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Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,5-19 “In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato
di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei
quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non
sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e
quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose:
«Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome
dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!
Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché
prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro
regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze;
vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi
perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni,
trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete
allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non
preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché
tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e
dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa
del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza
salverete la vostra vita».”
LA FRAGILITA' UMANA DIMOSTRA LA
FORZA E L'ESISTENZA DI DIO: le stesse variazioni climatiche e
meteriologiche imprevedibili dimostrano l'esistenza di DIO.
Che lo Spirito Santo porti
buon senso e serenita' a tutti gli uomini di buona volonta' !
CRISTO RESUSCITA PER TUTTI GLI
UOMINI DI VOLONTA' NON PER QUELLI DELLO SPRECO PER NUOVI STADI O
SPONSORIZZAZIONI DI 35 MILIONI DI EURO PAGATI DALLE PAUSE NEGATE
AGLI OPERAI ! La storia del ricco epulone non ha insegnato nulla
perché chi e morto non può tornare per avvisare i parenti !
Mb 05.04.12; 29.03.13;
ATTENZIONE IL MIO EX SITO
www.marcobava.tk e' infetto se volete un buon antivirus
gratuito:
Marco Bava ABELE: pennarello di DIO,
abele, perseverante autodidatta con coraggio e fantasia , decisionista
responsabile.
Sono quello che voi pensate io sia
(20.11.13) per questo mi ostacolate.(08.11.16)
La giustizia non esiste se mi mettessero
sotto sulle strisce pedonali, mi condannerebbero a pagare i danni
all'auto.
(12.02.16)
TO.05.03.09
IL DISEGNO DI DIO A VOLTE SI RIVELA
SOLO IN ALCUNI PUNTI. STA' ALLA FEDE CONGIUNGERLI
PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI
SIA SANTIFICATO IL TUO NOME VENGA IL TUO REGNO, SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ
COME IN CIELO COSI IN TERRA , DAMMI OGGI IL PANE E LA ACQUA
QUOTIDIANI E LA POSSIBILITA' DI NON COMMETTERE ERRORI NEL CERCARE DI
REALIZZARE NEL MIGLIOR MONDO POSSIBILE IL TUO VOLERE, LA PACE NEL MONDO,
IL BENESSERE SOCIALE E LA COMUNIONE DI TUTTI I POPOLI. TU SEI GRANDE ED
IO NON SONO CHE L'ULTIMO DEI TUOI SERVI E FIGLI.
TU SEI GRANDE ED IO NON SONO CHE
L'ULTIMO DEI TUOI SERVI E DEI TUOI FIGLI .
SIGNORE IO NON CONOSCO I TUOI OBIETTIVI PER ME , FIDUCIOSO MI AFFIDO A
TE.
Difendo il BENE contro il MALE che nell'uomo rappresenta la variabile
"d" demonio per cui una decisione razionale puo' diventare irrazionale
per questa ragione (12.02.16)
Non prendo la vita di
punta faccio la volonta' di DIO ! (09.12.18)
La vita e' fatta da
cose che si devono fare, non si possono non fare, anche se non si
vorrebbero fare.(20.01.16)
Il mondo sta
diventando una camera a gas a causa dei popoli che la riempiono per
irresponsabilità politica (16.02.16)
I cervelli possono
viaggiare su un unico livello o contemporaneamente su plurilivelli e'
soggettivo. (19.02.17)
L'auto del futuro non
sara' molto diversa da quella del presente . Ci sono auto che
permarranno nel futuro con l'ennesima versione come : la PORSCHE 911, la
PANDA, la GOLF perche' soddisfano esigenze del mercato che permangono .
Per cui le auto cambieranno sotto la carrozzeria con motori ad idrogeno
, e materiali innovativi. Sara' un auto migliore in termini di
sicurezza, inquinamento , confort ma la forma non cambierà molto.
INFATTI la Modulo di Pininfarina la Scarabeo o la Sibilo di Bertone
possono essere confrontate con i prototipi del prossimo
salone.(18.06.17)
La siccità e le
alluvioni dimostrano l'esistenza di Dio nei confronti di uomini che
invece che utilizzare risorse per cercare inutilmente nuovi
pianeti dove Dio non ha certo replicato l'esperienza negativa dell'uomo,
dovrebbero curare l'unico pianeta che hanno a disposizione ed in cui
rischiano di estinguersi . (31.10.!7)
L'Italia e' una
Repubblica fondata sul calcio di cui la Juve e' il maggiore esponente
con tutta la sua violenta prevaricazione (05.11.17)
La prepotenza della
FIAT non ha limiti . (05.11.17)
I mussulmani ci
comanderanno senza darci spiegazioni ne' liberta'.(09.11.17)
In Italia mancano i
controlli sostanziali . (09.11.17)
Gli alimenti per
animali sono senza controllo, probabilmente dannosi, vengono
utilizzati dai proprietari per comodita', come se l'animale fosse un
oggetto a cui dedicare il tempo che si vuole, quando si vuole senza
alcun rispetto ai loro veri bisogni alimentari. (20.11.17)
Ho conosciuto
l'avv.Guido Rossi e credo che la stampa degli editori suoi clienti lo
abbia mitizzato ingiustificatamente . (20.11.17)
L'elicottero di Jaky
e' targato I-TAIF. (20.11.17)
La Coop ha le
agevolazioni di una cooperativa senza esserlo di fatto in quanto quando
come socio ho partecipato alle assemblee per criticare il basso tasso
d'interesse dato ai soci sono stato o picchiato o imbavagliato.
(20.11.17)
Sono 40 anni che :
1 ) vedo bilanci
diversi da quelli che vedo insegnati a scuola, fusioni e scissioni
diverse da quelle che vengono richieste in un esame e mi vengono a dire
che l'esame di stato da dottore commercilaista e' una cosa seria ?
2) faccio esposti e
solo quello sul falso in bilancio della Fiat presentato da Borghezio al
Parlamento sia andato avanti ?
(21.11.17)
La Fornero ha firmato
una riforma preparata da altri (MONTI-Europa sono i mandanti) (21.11.17)
Si puo' cambiare il
modo di produrre non le fasi di produzione. (21.11,17)
La FIAT-FERRARI-EXOR
si sono spostate in Olanda perche' i suoi amministratori abbiano i loro
compensi direttamente all'estero . In particolare Marchionne ha la
residenza fiscale in Sw (21.11.17)
La prova che e' il
femore che si rompe prima della caduta e' che con altre cadute non si
sono rotte ossa, (21.11.17)
Carlo DE BENEDETTI un
grande finanziere che ha fallito come industriale in quanto nel 1993
aveva il SURFACE con il nome QUADERNO , con Passera non l'ha saputo
produrre , ne' vendere ne' capire , ma siluro' i suoi creatori
CARENA-FIGINI. (21.11.17)
Quando si dira' basta
anche alle bufale finanziarie ? (21.11.17)
Per i consiglieri
indipendenti l'indipendenza e' un premio per tutti gli altri e' un costo
(11.12.17)
La maturita' del
mercato finanziario e' inversamente proporzionale alla sottoscrizione
dei bitcoin (18/12/17)
Chi risponde
civilmente e penalmente se un'auto o un robot impazziscono ? (18/12/17)
Non e' la FIAT
filogovernativa, ma sono i governi che sono filofiat consententogli di
non pagare la exit-tax .(08.02.18) inoltre la FIAT secondo me ha fatto
più danni all'ITALIA che benefici distruggendo la concorrenza della
LANCIA , della Ferrari, che non ha mai capito , e della BUGATTI
(13.02.18).
Infatti quando si
comincia con il raddoppio del capitale senza capitale si finisce nella
scissione
Tesi si laurea
sull'assoluzione del sen.Giovanni Agnelli nel 1912 dal reato di
agiotaggio : come Giovanni Agnelli da segretario della Fiat ne e'
diventato il padrone :
Prima di educare i
figli occorre educare i genitori (13.03.18)
Che senso ha credere
in un profeta come Maometto che e'un profeta quando e' esistito
Gesu' che e' il figlio di DIO come provato per ragioni storiche da
almeno 4 testi che sono gli evangelisti ? Infatti i mussulmani
declassano Gesu' da figlio di DIO a profeta perché riconoscono
implicitamente l'assurdità' di credere in un profeta rispetto al figlio
di DIO. E tutti gli usi mussulmani rappresentano una palese
involuzione sociale basata sulla prevaricazione per esempio sulle donne
(19.03/18)
Il valore aggiunto per
i consulenti finanziari e' solo per loro (23.03.18)
I medici lavorerebbero
gratis ? quante operazioni non sono state fatte a chi non aveva i soldi
per pagarle ? (26.03.18 )
lo sfregio delle auto
di stato ibride con il motore acceso, deve finire con il loro passaggio
alla polizia con i loro autisti (19.03.18)
Se non si tassa il
lavoro dei robot e' per la mancata autonomia in termini di liberta' di
scelta e movimento e responsabilita' penale personale . Per cui le auto
a guida autonoma diventano auto-killer. (26.04.18)
Quanto poco conti
l'istruzione per l'Italia e' dimostrato dalla scelta DEI MINISTRI
GELMINI FEDELI sono esempi drammatici anche se valorizzati dalla
FONDAZIONE AGNELLI. (26.04.18) (27.08.18).
Credo che la lotta
alla corruzione rappresenti sempre di piu' un fattore di coesione
internazionale perche' anche i poteri forti si sono stufati di pagare
tangenti (27/04/2018).
Non riusciamo neppure
piu' a produrre la frutta ad alto valore aggiunto come i
mirtilli....(27/04/2018)
Abbiamo un capitalismo
sempre piu' egoista fatto da managers che pensano solo ad arraffare
soldi pensando che il successo sia solo merito loro invece che di Dio e
degli operai (27.04.18)
Le imprese dell'acqua
e delle telecomunicazioni scaricano le loro inefficienze sull'utente
(29.05.18)
Nel 2004 Umberto
Agnelli, come presidente della FIAT, chiese a Boschetti come
amministratore delegato della FIAT AUTO di affidarmi lo sviluppo della
nuova Stilo a cui chiesi di affiancare lo sviluppo anche del marchio
ABARTH , 500 , A112, 127 . Chiesi a Montezemolo , come presidente
Ferrari se mi lasciava utilizzare il prototipo di Giugiaro della Kubang
che avrebbe dovuto essere costruito con ALFA ROMEO per realizzare
la nuova Stilo . Mi disse di si perche' non aveva i soldi per
svilupparlo. Ma Morchio, amministratore delegato della FIAT, disse che
non era accettabile che uno della Telecom si occupasse di auto in Fiat
perche' non ce ne era bisogno. Peccato che la FIAT aveva fatto il 128
che si incendiava perche' gli ingegneri FIAT non avevano previsto una
fascetta che stringesse il tubo della benzina all'ugello del
carburatore. Infatti pochi mesi dopo MORCHIO venne licenziato da
Gabetti ed al suo posto arrivo' Marchionne a cui rifeci la proposta. Mi
disse di aspettare una risposta entro 1 mese. Sono passati 14 anni ma
nessuna risposta mi e' mai stata data da Marchionne, nel frattempo la
Fiat-Lancia sono morte definitivamente il 01.06.18, e la Nissan Qashai
venne presentata nel 2006 e rilancia la Nissan. Infatti dal 2004 ad oggi
RENAULT-NISSAN sono diventati i primi produttori al mondo. FIAT-FCA NO !
Grazie a Marchionnne nonostante abbia copiato il suo piano industriale
dal mio libro . Le auto Fiat dell'era CANTARELLA bruciavano le teste per
raffredamento insufficente. Quella dell'era Marchionne hanno bruciato la
Fiat. Il risultato del lavoro di MARCHIONNE e' la trasformazione del
prodotto auto in prodotto finanziario, per cui le auto sono diventate
tutte uguali e standardizzate. Ho trovato e trovo , NEI MIEI CONFRONTI,
molta PREPOTENZA cattiveria ed incompetenza in FIAT. (19.12.18)
La differenza fra
ROMITI MARCHIONNE e' che se uno la pensava diversamente da loro Romiti
lo ascoltava, Marchionne lo cacciava anche se gli avesse detto che
aumentando la pressione dei pneumatici si sarebbero ridotti i consumi.
FATTI NON PAROLE E
FUMO BORSISTICO ! ALFA ROMEO 166 un successo nonostante i pochi mezzi
utilizzati ma una richiesta mia precisa e condivisa da FIAT : GUIDA
DIRETTA. Che Marchionne non ha apprezzato come un attila che ha
distrutto la storia automoblistica italiana su mandato di GIANLUIGI
GABETTI (04.06.18).
Piero ANGELA : un
disinformatore scientifico moderno in buona fede su auto
elettrica. auto killer ed inceneritore (29.07.18)
Puoi anche prendere il
potere ma se non lo sai gestire lo perdi come se non lo avessi mai avuto
(01.08.18)
Ho provato la BMW i8
ed ho capito che la Ferrari e le sue concorrenti sono obsolete !
(20.08.18)
LA Philip Morris ha
molti clienti e soci morti tra cui Marchionne che il 9 maggio scorso,
aveva comprato un pacchetto di azioni per una spesa di 180mila dollari.
Briciole, per uno dei manager più ricchi dell’industria automotive (ha
un patrimonio stimato tra i 6-700 milioni di franchi svizzeri, cifra che
lo fa rientrare tra i 300 elvetici più benestanti).E’ stato, però, anche
l’ultimo “filing” depositato dal manager alla Sec, sul cui sito da
sabato pomeriggio è impossible accedere al profilo del manager
italo-canadese e a tutte le sue operazioni finanziarie rilevanti. Ed era
anche un socio: 67mila azioni detenute per un investimento di 5,67
milioni di dollari (alla chiusura di Wall Street di venerdì 20 luglio
2018 ). E PROSSIMAMENTE un'uomo Philip Morris uccidera' anche la
FERRARI . (20.08.18) (25.08.18)
Prodi e' il peccato
originale dell'economia italiana dal 1987 (regalo' l'ALFA ROMEO alla
FIAT) ad oggi (25.08.18)
L'indipendenza della
Magistratura e' un concetto teorico contraddetto dalle correnti anche
politiche espresse nelle lottizzazioni delle associazioni magistrati che
potrebbe influenzarne i comportamenti. (27.08.18)
Ho sempre vissuto solo
con oppositori irresponsabili privi di osservazioni costruttive ed
oggettive. (28.08.18)
Buono e cattivo fuori
dalla scuola hanno un significato diverso e molto piu' grave perche' un
uomo cattivo o buono possono fare il bene o il male con consaprvolezza
che i bambini non hanno (20.10.18)
Ma la TAV serve ai
cittadini che la dovrebbero usare o a chi la costruisce con i nostri
soldi ? PERCHE' ?
Un ruolo presidenziale
divergente da quello di governo potrebbe porre le premesse per una
Repubblica Presidenziale (11.11.2018)
La storia occorre
vederla nella sua interezza la marcia dei 40.000 della Fiat come e'
finita ? Con 40.000 licenziamenti e la Fiat in Olanda ! (19.11.18)
I SITAV dopo la marcia
a Torino faranno quella su ROMA con costi doppi rispetto a quella
francese sullo stesso percorso ? (09.12.18)
La storia politica di
Fassino e' fatta dall'invito al voto positivo per la raduzione dei
diritti dei lavoratori di Mirafiori. Si e' visto il risultato della
lungimiranza di Fassino , (18.12.18)
Perche' sono
investimenti usare risorse per spostare le pietre e rimetterle a posto
per giustificare i salari e non lo sono il reddito di cittadinanza e
quota 100 per le pensioni ? perche' gli 80 euro a chi lavora di Renzi
vanno bene ed i 780 euro di Di Maio a chi non lavora ed e' in pensione
non vanno bene ? (27.12.18)
Le auto si dividono in
auto mozzarella che scadono ed auto vino che invecchiando aumentano di
valore (28.12.18)
Fumare non e' un
diritto ma un atto contro la propria salute ed i doveri verso la propria
famiglia che dovrebbe avere come conseguenza la revoca dell'assistenza
sanitaria nazionale ad personam (29.12.18)
Questo mondo e troppo
cattivo per interessare altri esseri viventi (10.01.19)
Le ONG non hanno altro
da fare che il taxi del mare in associazione per deliquere degli
scafisti ? (11.02.19)
La giunta FASSINO era
inutile, quella APPENDINO e' dannosa (12.07.19)
Quello che l'Appendino
chiama freno a mano tirato e' la DEMOCRAZIA .(18.07.19)
La spesa pubblica
finanzia le tangenti e quella sullo spazio le spese militari
(19.07.19)
AMAZON e FACEBOOK di
fatto svolgono un controllo dei siti e forse delle persone per il
Governo Americano ?
(09.08.19)
LA GRANDE MORIA DI
STARTUP e causato dal mancato abbinamento con realta' solide (10.08.!9)
Il computer nella
progettazione automobilistica ha tolto la personalizzazione ed
innovazione. (17.08.19)
L' uomo deve gestire i
computer non viceversa, per aumentare le sue potenzialita' non
annullarle (18.08.19)
LA FIAT a Torino ha
fatto il babypaking a Mirafiori UNO DEI POSTI PIU' INQUINATI DI TORINO !
Non so se Jaky lo sappia , ma il suo isolamento non gli permette certo
di saperlo ! (13.09.19)
Non potro' mai essere
un buon politico perche' cerco di essere un passo avanti mentre il
politico deve stare un passo indietro rispetto al presente. (04.10.19)
L'arretratezza
produttiva dell'industria automobilistica e' dimostrata dal fatto che da
anni non hanno mai risolto la reversibilità dei comandi di guida a
dx.sx, che costa molto (09.10.19)
IL CSM tutela i
Magistrati dalla legge o dai cittadini visti i casi di Edoardo AGNELLI
e Davide Rossi ? (10.10.19).
Le notizie false
servono per fare sorgere il dubbio su quelle vere discreditandole
(12.10.19)
L'illusione startup
brucia liquidita' per progetti che hanno poco mercato. sottraendoli
all'occupazione ed illude gli investitori di trovare delle scorciatoie
al alto valore aggiunto (15.10.19)
Gli esseri umani
soffrono spesso e volentieri della sindrome del camionista: ti senti
piu' importante perche' sei in alto , ma prima o poi dovrai scendere e
cedere il posto ad altri perche' nessun posto rimane libero (18.10.19)
Non e' logico che
l'industria automobilistica invece di investire nelle propulsione ad
emissione 0 lo faccia sulle auto a guida autonoma che brucia posti di
lavoro. (22.10.19)
L'intelligenza
artificiale non esiste perche' non e' creativa ma applicativa quindi
rischia di essere uno strumento in mano ai dittatori, attraverso la
massificazione pilotata delle idee, che da la sensazione di poter
pensare ad una macchina al nostro posto per il bene nostro e per farci
diventare deficienti come molti percorsi dei navigatori (24.11.19)
Quando ci fanno
domande per sapere la nostra opinione di consumatori ma sono interessati
solo ai commenti positivi , fanno poco per migliorare (25.11.19)
La prova che la
qualità della vita sta peggiorando e' che una volta la cessione del 5^
si faceva per evitare i pignoramenti , oggi lo si fa per vivere
(27.11.19)
Per combattere
l'evasione fiscale basta aumentare l'assistenza nella pre-compilazione e
nel pagamento (29.11.19)
La famiglia e' come
una barca che quando sbaglia rotta porta a sbattere tutti quanti
(25.12.19)
Le tasse
sull'inquinamento verranno scaricate sui consumatori , ma a chi governa
e sa non importa (25.12.19)
Il calcio e l'oppio
dei popoli (25.12.19)
La religione nasce
come richiesta di aiuto da parte dei popoli , viene trasformata in un
tentativo di strumento di controllo dei popoli (03.01.20)
L'auto a guida
autonoma e' un diversivo per vendere auto vecchie ed inquinanoroti , ed
il mercato l'ha capito (03.01.20)ttadini
Il vero potere della
burocrazia e' quello di creare dei problemi ai cittadini anche se il
cittadino paga i dipendente pubblico per risolvere dei problemi non per
crearli. Se per denunciare questi problemi vai fuori dal coro deve
essere annientato. Per cui burocrazia=tangente (03.01.20)
Gli immigrati tengono
fortemente alla loro etnina a cui non rinunciano , piu' saranno forti le
etnie piu' queste divideranno l'Italia sovrastando gli italiani
imponendoci il modello africano . La mafia nigeriana e' solo un esempio.
(05.01.20)
La sinistra e la lotta
alla fame nel mondo sono chimere prima di tutto per chi ci deve credere
come ragione di vita (07.01.20)
Credo di avere la
risposta alla domanda cosa avrebbe fatto Eva se Adamo avesse detto di no
a mangiare la mela ? Si sarebbe arrabbiata. Anche oggi se non fai
quello che vogliono le donne si mettono contro cercando di danneggiarti.
(07.01.20)
Le sardine rappresenta
l'evoluzione del buonismo Democristiano e la sintesi fra Prodi e
Renzi, fuori fa ogni logica e senza una proposta concreta
(08.01.20)
Un cavallo di razza
corre spontaneamente e nessuno puo' fermarlo. (09.01.20)
PD e M5S 2 stampelle
non fanno neppure una gamba sana (22.01.20)
non riconoscere i propri errori significa
sbagliare per sempre (12.04.20)
la vera ricchezza dei ricchi sono i figli
dei poveri, una lotteria che pagano tutta la loro vita i figli ai
genitori che credono di non avere nulla da perdere ! (03.11.21)
GLI YESMEN SERVONO PER
CONSENTIRE IL MANTENIMENTO E LO SVILUPPO E L'OCCULTAMENTO DEGLI
INTERESSI OCCULTI DEL CAPITALISMO DISTRUTTIVO. (22.04.22)
DALL'INTOLLERANZA NASCE LA
GUERRA (30.06.22)
L'ITALIA E' TERRA DI
CONQUISTA PER LE BANDE INTERNE DEI PARTITI. (09.10.22)
La dimostrazione che non
esista più il nazismo e' dimostrato dalla reazione europea contro Puntin
che non ci fu subito contro Hitler (12.10.22)
Cara Meloni nulla giustifica
una alleanza con la Mafia di Berlusconi (26.10.22)
I politici che non
rappresentano nessuno a cosa servono ? (27.10.22)
Di chi sono Ambrosetti e
Mckinsey ? Chi e' stato formato da loro ed ora e' al potere in ITALIA ?
Lo spunto e' la vicenda Macron . Quanti Macron ci sono in Italia ? E chi
li controlla ? Mckinsey e' una P2 mondiale ?
Mb
Piero Angela ha valutato che
lo sbarco sulla LUNA ancora oggi non e' gestibile in sicurezza ?
(30.12.22)
Sopravvaluta sempre il tuo avversario , per poterlo
vincere .Mb 15.05.13
Torino 08.04.13
Il mio paese l'Italia non crede nella mia teoria
economica del valore che definisce
1) ogni prodotto come composto da energia e lavoro:
Il costo dell'energia può tendere a 0 attraverso il
fotovoltaico sui tetti. Per dare avvio la volano economico del
fotovoltaico basta detassare per almeno 20 anni l'investimento, la
produzione ed il consumo di energia fotovoltaica sui tetti.
2) liberalizzazione dei taxi
collettivi al costo di 1 euro per corsa in modo tale da dare un lavoro a
tutti quelli che hanno un 'auto da mantenere e non lo possono piu fare
per mancanza di un lavoro; ed inoltre dare un servizio a tutti i
cittadini.
