che era il patrimonio pubblico dello Stato.

L’URSS era uscita dall’era della proprietà collettivizzata per entrare in quella del neoliberismo più feroce e selvaggio così come avvenne per gli altri Paesi dell’Europa Orientale che furono messi all’asta e comprati da corporation angloamericane.

Il procuratore russo Stepankov voleva far luce sulla enorme quantità di soldi che era uscita dalle casse del partito. Voleva capire dove fosse finito tutto questo denaro e come esso fosse stato speso.

Per fare questo, chiese assistenza all’Italia e il presidente Cossiga girò questa richiesta di aiuto all’allora direttore generale degli affari penali, Giovanni Falcone.

Falcone accettò con entusiasmo e ricevette a Roma nel suo ufficio il procuratore Stepankov per avviare quella collaborazione, inedita dal secondo dopoguerra in poi, tra l’Italia e la neonata federazione russa.

Al loro primo incontro, Falcone e Stepankov si piacciono subito. Entrambi si riconoscono una integrità e una determinazione indispensabili per degli inquirenti determinati a comprendere cosa fosse accaduto con quella enorme quantità di denaro che aveva lasciato Mosca per finire in Italia.

I fondi venivano stanziati in dollari e poi convertiti in lire ma per poter completare questo passaggio era necessaria l’assistenza di un’altra parte, che Falcone riteneva essere la mafia che in questo caso avrebbe agito in stretto contatto con l’ex PCI.

I legami tra PCI e mafia non sono stati nemmeno sfiorati dai media mainstream italiani. La sinistra progressista si è attribuita una sorta di primato morale nella lotta alla mafia quando questa storia e questa indagine rivelano invece una sua profonda contiguità con il fenomeno mafioso.

L’indagine di Falcone rischiava di mandare a monte il piano di Mani Pulite

Giovanni Falcone era determinato a fare luce su questi legami, ma non fece in tempo. Una volta iniziata la sua collaborazione con Stepankov la sua vita fu stroncata brutalmente nella strage di Capaci.

Era in programma un viaggio del magistrato nei primi giorni di giugno a Mosca per continuare la collaborazione con Stepankov.

Il giudice si stava avvicinando ad una verità scabrosa che avrebbe potuto travolgere l’allora PDS che aveva abbandonato la falce e martello del partito comunista due anni prima nella svolta della Bolognina inaugurata da Achille Occhetto.

Il PCI si stava tramutando in una versione del partito democratico liberal progressista molto simile a quella del partito democratico americano.

Il processo di conversione era già iniziato anni prima quando a Washington iniziò a recarsi sempre più spesso Giorgio Napolitano che divenne un interlocutore privilegiato degli ambienti che contano negli Stati Uniti, soprattutto quelli sionisti e atlantisti.

A Washington avevano già deciso probabilmente in quegli anni che doveva essere il nuovo partito post-comunista a trascinare l’Italia nel girone infernale della globalizzazione.

Il 1992 fu molto di più che l’anno della caccia alle streghe giudiziaria. Il 1992 fu una operazione internazionale decisa nei circoli del potere anglo-sionista che aveva deciso di liberarsi di una classe politica che, seppur con tutti i suoi limiti, aveva saputo in diverse occasioni contenere l’atlantismo esasperato e aveva saputo esercitare la sua sovranità come accaduto a Sigonella nel 1984 e come accaduto anche con l’omicidio di Aldo Moro, che pagò con la vita la decisione di voler rendere indipendente l’Italia dall’influenza di questi centri di potere transnazionali.

Il copione era quindi già scritto. Il pool di Mani Pulite agì come un cecchino. Tutti i partiti vennero travolti dalle inchieste giudiziarie e tutti finirono sotto la gogna mediatica della pioggia di avvisi di garanzia che in quel clima da linciaggio popolare equivalevano ad una condanna anticipata.

Il PSI di Craxi fu distrutto così come la DC di Andreotti. Tutti vennero colpiti ma le inchieste lasciarono, “casualmente”, intatto il PDS.

Eppure era abbastanza nota la corruzione delle cosiddette cooperative rosse, così come era nota la corruttela che c’era nel partito comunista italiano che riceveva fondi da una potenza straniera, allora nemica, e poi li riciclava attraverso la probabile assistenza di organizzazioni mafiose.

Questa era l’ipotesi investigativa alla quale stava lavorando Giovanni Falcone e questa era la stessa ipotesi che subito dopo raccolse Paolo Borsellino, suo fraterno amico e magistrato ucciso soltanto 55 giorni dopo a via d’Amelio.

Mai la mafia era giunta a tanto, e non era giunta a tanto perché non era nelle sue possibilità. C’è un unico filo rosso che lega queste due stragi e questo filo rosso porta fuori dai confini nazionali.

Porta direttamente in quei centri di potere che avevano deciso che tutta la ricchezza dell’industria pubblica italiana fosse smantellata per essere portata in dote alla finanza anglosionista.

Questi stessi centri di potere globali avevano deciso anche che dovesse essere il nuovo PDS a proseguire lo smantellamento dell’economia italiana attraverso la sua adesione alla moneta unica.

E fu effettivamente così, salvo la parentesi berlusconiana del 94. Il PDS portò l’Italia sul patibolo dell’euro e di Maastricht e privò della sovranità monetaria il Paese agganciandola alla palla al piede della moneta unica, arma della finanza internazionale.