3) tre sono gli obiettivi principali
della politica : istruzione, sanita', cultura.
4) per la sanità occorre un centro
acquisti nazionale ed abolizione giorni pre-ricovero.
LA VITA E' : PREGHIERA, LAVORO
E RISPARMIO.(02.02.10)
Se non hai via di uscita,
fermati..e dormici su.
E' PIU' DIFFICILE
SAPER PERDERE CHE VINCERE ....
Ciascun uomo vale in funzione
delle proprie idee... e degli stimoli che trova dentro di se...
Vorrei ricordare gli uomini
piu' per quello che hanno fatto che per quello che avrebbero potuto
fare !
LA VERA UMILTA' NON SI DICHIARA
MA SI DIMOSTRA, AD ESEMPIO CONTINUANDO A STUDIARE....ANCHE SE
PURTROPPO L'UNIVERSITÀ' E' FINE A SE STESSA.
PIU' I MEZZI SONO POVERI X
RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO, PIU' E' CAPACE CHI LO RAGGIUNGE.
L'UNICO LIMITE AL PEGGIO E' LA
MORTE.
MEGLIO NON ILLUDERE CHE
DELUDERE.
L'ITALIA , PER COLPA DI
BERLUSCONI STA DIVENTANDO IL PAESE DEI BALOCCHI.
IL PIL CRESCE SE SI RIFA' 3
VOLTE LO STESSO TAPPETINO D'ASFALTO, MA DI FATTO SIAMO TUTTI PIU'
POVERI ALMENO 2 VOLTE.
LA COSTITUZIONE DEI DIRITTI
DELL'UOMO E QUELLA ITALIANA GARANTISCONO GIA' LA LIBERTA',
QUANDO TI DICONO L'OVVIETÀ' CHE SEI LIBERO DI SCEGLIERE
E' PERCHE' TI VOGLIONO IMPORRE LE LORO IDEE. (RIFLESSIONE DEL
10.05.09 ALLA LETTERA DEL CARDINALE POLETTO FATTA LEGGERE NELLE
CHIESE)
la vita eterna non puo' che
esistere in quanto quella terrena non e' che un continuo superamento
di prove finalizzate alla morte per la vita eterna.
SOLO ALLA FINE SI SA DOVE PORTA
VERAMENTE UNA STRADA.
QUANDO NON SI HANNO ARGOMENTI
CONCRETI SI PASSA AI LUOGHI COMUNI.
L'UOMO LA NOTTE CERCA DIO PER
AVERE LA SERENITA' NOTTURNA (22.11.09)
IL PRESENTE E' FIGLIO DEL
PASSATO E GENERA IL FUTURO.(24.12.09)
L'ESERCIZIO DEL POTERE E' PER
DEFINIZIONE ANDARE CONTRO NATURA (07.01.10)
L’AUTO ELETTRICA FA SOLO PERDERE TEMPO E DENARO PER
ARRIVARE ALL’AUTO AD IDROGENO (12.02.10)
BERLUSCONI FA LE PENTOLE MA NON I COPERCHI (17.03.10)
GESU' COME FU' TRADITO DA GIUDA , OGGI LO E' DAI
TUTTI I PEDOFILI (12.04.10)
IL DISASTRO
DELLA PIATTAFORMA PETROLIFERA USA COSA AVREBBE PROVOCATO SE FOSSE
STATA UNA CENTRALE ATOMICA ? (10.05.10)
Quante
testate nucleari da smantellare dovranno essere saranno utilizzate
per l'uranio delle future centrali nucleari italiane ?
I POTERI FORTI DELLE LAUREE HONORIS CAUSA SONO FORTI
PER CHI LI RICONOSCE COME TALI. SE NON LI SI RICONOSCE COME FORTI
SAREBBERO INESISTENTI.(15.05.10)
L'ostensione della Sacra Sindone non puo' essere ne'
temporanea in quanto la presenza di Gesu' non lo e' , ne' riservata
per i ricchi in quanto "e' piu' facile che in cammello passi per la
cruna di un ago ..."
sapere x capire (15.10.11)
la patrimoniale e' una 3^
tassazione (redditi, iva, patrimoniale) (16.10.11)
SE LE FORZE DELL'ORDINE
INTERVENISSERO DI PIU'PER CAUSE APPARENTEMENTE BANALI CI SAREBBE
MENO CONTENZIOSO: CHIAMATO IL 117 PER UN PROBLEMA BANALE MI HA
RISPOSTO : GLI FACCIA CAUSA ! (02.04.17)
GRAN PARTE DEI PROFESSORI
UNIVERSITARI SONO TRA LE MENTI PIU' FRAGILI ED ARROGANTI , NON
ACCETTANO IL CONFRONTO E SI SENTONO SPIAZZATI DIVENTANO ISTERICI (
DOPO INCONTRO CON MARIO DEAGLIO E PIETRO TERNA) (28.02.17)
Spesso chi compera auto FIAT lo
fa solo per gratificarsi con un'auto nuova, e basta (04.11.16)
Gli immigrati per protesta nei
centri di assistenza li bruciano e noi dobbiamo ricostruirglieli
affinché li redistruggono? (18.10.20)
Abbiamo più rispetto per le cose che per le persone .29.08.21
Le
ragioni per cui Caino ha ucciso Abele permangono nei conflitti
umani come le guerre(24.11.2022)
Quelli che vogliono l'intelligenza artificiale sanno che e' quella
delle risposte autmatiche telefoniche? (24.11.22)
L'ASSURDITÀ' DI QUESTO MONDO , E' LA
PROVA CHE LA NOSTRA VITA E' TEMPORANEA , OLTRE ALLA TESTIMONIANZA DI
GESU'. 15.06.09
DIO CON I PESI CI DA
ANCHE LA FORZA PER SOPPORTALI, ANCHE SE QUALCUNO VORREBBE FARMI FARE LA
FINE DI GIOVANNI IL BATTISTA (24.06.09)
IL BAVAGLIO della Fiat nei miei
confronti:
IN DATA ODIERNA HO
RICEVUTO: Nell'interesse di Fiat spa e delle Societa' del
gruppo, vengo informato che l'avv.Anfora sta monitorando con
attenzione questo sito. Secondo lo stesso sono contenuti in esso
cotenuti offensivi e diffamatori verso Fiat ed i suoi
amministratori. Fatte salve iniziative
autonome anche
davanti all'Autorita' giudiziaria, vengo diffidato dal
proseguire in tale attivita' illegale"
Ho aderito alla richiesta dell'avv.Anfora,
veicolata dal mio hosting, ricordando ad entrambi le mie
tutele costituzionali ex art.21 della Costituzione, per
tutelare le quali mi riservo iniziative
esclusive
dinnanzi alla Autorita' giudiziaria COMPETENTE.
Marco BAVA 10.06.09
TEMI SUL
TAVOLO IN QUESTO MOMENTO:
IL TRIBUNALE DI TORINO E LA CONSOB NON MI GARANTISCONO LA
TUTELA DEL'ART.47 DELLA COSTITUZIONE
Oggi si e' tenuta l'assemblea degli azionisti Seat tante bugie
dagli amministratori, i revisori ed il collegio sindacale, tanto per la
Consob ed il Tribunale di Torino i miei diritti come azionista di
minoranza non sono da salvaguardare e la digos mi puo' impedire il voto
come e quando vuole, basta leggere la sentenza
PERCHE' TORINO
HA PAURA DI CONOSCERE LA VERITA' SULLA MORTE DI EDOARDO AGNELLI ?
Il prof.Mario DE AGLIO alcuni anni fa scrisse un articolo
citando il "suicidio" di EDOARDO AGNELLI. Gli feci presente che
dai documenti ufficiali in mio possesso il suicidio sarebbe stato
incredibile offrendogli di esaminare tali documenti. Quando le feci lui
disconobbe in un modo nervoso ed ingiustificato : era l'intero fascicolo
delle indagini.
A Torino molti hanno avuto la stessa reazione senza
aver visto ciò che ha visto Mario DE AGLIO ma gli altri non parlano del
"suicidio" di Edoardo AGNELLI ma semplicemente della suo morte.
Mb
02.04.17
grazie a
Dio , non certo a Jaky, continua la ricerca della verità sull'omicidio
di Edoardo Agnelli , iniziata con i libri di Puppo e Bernardini, il
servizio de LA 7, e gli articoli di Visto, ora il Corriere e Rai 2 ,
infine OGGI e Spio , continuano un percorso che con l'aiuto di Dio
portera' prima di quanti molti pensino alla verita'. Mb -01.10.10
ANTONIO
PARISI -I MISTERI DEGLI AGNELLI - EDIT-ALIBERTI-
CRONACA
| giovedì 10 novembre 2011,
18:00
Continua la saga della famiglia ne "I misteri di Casa Agnelli".
Il
giornalista Antonio Parisi, esce con l'ultimo pamphlet sulla
famiglia più importante d'Italia, proponendo una serie di
curiosità ed informazioni inedite
Per
dieci anni è stato lasciato credere che su Edoardo Agnelli,
precipitato da un cavalcavia di ottanta metri, a Fossano,
sull'Autostrada Torino - Savona, fosse stata svolta una regolare
autopsia.
Anonime
“fonti investigative” tentarono in più occasioni di
screditare il giornalista Antonio Parisi che raccontava
un’altra versione. Eppure non era vero, perché nessuna autopsia
fu mai fatta.
Ora
Parisi, nostro collaboratore, tenta di ricostruire ciò che
accadde quel giorno in un’inchiesta tagliente e inquietante,
pubblicando nel libro “I Misteri di Casa Agnelli”, per la
prima volta documenti ufficiali, verbali e rapporti, ma anche
raccogliendo testimonianze preziose e che Panorama di questa
settimana presenta.
Perché
la verità è che sulla morte, ma anche sulla vita, dell’uomo
destinato a ereditare il più grande capitale industriale
italiano, si intrecciano ancora tanti misteri. Non gli unici
però che riguardano la famiglia Agnelli.
Passando dalla fondazione della Fiat, all’acquisizione
del quotidiano “La Stampa”, dalla scomparsa precoce dei
rampolli al suicidio in una clinica psichiatrica di Giorgio
Agnelli (fratello minore dell’Avvocato), dallo scandalo
di Lapo Elkann, fino alla lite giudiziaria tra gli eredi,
Antonio Parisi sviscera i retroscena di una dinastia che,
nel bene o nel male, ha dominato la scena del Novecento italiano
assai più di politici e governanti.
Il
volume edito per "I Tipi", di Aliberti Editore, presenta
sia nel testo che nelle vastissime note, una miniera di gustose
e di introvabili notizie sulla dinastia industriale più
importante d’Italia.
Mondo AGNELLI :
Cari amici,
Grazie mille per
vostro aiuto con la stesura di mio libro. Sono contenta che questa
storia di Fiat e Chrysler ha visto luce. Il libro e’ uscito la settimana
scorsa, in inglese. Intanto e’ disponibile a Milano nella librerie
Hoepli e EGEA; sto lavorando con la distribuzione per farlo andare in
piu’ librerie possibile. E sto ancora cercando la casa editrice in
Italia. Intanto vi invio dei link, spero per la gioia in particolare dei
torinesi (dov’e’ stato girato il video in You Tube. )
Un libro che riporta palesi falsita'
sulla morte di Edoardo Agnelli come quella su una foto inesistente con
Edoardo su un ponte fatta da non si sa chi recapitata da ignoto ad
ignoti. Se fosse esistita sarebbe stata nel fascicolo dell'inchiesta.
Intanto anche grazie a queste salsita' il prezzo del libro passa da 15 a
19 euro! www.marcobava.it
SE VUOI COMPERARE IL
LIBRO SUL SUICIDIO SOSPETTO DI EDOARDO AGNELLI A 10 euro manda email
all'editore (info@edizionikoine.it)
indicando che hai letto questo prezzo su questo sito , indicando il tuo
nome cognome indirizzo codice fiscale , il libro ti verrà inviato per
contrassegno che pagherai alla consegna.
NON
DIMENTICARE CHE:
Le informazioni
contenute in questo sito provengono
da fonti che MARCO BAVA ritiene affidabili. Ciononostante ogni lettore
deve
considerarsi responsabile per i rischi dei propri investimenti
e per l'uso che fa di queste di queste informazioni
QUESTO SITO non deve in nessun
caso essere letto
come fonte di specifici ed individualizzati consigli sulle
borse o sui mercati finanziari. Le nozioni e le opinioni qui
contenute in sono fornite come un servizio di
pura informazione.
Ognuno di voi puo' essere in grado di valutare quale
livello di
rischio sia personalmente piu' appropriato.
La
ringraziamo sinceramente per il
Suo interesse nei confronti di una produzione duramente colpita
dal recente terremoto, dalle stalle, ai caseifici fino ai magazzini
di stagionatura. Il sistema del Parmigiano Reggiano e del Grana
Padano sono stati fortemente danneggiati con circa un milione di forme
crollate a terra a seguito delle ripetute scosse che impediscono a breve
la ripresa dei lavori in condizioni di sicurezza. Questo determina di
conseguenza difficoltà nella distribuzione del prodotto “salvato”, che
va estratto dalle “scalere” accartocciate, verificato qualitativamente e
poi trasferito
in opportuni locali prima di poter essere posto in vendita. Abbiamo
perciò ritenuto opportuno mettere a disposizione nel sito
http://emergenze.coldiretti.it tutte le
informazioni aggiornate relative alla commercializzazione nelle diverse
regioni italiane anche attraverso la rete di vendita degli agricoltori
di Campagna Amica.
CHI E' CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO:
Sui controlli il governo perde consensi
È il Pnrr e la polemica attorno al sistema dei controlli sulla Corte
dei Conti ad aver prodotto in due settimane un calo di consensi per
Fratelli d'Italia e una diminuzione negli indici di fiducia del
presidente del Consiglio e del suo governo. Nel dettaglio si nota
una flessione di mezzo punto percentuale sia per FdI, che passa dal
29,6% al 29,2%, sia per la premier al 39,5 (-0,6%) che scende di
poco sotto la soglia del 40%. Il governo prosegue il suo cammino in
leggero calo fermandosi al 35,6% (-0,5%). Detto ciò, a parte Carlo
Calenda (+2%) e Matteo Renzi (+1,3%), tutti i leader dei principali
partiti registrano una perdita di consenso che varia dall'1,8% di
Silvio Berlusconi al 2,8% di Matteo Salvini, che rimane comunque il
leader più apprezzato dopo Giorgia Meloni, anche se ad una distanza
di oltre 15 punti. La stretta sui controlli concomitanti della Corte
dei Conti per i lavori in esecuzione del Piano nazionale di ripresa
e resilienza (Pnrr) pare non aver aiutato nel percorso della
raccolta del consenso la maggioranza di Governo. Su questo argomento
i cittadini si sono espressi in maniera prudente, infatti, un
intervistato su 3 (31,9%) condivide che le verifiche dei giudici
contabili siano possibili solo al termine dei lavori, con relazioni
semestrali complete di valutazioni sulle spese dei fondi e sullo
stato di avanzamento del Piano. Questa proposta vede schierarsi in
maniera netta gli elettori di Fratelli d'Italia (67,9%) e quelli di
Forza Italia (60%). Più freddi i sostenitori della Lega. Infatti se
il 35% si è espresso a favore, ben il 49,2% non ha saputo dare una
valutazione. Oltre a ciò, nella perdita dei consensi è necessario
mettere nel conto anche il peso dei ritardi e delle lacune
informative dell'intero Pnrr, rispetto al quale il Governo di Mario
Draghi viene identificato come l'Esecutivo che lo ha reso
un'opportunità per il Paese (25,7%) superando la maggioranza di
Giorgia Meloni (20,5%) e quella di Giuseppe Conte (15,5%). Il Pnrr
nelle ultime due settimane ha scalato a pieno titolo il ranking
della classifica che mette in ordine tutte le priorità dei cittadini
rispetto alla loro quotidianità, entrando di diritto a metà della
"Top 10".
In effetti, dopo l'alluvione in Emilia-Romagna e l'annuncio della
riforma Delega, confermata alla Camera con il voto di fiducia del 6
giugno sul decreto PA, l'argomento è tornato caldo sui media con
tutte le valutazioni inerenti gli obiettivi degli investimenti
previsti per possibili infrastrutture e messa in sicurezza del
territorio. Ad oggi, per il 54,8% degli italiani il Pnrr rimane una
reale opportunità, mentre un cittadino su 3 (30,2%) lo identifica in
una "medicina amara" - parole del Commissario europeo Paolo
Gentiloni - che si trasformerà in ulteriore debito per tutti noi. I
giudizi più severi, seppur minoritari, si concentrano tra i
sostenitori del centro destra. Emerge infatti la diffidenza degli
elettori di Fratelli d'Italia con il 39,1% (8,9% sopra la media
nazionale); di quelli di Forza Italia con il 35,5%, (+5,3% rispetto
al dato nazionale) e della Lega con il 31,6%, (+1,4% rispetto al
dato nazionale). Nel grande partito dell'astensione sul voto
politico, il giudizio si spacca esattamente a metà tra chi sostiene
che il Piano sia un importante vantaggio per l'intera nazione
(35,2%) e coloro che esprimono un giudizio più duro e negativo
(35,8%). Anche nel Nord-Est e nelle due grandi isole Sicilia e
Sardegna ci si scalda poco sull'argomento. I veri entusiasti del
progetto sono coloro che appartengono alla generazione Z (tra i 18 e
i 28 anni) che si distinguono con il 62,7% di risposte positive sul
tema. Del resto in origine il Pnrr si chiamava Next Generation EU!
Molte ad oggi si sono dimostrate le difficoltà dell'intero pacchetto
del progetto di rilancio economico del Paese. Infatti, oltre agli
obiettivi, ancora non del tutto definiti e spacchettati a livello
micro geografico, la lentezza della macchina amministrativa rischia
di essere il vero problema e di rallentare tutte le procedure nella
gestione delle pratiche con il suo processo di "razionalizzazione
bollata" di tutti i passaggi operativi. A tal riguardo la
maggioranza degli italiani (51,9%) sarebbe favorevole ad una
gestione "speciale", magari sotto l'occhio vigile di un Commissario
come avvenuto, per esempio, per il Ponte Morandi - oggi San Giorgio
- di Genova. Su questo tema solo gli elettori del Pd si spaccano a
metà tra i favorevoli (42,4%) e coloro che vorrebbero garantiti
tutti i controlli concomitanti con l'attuazione del Piano (40,6%).
In tutto questo il Pnrr rappresenta un tassello importante per
l'intero Paese e per il rapporto con l'Unione Europea, una buona
fase di sviluppo e restauro di cui l'intero sistema Italia ha
necessità. Quello che gli italiani si augurano è che il sistema
politico sappia sfruttare al meglio l'occasione senza metterne a
repentaglio l'esito per contrapposizioni partitiche.
MA MATTEI E' STATO UCCISO DAI SERVIZI SEGRETI FRANCESI : È
quell'abbraccio tra Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron davanti
alla piramide del Louvre la miglior dimostrazione del fatto che
l'intesa tra Francia e Italia resta forte. L'occasione per ribadirlo
è stata la mostra Napoli a Parigi, inaugurata ieri dai due
presidenti. La mostra è stata «progettata proprio per mettere in
luce le tante connessioni tra Francia e Italia», ha affermato
Mattarella davanti agli studenti della scuola italiana Leonardo da
Vinci. Proprio loro rappresentano «una realtà importante» per
l'Europa, che è prima di tutto «un luogo ideale, fatto di persone,
esperienze, affinità, valori, sogni». E allo sviluppo della sua
cultura ha contribuito anche lo scambio «antichissimo» tra Francia e
Italia. Per questo i confini non devono essere «un limite ma un
arricchimento», ha affermato .
PERCHE' IL NUMERO CHIUSO ?il ministero
non esclude l'ipotesi di impiegare operatori dall'india ma per il
piemonte il fronte est si è già chiuso
Una fumata nera da Albania e Croazia salta il reclutamento di medici
e infermieri
alessandro mondo
«Le critiche mi interessano poco. A me interessa la salute degli
italiani e che il sistema sanitario pubblico rimanga universale e
aperto a tutti, soprattutto a chi ha meno possibilità. Quindi, se
non ci sono infermieri in Italia, bisogna andare a prenderli
all'estero». Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, pochi
giorni fa, tornando sull'ipotesi di reclutare infermieri indiani, di
cui il servizio sanitario nazionale ha estremo bisogno: prospettiva
peraltro contestata dai sindacati di categoria.
Partita aperta. Mentre è già chiusa quella avviata a marzo dalla
Regione, che partendo dallo stesso presupposto, la carenza di
medici, infermieri e Oss, aveva guardato ad Est, sondando la
disponibilità di Albania e Croazia per reclutare personale di
rinforzo.
«Si tratta di professionisti molto preparati - aveva confermato al
nostro giornale Luigi Icardi, assessore regionale della Sanità -.
Quelli albanesi, in aggiunta, vantano mediamente una buona
conoscenza della lingua italiana». Anche l'aspetto economico non è -
meglio: non sarebbe stato - secondario, considerato che, rispetto ai
cosiddetti "gettonisti", i medici stranieri ingaggiati sarebbero
stati equiparati, come costo, a quello dei dipendenti.
Alla fine, ed è finita presto, non se ne è fatto nulla: la conferma
arriva dallo stesso assessorato. Più che alle perplessità/obiezioni
dei sindacati, probabile che il nodo sia dipeso dalla durata della
permanenza, vincolata dai i Paesi di provenienza a sei mesi e non
oltre, così era emerso, per non trovarsi a loro volta con i reparti
sguarniti. Difficile che, a questo punto, si tentino abboccamenti
con altri Paesi. E questo anche se il caso della Calabria, che ha
reclutato un discreto numero di medici-infermieri cubani dimostra
come alcune strade non siano del tutto impercorribili.
A preoccupare gli Ordini professionali, prima ancora dei sindacati,
sono le deroghe previste dallo Stato tramite il Decreto
Milleproroghe: tra queste la possibilità, fino al 31 dicembre 2025,
di impiegare personale sanitari che ha conseguito il titolo in Paesi
esteri. Questione di garanzie, dalla validità dei certificati alla
conoscenza della lingua italiana, non indifferenti per assicurare la
qualità del servizio.
Comunque la si pensi, il buco nell'acqua con Albania e Croazia
chiude un altro spiraglio a fronte di una situazione pesante. Per
restare agli infermieri, si stima che negli ospedali e nelle Rsa ne
manchino 4-5 mila: è la prima delle urgenze con cui dovrà misurarsi
il neocostituito Osservatorio regionale nel quale siedono, oltre
alla Regione e alle Asl, i sindacati dei medici e del comparto.
07.06.23
ECCO PERCHE' LA CORTE DEI CONTE SERVE :
Per capire quanto sia importante e
necessario mettere in campo un solido sistema di controllo sull'uso
dei fondi europei basterebbe dare un'occhiata al report annuale
diffuso dall'Olaf, l'ufficio europeo anti-frode. Nella classifica
delle indagini chiuse nel 2022, l'Italia si è piazzata al secondo
posto. Davanti alla Polonia e dietro l'Ungheria. Un dato che spiega
anche l'enorme attenzione che c'è da parte degli altri Stati membri
su come vengono spese le risorse in questi Paesi, compreso il
nostro, visto che si tratta di soldi che appartengono a tutti i
contribuenti europei.
Le indagini dell'anti-frode Ue riguardano sospetti casi di
«collusione, manipolazione delle procedure di appalto, conflitti
d'interesse e fatture gonfiate» nella gestione dei fondi del
bilancio Ue. Ma non solo. Visto che il piano Next Generation EU
prevede di iniettare nell'economia europea fino a 750 miliardi, in
aggiunta a quelli del bilancio comunitario, nel 2022 l'Olaf ha anche
istituito un nuovo gruppo di esperti che si concentra in particolare
sulle spese del Recovery «e ha iniziato a indagare su casi di
possibili abusi dei finanziamenti del dispositivo Ue per la ripresa
e la resilienza». Tali indagini riguardano «casi specifici» in
«diversi Stati», anche se gli esperti non hanno voluto dire quali.
Una cosa è certa: nel 2022 l'Olaf ha chiuso 10 indagini in Italia, 9
delle quali con raccomandazioni. Il che vuol dire che sono state
rilevate irregolarità ed è stato disposto il recupero delle somme.
L'Ungheria, in testa alla classifica, ha visto chiudere 15 indagini,
di cui 9 con raccomandazioni. Nove le indagini chiuse in Polonia, di
cui sette con raccomandazioni. In totale, l'ufficio europeo
anti-frode ha raccomandato il recupero di 426,8 milioni di euro
nell'intera Ue e le indagini hanno permesso di salvaguardare 197,8
milioni di euro.
TRAGICOMICO: Giorgia Meloni non è soddisfatta quando risale
sull'aereo che quattro ore prima l'aveva portata a Tunisi. Un'ora e
quaranta minuti di colloquio con il presidente Kais Saied
significheranno pure, come si affrettano a far sapere da Palazzo
Chigi, che «il feeling è stato buono», ma non sono serviti a
smuovere un leader che sta assumendo i lineamenti dell'autocrate,
arrestando oppositori, giornalisti, sigillando il Parlamento.
Meloni sorride, stringe mani, si mostra disponibile. Lo fa al suo
arrivo, durante la passerella con la premier Najla Bouden, poi con
Saied al palazzo presidenziale. Le immagini sono quelle del
fotografo ufficiale e degli smartphone dei collaboratori. I
giornalisti arrivati al seguito restano lontani e non la vedranno
mai. Così, senza domande, Meloni può offrire la sua ricostruzione
del bilaterale con il presidente tunisino dietro a un podio, davanti
a una telecamera, con in un'inquadratura sbilenca, come all'interno
di una nave piegata dalle onde. Si intuisce subito che il confronto
non è andato come avrebbe voluto, ma si è chiuso come si aspettava.
Con Saied che dice «no ai diktat del Fondo monetario
internazionale», no alle riforme che l'organizzazione internazionale
pretende per scongelare il finanziamento da 1,9 miliardi, vitale per
Tunisi.
Meloni è preoccupata, e non lo nasconde. A Saied spiega che l'Italia
sta facendo di tutto per ammorbidire gli alleati, sia a livello di
Europa che di G7. Racconta di un «approccio pragmatico», della
proposta del vicepremier Antonio Tajani di rateizzare i
finanziamenti rendendo più progressivo il percorso delle riforme.
Saied scuote la testa. Considera le proposte del Fmi «imposizioni»,
come «medici che prescrivono farmaci senza prima diagnosticare la
malattia». Una posizione sprezzante che viene rilanciata in un
comunicato stampa, dove le richieste del Fondo vengono bollate come
«una malattia» che potrebbe «minacciare la stabilità interna della
Tunisia e avere conseguenze che si estendono a tutta la regione».
A Saied è stato chiesto di togliere i sussidi alla farina, alla
benzina, di cominciare a ristrutturare un sistema economico vicino
al collasso, ferito dalla corruzione, e stremato da
un'amministrazione pubblica gonfia di assunzioni ma senza soldi per
pagarle. Il presidente, però, non vuole mollare la posa populista e
considera prioritario «il tema della cancellazione del debito che
grava sullo Stato tunisino».
La Tunisia vuole prima i soldi, poi farà le riforme. Ma è una
promessa a cui gli americani credono poco. Lunedì prossimo Tajani
volerà a Washington per parlare nuovamente con il segretario di
Stato Blinken e la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva, che
conosce dai tempi in cui erano entrambi commissari europei. Era
stato proprio Blinken ad avere un colloquio telefonico di oltre
un'ora con Saied, durante il volo verso il G7 in Giappone. Secondo
fonti italiane, dopo lunga insistenza la linea in aereo è caduta e
Blinken avrebbe ammesso: «Con questo qui non c'è niente da fare».
Il governo italiano però non vuole farsi scoraggiare dalla mancanza
di fiducia americana. Meloni ha intravisto una maggiore flessibilità
dall'Ue. A Saied ha garantito che l'Italia sosterrà l'apertura di
una linea di credito per il bilancio tunisino, a favore soprattutto
delle piccole e medie imprese. Inoltre, c'è la possibilità che
arrivi un pacchetto integrato di finanziamenti, su cui sta lavorando
Bruxelles, anche per alleggerire Tunisi nella gestione dei migranti.
«Per accelerare l'attuazione di questo pacchetto – spiega Meloni –
ho dato a Saied la disponibilità a tornare presto in Tunisia con
Ursula Von der Leyen». Meloni avrebbe proposto come data domenica
prossima, per un viaggio che assieme alla presidente della
Commissione europea avrebbero dovuto fare tempo fa, ma che è saltato
per il rifiuto di Saied: a suo dire, avrebbe dato l'impressione di
essere commissariato dall'esterno.
La premier italiana ha fretta, loda il lavoro fatto da Saied sui
migranti, accoglie la proposta tunisina di una conferenza
internazionale sul tema delle migrazioni e offre Roma come sede, ma
ammette la paura che con la stagione estiva l'esodo possa
moltiplicarsi. La stabilità della Tunisia è fondamentale. Il rischio
di una nuova Libia è troppo alta. Dall'altra parte del Mediterraneo
Meloni si gioca molto della credibilità della sua strategia. Oggi,
come anticipato da La Stampa, sarà a Roma il primo ministro ad
interim del governo di unità nazionale di Tripoli Abdul Hamid
Dbeibeh, in cerca di una legittimazione internazionale per la
possibile candidatura alle future elezioni in Libia. Verrà firmato
un nuovo memorandum tra i ministeri dell'Interno e probabilmente,
secondo fonti libiche, anche un accordo di 2 miliardi con Eni.
A Tunisi Meloni non ha dedicato neanche una parola in pubblico per
la stretta brutale operata da Saied sullo stato di diritto. Nessuno
glielo ha potuto chiedere, perché ai giornalisti, convocati il
giorno prima con appena 23 minuti di preavviso, non è stato permesso
avvicinarla. Saltato il punto stampa, inizialmente previsto in
ambasciata, Meloni trova comunque il tempo di rilasciare dieci
minuti di dichiarazioni davanti a una telecamera, prima di lasciare
il palazzo presidenziale. Che poi è il format che la premier
predilige: senza domande, come avviene per la rubrica "Gli appunti
di Giorgia" o come quando il primo maggio evitò la conferenza stampa
sul decreto lavoro, preferendo il piano sequenza tra gli stucchi di
Palazzo Chigi ideato dal suo social manager.
SERVIZI SEGRETI ED IMMIGRATI: «Oramagistratura e governo
devono fare chiarezza, ne va della dignità dell'Italia», dice don
Mattia Ferrari, 29 anni, cappellano di Mediterranea Saving Humans,
organizzazione impegnata nel soccorso e nell'assistenza dei
migranti. Due anni fa don Mattia diventò bersaglio di uno strano
account Twitter, Rgowans, che attacca sistematicamente le ong. Ora i
volontari di JLProject, esperti di indagini forensi, analizzando
16.385 tweet hanno dato un'identità all'account. È un ex vicecapo
della Guardia costiera canadese, poliglotta, che vive in Polonia
dopo aver girato tra Germania, Malta e Italia (nel 2017 e 2018). Ha
anche lavorato come assistente al Parlamento Ue ed è in contatto con
servizi segreti e miliziani della guardia costiera libica addestrati
in Italia. E ha lo stesso nome del direttore della società che
gestisce i dati per Frontex, l'agenzia Ue per l'immigrazione.
Don Mattia, qual è stato il suo primo pensiero oggi?
«Gratitudine per questi attivisti che hanno lavorato molto e gratis,
animati solo da una passione viscerale per giustizia e verità».
Come comincia questa storia?
«Si tratta di una vicenda misteriosa. Nel 2017, nel contesto del
primo accordo tra Italia e Libia per il rafforzamento della
cosiddetta guardia costiera libica, spunta questo account su Twitter.
Si dimostra informato e orientato, perché pubblica materiale per
conto della mafia libica».
Che materiale?
«Foto e video di migranti catturati da imprecisate milizie, di cui
viene celebrato l'operato in una prospettiva tutt'altro che
umanitaria. Eliminando con manipolazioni le immagini dei cosiddetti
guardiacoste che affondano un gommone a colpi di fucile e montando
solo la parte in cui i migranti terrorizzati vengono recuperati
dall'acqua».
Dov'è, allora, l'aspetto misterioso?
«Nella pubblicazione periodica di documenti top secret italiani ed
europei. Inquietante, oltre che misteriosa, anche perché
interrogazioni parlamentari sul tema non hanno mai avuto risposte
soddisfacenti».
E lei quando finisce nel tritacarne?
«Il 30 maggio 2021. In un tweet definisco "inaccettabile" la
descrizione dei migranti come turisti in spiaggia. A quel punto
l'account mi minaccia, pubblicando una mia foto, definendomi "un
prete cattolico che non si vergogna" e paragonandomi a "nazisti e
comunisti assassini". Dopo due mesi un altro attacco: "Spero tu
abbia un giubbotto di salvataggio, don", fino al paragone con la
mafia italiana».
Lei come reagisce?
«Ne parlo con l'arcivescovo di Modena, Erio Castellucci, che decide
di sporgere denuncia. La prefettura mi assegna un dispositivo di
tutela personale, ancora attivo. Dopo un anno, però, la Procura di
Modena chiede l'archiviazione, con una motivazione sconcertante».
In che senso?
«Il pm scrive che quelle frasi "non presentano profili di rilievo
penale, perché si tratta di frasi certamente polemiche nel contesto
certamente non cartesiano dell'arena social, scendendo nella quale
ci si espone a quelle asperità". E poi parla del mio "impegno
latamente politico, ben diverso dagli ambiti tradizionali –
riservati e silenziosi – di estrinsecazione del mandato pastorale"».
La Chiesa come l'ha presa?
«L'arcivescovo ha usato parole molto belle, spiegando che la
valutazione dell'operato del prete spetta alla Chiesa e non a un
magistrato. Chi si esprime come quel pm non capisce che il ministero
del prete è tanto nella liturgia quanto nell'impegno accanto agli
ultimi».
La vicenda giudiziaria si è chiusa lì?
«No. Con i nostri avvocati ci siamo opposti. E il giudice ha deciso
di non archiviare, ritenendo le frasi contro di me "gravemente
offensive e lesive dell'onore, discorsi d'odio che implicano il
rischio di ripercussioni anche violente". Per cui ha ordinato alla
Procura di fare le indagini e individuare chi c'è dietro l'account».
È stato fatto?
«Non ci risulta. Ma nel frattempo ci hanno pensato i volontari di
Mediterranea. E hanno scoperto chi c'è dietro quell'account».
Come definirebbe il suo impegno per i migranti?
«Un impegno di amore. Non facciamo cose astratte. Lottiamo accanto a
loro, nel soccorso in mare e nell'accoglienza. Non solo in Libia».
Com'è cominciato?
«Mentre facevo il seminario, sono entrato in contatto con due centri
sociali bolognesi che ci avevano aiutato ad assistere un richiedente
asilo. Poi, quando hanno fondato con altri la piattaforma
Mediterranea Saving Humans, ne sono diventato il cappellano».
Qual è il suo compito, in concreto?
«Curo le relazioni tra Mediterranea e la Chiesa, che sono intense
tanto che i vescovi salgono sulla nave per la benedizione prima che
salpi per le missioni di soccorso. Creo contatti con i movimenti
sociali in Africa. Assisto con videochiamate i migranti cattolici
detenuti nei lager libici».
Ce ne sono tanti?
«Sì. Mi è capitato anche di dare l'estrema unzione a migranti in fin
di vita. Mi arrivano le foto dei crocifissi dipinti sui muri, delle
madonne disegnate. Queste foto le ho anche portate al Papa».
Il Papa conosce la sua storia?
«La nostra storia, sì. Ci ha ricevuti e ha dato l'assenso alla
diffusione della foto dell'incontro, che non è stato formale.
C'erano i volontari con preti e vescovi».
Quale frase del Papa l'ha colpita?
«Non una frase. Il suo sguardo».
I centri sociali, personaggi come Luca Casarini. Non la imbarazza la
vicinanza con mondi così lontani dal cattolicesimo?
«Molti attivisti sono atei o agnostici, ma non privi di una
dimensione spirituale. Io non voglio evangelizzare, ma essere
evangelizzato. Ci sono persone nemmeno battezzate che testimoniano
il Vangelo con la loro vita. Stare con loro rafforza la mia fede,
perché amano visceralmente».
Anche lei ha partecipato a missioni in mare?
«Sì, prima delle minacce. Il mio sogno è tornarci e un giorno
assistere i migranti in Libia, in quell'abisso di disumanità».
Ora che cosa si aspetta?
«Molti elementi sono stati rivelati. Magistratura, governo e
istituzioni devono adoperarsi per scoprire fino in fondo la verità:
nomi, cognomi, connessioni. Non è solo doveroso per me, è
fondamentale per l'integrità e la dignità della repubblica».
Qualcuno ha armato questo account?
«Bella domanda. Si intravede qualcosa di inquietante, come nei
decenni in cui il nostro Paese era segnato da ombre che ancora si fa
fatica a diradare».
C'è una sola mano?
«Diverse mani. Sicuramente una libica, ma un'impronta italiana ci
deve essere perché uno dei documenti segreti pubblicato dall'account
era una mail protocollata dal Centro di coordinamento dei soccorsi
in mare, a Roma. Quindi l'Italia deve chiarire. Lancio un appello
pubblico».
A chi?
«Procura, governo. Tutti. Sono un cittadino italiano. Voglio che la
Repubblica sia degna».
L'Italia lo farà?
«Ah, l'Italia continua a finanziare e addestrare la cosiddetta
guardia costiera libica. Che cattura migranti e li porta nei lager.
Una cosa da brividi che accade da sei anni, benché definita dall'Onu
"orrore indicibile"».
06.06.23
ASSASSINI DI STATO :
Ottanta studentesse sono state avvelenate e ricoverate in ospedale
nella provincia di Sar-e-Pul, nel nord dell'Afghanistan. Si è
trattato di attacchi separati in due scuole primarie vicine tra
loro. La notizia è stata riferita da Mohammad Rahmani, funzionario
dell'istruzione locale, citato dal Guardian. Stando alla fonte, 60
ragazze sono state avvelenate nella scuola Naswan-e-Kabod Aab e
altre 17 nella scuola Naswan-e-Faizabad, nel distretto di Sangcharak.
Rahmani non ha spiegato in che modo siano state avvelenate le
studentesse, facendo però sapere che ora stanno bene. Mai prima
d'ora in Afghanistan si erano verificati episodi di avvelenamento ai
danni di studentesse.
05.06.23
LE SPIE-BUGIE DEL LAGO MAGGIORE:
Alcuni amici che si riuniscono per una gita sul lago per godersi il
sole della tarda primavera e festeggiare il compleanno di uno di
loro a bordo di una barca.
Sullo sfondo gli ameni e apparentemente placidi paesaggi del lago
Maggiore, una località al confine tra la Lombardia e il Canton
Ticino, la regione della Svizzera italiana.
E invece sotto la facciata della innocua festicciola in barca, si
nascondono delle trame di spionaggio internazionale.
La versione che è stata fornita dai media mainstream racconta di una
improvvisa tromba d’aria che avrebbe provocato il naufragio della
barca in questione, chiamata “Goduria”.
Su quella barca c’era una vera e propria adunata di agenti di
servizi di differenti Paesi come si vedrà a breve.
La storia però della tromba d’aria presenta non poche incongruenze e
sembra contraddire anche la versione di alcuni che vivono sul posto
e che affermano che il maltempo non era così forte da portare
addirittura ad un naufragio dell’imbarcazione.
Altri ancora affermano che per far sì che una barca si rovesci in
quel modo debbano esserci delle condizioni precise e non soltanto
del “forte vento” come riportano altre versioni contrastanti fornite
dalla stampa.
Allora ci si chiede che cosa è accaduto veramente la domenica
passata sul Lago Maggiore?
Sulla barca c’erano almeno 20 uomini di membri dell’intelligence di
diversi Paesi.
Non solamente uomini dell’AISE e del Mossad come hanno affermato i
media. Alcune fonti istituzionali hanno fornito a questo blog una
ricostruzione molto diversa da quella narrata dagli altri organi di
informazione. A bordo c’erano anche agenti dei servizi britannici
del MI6 assieme ad almeno un elemento dell’apparato di intelligence
della NATO.
Su quella barca c’era un vero e proprio vertice di spie che si era
radunato per concepire una operazione congiunta.
In realtà non sarebbe stata una tromba d’aria sul Lago Maggiore a
causare il naufragio della “Goduria”.
A fare cappottare la barca potrebbe essere stato una
speronatura del “Goduria” con un’altra imbarcazione e provocato il
suo rovesciamento.
Il resto è cronaca già nota. Ad aver perso la vita sono gli agenti
dell’AISE, Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, rispettivamente di 53 e
62 anni, la moglie russa dello skipper Claudio Carminati, Anna
Bozhkova, assieme all’agente del Mossad, Erez Shimoni, le cui
esequie sono state già celebrate in Israele .
Il lago Maggiore è stato
scelto come una centrale di spionaggio internazionale per condurre
determinate operazioni con la mafia ?
L'UOMO PREDISSE LA SUA MORTE A MORO E SI SCONTRO CON EDOARDO
AGNELLI: Sabato mio padre, Henry Kissinger, ha celebrato il
suo centesimo compleanno. Per chi conosce la forza della sua indole
e il suo amore per il simbolismo storico questa ricorrenza risulterà
ineluttabile. Non soltanto è vissuto più a lungo della maggior parte
dei suoi contemporanei, detrattori e studenti illustri, ma perdipiù
è rimasto instancabilmente attivo durante tutti i suoi novant'anni.
Neanche la pandemia lo ha fatto rallentare. Dal 2020 a oggi ha
ultimato due libri e ha iniziato a scriverne un terzo. All'inizio
della scorsa settimana è tornato dalla Bilderberg Conference di
Lisbona appena in tempo per intraprendere una serie di
festeggiamenti per il suo centesimo compleanno che lo porteranno da
New York a Londra e infine alla sua città natale in Germania, Fürth.
La longevità di mio padre è particolarmente straordinaria se si
tiene conto del regime di salute che ha seguito durante tutta la sua
vita adulta e che comprende un'alimentazione ricca di salsicce e
cotolette alla viennese, una carriera costellata di continue
decisioni stressanti e un amore per lo sport ma sempre ed
esclusivamente da spettatore, mai in modo attivo.
Come si spiega, dunque, la longevità della sua vitalità fisica e
mentale? Mio padre ha una curiosità insaziabile che lo tiene
dinamicamente coinvolto con il mondo. La sua mente ha una sorta di
termo-sensore innato che individua le sfide esistenziali che si
presentano ogni giorno e lotta contro di esse. Negli anni Cinquanta,
il problema era il proliferare delle armi nucleari, la minaccia che
esse costituivano per il genere umano. Circa cinque anni fa, le
implicazioni filosofiche e pratiche dell'intelligenza artificiale
sono
diventate una fissa per mio padre, promettente giovanotto di 95
anni.
Negli ultimi anni, mentre mangiavamo insieme il tacchino in
occasione del Ringraziamento, mio padre rimuginava le ripercussioni
di questa nuova tecnologia, con modi che in qualche caso ricordavano
ai suoi nipoti gli scenari dei film "Terminator". Quando poi si è
immerso negli aspetti tecnici dell'IA, con l'energica passione di un
dottorando del MIT, ha immesso nel dibattito sull'uso
dell'intelligenza artificiale la sua particolare visione filosofica
e storica.
L'altro segreto della longevità di mio padre è il suo senso di
missione. Anche se lo hanno caricaturato come un freddo realista,
mio padre è tutt'altro che distaccato. Crede profondamente in
concetti arcani quali il patriottismo, la lealtà e il bipartitismo.
Lo addolora assistere alla meschinità dell'odierno dibattito
pubblico e all'apparente tracollo dell'arte diplomatica.
Ricordo che da bambino assistetti a suoi incontri amichevoli e
cordiali con personaggi di idee politiche diverse dalle sue, come
Kay Graham, Ted Kennedy e Hubert Humphrey. Kennedy adorava fare
scherzi che divertivano molto mio padre (come quando lo invitò nello
studio di casa sua e affermò di avere una mangusta nascosta
nell'armadio).
Anche quando si acuirono le tensioni della Guerra fredda,
l'ambasciatore sovietico negli Stati Uniti, Anatoly Dobrynin, rimase
un ospite assiduo a casa nostra. Durante i negoziati su questioni
che avrebbero influito sull'intero pianeta, giocavano a scacchi. Mio
padre non si faceva illusioni sulla natura repressiva del regime
sovietico, ma quegli incontri abituali contribuirono ad allentare le
tensioni in un periodo in cui le superpotenze nucleari sembravano
essere in rotta di collisione. Se solo i protagonisti delle tensioni
globali di oggi avessero un dialogo altrettanto assiduo! Scacchi a
parte, la diplomazia non è mai stata un gioco per mio padre. La
praticava con la dedizione e la tenacia nate dall'esperienza
personale. Rifugiato della Germania nazista, aveva perso 13
familiari e innumerevoli amici nell'Olocausto. Ritornò nella nativa
Germania da soldato americano e prese parte alla liberazione del
campo di concentramento di Ahlem, vicino Hannover. Lì assistette con
i suoi occhi all'abisso nel quale il genere umano può precipitare se
non è vincolato da strutture internazionali di pace e giustizia. Tra
un mese tornerà a Fürth, e lì deporrà una corona sulla tomba di suo
nonno, che non fuggì.
So che nessun figlio può essere del tutto obiettivo rispetto al
retaggio del proprio padre, ma io vado orgoglioso dei suoi sforzi
miranti ad ancorare l'arte di governo a principi conformi e alla
consapevolezza della realtà storica. Questa è la missione alla quale
si è dedicato con tutto sé stesso per la gran parte di un secolo,
usando la sua mente rara e la sua energia infaticabile per servire
il Paese che salvò la sua famiglia e lo proiettò in un viaggio ben
aldilà dei suoi sogni più audaci.
04.06.23
I DANNI DELLA DROGA : «Su
mille ragazzi, 350 fumano abitualmente cannabis, ma più dell'80% lo
fa per un senso di necessità, come fosse una cura, perché sono
fortemente traumatizzati (spesso per separazioni violente tra i loro
genitori) soffrono di disturbi di ansia, fobia sociale. Il pusher è
il loro medico. Quando incontrano me, mi trattano allo stesso modo:
anche io sono un pusher, sono un pusher di terapia. Mi farà stare
altrettanto bene, si chiedono».