E fu il turbare di questi equilibri che portò alla prematura morte dei magistrati Falcone e Borsellino. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino avevano messo le mani sui fili dell’alta tensione. Quelli di un potere così forte che fa impallidire la mafia.

I due brillanti giudici sapevano che il fenomeno mafioso non poteva essere compreso se non si guardava al piano superiore, che era quello costituito dalla massoneria e dal potere finanziario.

Cosa Nostra e le altre organizzazioni sono solamente della manovalanza di un potere senza volto molto più potente.

È questa la verità che non viene raccontata agli italiani che ogni anno quando si celebrano queste stragi vengono sommersi da un fiume di retorica o da una scadente cinematografia di regime che mai sfiora la verità su quanto accaduto in quegli anni e mai sfiora il vero potere che eseguì il colpo di Stato del 1992 e che insanguinò l’Italia nello stesso anno.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due figure che vanno ricordate non solo per il loro eroismo, ma per la loro ferma volontà e determinazione nel fare il loro mestiere, anche se questo voleva dire pagare con la propria vita.

Lo fecero fino in fondo sapendo di sfidare un potere enormemente più forte di loro. Sapevano che in gioco c’erano equilibri internazionali e destini decisi da uomini seduti nei consigli di amministrazione di banche e corporation che erano i veri registi della mafia.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vanno ricordati perché sono due eroi italiani che si sono opposti a ciò che il Nuovo Ordine Mondiale aveva deciso per l’Italia e pur di farlo non hanno esitato a sacrificare la loro vita.

Oggi, trent’anni dopo, sembra che stiano per chiudersi i conti con quanto accaduto nel 1992 e l’Italia sembra più vicina all’avvio di una nuova fase della sua storia, una nella quale potrebbe esserci la seria possibilità di avere una sovranità e una indipendenza come non la si è avuta dal 1945 in poi.

 

 

 

Autovelox mobili: la multa non è valida se non sono segnalati
multe autovelox

La Cassazione ha confermato che anche gli autovelox posti sulle pattuglie delle varie forze dell’ordine devono essere adeguatamente segnalati.
Autovelox mobili: la multa non è valida se non sono segnalati

AUTOVELOX MOBILI - Subire una multa per eccesso di velocità non è certamente piacevole, soprattutto perché questo comporta la necessità di dover mettere mano al portafoglio per una spesa imprevista. Ci sono però delle situazioni in cui la sanzione può essere ritenuta non valida e quindi annullata, come indicata da una recente sentenza emessa dalla Corte di Cassazione. Che ha così chiarito i dubbi su cosa può accadere nel caso in cui l’autovelox presente in un tratto di strada non sia opportunamente segnalato: l’obbligo è valido anche per gli autovelox mobili montati sulle auto della polizia.

UNA LUNGA TRAFILA LEGALE - La vicenda trae origine da un’automobilista di Feltre (Belluno) aveva subito sei anni fa una multa per eccesso di velocità dopo essere stato sorpreso a 85 km/h in un tratto di strada in cui il limite era invece di 70 m/h. Una pattuglia della polizia presente sul posto dotata di autovelox Scout Speed aveva provveduto a sanzionarlo. L’uomo era però convinto di avere subito un’ingiustizia e aveva così deciso di fare ricorso. Alla fine, nonostante la trafila sia stata particolarmente lunga, è stato proprio il conducente a vincere fino ad arrivare alla sentenza della Cassazione emessa pochi giorni fa.

LA SENTENZA - Nella quale si legge: "In attuazione del generale obbligo di preventiva e ben visibile segnalazione, contempla la possibilità di installare sulle autovetture dotate del dispositivo Scout Speed messaggi luminosi contenenti l'iscrizione “controllo velocità” o “rilevamento della velocità”, visibili sia frontalmente che da tergo. Molteplici possibilità di impiego e segnalazione sono correlate alle caratteristiche della postazione, fissa o mobile, sicché non può dedursi alcuna interferenza negativa che possa giustificare, avuto riguardo alle caratteristiche tecniche della strumentazione impiegata nella postazione di controllo mobile, l'esonero dall'obbligo della preventiva segnalazione".

 

  

COSTITUENDA ASSOCIAZIONE:

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per non fare diventare l'ITALIA un'hotspot europeo dell'immigrazione in quanto bisogna resistere come italiani nel nostro paese dando agli immigrati un messaggio forte e chiaro : ogni paese puo' svilupparsi basta impegnarsi per farlo con le risorse disponibili e l'intelligenza , che significa adattamento nel superare le difficolta'.

Inventarsi un lavoro invece che fare l'elemosina.

Quanti miracoli ha fatto Maometto rispetto a Gesu' ?

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obiettivi:

1) esame d'italiano e storia italiana per gli immigrati

2) lavori socialmente utili

3) pulizia e cucina autonoma

3 gennaio 1917, Suor Lucia nel Terzo segreto di Fatima: Il sangue dei martiri cristiani non smetterà mai di sgorgare per irrigare la terra e far germogliare il seme del Vangelo.  Scrive suor Lucia: “Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “Qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”. interpretazione del Terzo segreto di Fatima era già stata offerta dalla stessa Suor Lucia in una lettera a Papa Wojtyla del 12 maggio 1982. In essa dice:  «La terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no [si ascolteranno le mie richieste la Russia] spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte” (13-VII-1917). La terza parte del segreto è una rivelazione simbolica, che si riferisce a questa parte del Messaggio, condizionato dal fatto se accettiamo o no ciò che il Messaggio stesso ci chiede: “Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, etc.”. Dal momento che non abbiamo tenuto conto di questo appello del Messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso il mondo con i suoi errori. E se non constatiamo ancora la consumazione completa del finale di questa profezia, vediamo che vi siamo incamminati a poco a poco a larghi passi. Se non rinunciamo al cammino di peccato, di odio, di vendetta, di ingiustizia violando i diritti della persona umana, di immoralità e di violenza, etc. E non diciamo che è Dio che così ci castiga; al contrario sono gli uomini che da se stessi si preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte e chiama al buon cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli uomini sono responsabili».

Le storie degli immigrati occupanti che cercano di farsi mantenere insieme alle loro famiglie , non lavoro come gli immigrati italiani all'estero:

1)  Mi trovavo all'opedale per prenotare una visita delicata , mentre stato parlando con l'infermiera, una donna mi disse di sbrigarmi : era di colore.

2) Mi trovavo in C,vittorio ang V.CARLO ALBERTO a Torino, stavo dando dei soldi ad un bianco che suonava una fisarmonica accanto ai suoi pacchi, arriva un nero in bici e me li chiede

3) Ero su un bus turistico e' salito un nero ha spostato la roba che occupava i primi posti e si e' messo lui

4) Ero in un team di startup che doveva fare proposte a TIM usando strumenti della stessa la minoranza mussulmana ha imposto di prima vedere gli strumenti e poi fare le proposte: molto innovativo !

5) FINO A QUANDO I MUSSULMANI NON ACCETTANO LA PARITA' UOMO DONNA , ANCHE SE LO SCRIVE IL CORANO E' SBAGLIATO. E' INACCETTABILE QUESTO PRINCIPIO CHE CI PORTA INDIETRO.

6) perche' lITALIA deve accogliere tutti ? anche gli alberghi possono rifiutare clienti .

7) Immigrazione ed economia sono interconnesse in quanto spostano pil fuori dal paese.

8) Gli extracomunitari ti entrano in casa senza chiedere permesso. Non solo desiderano la roba d altri ma la prendono.
Forse il primo insegnamento sarebbe il rispetto della liberta' altrui.

 

09.01.19

Tutti i nulllafacenti immigrati Boeri dice che ne abbiamo bisogno : per cosa ? per mantenerli ?

04.02.17l

L'ISIS secondo me sta facendo delle prove di attentato con l'obiettivo del Vaticano con un attacco simultaneo da terra con la tecnica dei camion e dal cielo con aerei come a NY l'11.09.11.

Riforma sostenuta da una maggioranza trasversale: «Non razzismo, ma realismo» Case Atc agli immigrati La Regione Piemonte cambia le regole Gli attuali criteri per le assegnazioni penalizzano gli italiani .

Screening pagato dalla Regione e affidato alle Molinette Nel Centro di Settimo esami contro la Tbc “Controlli da marzo” Tra i profughi in arrivo aumentano i casi di scabbia In sei mesi sono state curate un migliaio di persone.

Il Piemonte è la quarta regione italiana per numero di richiedenti asilo. E gli arrivi sono destinati ad aumentare. L’assessora Cerutti: “Un sistema che da emergenza si sta trasformando in strutturale”. Coinvolgere maggiormente i Comuni.In Piemonte ci sono 14.080 migranti e il flusso non accenna ad arrestarsi: nel primo mese del 2017 sono già sbarcati in Italia 9.425 richiedenti asilo, in confronto ai 6030 dello scorso anno e ai 3.813 del 2015. Insomma, serve un piano. A illustrarlo è l’assessora all’Immigrazione della Regione Monica Cerutti, che spiega come la rete di accoglienza in questi anni sia radicalmente cambiata, trasformando il sistema «da emergenziale a strutturale».