Psichiatra e psicoterapeuta, il dottor Sergio de Filippis dirige
Villa Von Siebenthal, a Genzano, vicino Roma. Fondata nel 1959 da un
neuropsichiatra di origine tedesca, Wolfgang von Siebenthal,
accoglie soprattutto adolescenti, e soprattutto adolescenti con
problemi di tossicodipendenza. Con lui c'è Susanna Pacifici,
neuropsichiatra infantile. Qui arrivano ragazzi dall'ospedale Bambin
Gesù o dal Policlinico nelle fasi acute della crisi, quelle che i
medici chiamano acuzie. La psichiatria cerca le cause lontano
dall'episodio psicotico, confronta, tratta il disagio psichico,
soprattutto quello degli adolescenti, come la punta esterna di un
dolore profondo, che ha radici affondate in molte cose. «Tantissimi
di questi ragazzi hanno questioni pre-morbose, traumi non risolti.
Spesso sono stati adottati, bullizzati sia a livello fisico sia a
livello psicologico. Noi ci accorgiamo dell'adolescente soltanto
quando l'adolescente compie qualche cavolata. Ma cos'è successo
prima?». L'adozione, mi spiega, è un percorso complicato che deve
essere seguito, accompagnato da un percorso di psicoterapia. E si
porta dietro due traumi: quello dell'abbandono subito dal figlio da
parte della madre biologica, e quello della madre affidataria, che
spesso è una donna che non è riuscita ad avere figli e ha subito il
dolore di quello che percepisce come una sua impotenza. «Vediamo
genitori che dicono "non lo voglio più, perché non era come me
l'hanno descritto". Vediamo ragazzi abbandonati ai servizi, o qui.
Li restituiscono, capisce? O coppie che dopo l'adozione si separano.
Cosa succede a quel figlio in quel momento? Per non dire
dell'epigenetica. Bisognerebbe sapere come stava la madre, se
durante la gravidanza la madre faceva uso di alcool o altre
sostanze, dovrebbe esserci una sorta di database per potersi
occupare nel modo giusto di quel bambino e molto spesso questo è
impossibile. Attualmente abbiamo una ragazza ricoverata che viene
dall'India. Perché potesse essere adottata le hanno dovuto cambiare
la data di nascita: hanno dichiarato 16 anni ma potrebbe averne
almeno diciotto. È arrivata qui in Italia, adottata da due persone
benestanti e si è trovata spaesata. Ha vissuto tantissimi traumi, è
grande, ricorda tutto, a volte ha dei flashback che la sconvolgono.
È qui da noi in attesa di una sistemazione comunitaria perché a casa
non riesce a stare. I genitori adottivi non riescono a gestirla e il
percorso dovrà proseguire in una struttura».
NEssuno dei ragazzi è presente oggi, sono in vacanza in Puglia tutti
insieme, seguiti da una trasmissione televisiva che si intitola Fame
d'amore, una docu-serie condotta da Francesca Fialdini. Molti di
questi ragazzi sono arrivati qui per una dipendenza, e quindi
parliamo a lungo di sostanze e del loro effetto sui ragazzi. «La
dipendenza dell'adolescente è diversa da quella dell'adulto. Non si
tratta quasi mai di cocaina eroina o alcool. I ragazzi sono
dipendenti da Thc». Mi prende un colpo. Ma come, dico io, quindi
esiste una dipendenza anche dalla marijuana o dall'hashish? «Adesso
sì. Fino a qualche tempo fa la cannabis conteneva una percentuale di
Thc molto bassa, tra il 3 al 5% e dunque non dava dipendenza. Adesso
la più leggera è arrivata al 17%. Ma l'erba californiana o quella
che viene da Amsterdam – tra queste la cosiddetta Gorilla o la Bruce
Banner – può arrivare al 31%. E questo ovviamente cambia tutto». Ma
com'è possibile, chiedo, cosa è successo, come ci sono riusciti?
«Sono trattate chimicamente o geneticamente modificate. Sa che cosa
produce una percentuale simile di Thc nel cervello di un
adolescente?». Non ne ho idea, ovviamente, ma comincio a pensare che
non sia niente di buono. «La canna non ha lo stigma sociale
dell'eroina, anche se fumi parecchio, se inizi a fumare la mattina e
vai avanti tutto il giorno, non ti senti un tossico. I genitori per
evitare conflitti o semplicemente perché non ne capiscono il
pericolo, permettono ai figli di fumare in casa. Ma cosa significa
farsi le canne? Se io e lei ci facciamo una canna domenica per
rilassarci e chiacchierare, non succede niente, ma un ragazzino che
fuma, e fuma sempre di più, e soprattutto fuma in casa da solo, si
trasforma in un ritirato sociale. Oltre al fatto che, come dicevo,
il cervello di un ragazzino è diverso da quello di un adulto».
Spoiler: qui arriva la parte più tosta per i genitori che stanno
leggendo questo articolo. Ma anche per i ragazzini, a patto che ce
ne sia qualcuno. E se non ci fosse, potrebbe essere una buona idea
che quei genitori che si terrorizzassero facessero leggere le righe
che seguono a quei figli che da soli non lo leggerebbero. Mi rendo
conto che ci sono metodi più eleganti del terrore per convincere
qualcuno a non fare qualcosa che può fargli molto male. Ma il
terrore, purtroppo, è molto efficace. Dunque: «Il genitore adulto si
rende conto del problema quando il ragazzo comincia a spaccare
tutto, quando comincia a tagliarsi, a bruciarsi, a parlare con
entità strane… ma questi comportamento derivano dall'eccesso di
dopamina. La dopamina arriva al cervello attraverso due proteine: la
parvoalbumina e la colecistochinina. Che vengono prodotte
dall'intestino ma provocano gli stimoli al livello della corteccia
cerebrale. La prima va a stimolare le cosiddette onde gamma che
favoriscono il passaggio graduale della dopamina. Questi stimoli
vengono controllati dalla seconda, la colecistochina, che contiene
il ricettore del Thc. Quindi se io fumo tanto Thc, e chiudo quel
ricettore, non posso più controllare il passaggio di dopamina e la
dopamina corre, creando quei disturbi dell'umore». Ma le canne
servono per rilassarsi, com'è possibile che producano questa
eccitazione, chiedo io. «Sono geneticamente modificate. La Gorilla
per esempio contiene sia la sativa (60%) che è eccitante, sia
l'indica (40%) che è rilassante (la Bruce Banner 50 e 50) oltre a
una lieve componente di Cbd. Ma il punto è la corteccia prefrontale.
E questo è il vero guaio. La corteccia prefrontale si stabilizza tra
i 26 e i 27 anni. Il sistema mesolimbico, che è il sistema del
piacere, pieno di dopamina manda stimoli continui alla corteccia
prefrontale, una corteccia prefrontale non perfettamente formata. E
quindi si creano delle microlesioni, come delle ferite, che
somigliano a dei piccoli ictus. Cosa che non avviene nel cervello di
un adulto». Ma queste ferite poi si rimarginano chiedo in preda al
panico. «Sì, se il ragazzo smette in tempo di assumere Thc. Lo
stesso guaio lo combinano le amfetamine e la cocaina, il cui rischio
principale è però l'infarto. Noi abbiamo visto ragazze morte per un
ictus esteso da picco ipertensivo da cocaina, dovuto a un'occlusione
dell'arteria cerebrale media. E ne stiamo vedendo tante».
C'è una differenza di genere nell'uso delle sostanze? «I maschi
iniziano prima, col Thc e l'alcool, e tendono ad avere un poliuso,
le ragazze hanno tendenzialmente un monouso. Ma frequentando persone
più adulte spesso arrivano alla cocaina prima dei loro coetanei. Il
problema delle ragazze è che corrono più rischi rispetto, per
esempio, all'ecstasy. Il ciclo produce nel corpo di una ragazza
un'alterazione dell'ormone antidiuretico, quindi sudano tanto, si
disidratano e rischiano uno shock che può essere letale. Ma basta un
cracker, un po' di acqua in discoteca per salvare loro la vita. Nei
paesi sviluppati del Nord Europa, i gestori delle discoteche offrono
ai ragazzi crackers e succhi di frutta gratis. È un modo per non
chiudere gli occhi davanti al problema e limitare il danno».
I ragazzi dunque, a giudicare dalla casistica a disposizione del
dottor de Filippis e dei ricoveri a Villa Von Siebenthal non amano
molto la cocaina, preferiscono le anfetamine o l'Md, ma soprattutto
il Thc. Al quale si avvicinano non per piacere ma come fosse una
cura. Che differenza c'è tra l'azione di un farmaco, per esempio le
benzodiazepine nel cervello – come quelle contenute nello Xanax – e
altre sostanze come la cocaina? «La cocaina ha un'azione
iper-stimolante e va ad agire sui ricettori dopaminergici,
alternando anche i canali del calcio, lo Xanax agisce sui Gaba (i
recettori del Gaba rispondono al legame dell'acido y-amminobutirrico,
uno dei più importanti neurotrasmettitori inibitori nel sistema
nervoso centrale dei vertebrati) che controllano l'ansia. L'effetto
dello Xanax somiglia a quello del Cbd, calmante, o all'alcol. L'olio
Cbd per esempio è un'ottima alternativa al Thc per chi ha problemi
di ansia o insonnia, è protettivo, antiossidante, rilassa e non
provoca nessun danno cerebrale. Anche gli oppioidi agiscono sui Gaba
(tramite i recettori oppiodi mu, o Mor) e infatti sta di nuovo
aumentando l'uso dell'eroina, non con il buco, ma fumata. Ma
soprattutto aumenta l'uso dell'ossicodone in compresse, il depalgos
per esempio. Che è un analgesico non troppo difficile da trovare. I
medici li prescrivono per i dolori cronici, anche se gli oppioidi
dovrebbe essere usati solo per dolori oncologici. Questi farmaci
piacciono moltissimo ai ragazzi che li usano per ritrovare pace dopo
essersi fatti qualsiasi cosa nei fine settimana. Cominciano anche da
noi a esserci tante morti per Fentanyl, uno dei farmaci oppioidi più
potenti in assoluto, che riescono anche ad estrarre dal cerotto».
Come si esce dalla dipendenza, chiedo. «Noi qui adesso abbiamo un
ragazzo di 14 anni che ha fatto a 12 anni il primo coma etilico e
aveva una forte dipendenza da Thc. Adesso è completamente pulito ed
è uno dei miei testimoni nelle scuole. Riesce ad avere appeal perché
parla della sua storia. Bisogna agire presto, attorno ai 12-13 anni,
quando più o meno iniziano l'uso di queste sostanze. È cruciale che,
insieme ai farmaci, si metta subito in atto una terapia di ascolto.
Bisogna lavorare sul disagio prima che si trasformi in disturbo.
Bisogna ascoltare, cambiare l'ottica dell'intervento. Non serve un
intervento poliziesco e in cronico, prevenzione. Quando lavori con i
ragazzi di 12 anni non puoi dire loro "quella sostanza fa male" ma
andare a vedere se ci sono dei contesti in cui la sostanza trova un
terreno fertile. Così cambia l'ottica dell'intervento. Bisogna
intervenire sui ragazzi tenendo lo sguardo all'altezza del ragazzo,
non dell'adulto. Andare nelle scuole a parlare, portare la salute
mentale nella classi destigmatizzandola. Lo stigma della salute
mentale se lo porta l'adulto, e non l'adolescente, che vuole solo
essere ascoltato e seguito, ha paura. Ma ascoltare vuol dire non
solo condividere ma anche non condividere un suo pensiero. Quanti
adulti al ristorante danno loro il tablet ai bambini per farli
giocare e stare buoni? Ma in quel modo nel bambino il sistema
mesolimbico, strettamente implicato nella percezione del piacere, si
attiva e comincia a vedere quanto è piacevole il tablet e quindi
comincia a richiederlo sempre di più. Siamo noi, spesso, a
consegnare l'addict. Le cose di cui i ragazzi si fidano di più sono
l'attenzione, e l'esempio. È questo il nostro compito»
L'ARROGANZA DEL SINDACO : «Fermiamo lo scempio arboreo», si
legge sui volantini affissi da qualche giorno, lungo corso Belgio.
«Attenzione, le ruspe si avvicinano», è scritto sulle vignette, in
cui il sindaco Lo Russo è in sella a un cavallo bianco con una
motosega in mano. Ha preso forma così, nelle ultime ore, la protesta
dei residenti a Vanchiglietta contro il piano di riqualificazione di
corso Belgio, messo a punto dalla Città: centinaia di manifesti
colorati affissi in tutta la zona, vetrine comprese.
Il tema è quello degli alberi: per realizzare il progetto - lavori
al via il 12 giugno - il Comune raderà al suolo 240 aceri, alti 15
metri, presenti da 70 anni. Saranno sostituiti, e ce ne sarà
qualcuno in più, ma saranno piante diverse, molto più piccole. I
residenti temono si tratti di una riqualificazione al contrario, che
peggiorerà la loro qualità di vita. «Vogliono abbattere alberi che
ci regalano ombra e frescura, abbassano di 1,5 gradi la temperatura
in zona, sui cui rami gli uccellini cinguettano rallegrando le
nostre giornate», scrive Stefania Cerotti su Specchio dei tempi.
Il malcontento è tale che nelle ultime settimane è nato un comitato
(«Salviamo gli alberi di corso Belgio») ed è stata avviata una
petizione su change.org: 2.400 adesione in 50 giorni. Un'altra
petizione, cartacea, scatterà nelle prossime ore. Per chiedere di
bloccare il progetto, poi, l'altro giorno una trentina di residenti
sono scesi in strada con striscioni e manifesti: «Fermate
l'olocausto vegetale», «Non vogliamo fare la fine di corso Umbria».
L'asse cioè in cui da inizio anno è in corso un lavoro analogo: sono
stati abbattuti 77 aceri (alti 15 metri), sostituiti da 102 peri
ornamentali (4 metri, per ora).
Il piano per corso Belgio prevede la riorganizzazione e rifacimento
di marciapiedi e banchine (alberate) laterali, dove sostano le auto.
I nuovi alberi saranno piantati in aiuole realizzate ad hoc, che
avranno due caratteristiche: saranno "protette", per impedire la
sosta delle auto, e allontanate dai binari del tram, il cui
passaggio in questi anni ha complicato la crescita delle chiome
degli aceri.
Un'operazione da 600 mila euro, fondi del Pon metro, che coinvolgerà
corso Belgio da corso Farini a Lungo Po Antonelli, un tratto di 2
km. I cantieri, in partenza tra 8 giorni, andranno avanti 5 mesi,
periodo durante il quale il tram della linea 15, in quel tratto,
sarà sostituito da un bus.
Proprio per il continuo viavai delle auto sulle radici e per il
passaggio del tram gli aceri, scrive e replica il Comune su
Specchio, non si possono più salvare: al loro posto arriveranno «216
peri, 16 ciliegi, 8 noccioli, 12 platani, 8 lagerstroemie, 34
biancospini». La somma fa 294 piante nuove, 54 in più di quelle da
abbattere: ma i biancospini sono cespugli e i peri, inizialmente,
non superano i 4 metri.
03.06.23
9 GIORNI PER LA FINE DI PUTIN ?
Tatiana Stanovaya è la fondatrice del centro di analisi R. Politik e
Senior Fellow al Carnegie Russia Eurasia Center. Tra i massimi
esperti di politica russa, le sue analisi sono spesso basate su
fonti vicine al Cremlino.
Come è evoluto il piano di Putin sulla guerra in Ucraina negli
ultimi mesi?
«All'inizio dell'anno si percepiva una certa preoccupazione per
quanto riguarda l'imminente controffensiva ucraina, ma ora sembra
che l'allarmismo sia diminuito: il Cremlino appare convinto che
nessuna controffensiva potrà cambiare radicalmente la situazione sul
campo. Il piano è dunque rimasto lo stesso: aspettare fino a quando
l'Occidente perderà interesse per l'Ucraina, smetterà di sostenerla
militarmente, lasciando così Kyiv ad affrontare la Russia da sola».
E a quel punto l'Ucraina non potrà che arrendersi…
«Nel Cremlino si aspettano che in Ucraina prenderà il potere un
"partito della pace", il quale rappresenterà gli interessi della
società stanca della guerra e cercherà un accordo con la Russia: di
fatto questo significherà la capitolazione di Kyiv».
Stiamo assistendo all'ascesa politica di Evgeny Prigozhin, che
continua a criticare aspramente l'establishment russo. Quanto è
pericoloso il capo della Wagner per l'élite e per Putin stesso?
«Prigozhin ha trovato una nicchia politica e cerca di farla sua. Si
comporta in maniera provocatoria creando non pochi problemi
all'establishment politico e militare. Ma tutto questo accade con il
permesso di Putin e gioca a suo favore: Prigozhin svolge la funzione
di uno stimolo esterno per il sistema, una sorta di elettroshock».
Si spieghi meglio.
«Negli ultimi mesi Putin ha avuto un sacco di problemi con
l'esercito: basta notare i costanti cambiamenti ai vertici. Putin
guarda con disprezzo i suoi collaboratori, che considera dei
corrotti pieni di difetti, incluso il ministro della Difesa Shoigu.
Dunque quello che dice Prigozhin in parte riflette il pensiero di
Putin stesso. Da un lato, Putin è un uomo del sistema e come tale
non gradisce quando Prigozhin supera certi limiti, ma dall'altro ha
bisogno di stimoli che "mettono in riga" il comando militare».
Lei ha scritto che Putin soffre del "complesso del messia". Che cosa
intende?
«Intendo dire che Putin è convinto di avere una missione storica e
questo gli impedisce di cambiare il suo punto di vista, specialmente
per quanto riguarda l'Ucraina: la vede come un Paese che non esiste,
mentre i russi e gli ucraini come un popolo unico. Questi elementi
resteranno delle costanti nella politica russa fintanto che Putin
sarà al potere».
Che conseguenze potrebbe avere sul conflitto?
«Significa che, anche se gli ucraini avranno successo nella
controffensiva e riconquisteranno parte dei territori occupati, non
penso che Putin accetterà di sedersi al tavolo dei negoziati con
Zelensky: ciò andrebbe contro la sua concezione di "giustizia
storica"».
Putin appare sempre più passivo ed estraneo alla politica reale…
«Il ruolo di Putin negli affari di Stato continuerà a diminuire. Con
il tempo, smetterà di essere rilevante per il sistema, ne diventerà
un semplice attributo. Questo processo è già iniziato: Prigozhin,
per esempio, sta già offuscando il ruolo di Putin senza sfidarlo
direttamente».
Esistono altre fratture all'interno dell'élite russa?
«Ci sono conflitti tra diversi gruppi ma non c'è nessuno apertamente
contro Putin. L'élite continua a consolidarsi attorno ai falchi, si
sta radicalizzando sempre di più insieme all'apparato repressivo.
Chi ha dubbi riguardo alla guerra non può fare altro che tacere o
andarsene. Il Paese si sta muovendo verso un regime totalitario».
XI INAFFIDABILE : Una stretta di mano, un sorriso e qualche
parola fugace. Poi una cena alle estremità opposte dello stesso
tavolo. Lloyd Austin e Li Shangfu: nella sala da ballo che ospita il
gala di apertura dello Shangri-La Dialogue, tutti gli occhi degli
oltre 600 delegati del summit sulla sicurezza dell'Asia-Pacifico
sono per il capo del Pentagono e il ministro della Difesa cinese.
Pechino ha sinora respinto le richieste di un bilaterale, lamentando
la mancata "grazia" per Li, promosso lo scorso marzo nonostante sia
dal 2018 sotto sanzioni per l'acquisto di componenti militari dalla
Russia.
John Chipman, direttore dell'IISS (l'istituto che organizza il
vertice nell'hotel simbolo della diplomazia di Singapore), li
incoraggia dopo la stretta di mano: «Meglio una diplomazia non
programmata che un incidente non programmato», riferendosi
all'incontro ravvicinato dei giorni scorsi tra jet nel mar Cinese
meridionale. E ricorda: «La Guerra fredda ha portato anche cose
buone, come il disarmo nucleare». Quasi a voler scongiurare la tetra
profezia di Fumio Kishida allo Shangri-La 2022: «L'Asia rischia di
diventare la prossima Ucraina». Stavolta il discorso di apertura è
di Anthony Albanese, che prova ad allontanare il fatalismo: «Prima
dell'invasione dell'Ucraina si pensava che una guerra
nell'Indo-Pacifico fosse inimmaginabile, ora si pensa sia
inevitabile. Ma questa regione non è l'arena per ambizioni altrui e
il suo futuro sarà scritto da noi», dice il premier australiano.
Suo malgrado, nelle file per i controlli di sicurezza si parla
sempre di loro: Austin e Li. Tra il foyer e le sale degli incontri
transitano ministri della Difesa e rappresentanti delle forze
armate. Tema di discussione? Stati Uniti e Cina. Con diffusi timori
su Taiwan, che non ha speaker dopo le voci sul possibile invito
all'ex presidente Ma Ying-jeou. I delegati di Singapore,
tradizionale ponte di dialogo, sono pessimisti. «Le differenze
sembrano inconciliabili», sospira un ufficiale militare.
Intanto, le delegazioni delle due potenze lavorano ai fianchi i
Paesi asiatici, che più di tutti sperano nel dialogo per non finire
al centro della contesa. Nei piccoli capannelli sparsi per l'hotel,
è gara a presentarsi partner affidabili e additare i rivali come
agenti di instabilità. Ieri, l'inviato speciale Li Hui ha chiesto da
Pechino lo stop all'invio delle armi in Ucraina e ha rilanciato la
candidatura cinese alla mediazione. L'emissario ha riconosciuto,
all'indomani del suo viaggio in Europa, che ci sono «difficoltà»
nello sforzo per fa sedere Ucraina e Russia al tavolo dei negoziati
e ha smentito le indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui
nel piano di pace cinese, oltre alla proposta di un cessate il fuoco
immediato, ci sia anche il riconoscimento dei territori occupati dai
militari di Mosca come parte della Russia. Il rapporto «non è in
linea con la verità», ha detto, aggiungendo che Pechino «è a favore
del rispetto della sovranità e integrità» di Kiev e dei «principi
della Carta dell'Onu». Allo Shangri-La, l'ex viceministro degli
Esteri Cui Tiankai parlerà col ministro della Difesa ucraino Oleksii
Reznikov. «Ma la Cina ha dimostrato di non voler davvero risolvere
la questione Corea del Nord in passato, non credo le si ridiano le
chiavi sull'Ucraina», sostiene Euan Graham dell'IISS.
In attesa dei discorsi di Austin e Li in plenaria, ieri c'è stata
già qualche scintilla. Durante una sessione speciale sul nucleare al
quale partecipava Angus Lapsley della Nato, il colonnello Zhao
Xiaozhuo ha attaccato sui sottomarini di Aukus e sull'estensione
dell'ombrello nucleare per la Corea del Sud. Il maggiore generale
Tang Yongsheng ha rincarato: «Per tanti anni non abbiamo avuto
guerre in Asia, sapete tutti chi sta portando instabilità». A camere
spente, ci si lamenta in particolare per la prossima apertura di un
ufficio Nato in Giappone.
Con la guerra in Ucraina e la preoccupazione per un allineamento
sinorusso, diversi Paesi asiatici si sono avvicinati agli Usa.