La Regione punta su formazione e compensazioni mentre aumentano i riconoscimenti In Piemonte 14 mila migranti Solo 1200 nella rete dei Comuni A Una minoranza inserita in progetti di accoglienza gestiti dagli enti locali umentano i riconoscimenti delle commissioni prefettizie, meno rigide rispetto al passato prossimo: la tendenza si è invertita, le domande accolte sono il 60% rispetto al 40% dei rigetti. Non aumenta, invece, la disponibilità a progetti di accoglienza e di integrazione da parte dei Comuni. Stando ai dati aggiornati forniti dalla Regione, si rileva che rispetto ai 14 mila migranti oggi presenti in Piemonte quelli inseriti nel sistema Sprar - gestito direttamente dai Comuni - non superano i 1.200. Il resto lo troviamo nelle strutture temporanee sotto controllo dalle Prefetture. Per rendere l’idea, nella nostra regione i Comuni sono 1.2016. La trincea dei Comuni Un bilancio che impensierisce la Regione, alle prese con resistenze più o meno velate da parte degli enti locali: il termometro di un malumore, o semplicemente di indifferenza, che impone un lavoro capillare di convincimento. «Di accompagnamento, di compensazione e prima ancora di informazione contro la disinformazione e certe strumentalizzazioni politiche», - ha precisato l’assessora Monica Cerutti riepilogando le azioni previste nel piano per regionale per l’immigrazione. A stretto giro di posta è arrivata la risposta della Lega Nord nella persona del consigliere regionale Alessandro Benvenuto: «Non esistono paure da disinnescare ma necessità da soddisfare sia in termini di sicurezza e controllo del territorio, sia dal punto di vista degli investimenti. Il Piemonte ha di per sé ben poche risorse, che andrebbero utilizzate per creare lavoro e risolvere i problemi che attanagliano i piemontesi, prima di essere adoperate per far fare un salto di qualità all’accoglienza». Progetti di accoglienza Tre i progetti in campo: «Vesta» (ha come obiettivo il miglioramento dei servizi pubblici che si relazionano con i cittadini di Paesi terzi), “Petrarca” (si occupa di realizzare un piano regionale per la formazione civico linguistica), “Piemonte contro le discriminazioni” (percorsi di formazione e di inclusione volti a prevenire le discriminazioni). Inoltre la Regione ha attivato con il Viminale un progetto per favorire lo sviluppo delle economie locali sostenendo politiche pubbliche rivolte ai giovani ivoriani e senegalesi. Più riconoscimenti Come si premetteva, aumentano i riconoscimenti: 297 le domande accolte dalla Commissione di Torino nel periodo ottobre-dicembre 2016 (status di rifugiato, protezione sussidiaria e umanitaria); 210 i rigetti. In tutto i convocati erano mille: gli altri o attendono o non si sono presentati. I tempi della valutazione, invece, restano lunghi: un paio di anni, considerando anche i ricorsi. Sul fronte dell’assistenza sanitaria e della prevenzione, si pensa di replicare nel Centro di Castel D’Annone, in provincia di Asti, lo screening contro la tubercolosi che dal marzo sarà attivato al Centro Fenoglio di Settimo con il concorso di Regione, Croce Rossa e Centro di Radiologia Mobile delle Molinette.

INTANTO :«Non sono ipotizzabili anticipazioni di risorse» per l’asilo che Spina 3 attende dal 2009. La lunga attesa aveva fatto protestare molti residenti e c’era chi già stava perdendo le speranze. Ma in Circoscrizione 4, in risposta a un’interpellanza del consigliere della Lega Carlo Morando, il Comune ha messo nero su bianco che i fondi dei privati per permettere la costruzione dell’asilo non ci sono. Quella di via Verolengo resta una promessa non rispettata. Con la crisi immobiliare, la società Cinque Cerchi ha rinunciato a costruire una parte dei palazzi e gli oneri di urbanizzazione versati, spiegò mesi fa l’ex assessore Lorusso, erano andati per la costruzione del tunnel di corso Mortara. Ad ottobre c’è stata una nuova riunione. L’esito è stata la fumata nera da parte dei privati. «Sarà necessario che la progettazione e la realizzazione dell’opera vengano curate direttamente dalla Città di Torino», scrive il Comune nella sua risposta. Senza specificare come e dove verranno reperiti i fondi necessari, né quando si partirà.

 

Tunisia. Frattini: "Proporremo immigrazione circolare" - Il portale dell ...

www.stranieriinitalia.it/.../tunisia-frattini-qproporremo-immigrazione-circolareq.html

20 gen 2011 - L'immigrazione "circolare" è quella in cui i migranti, dopo un certo periodo di lavoro all'estero, tornano nei loro Paesi d'origine. Un sistema più ...

Tutto è iniziato quando è stato chiuso il bar. I 60 stranieri che erano a bordo del traghetto Tirrenia diretto a Napoli volevano continuare a bere. L’obiettivo era sbronzarsi e far scoppiare il caos sulla nave. Lo hanno fatto ugualmente, trasformando il viaggio in un incubo anche per gli altri 200 passeggeri. In mezzo al mare, nel cuore della notte, è successo di tutto: litigi, urla, botte, un tentativo di assalto al bancone chiuso, molestie ai danni di alcuni viaggiatori e persino un’incursione tra le cuccette. La situazione è tornata alla calma soltanto all’alba, poco prima dell’ormeggio, quando i protagonisti di questa interminabile notte brava hanno visto che sulle banchine del porto di Napoli erano già schierate le pattuglie della polizia. Nella nave Janas partita da Cagliari lunedì sera dalla Sardegna era stato imbarcato un gruppo di nordafricani che nei giorni scorsi aveva ricevuto il decreto di espulsione. Una trentina di persone, alle quali si sono aggiunti anche altri immigrati nordafricani. E così a bordo è scoppiato il caos. Il personale di bordo ha provato a riportare la calma ma la situazione è subito degenerata. Per ore la nave è stata in balia dei sessanta scatenati. All’arrivo a Napoli, il traghetto è stato bloccato dagli agenti della Questura di Napoli che per tutta la giornata sono rimasti a bordo per identificare gli stranieri che hanno scatenato il caos in mezzo al mare e per ricostruire bene l’episodio. «Il viaggio del gruppo è stato effettuato secondo le procedure previste dalla legge, implementate dalle autorità di sicurezza di Cagliari – si limita a spiegare la Tirrenia - La compagnia, come sempre in questi casi, ha destinato ai passeggeri stranieri un’area della nave, a garanzia della sicurezza dei passeggeri, non essendo il gruppo accompagnato  dalle forze di polizia. Contrariamente a quanto avvenuto in passato, il gruppo ha creato problemi a bordo per tensioni al suo interno che poi si sono ripercosse sui passeggeri». A bordo del traghetto gli agenti della questura di Napoli hanno lavorato per quasi 12 ore e hanno acquisito anche le telecamere della videosorveglianza della nave. Nel frattempo sono scoppiate le polemiche. «I protagonisti di questo caos non sono da scambiare con i profughi richiedenti asilo - commenta il segretario del Sap di Cagliari, Luca Agati - La verità è che con gli sbarchi dal Nord Africa, a cui stiamo assistendo anche in questi giorni, arrivano poco di buono, giovani convinti di poter fare cio’ che vogliono una volta ottenuto il foglio di espulsione, che di fatto è un lasciapassare che garantisce loro la libertà di delinquere in Italia. Cosa deve accadere per far comprendere che va trovata una soluzione definitiva alla questione delle espulsioni?»  In ostaggio per ore Per ore la nave è stata in balia dei sessanta scatenati, che hanno trasformato il viaggio in un incubo per gli altri 200 passeggeri  21.02.17

Istituto comprensivo Regio Parco La crisi spegne la musica in classe Le famiglie non pagano la retta da 10 euro al mese: a rischio il progetto lanciato da Abbado, mentre la Regione Piemonte finanzia un progetto per insegnare ai bambini italiani la lingua degli immigrati non viceversa.

 Qui Foggia Gli sfollati di una palazzina crollata nel 1999 vivono in container di appena 24 mq Qui Messina Nei rioni Fondo Fucile e Camaro San Paolo le baracche aumentano di anno in anno Donne e bambini Nei rioni nati dopo il sisma le case sono coperte da tetti precari, spesso di Eternit Qui Lamezia Terme Oltre 400 calabresi di etnia rom vivono ai margini di una discarica a cielo aperto  Qui Brescia Nelle casette di San Polino le decine di famiglie abitano prefabbricati fatiscenti Da Brescia a Foggia, da Lamezia a Messina. Oltre 50 mila italiani vivono in abitazioni di fortuna. Tra amianto, topi e rassegnazione Caterina ha 64 anni e tenacia da vendere. Con gli occhi liquidi guarda il tetto di amianto sopra la sua testa: «Sono stata operata due volte di tumore, è colpa di questo maledetto Eternit». Indossa una vestaglia a righe bianche e blu. «Vivo qui da vent’anni. D’estate si soffoca, d’inverno si gela, piove in casa e l’umidità bagna i vestiti nei cassetti. Il dottore mi ha detto di andare via. Ma dove?». In fondo alla strada abita Concetta, che tra topi e lamiere trova la forza di sorridere: «A ogni campagna elettorale i politici ci promettono case popolari, ma una volta eletti si dimenticano di noi. Sono certa che morirò senza aver realizzato il mio sogno: un balcone dove stendere la biancheria». Antonio invece no, lui non ride. Digrigna i denti rimasti: «Gli altri li ho persi per colpa della rabbia. In due anni qui sono diventato brutto, mi vergogno». Slum, favela, bidonville: Paese che vai, emarginazione che trovi. Un essere umano su sei, nel mondo, vive in una baraccopoli. In Italia sono almeno 53 mila le persone che, secondo l’Istat, abitano nei cosiddetti «alloggi di altro tipo», diversi dalle case. Cantine, roulotte, automobili e soprattutto baracche. Le storie di questi cittadini invisibili (e italianissimi) sono raccontate nel documentario «Baraccopolis» di Sergio Ramazzotti e Andrea Monzani, prodotto da Parallelozero, in onda domenica sera alle 21,15 su Sky Atlantic Hd per il ciclo «Il racconto del reale». Le baraccopoli sono non luoghi popolati da un’umanità sconfitta e spesso rassegnata. Donne, uomini, bambini, anziani. Vittime della crisi economica o di circostanze avverse. Vivono in stamberghe all’interno di moderni ghetti al confine con quella parte di città degna di questo nome. Di là dal muro la civiltà. Da questo lato fango, calcinacci, muffa, immondizia, fogne a cielo aperto. A Messina le abitazioni di fortuna risalgono ad oltre un secolo fa, quando il terremoto del 1908 rase al suolo la città. Qui l’emergenza è diventata quotidianità. Fondo Fucile, Giostra, Camaro San Paolo. Eccoli i rioni del girone infernale dei diseredati. Legambiente ha censito più di 3 mila baracche e altrettante famiglie. I topi, invece, sono ben di più. A Lamezia Terme oltre 400 calabresi di etnia rom vivono ai margini di una discarica. Tra loro c’è Cosimo, che vorrebbe andare via: «Non per me, ma per mio figlio, ha subìto un trapianto di fegato». A Foggia gli sfollati di una palazzina crollata nel 1999 vivono nei container di 24 mq. Andrea abita invece nelle casette di San Polino a Brescia, dove un prefabbricato fatiscente è diventato la sua dimora forzata: «Facevo l’autotrasportatore. Dopo due ictus ho perso patente e lavoro. I miei figli non sanno che abito qui. Non mi è rimasto nulla, nemmeno la dignità». Sognando un balcone «Il mio sogno? È un balcone dove stendere la biancheria», dice la signora Caterina nIl documentario «Baraccopolis» di Sergio Ramazzotti e Andrea Monzani, prodotto da Parallelozero, andrà in onda domani sera alle 21.15 su Sky Atlantic Hd per il ciclo «Il racconto del reale». Su Sky Atlantic Il documentario 3 domande a Sergio Ramazzotti registra e fotografo “Così ho immortalato la vita dentro quelle catapecchie” Chi sono gli abitanti delle baraccopoli? «Sono cittadini italiani, spesso finiti lì per caso. Magari dopo aver perso il lavoro o aver divorziato». Quali sono i tratti comuni? «Chi finisce in una baracca attraversa fasi simili a quelle dei malati di cancro. Prima lo stupore, poi la rabbia, il tentativo di scendere a patti con la realtà, la depressione, infine la rassegnazione». Cosa ci insegnano queste persone? «È destabilizzante raccontare donne e uomini caduti in disgrazia con tanta rapidità. Sono individui come noi. La verità è che può succedere a chiunque». Baraccopolid’Italia