Esercitazioni congiunte, accordi di sicurezza, libero accesso alle
basi infastidiscono Pechino. Gli ex rivali Giappone e Corea del Sud
dovrebbero siglare a margine del summit un accordo per collegare i
sistemi radar. Le Filippine si mostrano in plenaria al fianco di
Regno Unito e Canada, stretti alleati Usa. Pechino risponde
promuovendo scambi sul codice di condotta nel mar Cinese
meridionale, tema cruciale per i Paesi del Sud-Est. Nel frattempo,
alla ministeriale degli Esteri del blocco Brics in Sudafrica si
muovono i primi passi verso una potenziale nuova valuta condivisa
per schermarsi dalle sanzioni occidentali.
A tarda sera, mentre qualcuno è ancora appostato fuori dalle sale
degli incontri privati sperando di scorgere movimenti sinoamericani,
arriva la notizia che il direttore della Cia Bill Burns si è recato
in Cina il mese scorso. Per il Financial Times, una missione segreta
voluta da Joe Biden per mantenere aperte le linee di comunicazione.
Ma il disgelo previsto al G7 sembra distante. E a Singapore, dopo le
strette di mano, Austin e Li potrebbero salire sul ring.
La dittatura morde ma ha le ore contate
Se siamo vive? Se, pur non andando più in piazza tutti i giorni, noi
iraniane e i compagni che resistono al nostro fianco siamo ancora
vivi? Certo che lo siamo, la rivoluzione ha cambiato forma ma
continua. L'ultima volta che l'ho toccato con mano è stato mercoledì
sera, saranno state le dieci, l'aria era calda, appiccicosa. Dovevo
prendere la metropolitana che da Teheran mi riportava a casa, a
Karaj, ma ero in ritardo e l'ho persa. Così sono rimasta tre quarti
d'ora ad aspettare il treno successivo. E il futuro era lì, sulla
banchina. Gruppi colorati di giovani cantavano allegri, tante
ragazze come me non indossavano l'hijab, non si respirava paura né
tensione, nonostante la repressione continui a decimarci. I
mercenari della Repubblica islamica, con il solito sguardo torvo e
la mano sullo sfollagente, sorvegliavano la scena a distanza, senza
intervenire, quasi rassegnati. E' la nostra nuova dimensione, la
messa a terra di "Donna, vita, libertà", la rivoluzione che è uscita
dalle piazze e ha invaso il quotidiano.
Non saprei quasi più dire bene come fosse fino a un anno fa, prima
dell'assassinio di Mahsa Amini e dei giorni della rabbia. Se parlo
con le mie amiche, nessuna oggi pensa più che sia possibile tornare
indietro, che il regime riesca a rimettere l'hijab a tutte noi,
imbavagliandoci di nuovo come se nulla fosse successo. Siamo tante,
troppe, siamo come gli uomini e non abbiamo paura di quelli di loro
che anziché sostenerci ci minacciano.
Se è troppo presto per cantare vittoria? Lo è. Purtroppo lo è. Il
regime ha capito di avere le ore contate e sta rispondendo con
l'artiglieria pesante, tanto su fronte esterno che su quello
interno. Da una parte ha intrecciato alleanze vecchie e nuove con i
peggiori dittatori, a cominciare dalla Cina e dall'Arabia Saudita,
per fare fronte comune contro quell'occidente al cui sistema
valoriale ci ispiriamo noi, i ribelli. Dall'altra stringe la morsa
sugli attivisti. Ci sono arresti ogni giorno, e ci sono condanne a
morte. Il caso delle due giornaliste che per prime hanno raccontato
la fine di Mahsa Amini, Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi, è in
mano al Tribunale Rivoluzionario e questa è una forzatura giuridica
fuori misura perfino per la distorta legislazione della Repubblica
islamica che, di norma, affida le procedure contro la stampa ai
magistrati ordinari e non chiama a rispondere i cronisti bensì i
direttori o gli editori. Niloofar e Elaheh sono simboli, per questo
si trovano in stato di detenzione temporanea da quasi otto mesi
laddove sarebbero previste al massimo 48 ore. E poi ci sono tutte le
altre, violate, accecate, umiliate pubblicamente. E tutti gli altri.
Quelli ammazzati, come Majid Kazemi, Saleh Mirhashemi e Saeed
Yaghoubi, i tre giovani attivisti impiccati due settimane fa a
Isfahan perché giudicati colpevoli di "guerra contro Dio", e prima
di loro Mohammad Mehdi Karami, Seyed Mohammad, Mohsen Shekari e
Majidreza Rahnavard. E ci sono quelli che aspettano il loro turno
sulla forca, come Mohammad Ghobadloo.
Ho visto in questi mesi scene che non avrei immaginato possibili,
coraggio, violenza, solidarietà, incoscienza, resilienza e poi,
nonostante il sangue, noi che andavamo avanti senza cadere e
toglievamo l'hijab e continuavamo ad andare avanti. Avevo undici
anni nel 2009 e, sebbene bambina, ricordo intorno a me l'entusiasmo,
il sospetto, il terrore, la depressione. Ci ho ripensato tanto
quando abbiamo cominciato a protestare, alla fine dello scorso
settembre, mi chiedevo quanto ci sarebbe voluto perché l'onda ci
travolgesse, lo slogan "Donna, vita, libertà" si strozzasse in gola
e provassimo quello che avevano provato le nostre sorelle maggiori.
L'abbiamo provato ma siamo qui. Da quando non indosso più l'hijab in
strada ad ogni passo che faccio avverto lo sguardo della polizia
sulle spalle ma non mi volto. — L'obiettivo più ampio, il
rovesciamento del regime, è ancora di là da venire. Ma anche se il
movimento delle proteste in Iran non ha ancora vinto la sua guerra,
chi si abbevera al bicchiere mezzo pieno segnala e applaude i video
sui social media che mostrano molte donne in pubblico camminare
sicure di sé per le strade di Teheran a capo scoperto. Non tutte.
Alcune portano il velo sulle spalle o a mo' di sciarpa, pronte a
tirarlo su, perché non si sa mai. Ma, almeno nella quotidianità,
qualcosa è cambiato. In un tweet con video di una ragazza a
passeggio tra altre donne velate, lei lunghi capelli scuri,
pantaloni neri e top senza maniche che lascia scoperte spalle e
braccia, l'attivista Masih Alinejad scrive che "il leader supremo
della Repubblica islamica ha tentato di costringere le donne
iraniane alla sottomissione e costringerle a coprirsi i capelli e
obbedire alle leggi obbligatorie sull'hijab o affrontare punizioni
brutali. Le donne iraniane hanno risposto non solo lasciando i
capelli al vento, ma anche vestendosi come vogliono". C'è poi un
fenomeno di onda più lunga, emerso recentemente sui social, che
nasce nel privato delle famiglie religiose, le cui giovani figlie
femmine respingono le regole islamiche a casa. E si mostrano "prima"
(con il velo) e "dopo" (senza). Ma anche prima e dopo la rivoluzione
in nome di Mahsa Amini.
I video sui social mostrano anche come le proteste, tra l'ottavo e
il nono mese, vanno avanti, anche se non con l'intensità
dell'inizio. Ma almeno una volta alla settimana, a Zahedan e in
altre città della provincia del Sistan e Balucistan dove la
repressione da parte dei pasdaran e dei basiji è stata più violenta,
gli iraniani scendono in strada a scandire slogan come "da Zahedan a
Teheran, sacrificherò la mia vita per l'Iran". O sporadicamente,
come qualche sera fa, quando i manifestanti sono scesi in piazza, in
piena notte, ad Abdanan, nella provincia di Ilam. L'ha riportato
Radio Free Europe/Radio Liberty, canale di notizie indipendente,
spiegando che la gente ha reagito alla morte di Bamshad
Soleiman-Khani, studente di 21 anni arrestato durante precedenti
proteste in città. La versione ufficiale sulla causa della morte
parla di suicidio farmacologico.
Perché in ogni caso, il bicchiere resta ancora mezzo vuoto.
L'agenzia di stampa Mizan, due settimane fa, ha reso noto che tre
giovani uomini arrestati mesi fa nell'ambito delle manifestazioni
sono stati impiccati a Isfahan. Accusati di coinvolgimento
nell'uccisione di tre agenti di sicurezza a Isfahan nel novembre del
2022, sono stati condannati a morte. Con loro è salito a sette il
bilancio dei manifestanti impiccati da dicembre. Se la notizia dei
tre ragazzi uccisi ha innescato altre proteste, i gruppi per i
diritti umani temono che ulteriori condannati subiranno esecuzioni,
nonostante il Dipartimento di Stato Usa abbia esortato l'Iran ad
astenersene. E sei eminenti iraniani, giuristi e avvocati, hanno
inviato una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite
Antonio Guterres esprimendo grave preoccupazione. Una preoccupazione
che, denuncia Amnesty International, riguarda le sorti di tutti i
prigionieri nelle carceri iraniane. "Dall'inizio del 2023 le
autorità iraniane hanno messo a morte, sempre a seguito di processi
iniqui, almeno 173 prigionieri per reati di droga, quasi il triplo
rispetto al numero del 2022." Le autorità iraniane, secondo il
rapporto pubblicato da Amnesty, hanno messo a morte prigionieri per
altri atti che, in base al diritto internazionale, non dovrebbero
mai comportare la pena capitale. La Ong denuncia ancora che nei
primi cinque mesi del 2023, diversi uomini sono stati impiccati in
relazione alle proteste, ma uno per "adulterio" dopo che aveva avuto
una relazione sessuale consensuale con una donna sposata e altri due
per attività sui social media.
Atti che sono costati loro i capi di accusa di "apostasia" e "offesa
al profeta dell'Islam.
LE PEN LA CORROTTA ?: Per
una strana ironia della sorte, a puntare il dito contro i legami tra
il Rassemblement National e la Russia è stata proprio quella
commissione di inchiesta parlamentare sulle ingerenze straniere
voluta da Marine Le Pen per mettere fine alle accuse che la
inseguono da anni. E invece, dal rapporto è emerso che il partito di
estrema destra francese è stato nel tempo «una cinghia di
trasmissione» con Mosca. La formazione «presenta una singolarità a
causa della sua vicinanza ideologica con il regime russo e
attraverso i suoi legami finanziari che saranno oggetto di
un'analisi dettagliata», ha spiegato la deputata della maggioranza
macroniana Constance Le Grip, relatrice del testo.
Già nel 2014, quando Le Pen otteneva un prestito da più di 9 milioni
di euro da una banca ceco-russa e Vladimir Putin annetteva
«illegalmente» la Crimea, l'allora Front National mostrava un
«allineamento» sul «discorso russo». A dimostrarlo anche i
«frequenti contatti» tra membri del partito e i dirigenti russi che
portarono all'incontro tra Putin e Le Pen. Una sintonia che però ha
registrato una battuta d'arresto quando Putin ha lanciato
l'aggressione all'Ucraina, «condannata nettamente» dalla leader di
estrema destra, come ricorda Le Grip.
Un «processo politico», secondo Le Pen, che con una conferenza
tenuta nel suo feudo del Pas-de-Calais ha definito la conclusione
dei lavori «settaria, disonesta e politicizzata». L'ex candidata
all'Eliseo era intervenuta davanti alla commissione il 24 maggio
scorso, quando sotto giuramento aveva respinto ogni accusa,
ricordando di aver sottoscritto un prestito «con la banca, non con
Putin».
Il rapporto è stato adottato con 11 voti a favore e 5 contrari
(tutti dei lepenisti), mentre La France Insoumise, formazione di
estrema sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon, si è astenuta.
LA FRANCIA SE DESTA LA DESTRA: A metà maggio i vertici del
ministero dell'Interno francese erano decisamente preoccupati. Nel
centro convegni del Pavillon Wagram, nel cuore di Parigi, migliaia
di esponenti della destra radicale europea si erano dati
appuntamento per commemorare l'anniversario della morte di Dominque
Venner, il «Vate» dell'area identitaria. La convocazione era partita
mesi fa dall'Institut Iliade, l'associazione nata nel 2013 come
spin-off del GRECE, il gruppo di ricerca costituito alla fine degli
anni '60 e diventato da allora il motore ideologico della nuova
destra. L'allarme è stato lanciato dal capo della polizia di Parigi
Laurent Nuñez in una nota diffusa il 19 maggio scorso: «Esistono
rischi seri che, in occasione di questo omaggio, vi sia un
incitamento all'odio e alla discriminazione verso gruppi di persone
in ragione della loro origine, della loro appartenenza o non
appartenenza ad una etnia, ad una nazione, ad una razza o ad una
religione». Nella nota ufficiale vengono ricordati i tratti meno
nobili di Venner, dal suo arresto per l'appartenenza all'OAS
(organizzazione eversiva della destra francese, attiva negli anni
'60) fino alla sua morte per suicidio a Notre-Dame e al testamento
lasciato ai suoi seguaci: «Mi do la morte per svegliare le coscienze
assopite. Insorgo contro il crimine della sostituzione della
popolazione». Ovvero quella ossessione per la «grande sostituzione
etnica», armamentario ideologico utilizzato dalla destra in tutta
Europa. Parole, quelle del testamento di Venner, seguite alla
lettera dal movimento identitario che vede nell'Istituto Iliade un
punto di riferimento: «Mobilitatevi e svegliatevi, Europei!», è lo
slogan del think-tank parigino. Contro chi? Nulla di nuovo sotto il
cielo dell'odio, i migranti, gli stranieri, le diversità sessuali,
le culture non europee che hanno l'ardire non rimanere a casa
propria. Dunque, la decisione del governo francese non si è fatta
attendere e l'evento è stato vietato. Troppo alto il rischio di una
diffusione della radicalizzazione nel nome della xenofobia.
Le preoccupazioni del ministero dell'Interno francese non riguardano
solo l'oltralpe. Dal think-tank parigino si dirama una fitta rete di
relazioni in tutta Europa, nel nome di Dominique Venner. Dal 2020
l'Istituto Iliade ha avviato diverse partnership con centri
culturali e movimenti politici, sviluppati con una politica di
inviti mirati alle convention annuali organizzate al Pavillon Wagram.
In Spagna con la Fides Ediciones, in Grecia con Logxi, in
Inghilterra con l'editore di estrema destra Arktos, che nel catalogo
pubblica buona parte delle opere di Julius Evola, il filosofo
ispiratore in Italia del Centro studi Ordine nuovo. In Germania
diffonde il verbo identitario del centro studi parigino la casa
editrice di Dresda JungEuropa Verlag, fondata dall'esponente della
destra radicale tedesca Philip Stein, ospitato diverse volte in
Italia da Casapound e invitato dall'AfD in alcuni eventi come
relatore. I rapporti più solidi, però, sono con il nostro Paese e
con quell'area fiorentina della destra organica a Fratelli d'Italia.
Un patto solido è stato stretto con Passaggio al bosco, società
editrice fondata da Marco Scatarzi, regolare contributore del
partito della premier, come risulta dai prospetti contabili che La
Stampa ha consultato. Nel catalogo sono presenti diverse
pubblicazioni realizzate in partnership con l'Istituto Iliade, sui
temi cari al mondo identitario. L'ultima collana è dedicata alla
formazione dei bambini dai sei anni in poi, Fondamenta, che
promette: «Dame, cavalieri, folletti, draghi e Dei: tra storia,
sacralità e fantasia, l'immaginario eroico dei nostri antenati si
proietterà in avanti». L'iniziativa è stata presentata al Salone del
libro di Torino, con due titoli dedicati ad Alessandro il Grande e
ad Atena e la linea è quella della cultura della riconquista
ultratradizionalista, basata sui valori ancestrali dell'Europa
bianca.
Più politica è l'alleanza con Azione studentesca, l'organizzazione
inserita come gruppo organico nello statuto di Gioventù nazionale,
la parte giovanile di Fratelli d'Italia. La commemorazione di
Dominique Venner era stata organizzata dall'Istituto Iliade come
evento europeo, da svolgersi in contemporanea in più Paesi. E così
mentre la polizia di Parigi vietava l'evento per il rischio di
«incitamento all'odio razziale», in Italia Azione studentesca
riempieva di striscioni e manifesti le strade: «Il tuo sacrificio
per la civiltà, Dominique Venner martire d'Europa», hanno scritto i
giovani militanti. Azione studentesca il 12 giugno dello scorso anno
salutava con parole di entusiasmo la presentazione ufficiale della
partnership con i francesi: «È stato un onore e un privilegio
ospitare l'Institut Iliade a Casaggì-Spazio Identitario, ribadendo
la profondità del sodalizio europeo avviato da Passaggio al Bosco
Edizioni e avviando una collaborazione con gli studenti d'oltralpe».
Il rapporto con il mondo politico della destra radicale italiana è
in realtà di vecchia data. Nelle convention dell'Istituto Iliade
sono di casa Gabriele Adinolfi, fondatore con Roberto Fiore di Terza
posizione, a lungo latitante in Francia e oggi intellettuale di
riferimento di Casapound; il figlio Carlomanno, che a Roma gestisce
la libreria Testa di ferro, dove è possibile trovare le principali
pubblicazioni della destra più estrema. Ha partecipato alla
convention del 2019 «Europa, l'ora delle frontiere», come relatore,
anche Vincenzo Sofo, europarlamentare di Fratelli d'Italia dal 2021
(prima faceva parte del gruppo della Lega), marito di Marion
Maréchal-Le Pen, la nipote di Marine vicinissima al mondo
identitario.
Le alleanze del think-tank vanno però oltre il mondo della destra
più radicale, raggiungendo anche l'area dei conservatori che –
almeno apparentemente – evita con cura di mostrare rapporti con la
nebulosa nera europea. Sul sito dell'Istituto Iliade viene
pubblicizzata la partnership con la rivista The European
Conservative, diretta da Mario-Alvino Fantini e con la
partecipazione nel board editoriale del consigliere del ministro
Gennaro Sangiuliano Francesco Giubilei. La pubblicazione, con sede a
Budapest, ha tra i promotori l'associazione Nazione Futura, il
centro studi che lo scorso aprile ha organizzato a Roma gli Stati
generali della cultura nazionale, una sorta di vetrina della «controegemonia
culturale» del governo guidato da Giorgia Meloni. Fantini,
contattato via e-mail da La Stampa, non ha voluto confermare
l'esistenza di un partnership con l'istituto francese, ma ha ammesso
l'esistenza di solidi rapporti: «Ci impegniamo abitualmente in
co-sponsorizzazioni con altri (inclusa Iliade) per organizzare
seminari, workshop e conferenze». Il presidente dell'Istituto
Iliade, Philippe Conrad, ha invece deciso di non fornire nessuna
risposta alle domande inviate, che riguardavano anche i rapporti con
l'Italia: «Non siamo interessati, saluti», la risposta secca. La
stampa, da quelle parti, non è stata mai vista di buon occhio.
CENSURA PAPALE: Monsignor Georg Gaenswein, storico segretario
particolare di Benedetto XVI, su indicazione di papa Francesco
starebbe per lasciare il Vaticano e tornare in Germania,
nell'arcidiocesi di Friburgo, dove è nato. Per ora senza alcun
incarico. Lo scrive la stampa tedesca. Si vocifera di un ruolo di
docente in una facoltà di Diritto canonico. Dalla Santa Sede non
giunge alcun commento. Vari alti prelati sostengono solo che
Gaenswein potrebbe continuare a collaborare con la Fondazione
Ratzinger. Il futuro di padre Georg – di fatto ex prefetto della
Casa Pontificia – è stato per mesi oggetto di voci e pronostici a
Roma e nella Chiesa in Germania, ma questa volta, secondo un
articolo del quotidiano Die Welt, entro il primo luglio dovrebbe
lasciare i Sacri Palazzi d'Oltretevere. Per l'agenzia Cna Deutsch,
viene riferito che il Pontefice avrebbe informato il 66enne
Gaenswein – il quale immediatamente dopo la morte di Ratzinger
pubblicò un libro con polemiche nei confronti di Bergoglio – della
sua decisione durante un'udienza privata il 19 maggio. Gaenswein non
ha risposto a una richiesta di commento di Cna Deutsch. E un
portavoce della diocesi di Friburgo ha dichiarato che non può
esprimersi su queste indiscrezioni. Mentre la Dpa riferisce che i
colloqui sul cambiamento non sono ancora terminati. A metà maggio
Gawnswein aveva tenuto una funzione nella cattedrale di Friburgo.
Per Gawnswein si era parlato di una possibile nomina a nunzio
apostolico in Costa Rica. A pesare sulla decisione non sarebbe stata
solo la pubblicazione di Nient'altro che la verità, ma anche le
interviste rilasciate in quel frangente, che hanno alimentato
l'opposizione degli ultraconservatori a Francesco e rischiato di
provocare una spaccatura nelle Sacre Stanze. Sul volo di ritorno da
Congo e Sud Sudan, a febbraio, il Papa ha detto: «Credo che la morte
di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare
acqua al proprio mulino. Gente che non ha etica». Peraltro, in
questo modo Bergoglio farebbe rispettare la tradizione per cui i
segretari dei vescovi di Roma, dopo la morte del Papa, tornano nella
diocesi di origine.
A QUANDO IN ITALIA PER UNICREDITO ? Gli azionisti dicono no.
La comunità di investitori che controlla la maggioranza del capitale
di Netflix ha espresso voto contrario all'approvazione di nuovi
pacchetti retributivi destinati ai vertici dell'azienda, compresi
quelli dei co-amministratori delegati Ted Sarandos e Greg Peters.
Sebbene il voto non sia vincolante e possa essere ribaltato dal
consiglio di amministrazione, il pronunciamento è un segnale
vigoroso che suona come un monito. Ancor più perché arriva pochi
giorni dopo che la Writers Guild of America, l'associazione che
rappresenta gli autori di Hollywood, ha inviato una lettera
esortando gli azionisti del gigante dello streaming a rifiutare i
nuovi pacchetti retributivi.
La mobilitazione che vede gli autori in sciopero da oltre quattro
settimane trova una sponda nel capitale di Netflix mettendo alle
strette i vertici societari. Il pacchetto retributivo proposto per
Sarandos e relativo al 2023 ammonta a 40 milioni di dollari tra
stipendio base, bonus di rendimento e opzioni su azioni. Peters,
nominato co-Ceo a gennaio dopo che Reed Hastings si era dimesso,
dovrebbe incassare sino a 34,6 milioni di dollari. Mentre per lo
stesso Hastings, diventato presidente esecutivo, il compenso è stato
fissato a tre milioni l'anno. Gli azionisti hanno votato durante la
riunione annuale, dopo che Meredith Stiehm, uno dei leader della
Writers Guild of America, aveva recapito loro una missiva spiegando
che «sebbene gli investitori abbiano da tempo contestato i compensi
dei dirigenti di Netflix, la struttura retributiva è ancora più
eclatante nonostante la mobilitazione di protesta». Il motivo del
contendere secondo Stiehm, è che se Netflix è stata disposta a
pagare ai suoi dirigenti lo scorso anno somme per un totale di oltre
166 milioni di dollari, dovrebbe esserlo a pagare ai suoi autori
somme che riflettono il valore del loro lavoro, ovvero un ammontare
complessivo stimato a 68 milioni all'anno. Una simile lettera è
stata inviata da Stiehm agli azionisti di Comcast, che si
incontreranno la prossima settimana.