01.03.17

GLI ITALIANI AIUTANO più FACILMENTE GLI EXTRACOMUNITARI RISPETTO AGLI ITALIANI.

 

 

 

SE VUOI SCRIVERTI UN BREVETTO CONSULTA dm.13.01.10 n33

13/01/2010 - Decreto ministeriale del 13 gennaio 2010, n. 33 - Uibm

 

 

 

CORRISPONDENZA sulla Xylella fastidiosa con la UE luglio 2018

XYLELLA\18-07-31-ARES 4037967.pdf

XYLELLA\18-07-31-ARES 4037967-cover.pdf

 

 

 

Mutui, la prova della truffa Via a rimborsi per 16 miliardi

Dopo tre anni ecco la sentenza Ue sull'Euribor truccato da banche estere. Ma si può far causa pure alle italiane

Giuseppe Marino - Sab, 19/11/2016 - 15:52

La Commissione europea, tre anni dopo aver condannato quattro tra le più grandi banche europee per aver truccato il tasso di interesse che incide sui mutui di milioni di cittadini europei, ha finalmente tolto il segreto al testo della sentenza. E quel documento di trenta pagine potrebbe valere, solo per gli italiani che hanno un mutuo sulle spalle, ben 16 miliardi di euro di rimborsi da chiedere alle banche.

La storia parte con la scoperta di un'intesa restrittiva della concorrenza, ovvero un cartello, tra le principali banche europee. Lo scopo, secondo l'Antitrust europeo, era di manipolare a proprio vantaggio il corso dell'Euribor, il tasso di interesse che funge da riferimento per un mercato di prodotti finanziari che vale 400mila miliardi di euro. Tra questi ci sono i mutui di 2,5 milioni di italiani, per un controvalore complessivo stimabile in oltre 200 miliardi. L'Euribor viene calcolato giorno per giorno con un sondaggio telefonico tra 44 grandi banche europee, che comunicano che tasso di interesse applicano in quel momento per i prestiti tra banche. Il risultato del sondaggio viene comunicato all'agenzia Thomson Reuters che poi comunica il valore dell'Euribor agli operatori e al pubblico. L'Antitrust ha scoperto che alcune grandi banche, tra il 2005 e il 2008, si erano messe d'accordo per falsare i valori comunicati e manipolare il valore del tasso secondo la propria convenienza. «Alcune volte, -recita la sentenza che il Giornale ha potuto visionare- certi trader (omissis...) comunicavano e/o ricevevano preferenze per un settaggio a valore costante, basso o alto di certi valori Euribor. Queste preferenze andavano a dipendere dalle proprie posizioni commerciali ed esposizioni»

Il risultato ovviamente si è riflettuto sui mutui degli ignari cittadini di tutta Europa, che però finora avevano le unghie spuntate. Un avvocato di Sassari, Andrea Sorgentone, legato all'associazione Sos Utenti, ha subissato la Commissione di ricorsi per farsi consegnare il testo della sentenza dell'Antitrust che condanna Deutsche Bank, Société Genéralé, Rbs e Barclay's a pagare in totale una multa di oltre un miliardo di euro.

La Ue ha sempre rifiutato adducendo problemi di riservatezza delle banche, ma alla fine l'avvocato ha ottenuto una copia della sentenza, seppur in parte «censurata». E ora il conto potrebbe salire. E non solo per quelle direttamente coinvolte, perché il tasso alterato veniva applicato ai mutui variabili da tutte le banche, anche le italiane, che ora potrebbero dover pagare il conto dei trucchi di tedesche, francesi e inglesi. Sorgentone si dice convinto di poter ottenere i risarcimenti: «Secondo le stime più attendibili -dice- i mutuatari italiani hanno pagato interessi per 30 miliardi, di cui 16 indebitamente. La sentenza europea è vincolante per i giudici italiani. Ora devono solo quantificare gli interessi che vanno restituiti in ogni rapporto mutuo, leasing, apertura di credito a tasso variabile che ha avuto corso dal 1 settembre 2005 al 31 marzo 2009».

27.01.17

 

 

Come creare un meeting su Zoom? In un periodo in cui è richiesto dalla società il distanziamento sociale, la nota app per le videoconferenze diventa uno strumento importante per molte aziende e privati. Se partecipare a un meeting è un processo estremamente semplice, che non richiede neppure la registrazione al servizio, discorso diverso vale per gli utenti che desiderano creare un meeting su Zoom.

Ecco dunque una semplice guida per semplificare la vita a coloro che hanno intenzione di approcciare alla piattaforma senza confondersi le idee.

Come si crea un meeting su Zoom

Dopo aver scaricato e installato Zoom, e aver effettuato la registrazione, si dovrà dunque effettuare l’accesso premendo Sign In (è possibile loggare direttamente con il proprio account Google o Facebook, comunque). A questo punto, bisogna procedere in questo modo:

  • Fare tap su New Meeting (pulsante arancione)
  • Scegliere se avviare il meeting con la fotocamera accesa o spenta, tramite il toggle Video On
  • Premere Start a Meeting

A questo punto è stata creata la videoconferenza, ma affinché venga avviata è necessario invitare i partecipanti. Per proseguire sarà necessario quindi:

  • Fare tap su Participants (nella parte in basso dello schermo)
  • Premere su Invite
  • Scegliere il mezzo attraverso cui inviare il link di partecipazione ai mittenti (tramite e-mail o messaggio, per esempio)

Una volta invitati gli utenti, chi ha creato il meeting avrà la possibilità di fare tap su ognuno di essi per utilizzare diverse funzioni: per esempio si potranno silenziare, piuttosto che chiedergli di attivare la fotocamera, eccetera.

Zoom, anche su dispositivi mobile

Zoom (immagine: Zoom).

Facendo tap sul pulsante Chats (in basso a sinistra dello schermo), inoltre, si potranno inviare messaggi di testo a tutti i partecipanti o solo a uno di essi. Una volta terminata la videoconferenza, la si potrà chiudere facendo tap sulla scritta rossa End in alto a destra: si potrà in ultimo scegliere se lasciare il meeting (Leave Meeting), permettendo agli altri di continuare a interagire, o se scollegare tutti (End Meeting).

 

 

Windows File Recovery recupera i file cancellati per sbaglio

È la prima app di questo tipo realizzata direttamente da Microsoft.

A tutti - beh, a quanti non hanno un backup efficiente - sarà capitato di cancellare per errore un file, non solo mettendolo nel Cestino, ma facendolo sparire apparentemente per sempre.

Recuperare i file cancellati ha tante più possibilità di riuscire quanto meno la zona occupata da quei file è stata sovrascritta, ed è un lavoro per software specializzati.

Fino a oggi, l'unica possibilità per i sistemi Windows era scegliere programmi di terze parti. Ora Microsoft ha rilasciato una piccola utility che si occupa proprio del recupero dei file.

Si chiama Windows File Recovery ed è disponibile gratuitamente sul Microsoft Store.

Si tratta di un programma privo di interfaccia grafica: per adoperarlo bisogna quindi superare la diffidenza per la linea di comando che alberga in molti utenti di Windows.

L'utility ha tre modalità base di funzionamento. Default, suggerita per i drive Ntfs, si rivolge alla Master File Table (MFT) per individuare i segmenti dei file. Segment fa a meno della MFT e si basa invece sul rilevamento dei segmenti (che contengono informazioni come il nome, la data, il tipo di file e via di seguito). Signature, infine, si basa sul tipo di file: non avendo a disposizione altre informazioni, cerca tutti i file di quel tipo (Microsoft consiglia questo sistema per le unità esterne come chiavette Usb e schede SD).

Windows File Recovery è in grado di tentare il recupero da diversi filesystem - quali Ntfs, exFat e ReFS - e per apprendere il suo utilizzo Microsoft ha messo a disposizione una pagina d'aiuto (in inglese) sul sito ufficiale.

Qui sotto, alcune schermate di Windows File Recovery.

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Bloatbox ripulisce Windows 10 dalle app indesiderate

Bastano pochi clic per eliminare tutto il bloatware preinstallato.

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Non si può dire che Windows 10 sia un sistema operativo essenziale: ogni nuova installazione porta con sé, insieme al sistema vero e proprio, tutta una serie di applicazioni che per la maggior parte degli utenti si rivelano inutili, se non fastidiose, senza contare le aggiunte dei singoli produttori di Pc.

Rimuoverle a mano una a una è un compito tedioso, ma esiste una piccola applicazione che facilita l'intera operazione: Bloatbox.

Nata come estensione per Spydish, app utile per gestire le informazioni condivise con Microsoft da Windows 10 e più in generale le impostazioni del sistema che coinvolgono la privacy, è poi diventata un software a sé.

Il motivo è un po' la medesima ragione di vita di Bloatbox: non rendere Spydish troppo "grasso" (bloated), ossia ricco di funzioni che, per quanto utili, vadano a incidere sulla possibilità di avere un'applicazione compatta, efficiente e facile da usare.

Bloatbox si scarica da GitHub sotto forma di archivio .zip da estrarre sul Pc. Una volta compiuta questa operazione non resta altro da fare che cliccare due volte sul file Bloatbox.exe per avviare l'app.

La finestra principale mostra sulla sinistra una colonna in cui è presente la lista di tutte le app installate in Windows, tra cui anche quelle che normalmente non si possono disinstallare - come il Meteo, Microsoft News e via di seguito - e quelle installate dal produttore del computer.