Netflix, uno dei pionieri dello streaming, ha cambiato molto il
business dell'intrattenimento, comprese le dinamiche salariali. Il
risultato è stato una proliferazione di programmi tv e film a
richiesta a vantaggio dei bilanci della società. Gli autori tuttavia
affermano che i loro salari sono rimasti stagnanti e che le loro
condizioni di lavoro sono peggiorate. Non è la prima volta che gli
azionisti si esprimono in forma di protesta sui compensi dei vertici
aziendali. Lo scorso anno hanno respinto un'altra proposta chiedendo
alla società di invitare 26 investitori, che raccolgono il 57% delle
azioni in circolazione, a partecipare alle discussioni sui pacchetti
retributivi dei dirigenti. La parola spetta ora al Cda sebbene
nessuna comunicazione sia giunta sulla data della prossima riunione.
MERCALLI GIUSTO FRA GLI UOMINI : «Se
andiamo avanti così ci possiamo scordare il vino delle Langhe, o il
riso del Vercellese». E i ghiacciai delle nostre montagne? «Per
quello servirà ancora meno tempo: nel 2050 non ci saranno più».
Parola di Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, ieri ospite del
Festival dell'Economia. Un kermesse dove la questione ambientale sta
tenendo banco: dagli scienziati ai vertici delle banche, tutti
parlano del clima, quest'anno il vero sfondo della kermesse.
Non c'è da stupirsi. Quello che sta succedendo, spiega Mercalli, «è
sotto gli occhi di tutti. Anche i non addetti ai lavori possono
rendersi conto di quello che capita ai ghiacciai della nostra
regione. Negli ultimi due secoli hanno perso il 60%. Poi c'è la
siccità, la peggiore che abbiamo visto in 220 anni, e l'aumento
delle temperature: prima del 2003 il termometro d'estate non aveva
mai raggiunto i 40 anni, ora quella temperatura è diventata la
norma, che tocchiamo un anno sì e un altro no. A Torino questi
fenomeni si osservano bene perché abbiamo una delle serie di dati
meteorologici tra i più vecchi del mondo, addirittura da 1753».
Le prospettive future non sono migliori e le proiezioni parlano di
una situazione che peggiorerà inesorabilmente. D'altronde «il clima
obbedisce alle leggi fisiche, non a quelle economiche, quindi si può
prevedere cosa succederà un domani», prosegue Mercalli.
Allora proviamo a guardare il futuro. Nei prossimi vent'anni, «se
proseguiremo così, ci sarà qualche grado in più, con qualche evento
estremo più frequente». Spostando avanti le lancette al 2050 in poi,
invece, «i ghiacciai delle nostre montagne, che sono piccolini, non
esisteranno più, salvo un "cappello" sul Monte Rosa». E ci saranno
difficoltà con l'agricolturache andrà incontro a grossi cambiamenti,
perché «oltre certi livelli di temperatura ci possiamo dimenticare i
vini della Langhe, o il riso del Vercellese». Infine, lecito
attendersi «problemi di vivibilità nelle città: quando avremo a
Torino 47 o 48 gradi di temperatura la vita non sarà facile. Poi
vedremo le migrazioni di chi scappa da un clima troppo ostile, e noi
ci troveremo a essere sia quelli che vanno via, sia quelli che
vivono in aree dove arriva chi parte da zone ancora più
compromesse».
Visto il tema del festival una domanda sorge spontanea: l'economia
ha fallito? «Certo che ha fallito. E lo sappiamo da quando io ero
ancora un bambino, grazie a un grande torinese, Aurelio Peccei,
economista che ha lavorato anche in Fiat. Lui è stato tra i primi a
chiedersi se la crescita possa essere infinita in un sistema finito,
e nel 1968 ha costituito il Club di Roma, che ha incaricato un
gruppo di giovani scienziati del Mit di Boston di creare un modello
matematico sull'interazione tra economia e natura. Già nel 1972
scrivevano che stavamo andando a sbattere contro un muro. Ma
all'epoca il senso era che c'era spazio per una virata se avessimo
iniziato».
Ma non è successo, e oggi si ragiona di come mettere pesantemente
mano alla nostra economia per «contenere l'aumento delle temperature
entro il grado e mezzo, sapendo che se non ci riusciamo rischiamo un
aumento di cinque gradi».
Il tema, quindi, è se l'economia si possa riformare: «Io non mi
metto a discutere sugli squilibri del capitalismo sotto il profilo
sociale. In un mondo con le risorse infinite i problemi che porrebbe
sarebbero solo legati alle disuguaglianze. Ma io mi occupo del
problema sotto il profilo fisico: un sistema basato sulla crescita
infinita non può funzionare in un sistema finito»
02.06.23
chi rifiuta la ridistribuzione dovrà pagare 22 mila euro a migrante Chi rifiuta la ridistribuzione dei richiedenti asilo dovrà
pagare. E la somma stimata dalla Commissione Ue è di 22 mila euro a
migrante. La proposta di compromesso, avanzata durante i negoziati
per il nuovo Patto Ue sulla migrazione e l'asilo, non prevede la
ridistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo, ma introduce il
concetto di "solidarietà obbligatoria". Chi non vuole accogliere,
dovrà contribuire con un aiuto finanziario o inviando agenti di
frontiera e attrezzature nei Paesi più esposti. Ma i governi dei
Paesi di Visegrad – in primis quelli di Polonia e Repubblica Ceca,
guidati dai partiti alleati di Fratelli d'Italia – si oppongono. C'è
una settimana di tempo per provare a raggiungere un accordo tra i
27: giovedì prossimo i ministri dell'Interno si troveranno a
Lussemburgo con l'obiettivo di trovare una posizione comune da
portare ai negoziati con il Parlamento Ue, ma il braccio di ferro
alla ricerca dell'equilibrio tra solidarietà e responsabilità ancora
continua. L'Italia, secondo fonti diplomatiche, sta facendo fronte
comune con i Paesi di primo approdo del fronte mediterraneo.
DOPPIO ERRORE: Nessuna
mediazione, il governo tira dritto sulla Corte dei Conti: cancella i
controlli in itinere sul Pnrr e proroga per un altro anno lo "scudo
erariale", la norma che limita il danno erariale ai soli casi di
dolo, assicurando un colpo di spugna sulla colpa grave di politici e
funzionari. Romano Prodi, che mercoledì aveva rilasciato
un'intervista a La Stampa, commenta così la decisione
dell'esecutivo: «Per avere una conferma della mia preoccupazione
sull'aumento di autoritarismo del governo, è bastato un solo giorno.
Il braccio di ferro per limitare il ruolo della Corte dei Conti ne è
un'ulteriore prova», sottolinea l'ex premier a questo giornale.
Le commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera hanno
approvato gli emendamenti al decreto sulla Pubblica amministrazione
e lunedì il provvedimento sarà in aula. Il voto a Montecitorio è
arrivato proprio mentre il ministro Raffaele Fitto e i
sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari stavano
incontrando a Palazzo Chigi i vertici della magistratura contabile:
il presidente Guido Carlino e l'aggiunto Tommaso Miele, il
procuratore Angelo Canale e il segretario generale Franco Massi.
Alla Corte dei Conti viene però concesso «un comune tavolo di
lavoro, nella prospettiva di una revisione della disciplina della
responsabilità erariale, del meccanismo del controllo concomitante e
per l'adozione di un codice dei controlli», spiega Palazzo Chigi in
una nota annunciando l'avvio del confronto già la prossima
settimana. La mano tesa alle toghe è però solo futuribile, il
risultato immediato è che i poteri della Corte vengono indeboliti
dall'intervento voluto a tutti i costi dal ministro Fitto,
nonostante i dubbi del sottosegretario Mantovano che avrebbe
preferito rinviare a un altro provvedimento gli emendamenti
approvati ieri.
Il governo ribadisce la necessità della proroga dello scudo erariale
fino al 30 giugno 2024, ma «auspica e si impegna a un confronto con
la Corte per l'elaborazione di una disciplina più aggiornata e
stabile», si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. Concetto
ribadito da Fitto in Senato durante il Question time: «La proroga è
una risposta transitoria e parziale rispetto alla più ampia esigenza
di un intervento di riforma in materia di responsabilità
amministrativa e contabile». Peraltro, insiste il ministro, lo scudo
erariale è stato istituito dall'esecutivo Conte e poi prolungato da
Draghi. Una tesi che Fitto utilizza anche sul controllo concomitante
per cercare di allontanare le polemiche: un potere varato per legge
nel 2009 «quando il Pnrr neppure esisteva» e applicato solo nel
2020. Secondo il ministro, la disciplina che regola il controllo
delle toghe sul Piano si trova in un decreto varato da Draghi nel
2021 che dispone le verifiche ex post. Gli alert della magistratura
sui target a rischio e i ritardi della spesa sono stati vissuti dal
centrodestra come accuse e invasioni di campo, Fitto chiedeva il
rispetto dei ruoli e l'ha ottenuto imponendolo per legge. Palazzo
Chigi sostiene che l'incontro è stato utile per condividere «la
necessità di una piena e leale collaborazione tra le istituzioni,
con l'adozione, nel rispetto delle competenze, di un modello di
scambio di informazioni più intenso e puntuale».
Dopo la durissima presa di posizione dell'associazione dei
magistrati della Corte, che nei giorni scorsi aveva espresso
«sconcerto e stupore» e la preoccupazione di veder minata
l'indipendenza della magistratura, il presidente Carlino ha cercato
di abbassare i toni nel corso di una audizione alla Camera prima del
vertice a Palazzo Chigi: «Non si può parlare di bavaglio», il suo
pensiero. Carlino però tiene il punto sui rilievi fatti
all'esecutivo: «Sullo scudo erariale c'è assoluta contrarietà, il
rischio è un abbassamento della soglia di attenzione per un'oculata
gestione delle risorse pubbliche». Inoltre, aggiunge, «la
limitazione della responsabilità per colpa grave può andare in
contrasto sia con gli articoli della Costituzione cosiddetti
finanziari, sia con i regolamenti della Commissione europea». Lo
scudo erariale, ricorda, è stato introdotto dal legislatore per
evitare la cosiddetta «paura della firma da parte del dirigente,
timore che può bloccare l'azione amministrativa. Tuttavia questo
timore non è imputabile alla responsabilità penale ma ad altre cause
quali la confusione legislativa, la scarsa preparazione dei
dipendenti, gli organici delle Pubbliche amministrazioni ridotte
all'osso».
Quanto al controllo concomitante, prosegue il presidente della Corte
dei Conti, è uno strumento che «ha l'obiettivo di accelerare gli
interventi di sostegno e di rilancio dell'economia nazionale, quindi
ha una funzione propulsiva».
Va all'attacco il Partito democratico: «Ormai non è più il decreto
Pa, ma è il decreto bavaglio perché, di fatto, sono stati indeboliti
i controlli di trasparenza sul Pnrr. È un fatto gravissimo, voteremo
no», dice il deputato Arturo Scotto. «La destra ha un'idea
autoritaria delle istituzioni», afferma il senatore Tino Magni di
Verdi-Sinistra. Non è d'accordo il leader di Azione Carlo Calenda:
«Non è un atto di autoritarismo».
L'AUSTRIA HA RAGIONE: Il transito bloccato dei mezzi pesanti
sul Brennero, con code fino a 50 chilometri, fa salire la tensione
fra Austria e Italia, con la Germania per una volta schierata con
Roma, in un muro contro muro che neppure la mediazione dell'Ue
riesce ad ammorbidire. Matteo Salvini ha invitato la Commissione ad
avviare una procedura di infrazione nei confronti di Vienna a causa
dei divieti imposti dal Tirolo che provocano code lunghissime
persino nella vicina Baviera, soprattutto in occasione degli esodi
dei turisti tedeschi per le vacanze, prima a Pasqua e ora per la
Pentecoste. Il braccio di ferro tra Tirolo e Baviera sulla
circolazione dei camion non conosce pause. L'Austria ha istituito
quello che viene chiamato "punto di dosaggio" per i mezzi oltre 7,5
tonnellate nei pressi di Kufstein sull'autostrada A12, l'arteria che
dalla Baviera, passando da Innsbruck, si allaccia alla A13 e porta
in Italia, dove prende il nome di A22 del Brennero. Possono
transitare un massimo di 300 camion all'ora. Se questo limite viene
raggiunto i camion devono fermarsi. Si creano così code lunghissime,
il 9 gennaio se n'è formata una di 900 mezzi, ma gli incolonnamenti
riguardano anche il resto del traffico che ha a disposizione una
sola corsia. Gli ingorghi spesso arrivano fino all'autostrada A8 che
collega Monaco di Baviera con Salisburgo.
In giornate come quella di oggi, in cui per la Festa della
Repubblica in Italia è vietata la circolazione dei mezzi pesanti,
l'Austria, o meglio il Tirolo, applica il divieto di circolazione a
tutti i camion sulle autostrade che lo attraversano verso il
Brennero. In pratica i mezzi pesanti non possono arrivare in Alto
Adige e non possono andare in Germania attraverso le autostrade
tirolesi. Salvini ha definito inaccettabili questi divieti. E gli ha
dato man forte il ministro tedesco dei trasporti, Volker Wissing,
che imputa alla scelta austriaca le code di 50 chilometri che si
vanno a formare sulle autostrade bavaresi. Secondo Salvini in questo
modo si viola il principio di libera circolazione di persone e
merci. È «impensabile che si blocchi l'ingresso al Paese, il
corridoio del Brennero non appartiene solo ad Austria, Italia o
Germania, ma è importante per tutta l'Europa», ha dichiarato, e
sottolineato che ci sono tutti gli elementi per chiedere una
procedura di infrazione nei confronti del Paese alpino. Germania,
Paesi Bassi, Romania, Repubblica Ceca, Lituania e Bulgaria
sosterranno l'Italia. «Il Consiglio dell'Ue dovrebbe prendere atto
che la situazione al Brennero - dice il ministro - è economicamente
ed ecologicamente insostenibile. Chiediamo alla Commissione Ue di
intervenire come custode dei trattati per ripristinare il diritto
alla libera circolazione delle merci per tutti i cittadini europei».
La sua controparte austriaca non fa una piega. Dopo i colloqui in
Lussemburgo, Leonore Gewessler, l'esponente dei Verdi che oltre che
della mobilità ha anche la responsabilità dell'Ambiente, della
Protezione del Clima e dell'innovazione, ha aspramente criticato il
comportamento dell'Italia e della Germania. «È ora che i nostri
vicini riconoscano finalmente il problema del transito dei mezzi
pesanti e che si lavori in modo costruttivo per trovare delle
soluzioni», ha ribattuto: «Non è possibile che l'Austria si faccia
sempre carico da sola della situazione e della sua responsabilità».
Secondo la ministra, soprattutto l'Italia dovrebbe concentrarsi su
opzioni più rispettose del clima, in particolare sul trasporto su
rotaia: «Farebbe bene al clima e alleggerirebbe la situazione al
Brennero». Gewessler continua a fare affidamento sul "sistema degli
slot", cioè di un transito organizzato digitalmente tramite
prenotazioni per la gestione del traffico pesante, idea che ha già
visto un accordo preliminare tra Tirolo, Baviera, e Alto Adige. Il
numero di slot dovrebbe essere definito, come avviene per i porti,
in base alla capacità massima dell'infrastruttura, senza
discriminazioni di nessun genere. Le regioni, secondo la ministra
austriaca, dovrebbero spingere anche le loro capitali, Roma e
Berlino, ad attuarlo. «Con le misure di emergenza che abbiamo
intrapreso noi abbiamo già assolto il nostro compito», ora tocca ai
Paesi vicini fare la propria parte.
IRAN CRIMINALE: A chi mi chiede a che punto sia la notte in
Iran porto l'esempio di Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi, le due
giornaliste rinchiuse in carcere dalla fine di settembre per aver
raccontato sui rispettivi giornali la storia di Mahsa Amini,
portandola di fatto all'attenzione del mondo. Per capire il
significato politico del caso, di cui mi occupo sin dall'inizio
cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica italiana, basti
pensare che è finito alcuni mesi fa nelle comunicazioni ufficiali
dell'intelligence di Teheran come emblema della minaccia incombente
sul Paese. Le due donne, entrambe poco più che trentenni, sono
accusate, secondo quanto ricostruito da Reporter senza frontiere, di
"collaborazione con governi ostili, cospirazione e collusione contro
la sicurezza nazionale e propaganda anti establishment" . La pena
prevista è l'ergastolo ma, sostiene sempre Rsf, se gli inquirenti
confermassero il reato di "spionaggio" rischierebbero
l'impiccagione.
Niloofar e Elaheh sono donne, sono attiviste, sono giornaliste, sono
la parte della società che poco alla volta ha tolto la terra sotto i
piedi del regime: sono la sua spina nel fianco. Mi diceva nei giorni
scorsi Riccardo Noury di Amnesty International che Iran è l'unico
Paese in cui se devi citare dieci attivisti vivi trovi dieci donne.
È una lotta che parte da lontano, che scava, carsica, sotto la
routine quotidiana, ma che negli ultimi anni i social network hanno
portato a galla.
A quasi otto mesi dall'inizio della rivoluzione la repressione si è
fatta incalzante. Dietro al messaggio spaventoso delle cariche in
strada c'è quello, neppure troppo sotteso, agli organi
d'informazione, ai giornalisti, a chi, raccontando, impedisce
l'isolamento internazionale e dunque la condanna al silenzio del
popolo iraniano. Niloufar, prigioniera a Evin, è imputata anche per
aver scattato e pubblicato su "Sharq" la foto di Mahsa Amini morta
in ospedale, un'immagine diffusa in realtà dalla famiglia. Mentre
Elaheh, rinchiusa nel penitenziario di Qarchak, paga per la cronaca
su "Hammihan" del funerale di Mahsa a Saqqez, nel Kurdistan
occidentale, laddove risuonò per la prima volta lo slogan "Donna,
vita, libertà". Accuse che sono simboli, marcatori, come i colpi
sparati dalla polizia agli occhi di chi protesta.
Il bersaglio è donna ma non è solo donna. Le donne iraniane in prima
linea sin dal principio coinvolgono anche perché sono giovani,
belle, coraggiose. Eppure sarebbe un grave errore dimenticare gli
uomini che le affiancano, quelli più a rischio, quelli le cui
sentenze capitali vengono eseguite davvero. Sette ragazzi sono stati
impiccati dall'inizio delle proteste dopo presunte confessioni
estorte con la tortura e un altro, Mohammad Ghobadloo, aspetta nel
braccio della morte l'esecuzione annunciata come imminente. Mohammad
è un ragazzo di soli 22 anni e soffre di disturbo bipolare.
La situazione è pesante, l'attenzione del mondo è calata, le
manifestazioni non ci sono quasi più e d'altra parte sarebbe stato
difficile tenere le barricate in strada per nove mesi. Ma la
protesta resiste, ha cambiato natura. Tanto per cominciare non si
vede in giro neppure l'ombra di una contro-manifestazione, segno che
ormai è impossibile per gli ayatollah trascinare in piazza le truppe
cammellate minacciando ritorsioni: la società non li segue più al
punto che durante una delle ultime manifestazioni filo-governative
il quotidiano di Stato "Rooyesh Mellat" è stato costretto a
ritoccare le immagini con Photoshop per camuffare la scarsa
partecipazione. La geopolitica della nuova alleanza anti-occidentale
con Mosca e l'ex nemica Riad gonfia la retorica ma non riesce a
coprire le voci che cominciano a levarsi anche dentro alla
maggioranza. E poi le donne, ancora loro, la spina nel fianco,
l'icona del rifiuto. Anche se la prima udienza contro Niloofar
Hamedi e Elaheh Mohammadi si è conclusa senza difesa, senza
testimoni, al buio, anche se sono molto in ansia so che camminiamo.
Di recente un ufficiale della sicurezza nazionale ha ammesso che ci
sono ormai milioni di donne senza velo in Iran e che non è possibile
arrestarle tutte: uno squarcio nel buio, il regime non ha alcuna
possibilità di vincere contro le coraggiose donne iraniane e contro
gli uomini che le sostengono. Non si vedono più i cortei di ottobre,
novembre e dicembre ma il NO è germogliato, si è fatto corposo, è
quotidiano. E non c'è bavaglio che tenga: "Donna, vita, libertà"
01.06.23
HO CONOSCIUTO E FREQUENTATO MARIELLA MENGOZZI,
CON CUI HO SUBITO INSTAURATO UN BEL RAPPORTO . E' L'UNICA , NEL
MONDO DELL'AUTO, CHE MI HA TRATTATO CON DIGNITA'. ERA STATA LEI A
COMUNICARMI LA SUA MALATTIA CON UN MESSAGGIO CHE MI HA SPIAZZATO. HO
SPERATO CHE GUARISSE PERCHE' UNA DONNA COME LEI NON ESISTE. SONO
CONVINTO CHE SARA' IN PARADISO ! CI RITROVEREMO QUANDO DIO VORRA'!
ESCLUSIONE COSTITUZIONE DI PARTE
CIVILE , COME AZIONISTA ATLANTIA, NEL PROCESSO A CARICO DI CASTELLUCCI
PER IL CROLLO DEL PONTE MORANDI
Diritti degli azionisti
La Direttiva
2007/36/EC stabilisce diritti minimi per gli azionisti delle societa'
quotate in Unione Europea. Tale Direttiva stabilisce all'Articolo 9 il
diritto degli azionisti a porre domande connesse ai punti all'ordine del
giorno dell'assemblea e a ricevere risposte dalle societa' ai quesiti
posti.
Considerando le
difficolta' che spesso si incontrano nel proporre domande e nel ricevere
risposte in tempo utile, in particolare per quanto riguarda gli
azionisti individuali impossibilitati a partecipare alla assemblea, e
considerando che talvolta vi e' poca chiarezza sulle modalita' da
seguire per porre domande alle societa',
Ritiene la
Commissione:
che il diritto
degli azionisti a formulare domande e ricevere risposte sia
adeguatamente garantito all'interno dell'Unione Europea?
che la
possibilita' di porre domande e ottenere risposte solo nel caso
l'azionista sia fisicamente presente nell'assemblea sia compatibile con
la Direttiva 2007/36/EC?
In che modo la Commissione ritiene che le societa' quotate debbano
definire e comunicare le modalita' per porre domande da parte degli
azionisti, in modo da assicurare che tale diritto sia rispettato
appieno? Sergio Cofferati
IL MIO LIBRO "L'USO
DELLA TABELLA MB nei CASI DI PIANI INDUSTRIALI: FIAT,
TELECOMITALIA ED ALTRI..." che doveva essere pubblicato da
LIBRAMI-NOVARA nel 2004, e' ora disponibile liberamente
Tweet to @marcobava
In data 3103.14 nel corso dell'assemblea Fiat il presidente J.Elkann
mi fa fatto allontanare dalla stessa dalla DIGOS impedendomi il voto
eccone la prova:
Sentenze
1)
IL 21.12.12 alle ore 09.00 nel TRIBUNALE TORINO
aula 80 C'E' STATA LA SENTENZA DI ASSOLUZIONE PER LA
QUERELA DELLA FIAT, PER QUANTO DETTO nell'ASSEMBLEA
FIAT 2008 .UN TENTATIVO DI IMBAVAGLIARMI, AL FINE DI VEDERE COME
DIFENDO I MIEI DIRITTI E DI TUTTI GLI AZIONISTI DI MINORANZA
NELLE ASSEMBLEE .