Ciò che occorre fare è selezionare quelle app che si intende rimuovere e, quando si è soddisfatti, premere il pulsante , che le aggiungerà alla colonna di destra, dove si trovano tutte le app condannate alla cancellazione.

A questo punto si può premere il pulsante Uninstall, posto nella parte inferiore della colonna centrale, e il processo di disinstallazione inizierà.

L'ultima versione al momento in cui scriviamo mostra anche, nella colonna di destra di un pratico link per effettuare una "pulizia generale" di una nuova installazione di Windows 10, identificato dalla dicitura Start fresh if your Windows 10 is loaded with bloat....

Cliccandolo, verranno aggiunte all'elenco di eliminazione tutte le app preinstallate e considerate bloatware. Chiaramente l'elenco può essere personalizzato a piacere rimuovendo da esso le app che si intende tenere tramite il pulsante Remove selected.

 

 

 

 

Il sito che installa tutte le app essenziali per Windows 10

Bastano pochi clic per ottenere un Pc perfettamente attrezzato, senza dover scaricare ogni singolo software.

Reinstallare il sistema operativo è solo il primo passo, dopo un incidente al Pc che abbia causato la necessità di ripartire da capo, tra quelli necessari per arrivare a riavere un computer perfettamente configurato e utilizzabile.

A quel punto inizia infatti il processo di configurazione e di installazione di tutte quelle grandi e piccole applicazioni che svolgono i vari compiti ai quali il computer è dedicato. Si tratta di un'operazione che può essere lunga e tediosa e che sarebbe bello poter automatizzare.

Una delle alternative migliori da tempo esistente è Ninite, sito che permette di selezionare le app preferite e si occupa di scaricarle e installarle in autonomia.


Da quando però Microsoft ha lanciato un proprio gestore di pacchetti (Winget) sono spuntate delle alternative che a esso si appoggiano e, dato che funziona da linea di comando, dette alternative si occupano di fornire un'interfaccia grafica.

Una delle più interessanti è Winstall, che semplifica l'installazione delle app dai repository messi a disposizione da Microsoft.

Winstall è una Progressive Web Application (Pwa), ossia un sito da visitare con il proprio browser e che permette di scegliere le app da installare sul computer; in questo senso, dal punto di vista dell'uso è molto simile al già citato Ninite.

Diverso è però il funzionamento: se Ninite scarica i singoli installer dei vari programmi, Winstall si appoggia a Winget, che quindi deve essere preventivamente installato sul Pc.

Inoltre offre una propria funzionalità specifica, che il suo sviluppatore ha battezzato Featured Pack.

Si tratta di gruppi di applicazioni unite da un tema o una funzionalità comune (browser, strumenti di sviluppo, software per i giochi) che si possono selezionare tutte insieme; Winstall si occupa quindi di generare il codice da copiare nel Prompt dei Comandi per avviare l'installazione.

In alternativa si può scaricare un file .bat da eseguire, che si occupa di invocare Winget per portare a termine il compito.

I Featured Pack sono infine personalizzabili: gli utenti sono invitati a creare il proprio e a condividerlo.

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Cos’è e a cosa serve la pasta madre

La pasta madre è un lievito naturale che permette di preparare un ottimo pane, ma anche pizze e focacce. Conosciuta anche come pasta acida, la pasta madre è un impasto che può essere realizzato in diversi modi. Ad esempio, la pasta madre si può ottenere prelevando un impasto del pane da conservare grazie ai “rinfreschi”, oppure preparando un semplice impasto di acqua e farina da lasciare a contatto con l’aria, così che si arricchisca dei lieviti responsabili dei processi fermentativi che consentono la lievitazione di pane e altri prodotti da forno.

Gli impasti preparati con la pasta madre hanno generalmente bisogno di lievitare per diverse ore, ma il risultato ripaga dell’attesa: pane, pizze e focacce risulteranno infatti più gonfi, più digeribili, conservabili più a lungo e con un sapore decisamente migliore.

La pasta madre, inoltre, accresce il valore nutrizionale del pane e di altri prodotti da forno. Negli impasti preparati con la pasta madre diverse importanti sostanze rimangono intatte e, grazie alla composizione chimica della pasta madre, il nostro organismo riesce ad assimilare meglio i sali minerali presenti nelle farine.

I lieviti della pasta madre, poi, favoriscono la crescita di batteri buoni nell’intestino, favorendo un buon equilibrio del microbiota e migliorando così la digestione. È importante anche notare che il pane preparato con lievito naturale possiede un indice glicemico inferiore rispetto al pane realizzato con altri lieviti. Questo significa che quando i carboidrati presenti nel pane vengono assimilati sotto forma di glucosio, questo si riversa più lentamente nel flusso sanguigno, evitando picchi glicemici.

Oltre a conferire al pane proprietà organolettiche e nutrizionali migliori, la pasta madre presenta altri vantaggi. Grazie ai rinfreschi, si può infatti avere a disposizione questo straordinario lievito naturale a lungo; in più, la pasta madre può essere preparata con vari tipi di farine, anche senza glutine.

La dieta senza glutine è l’unica terapia per le persone celiache e per chi presenta sensibilità verso le proteine del frumento e in altri cereali come orzo e farro. Inoltre, ridurre il consumo di glutine può migliorare alcuni disturbi intestinali ed è consigliato anche a chi vuole seguire un regime alimentare antinfiammatorio.

 

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