Mb
il 24.11.14 alle ore
1200 si tenuto al TRIBUNALE DI TORINO aula 50 ingresso 19 l'udienza
finale del mio processo d'appello in seguito alla querela di Fiat per
aver detto il 27.03.2008 all'assemblea FIAT che ritengo "Marchionne
un'illusionista temerario e spavaldo" e che "la sicurezza Fiat e'
responsabile della morte di Edoardo Agnelli per omessa vigilanza". In 1°
grado ero stato assolto anche in 2° e nuovamente sia FIAT che PG hanno
impugnato per ricorso in Cassazione che mi ha negato la libertà di
opinione con una sentenza del 14.09.15.
SOTTO POTETE TROVARE LA
DOCUMENTAZIONE
2) il 21
FEBBRAIO 2013 GS-GABETTI sono stati condannati per
agiotaggio informativo.
SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULL'ERRORE DEL TRIBUNALE DI TORINO
NELL'ASSOLVERE GABETTI E GRANDE STEVENS
Come parti civili si erano costituite la Consob e due piccoli
azionisti, tra cuiMarco Bava,
noto per il suo attivismo in molte assemblee. "Non so...
SU INTERNET IL LIBRO DI GIGI MONCALVO SULL'OMICIDIO DI
EDOARDO AGNELLI
Edoardo, un Agnelli da dimenticare
Marco Bernardini non ha le prove del suicidio io ho molte prove
dell'omicidio che sono state illustrate in 5 libri di cui l'ultimo e'
l'ultimo di Puppo :
Sarà operativa dal 9
gennaio la nuova piattaforma per la risoluzione alternativa delle
controversie online messa in campo dalla Commissione europea. Gli
organismi di risoluzione alternativa delle controversie (Adr) notificati
dagli Stati membri potranno accreditarsi immediatamente, mentre
consumatori e professionisti potranno accedere alla piattaforma a
partire dal 15 febbraio 2016, all'indirizzo
Mentre i deceduti non vaccinati sono stati soltanto 304 e
quelli vaccinati con ciclo incompleto (senza seconda dose) 25. Il
periodo preso in considerazione dalla tabella ISS è quello che va dal 29
aprile al 29 maggio 2022.
La
tabella del Bollettino Covid-19 pubblicato il 24 giugno scorso
dall’Istituto Superiore della Sanità di Roma – link a fondo pagina
«Numerosi studi riportano l’insorgenza di
reazioni autoimmuni a seguito della vaccinazione contro il COVID-19
(Gadi et al., 2021; Watad et al., 2021; Bril et al., 2021; Portoghese et
al., 2021; Ghielmetti et al., 2021; Vuille – Lessard et al., 2021;
Chamling et al., 2021; Clayton-Chubb et al., 2021; Minocha et al., 2021;
Elrashdy et al., 2021; Garrido et al., 2021; Chen et al., 2022; Fatima
et al., 2022; Mahroum et al., 2022; Finsterer, 2022; Garg & Paliwal,
2022; Kaulen et al., 2022; Kwon & Kim, 2022; Ruggeri, Giovanellla &
Campennì, 2022). I dati istopatologici forniscono una prova
indiscutibile che dimostra che i vaccini genetici presentano una
distribuzione fuori bersaglio, provocando la sintesi della proteina
spike e innescando così reazioni infiammatorie autoimmuni, anche in
tessuti terminali differenziati».
Furono proprio gli esami patologici del
medico tedesco Morz a rilevare l’anomala persistenza nel corpo umano
della proteina Spike di cui un altro studio americano asseverato dalla
virologa Jessica Rose spiegò la proliferazione attraverso i plasmidi di
RNA.
«In generale, i potenziali rischi dei vaccini genetici che inducono le
cellule umane a diventare bersagli per l’attacco autoimmune non possono
essere valutati completamente, senza conoscere l’esatta distribuzione e
cinetica di LNP e mRNA, nonché la produzione e la farmacocinetica della
proteina spike».
Lo studio sottoscritto anche da Donzelli e
Bellavite poi conclude:
«Poiché il corpo umano non è un sistema strettamente compartimentato,
questo è motivo di seria preoccupazione per ogni vaccino genetico
attuale o futuro che induca le cellule umane a sintetizzare antigeni non
self. Infatti, per i tessuti terminalmente differenziati, la perdita di
cellule determina un danno irreversibile con prognosi potenzialmente
fatale. In conclusione, alla luce delle innegabili prove di
distribuzione fuori bersaglio, la somministrazione di vaccini genetici
contro COVID-19 dovrebbe essere interrotta fino a quando non saranno
eseguiti accurati studi di farmacocinetica, farmacodinamica e
genotossicità, oppure dovrebbero essere somministrati solo in
circostanze quando i benefici superano di gran lunga i rischi».
L’invito a indagare sui danni da sieri genici e a fermarne
l’inoculazione è giunto anche da una ricercatrice dell’Istituto
Superiore della Sanità e dalla sentenza del Tribunale di Firenze che ha
inviato gli atti alla Procura della Repubblica di Roma per un’accurata
inchiesta.
di Peter McCullough – pubblicato in origine
sul suo Substack
Mi viene spesso chiesto: perché tante persone che hanno assunto il
vaccino COVID-19 stanno apparentemente bene, mentre altre subiscono
danni al cuore, ictus, coaguli di sangue e finiscono per essere invalide
o morte? Da molti mesi si sospetta che ci possano essere variazioni nei
lotti o nelle partite di vaccino che potrebbero spiegare in parte queste
osservazioni. In altre parole, non tutti ricevono la stessa dose di
mRNA.
In base all’autorizzazione all’uso in emergenza, le aziende produttrici
di vaccini e i loro subappaltatori non effettuano alcuna ispezione delle
fiale finali riempite e finite. Si tratta di una situazione senza
precedenti per un prodotto di largo uso di qualsiasi tipo.
È possibile che le nanoparticelle lipidiche
si aggreghino in sospensione e quindi alcuni lotti potrebbero contenere
più mRNA di altri. Allo stesso modo, poiché le dimensioni dei lotti sono
variate nel tempo, è possibile che i contaminanti del processo di
produzione si concentrino in alcuni lotti più piccoli rispetto a quelli
più grandi.
Infine, il trasporto, la conservazione e l’uso del prodotto possono
essere fattori che denaturano l’mRNA, tra cui il riscaldamento, l’aria
iniettata nelle fiale e gli aghi multipli immersi nella sospensione.
Il problema della contaminazione è emerso quando il Giappone ha
restituito milioni di dosi e sono stati riscontrati detriti visibili sul
fondo delle fiale. Inoltre, poiché i contactor di biodifesa utilizzano
sfere metalliche, è possibile che i lotti iniziali più piccoli avessero
detriti magnetici che spiegavano il “magnetismo” nel braccio in cui
veniva somministrata l’iniezione, come riportato all’inizio della
campagna vaccinale.
Un rapporto di Schmeling e collaboratori sul
vaccino Pfizer BNT162b2 mRNA COVID-19 ha rilevato che il 71% degli
eventi avversi gravi proveniva dal 4,2% delle dosi (lotti ad alto
rischio), mentre <1% di questi eventi proveniva dal 32,1% delle dosi
(lotti a basso rischio). La variazione spiegata per i lotti ad alto e
moderato rischio è stata rispettivamente del 78 e dell’89%. Pertanto,
più dosi sono state somministrate da quelle fiale, maggiore è stato il
numero di effetti collaterali segnalati. Ciò significa che la maggior
parte del rischio risiede nell’iniezione e non nella persona che l’ha
ricevuta.
Si tratta di risultati di importanza
cruciale. Essi implicano che la debacle del vaccino COVID-19 è
effettivamente un problema di prodotto e non è dovuta alla
suscettibilità del paziente nella maggior parte delle circostanze.
Inoltre, la mancanza di ispezioni ha portato a un disastro di sicurezza.
Alcuni sfortunati pazienti ricevono una quantità eccessiva di mRNA, di
contaminanti o di entrambi e sono quindi esposti a iniezioni dannose e,
in alcuni casi, letali.
IN
ITALIA
Il trait d’union tra questa nuova ricerca
sponsorizzata dalla Commissione Europea e Rappuoli è proprio la
Fondazione Toscana Life Sciences (TLS) che ha creato un park science
accentratore di aziende operanti in campo sanitario medico, diagnostico
e farmaceutico.
TOSCANA LIFE SCIENCES NEL BIOTECNOPOLO DI SIENA
TLS è anche deputata a diventare uno dei pilastri del progetto del
Biotecnopolo di Siena, in fase di realizzazione nell’ex caserma in Viale
Cavour, che riceverà una cospicua dotazione finanziaria dal Piano
Nazionale Ripresa e Resilienza (PNNR) così suddivisa: 9 milioni di euro
per il 2022, 12 milioni per il 2023 e 16 milioni per il 2024. Ma la
fetta più grossa spetta proprio all’hub antipandemico (Centro Nazionale
Antipandemico – CNAP), che riceverà 340 milioni di euro da qui al 2026.
Una somma ingente in considerazione che le finalità sono praticamente
analoghe a quelle del Fondazione Centro Nazionale di Ricerca “Sviluppo
di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA” che vede come capofila
l’Università di Padova e come partner altri atenei italiani ma,
soprattutto, le Big Pharma dei vaccini Pfizer, Biontech e AstraZeneca.
Dal canto suo la Fondazione Toscana Life
Sciences (TLS) fin dall’agosto 2022 aveva subito accolto «con estremo
favore la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (GU) della Repubblica
Italiana dello Statuto della Fondazione Biotecnopolo, che avrà sede
legale e operativa a Siena. Un passo molto atteso che include la
partecipazione della Fondazione Toscana Life Sciences in qualità di
“nuovo fondatore” attraverso la stipula di un atto convenzionale entro
sessanta giorni dall’adozione dello Statuto stesso. Sono soci fondatori
il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Ministero della Salute,
il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dello Sviluppo
Economico, cui si aggiungerà la Fondazione TLS come “nuovo fondatore”
Esaote (che ha sede a Genova ma una filiale a
Firenze) e TLS, nella primavera 2021, si trovarono insieme a un vertice
convocato dalla Regione Toscana per costruire un eco-sistema per un
vaccino anti Covid-19 made in Tuscany. All’incontro presero parte, oltre
agli assessori Simone Bezzini (Sanità) e Leonardo Marras (Attività
produttive), i rappresentanti del Gruppo farmaceutico Menarini, di
Kedrion, Eli Lilly, Molteni Farmaceutici, Diesse Diagnostica, Aboca,
Abiogen, e di Gsk Vaccines.
Ora il Biotecnopolo di Siena e Toscana Life Sciences si assumeranno
l’onere di portare avanti questo obiettivo puntando sulla figura di
Rappuoli.
La Fondazione Toscana Life Sciences è il
soggetto operativo che coordina e gestisce le attività del Distretto
Toscano Scienze della Vita, il cluster regionale che aggrega tutti i
soggetti pubblici e privati che operano nei settori delle biotecnologie,
del farmaceutico, dei dispositivi medici, della nutraceutica, della
cosmeceutica e dell’Ict applicato alle life sciences.
E’ nata nel 2011 per iniziativa della Regione Toscana allora governata
dal presidente Alberto Monaci, bancario e ex deputato della Democrazia
Cristiana e poi del Partito Democratico, ed oggi rappresenta un
ecosistema dell’innovazione che raggruppa oltre 32 Centri Ricerca e 14
Enti di Ricerca, incluse le Università toscane (Firenze, Pisa, Siena);
le Scuole Superiori (Scuole di Alta Formazione Sant’Anna e Normale di
Pisa e Istituto di Alti Studi Imt di Lucca); gli Istituti del CNR. Sono
affiliate al Distretto oltre 200 aziende del settore pharma, medical
devices, biotech, ICT for health, nutraceutica, servizi correlati, per
oltre 6 miliardi di fatturato.
Tra queste spicca il nome della
bio-farmaceutica Kedrion della famiglia Marcucci dell’ex senatore del PD
Andrea Marcucci (non riconfermato alle elezioni del 2022) che attirò
l’attenzione dei media per l’interessamento a gestire a livello
industriale (con una società Israeliana del Gruppo della Big Pharma
americana Moderna finanziata da Gates) le cure del Covid-19 col plasma
del medico Giuseppe De Donno, primario di Pneumologia dell’ospedale Poma
di Mantova, morto suicida in circostanze misteriose dopo che la
sperimentazione fu sottratta dal governo al suo centro di ricerca e
assegnata a quello di Pisa.
NO
AL NUCLEARE , SULL'H2-FOTOVOLTAICO NON SI SPECULA
IL RAZIONAMENTO ENERGETICO NON RISOLTO
CON LE RINNOVABILI PUO' ESSERE USATO PER GIUSTIFICARE IL
NUCLEARE CHE UCCIDE VEDI RUSSIA E GIAPPONE.
CON LA SCUSA DEL NUCLEARE SI PUO' FAR
PAGARE 10 QUELLO CHE VALE 1
MENTRE LA FRANCIA INVESTE PER SANARE LO
SFASCIO DEL NUCLEARE L'ITALIA CI VUOLE ENTRARE ?
GLI INCIDENTI NUCLEARI IN RUSSIA E
GIAPPONE NON CI HANNO INSEGNATTO NULLA ? NE VOGLIAMO UNO ANCHE IN
ITALIA ?
LA CHIMERA MANGIA-SOLDI DELLA FUSIONE NUCLEARE
QUANTE RINNOVABILI SI POSSONO FARE ? IL CNR SPENDE PIU' PER IL FINTO
NUCLEARE CHE PER LA BANCA DEL SEME AGRICOLO.
IL FUTURO H2 CHE
NON SI VUOLE VEDERE
E' ASSURDO CONTINUARE A PENSARE DI GESTIRE A COSTI BASSI
ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSI LA FUSIONE NUCLEARE QUANDO ESISTONO ENERGIE
RINNOVABILI MOLTO più CONTROLLABILI ED EFFICIENTI A COSTI più BASSI,
COME DIMOSTRA IL :
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_22_3131
IL DOPPIO SACRILEGIO DELLA BESTEMMIA
RICETTA LIEVITO MADRE
RICAMBIO POLITICO BLOCCATO
L'Ucraina in fiamme - Documentario di Igor Lopatonok Oliver Stone 2016
(sottotitoli italiano)
"Abbiamo creato un archivio online per documentare i crimini di guerra
della Russia". Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino,
Dmytro Kuleba. "Le prove raccolte delle atrocità commesse dall'esercito
russo in Ucraina garantiranno che questi criminali di guerra non
sfuggano alla giustizia", aggiunge, con il link al sito in inglese
Cosa c’entra il climate change con
l’incidente al ghiacciaio della Marmolada?
Temperature di 10°C a 3.300 metri di altezza da giorni, anomalie
termiche pronunciate da maggio. Sono questi i fattori alla base del
crollo del seracco che ha travolto due cordate di alpinisti domenica 3
luglio sotto Punta Penia
Il ghiacciaio della Marmolada si
sta ritirando di 6 metri l’anno
(Rinnovabili.it) – Almeno 10 morti, 9 feriti e un disperso. È il
bilancio provvisorio dell’incidente che
ha coinvolto il 3 luglio due cordate di alpinisti nella zona di
Punta Rocca, proprio sotto il ghiacciaio della Marmolada.
Una parte del ghiacciaio è collassata per le temperature elevate,
scivolando rapidamente a valle in una enorme valanga di ghiaccio,
pietre e acqua fusa.
La dinamica dell’incidente
Verso le 14 del 3 luglio ha ceduto un seracco
del ghiacciaio della Marmolada, la vetta più alta delle Dolomiti,
tra Punta Rocca e Punta Penia a oltre 3000 metri di quota. La
scarica che si è creata è stata imponente, alta 60 metri con
un fronte largo circa 200, e ha investito un tratto della
via normale per la cima di Punta Penia precipitando a 300
km/h.
Il punto di distacco del seracco è ben visibile in alto
a destra. Crediti:
Local Team.
Ogni ghiacciaio ha dei seracchi, blocchi di ghiaccio che
assomigliano a dei pinnacoli e si formano con il movimento del corpo
glaciale. Scorrendo verso il basso, il ghiacciaio incontra delle
variazioni nella pendenza della montagna. Queste deformano il
ghiacciaio e provocano la formazione di crepacci, che a loro volta
danno luogo a delle “torri” di ghiaccio, i seracchi. Queste
formazioni, seppur normali, sono per loro natura instabili.
Tendono a cadere a valle, ricompattandosi con il resto del corpo
glaciale, ed è difficile prevedere quando esattamente un evento del
genere si può verificare.
Il climate change sul ghiacciaio della Marmolada
Il distacco del seracco dal ghiacciaio della Marmolada, con ogni
probabilità, è stato facilitato e reso più rovinoso dal cambiamento
climatico. Negli ultimi giorni, anche sulle cime di quel
settore delle Dolomiti il termometro è salito regolarmente a 10°C.
Ma è da maggio che si registrano
anomalie termiche molto pronunciate.
Anomalie che investono tutto l’arco alpino.
Sulla cima del monte Sonnblick, in Austria, 100 km più a nord-est,
uno degli osservatori con le serie storiche più lunghe e affidabili
della regione alpina ieri segnalava il quasi completo scioglimento
del manto nevoso. Un dato che illustra molto bene quanto l’estate
del 2022 sia eccezionale: lì la neve non si era mai sciolta prima
del 13 agosto (capitò nel 1963 e nel caldissimo 2003).
Che legame c’è tra il crollo del seracco e le
temperature elevate? Secondo la società meteorologica
alpino-adriatica, “il ghiacciaio si è destabilizzato alla base a
causa della grande disponibilità di acqua di fusione
dopo settimane di temperature estremamente elevate e superiori alla
media”. Il caldo ha accelerato lo scioglimento del ghiacciaio:
“la lubrificazione dell’acqua alla base (o negli interstrati) e
l’aumento della pressione nei crepacci pieni d’acqua sono probabilmente
le cause principali di questo evento catastrofico”.
Normalmente, il ghiaccio sciolto – acqua di fusione – penetra fra gli
strati di ghiaccio o direttamente sul fondo del ghiacciaio, incuneandosi
tra massa glaciale e rocce sottostanti, per sgorgare poi al fondo della
lingua glaciale. Questo processo “lubrifica” il ghiacciaio,
accelerandone lo scivolamento, ma può anche creare delle “sacche” piene
d’acqua che non trova uno sfogo e preme sul resto del ghiacciaio.
Come tutti gli altri ghiacciai alpini, anche il ghiacciaio della
Marmolada è in veloce ritirata a causa del riscaldamento globale.
L’ultima campagna di rilevazioni, condotta dal Comitato Glaciologico
Italiano e da Arpa Veneto lo scorso agosto, ha segnalato un
ritiro di 6 metri in appena 1 anno, mentre la perdita complessiva di
volume raggiunge il 90% in 100 anni.
Il cambiamento climatico corre più veloce sulle Alpi che nel resto
del pianeta, facendo delle
terre alte uno dei settori più vulnerabili. Un aumento della
temperatura globale di 1,5 gradi si traduce in un innalzamento, sulle
montagne italiane, di 1,8 gradi (con un margine d’errore di ±0,72°C).
Superare i 2 gradi a livello globale significa invece Alpi
2,51°C più calde (±0,73°C). Ma durante i mesi estivi, l’aumento
di temperatura è ancora più pronunciato e può arrivare, rispettivamente,
a 2,09°C ±1,24°C e a 2,81°C ±1,23°C.
IL
VERO OBBIETTIVO DELLA MAFIA ESSERE LEGITTIMATA A TRATTARE ALLA PARI CON
LO STATO.
QUESTO LA HA FATTO LO GIURISPRUDENZA DELLA
TRATTATIVA STATO MAFIA CHE HA LEGITTIMATO DI FATTO LA MAFIA A
TRATTARE ALLA PARI CON LO STATO.
LA RESPONSABILITA' DEI SERVIZI SEGRETI NELLA
MORTE DI FALCONE E BORSELLINO , E PALESE.
I SERVIZI SEGRETI DIPENDONO DELLA PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO
Dichiarazione di Giuliano AMATO
«Stragi del '92 con matrice oscura. Giusto l'intervento di Pisanu» -
INTERVISTA
(02 luglio 2010) - fonte: Corriere della Sera - Giovanni Bianconi -
inserita il 02 luglio 2010 da 31
«Certo che il nostro è uno strano Paese», esordisce
Giuliano Amato, presidente del
Consiglio nel 1992 insanguinato dalle stragi di mafia, e dunque
testimone diretto di quella drammatica stagione rievocata nella
relazione del presidente della commissione parlamentare antimafia
Giuseppe Pisanu.
Perché, presidente?
«Perché quando un personaggio di primissimo rango come Giulio Andreotti
esce indenne da un lungo processo si dice che questo capita se si
confonde la responsabilità penale con quella politica, mentre quando un
presidente dell`Antimafia come Pisanu si sforza di cercare
responsabilità politiche laddove non ne sono state individuate di penali
gli si risponde che bisogna lasciar lavorare i giudici. Ma allora che
bisogna fare?».
Secondo lei?
«Secondo me il lavoro di Pisanu è legittimo e prezioso, perché può
aiutare la politica a cercare delle chiavi di lettura che non possono
sempre venire dalla magistratura. E a trovare finalmente il giusto modo
di affrontare la questione mafiosa. Provando a capire che cosa è
accaduto in passato si può affrontare meglio anche il presente».
Il passato, in questo caso, sono le stragi del 1992 e 1993. Lei divenne
capo del governo dopo la morte di Giovanni Falcone e prima di quella di
Borsellino. Ha avuto la sensazione di «qualcosa di simile a una
trattativa», come dice Pisanu?
«Sinceramente no. L`ho detto anche ai procuratori di Caltanissetta
quando mi hanno interrogato.
Io in quelle settimane ero molto impegnato ad affrontare l`emergenza
economico-finanziaria, dovevamo fare una manovra da 30.000 miliardi di
lire per il`92 e impostare quella del `93. La strage di via D`Amelio ci
colse nel pieno dei vertici economici internazionali.
Ricordo però che dopo quel drammatico avvenimento ebbi quasi un ordine
da Martelli, quello di far approvare subito il decreto-legge sul carcere
duro per i mafiosi varato dopo l`eccidio di Capaci. Andai di sera dal
presidente del Senato Spadolini, ed ottenni una calendarizzazione ad
horas del provvedimento».
Dei contatti tra alcuni ufficiali del Ros dei carabinieri e l`ex sindaco
mafioso di Palermo Ciancimino lei sapeva qualcosa, all`epoca?
«No, però voglio dire una cosa. Che ci sia stato un certo lavorio di
qualche apparato a livello inferiore è possibile, ma pensare che dei
contatti poco chiari potessero avere una sponda in Nicola Mancino che
era stato appena nominato ministro dell`Interno è un ipotesi che
considero offensiva, in primo luogo per lo stesso Mancino. Sulle ragioni
della sua nomina è Arnaldo Forlani che può fare chiarezza».
Perché?
«Perché la Dc di cui allora era segretario decise, o fu spinta a
decidere, che bisognava tagliare Gava dal governo. Ma a Gava bisognava
comunque trovare una via d`uscita onorevole, individuata nella
presidenza del gruppo al Senato che era di Mancino».
L`ex presidente del Consiglio Ciampi ha ripetuto che dopo le stragi del
'93 lui, da Palazzo Chigi, ebbe timore di un colpo di Stato. Lei pensò
qualcosa di simile, nello stesso posto, dopo le bombe del '92?
«No, ma del resto non ebbi timori di quel genere nemmeno dopo le stragi
degli anni Settanta. All`indomani di via D`Amelio non ebbi allarmi
particolari dal ministro dell`Interno, né dal capo della polizia Parisi
o da quelli dei servizi segreti. Parisi lo trovai ai funerali di
Borsellino, dove io e il presidente Scalfaro subimmo quasi
un`aggressione e avemmo difficoltà ad entrare in chiesa.
Ma attribuimmo l`episodio alla rabbia contro lo Stato che non era
riuscito ad evitare quella morte. Il problema che ancora oggi resta
insoluto è la vera matrice di quelle stragi».
Che intende dire?
«Che per la mafia furono un pessimo affare. Non solo quella di via
D`Amelio, dopo la quale Martelli applicò immediatamente il regime di
carcere duro a centinaia di boss, ma anche quella di Capaci. Certo,
Falcone era un nemico, ma in quel momento un`impresa economico-criminale
come Cosa Nostra avrebbe avuto tutto l`interesse a stare lontana dai
riflettori, anziché accenderli con quella manifestazione di violenza.
Quali interessi vitali dell`organizzazione mafiosa stava mettendo in
pericolo, Falcone?
La spiegazione che volevano eliminare un magistrato integerrimo, come
lui o come Borsellino, è troppo semplice. In ogni caso potevano
ucciderlo con modalità meno eclatanti, come hanno fatto in altre
occasioni. Invece vollero colpire lui e insieme lo Stato, imponendo una
devastante dimostrazione di potere».
Chi può esserci allora, oltre a Cosa nostra, dietro gli attentati che
per la mafia furono controproducenti?
«Purtroppo non lo sappiamo, ma è questa la domanda-chiave a cui dovremmo
trovare la risposta. Perché vede, per le stragi degli anni Settanta si
sono trovate molte spiegazioni; compresa quella che sosteneva il
prefetto Parisi, il quale immaginava un ruolo dei servizi segreti
israeliani per punire la politica estera italiana sul versante
palestinese. E per le stragi del 1993 io trovo abbastanza convincente la
tesi di una ritorsione per il carcere duro affibbiato a tanti boss e
soprattutto al loro capo, Riina, arrestato all`inizio dell`anno. Per
quelle del`92, invece, non riesco a immaginare motivazioni mafiose
sufficienti a superare le ripercussioni negative. E questo conferma
l`ipotesi di qualche condizionamento esterno rispetto ai vertici di Cosa
nostra.
Perciò ha ragione Pisanu a interrogarsi e chiedere di fare luce».
Anche laddove i magistrati non riescono ad arrivare?
«Ma certo. Noi siamo arrivati al limite del giuridicamente accettabile
con il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, che io
condivido ma che faccio fatica a spiegare all`estero.
Al di là di quel reato, però, non ci sono solo i boy scout; possono
esistere rapporti pericolosi, magari meno diretti o meno importanti, ma
pur sempre rapporti. E di questi dovrebbe occuparsi la politica, prima
dei magistrati».
Infatti Andreotti e Cossiga, agli ordini
di Henry Kissinger, se ne interessarono con Delle Chiaie che
rappresentava un estremismo di destra che teneva rapporti con la mafia
di Rejna , secondo Lo Cicero.
PERCHE' IL PRESIDENTE BIDEN NON
GRAZIA ASSANGE dimostrando di essere migliore dei suoi
predecessori ?
FATTI
NO BLA BLA BLA
DELLA STAMPA PER CONDIZIONARE LA VITA DELLE PERSONE CHE NON PENSANO
PRIMA DI AGIRE
LE NON RISPOSTE DI DRAGHI E CINGOLANI
DOCUMENTATE DA REPORT
QUALE E' LA VERITA' SUI MANDANTI DELLA MORTE DI
FALCONE E BORSELLINO ?
Era il 23 maggio del 1992 quando Giovanni Falcone
guidava la Fiat Croma della sua scorta che lo accompagnava
dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo.
Assieme a lui c’erano la moglie Francesca Morvillo, e l’autista Giuseppe
Costanza che quel giorno sedeva dietro.
Nel corteo delle auto che accompagnano il magistrato palermitano c’erano
anche altre due auto, la Fiat Croma marrone sulla quale viaggiavano gli
agenti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, e la Fiat Croma
azzurra sulla quale erano presenti gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare
Cervello e Angelo Corbo.
Alle 17:57 circa, secondo la ricostruzione della versione ufficiale,
viene azionato da Giovanni Brusca il telecomando della bomba posta sotto
il viadotto autostradale nel quale passava il giudice Falcone.
La prima auto, quella degli agenti Montinaro, Schifani e Dicillo viene
sbalzata in un campo di ulivi che si trovava vicino alla carreggiata.
Muoiono tutti sul colpo.
L’auto di Falcone e di sua moglie Francesca viene investita da una
pioggia di detriti e l’impatto tremendo scaglia entrambi contro il
parabrezza della macchina.
In quel momento sono ancora vivi, ma le ferite riportate sono molto
gravi ed entrambi moriranno nelle ore successive all’ospedale.
L’autista Giuseppe Costanza sopravvive miracolosamente alla strage ed è
ancora oggi vivo.
Mai in Italia la mafia era riuscita ad eseguire una operazione così
clamorosa e così ben congegnata tale da far pensare ad un coinvolgimento
di apparati terroristici e militari che andavano ben oltre le capacità
di Cosa Nostra.
Capaci è una strage unica probabilmente anche a livello internazionale.
Fu fatta saltare un’autostrada con 200 kg di esplosivo da cava. Appare
impossibile pensare che furono soltanto uomini come Giovanni Brusca o
piuttosto Totò Riina soprannominato Totò U Curtu potessero realizzare
qualcosa del genere.
Impossibile anche che nessuno si sia accorto di come nei giorni
precedenti sia stata portata una quantità considerevole di esplosivo
sotto l’autostrada senza che nessuno notasse nulla.
È alquanto probabile che gli attentatori abbiano utilizzato dei mezzi
pesanti per trasportare il tritolo e il T4 utilizzati per preparare
l’ordigno.
Il via vai di mezzi deve essere stato frequente ed è difficile pensare
che questo passaggio non sia stato notato da nessuno nelle aree
circostanti.
Così come è impossibile che gli attentatori sapessero l’ora esatta in
cui Falcone sarebbe sbarcato a Palermo senza avere una qualche fonte
dall’interno che li informasse dei movimenti e degli spostamenti del
magistrato.
Capaci per tutte le sue caratteristiche quindi è un evento che appare
del tutto inattuabile senza il coinvolgimento di elementi infedeli
presenti nelle istituzioni che diedero agli attentatori le informazioni
necessarie per eseguire la strage.
Senza i primi, è impossibile sapere chi sono i veri mandanti occulti
dell’eccidio che è costato la vita a 5 persone e che sconvolse l’Italia.
E per poter comprendere quali siano questi mandanti occulti è necessario
guardare a cosa stava lavorando Falcone nelle sue ultime settimane di
vita.
Senza posare lo sguardo su questo intervallo temporale, non possiamo
comprendere nulla di quello che accadde in quei tragici giorni.
La stampa nostrana sono trent’anni che ci offre una ricostruzione
edulcorata e distorta della strage di Capaci.
Ci vengono mostrate a ripetizione le immagini di Giovanni Brusca. Ci è
stato detto tutto sulla teoria strampalata che vedrebbe Silvio
Berlusconi tra i mandanti occulti dell’attentato, teoria che pare aver
trovato una certa fortuna tra gli allievi liberali montanelliani, quali
Peter Gomez e Marco Travaglio.
Non ci viene detto nulla però su ciò che stava facendo davvero Giovanni
Falcone prima di morire.
L’indagine di Falcone sui fondi neri del PCI
All’epoca dei fatti, Falcone era direttore generale degli affari penali,
incarico che aveva ricevuto dall’allora ministro della Giustizia,
Claudio Martelli.
Nei mesi prima di Capaci, Falcone riceve una vera e propria richiesta di
aiuto da parte di Francesco Cossiga, presidente della Repubblica.
Cossiga chiede a Falcone di fare luce sulla marea di fondi neri che
erano piovuti da Mosca dal dopoguerra in poi nelle casse dell’ex partito
comunista italiano.
Si parla di somme da capogiro pari a 989 miliardi di lire che sono
transitati dalle casse del PCUS, il partito comunista dell’Unione
Sovietica, a quelle del PCI.
La politica del PCUS era quella di finanziare e coordinare le attività
dei partiti comunisti fratelli per diffondere ed espandere ovunque
l’influenza del pensiero marxista e leninista e dell’URSS che si
dichiarava custode di quella ideologia.
Questa storia è raccontata dettagliatamente in un avvincente libro
intitolato "Il viaggio di Falcone a Mosca" firmato da Francesco Bigazzi
e da Valentin Stepankov, il procuratore russo che stava collaborando con
Falcone prima di essere ucciso.
Il sistema di finanziamento del PCUS era piuttosto complesso e spesso si
rischia di perdersi in un fitto dedalo di passaggi e sottopassaggi nei
quali è spesso difficile comprendere dove siano finiti effettivamente i
fondi.
I finanziamenti erano erogati dal partito comunista sovietico agli altri
suoi satelliti nel mondo e di questo c’è traccia nelle carte esaminate
da Stepankov.
Ricevevano fondi il partito comunista francese e persino il partito
comunista americano rappresentato da Gus Hall che a Mosca assicurava
tutto il suo impegno contro l’imperialismo americano portato avanti da
Ronald Reagan.
Il partito comunista italiano era però quello che riceveva la quantità
di fondi più ingenti perché questo era il partito comunista più forte
d’Occidente ed era necessario nell’ottica di Mosca assicurargli un
costante sostegno per tenera aperta la possibilità di spostare l’Italia
dall’orbita del patto Atlantico a quella del patto di Varsavia.
Una eventualità che se fosse mai avvenuta avrebbe provocato non solo la
probabile fine della stessa NATO ma anche un probabile conflitto tra
Washington e Mosca che si contendevano un Paese fondamentale, allora
come oggi, per gli equilibri dell’Europa e del mondo.
Ed è in questa ottica che va vista la strategia della tensione ispirata
e attuata da ambienti atlantici per impedire che Roma si avvicinasse
troppo a Mosca.
Nell’ottica di questa strategia era necessario colpire la popolazione
civile attraverso gruppi terroristici, ad esempio le Brigate Rosse,
infiltrati da ambienti dell’intelligence americana per eseguire azioni
clamorose, su tutte il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro.
Il sangue versato dall’Italia nel dopoguerra per volontà del cosiddetto
stato profondo di Washington è stato versato per impedire all’Italia di
intraprendere un cammino politico che avrebbe potuto allontanarla troppo
dalla sfera di dominio Euro-Atlantica non tanto per approdare in quella
sovietica, ma piuttosto, secondo la visione di Moro, nel campo dei Paesi
non allineati né con un blocco né con l’altro.
Nel 1992 questo mondo era già crollato e non esisteva più la cosiddetta
minaccia sovietica. A Mosca regnava il caos. Una epoca era finita e
l’URSS era crollata non per via della sua struttura elefantiaca, come
pretende di far credere una certa vulgata atlantista, ma semplicemente
perché si era deciso di demolirla dall’interno.
La perestrojka, termine russo che sta per ristrutturazione, di cui l’ex
segretario del PCUS, Gorbachev, fu un convinto sostenitore fu ciò che
preparò il terreno alla caduta del blocco sovietico.
Gorbachev era ed è un personaggio molto vicino agli ambienti del
globalismo che contano e fu uno dei primi sovietici ad essere elogiato e
sostenuto dal gruppo Bilderberg che nel 1987 guarda con vivo interesse e
ammirazione alla sua apertura al mondo Occidentale.
Al Bilderberg c’è il gotha della società mondiale in ogni sua
derivazione politica, economica, finanziaria e ovviamente mediatica
senza la quale sarebbe stato impossibile perseguire i piani di questa
struttura paragovernativa internazionale.
Uno dei membri di spicco di questo club, David Rockefeller, ringraziò
calorosamente alcuni anni dopo gli esponenti della stampa mondiale,
soprattutto quella anglosassone, per aver taciuto le attività di questa
società segreta che senza il silenzio dei media non sarebbe mai riuscita
a portare avanti indisturbata i suoi piani.
Nella visione di questi ambienti, l’URSS, di cui, sia chiaro, non si ha
nostalgia, era comunque diventata ingombrante e doveva essere rimossa.
Il segretario del partito comunista, Gorbachev, attraverso le sue
“riforme” ebbe un ruolo del tutto fondamentale nell’ambito del
raggiungimento di questo obbiettivo.
I signori del Bilderberg avevano deciso che gli anni 90 avrebbero dovuto
essere gli anni della globalizzazione e della concentrazione di un
potere mai visto nelle mani della NATO che per poter avvenire doveva
passare dall’eliminazione del blocco opposto, quello dell’Unione
Sovietica.
Il crollo dell’URSS ebbe un impatto devastante sulla società
post-sovietica russa. Moltissimi dirigenti, 1746, si tolsero la vita. Un
numero di morti per suicidio che non trova probabilmente emuli nella
storia politica recente di nessun Paese.
Alcuni suicidi furono piuttosto anomali e si pensò che alcuni influenti
notabili di Mosca in realtà siano stati suicidati per non far trapelare
le verità scomode che sapevano riguardano ai finanziamenti del partito.
A Mosca era iniziato il grande saccheggio e le svendite di tutto quello
che era il patrimonio pubblico dello Stato.
L’URSS era uscita dall’era della proprietà collettivizzata per entrare
in quella del neoliberismo più feroce e selvaggio così come avvenne per
gli altri Paesi dell’Europa Orientale che furono messi all’asta e
comprati da corporation angloamericane.
Il procuratore russo Stepankov voleva far luce sulla enorme quantità di
soldi che era uscita dalle casse del partito. Voleva capire dove fosse
finito tutto questo denaro e come esso fosse stato speso.
Per fare questo, chiese assistenza all’Italia e il presidente Cossiga
girò questa richiesta di aiuto all’allora direttore generale degli
affari penali, Giovanni Falcone.
Falcone accettò con entusiasmo e ricevette a Roma nel suo ufficio il
procuratore Stepankov per avviare quella collaborazione, inedita dal
secondo dopoguerra in poi, tra l’Italia e la neonata federazione russa.
Al loro primo incontro, Falcone e Stepankov si piacciono subito.
Entrambi si riconoscono una integrità e una determinazione
indispensabili per degli inquirenti determinati a comprendere cosa fosse
accaduto con quella enorme quantità di denaro che aveva lasciato Mosca
per finire in Italia.
I fondi venivano stanziati in dollari e poi convertiti in lire ma per
poter completare questo passaggio era necessaria l’assistenza di
un’altra parte, che Falcone riteneva essere la mafia che in questo caso
avrebbe agito in stretto contatto con l’ex PCI.
I legami tra PCI e mafia non sono stati nemmeno sfiorati dai media
mainstream italiani. La sinistra progressista si è attribuita una sorta
di primato morale nella lotta alla mafia quando questa storia e questa
indagine rivelano invece una sua profonda contiguità con il fenomeno
mafioso.
L’indagine di Falcone rischiava di mandare a monte il piano di Mani
Pulite
Giovanni Falcone era determinato a fare luce su questi legami, ma non
fece in tempo. Una volta iniziata la sua collaborazione con Stepankov la
sua vita fu stroncata brutalmente nella strage di Capaci.
Era in programma un viaggio del magistrato nei primi giorni di giugno a
Mosca per continuare la collaborazione con Stepankov.
Il giudice si stava avvicinando ad una verità scabrosa che avrebbe
potuto travolgere l’allora PDS che aveva abbandonato la falce e martello
del partito comunista due anni prima nella svolta della Bolognina
inaugurata da Achille Occhetto.
Il PCI si stava tramutando in una versione del partito democratico
liberal progressista molto simile a quella del partito democratico
americano.
Il processo di conversione era già iniziato anni prima quando a
Washington iniziò a recarsi sempre più spesso Giorgio Napolitano che
divenne un interlocutore privilegiato degli ambienti che contano negli
Stati Uniti, soprattutto quelli sionisti e atlantisti.
A Washington avevano già deciso probabilmente in quegli anni che doveva
essere il nuovo partito post-comunista a trascinare l’Italia nel girone
infernale della globalizzazione.
Il 1992 fu molto di più che l’anno della caccia alle streghe
giudiziaria. Il 1992 fu una operazione internazionale decisa nei circoli
del potere anglo-sionista che aveva deciso di liberarsi di una classe
politica che, seppur con tutti i suoi limiti, aveva saputo in diverse
occasioni contenere l’atlantismo esasperato e aveva saputo esercitare la
sua sovranità come accaduto a Sigonella nel 1984 e come accaduto anche
con l’omicidio di Aldo Moro, che pagò con la vita la decisione di voler
rendere indipendente l’Italia dall’influenza di questi centri di potere
transnazionali.
Il copione era quindi già scritto. Il pool di Mani Pulite agì come un
cecchino. Tutti i partiti vennero travolti dalle inchieste giudiziarie e
tutti finirono sotto la gogna mediatica della pioggia di avvisi di
garanzia che in quel clima da linciaggio popolare equivalevano ad una
condanna anticipata.
Il PSI di Craxi fu distrutto così come la DC di Andreotti. Tutti vennero
colpiti ma le inchieste lasciarono, “casualmente”, intatto il PDS.
Eppure era abbastanza nota la corruzione delle cosiddette cooperative
rosse, così come era nota la corruttela che c’era nel partito comunista
italiano che riceveva fondi da una potenza straniera, allora nemica, e
poi li riciclava attraverso la probabile assistenza di organizzazioni
mafiose.
Questa era l’ipotesi investigativa alla quale stava lavorando Giovanni
Falcone e questa era la stessa ipotesi che subito dopo raccolse Paolo
Borsellino, suo fraterno amico e magistrato ucciso soltanto 55 giorni
dopo a via d’Amelio.
Mai la mafia era giunta a tanto, e non era giunta a tanto perché non era
nelle sue possibilità. C’è un unico filo rosso che lega queste due
stragi e questo filo rosso porta fuori dai confini nazionali.
Porta direttamente in quei centri di potere che avevano deciso che tutta
la ricchezza dell’industria pubblica italiana fosse smantellata per
essere portata in dote alla finanza anglosionista.
Questi stessi centri di potere globali avevano deciso anche che dovesse
essere il nuovo PDS a proseguire lo smantellamento dell’economia
italiana attraverso la sua adesione alla moneta unica.
E fu effettivamente così, salvo la parentesi berlusconiana del 94. Il
PDS portò l’Italia sul patibolo dell’euro e di Maastricht e privò della
sovranità monetaria il Paese agganciandola alla palla al piede della
moneta unica, arma della finanza internazionale.
E fu il turbare di questi equilibri che portò alla prematura morte dei
magistrati Falcone e Borsellino. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
avevano messo le mani sui fili dell’alta tensione. Quelli di un potere
così forte che fa impallidire la mafia.
I due brillanti giudici sapevano che il fenomeno mafioso non poteva
essere compreso se non si guardava al piano superiore, che era quello
costituito dalla massoneria e dal potere finanziario.
Cosa Nostra e le altre organizzazioni sono solamente della manovalanza
di un potere senza volto molto più potente.
È questa la verità che non viene raccontata agli italiani che ogni anno
quando si celebrano queste stragi vengono sommersi da un fiume di
retorica o da una scadente cinematografia di regime che mai sfiora la
verità su quanto accaduto in quegli anni e mai sfiora il vero potere che
eseguì il colpo di Stato del 1992 e che insanguinò l’Italia nello stesso
anno.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due figure che vanno ricordate
non solo per il loro eroismo, ma per la loro ferma volontà e
determinazione nel fare il loro mestiere, anche se questo voleva dire
pagare con la propria vita.
Lo fecero fino in fondo sapendo di sfidare un potere enormemente più
forte di loro. Sapevano che in gioco c’erano equilibri internazionali e
destini decisi da uomini seduti nei consigli di amministrazione di
banche e corporation che erano i veri registi della mafia.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vanno ricordati perché sono due eroi
italiani che si sono opposti a ciò che il Nuovo Ordine Mondiale aveva
deciso per l’Italia e pur di farlo non hanno esitato a sacrificare la
loro vita.
Oggi, trent’anni dopo, sembra che stiano per chiudersi i conti con
quanto accaduto nel 1992 e l’Italia sembra più vicina all’avvio di una
nuova fase della sua storia, una nella quale potrebbe esserci la seria
possibilità di avere una sovranità e una indipendenza come non la si è
avuta dal 1945 in poi.
Autovelox mobili: la multa non è
valida se non sono segnalati
multe autovelox
La Cassazione ha confermato che anche gli autovelox posti sulle
pattuglie delle varie forze dell’ordine devono essere adeguatamente
segnalati.
Autovelox mobili: la multa non è valida se non sono segnalati
AUTOVELOX MOBILI - Subire una multa per eccesso di velocità non è
certamente piacevole, soprattutto perché questo comporta la necessità di
dover mettere mano al portafoglio per una spesa imprevista. Ci sono però
delle situazioni in cui la sanzione può essere ritenuta non valida e
quindi annullata, come indicata da una recente sentenza emessa dalla
Corte di Cassazione. Che ha così chiarito i dubbi su cosa può accadere
nel caso in cui l’autovelox presente in un tratto di strada non sia
opportunamente segnalato: l’obbligo è valido anche per gli autovelox
mobili montati sulle auto della polizia.
UNA LUNGA TRAFILA LEGALE - La vicenda trae origine da un’automobilista
di Feltre (Belluno) aveva subito sei anni fa una multa per eccesso di
velocità dopo essere stato sorpreso a 85 km/h in un tratto di strada in
cui il limite era invece di 70 m/h. Una pattuglia della polizia presente
sul posto dotata di autovelox Scout Speed aveva provveduto a
sanzionarlo. L’uomo era però convinto di avere subito un’ingiustizia e
aveva così deciso di fare ricorso. Alla fine, nonostante la trafila sia
stata particolarmente lunga, è stato proprio il conducente a vincere
fino ad arrivare alla sentenza della Cassazione emessa pochi giorni fa.
LA SENTENZA - Nella quale si legge: "In attuazione del generale obbligo
di preventiva e ben visibile segnalazione, contempla la possibilità di
installare sulle autovetture dotate del dispositivo Scout Speed messaggi
luminosi contenenti l'iscrizione “controllo velocità” o “rilevamento
della velocità”, visibili sia frontalmente che da tergo. Molteplici
possibilità di impiego e segnalazione sono correlate alle
caratteristiche della postazione, fissa o mobile, sicché non può dedursi
alcuna interferenza negativa che possa giustificare, avuto riguardo alle
caratteristiche tecniche della strumentazione impiegata nella postazione
di controllo mobile, l'esonero dall'obbligo della preventiva
segnalazione".
per non fare diventare l'ITALIA un'hotspot
europeo dell'immigrazione in quanto bisogna resistere come italiani nel
nostro paese dando agli immigrati un messaggio forte e chiaro : ogni
paese puo' svilupparsi basta impegnarsi per farlo con le risorse
disponibili e l'intelligenza , che significa adattamento nel superare le
difficolta'.
Inventarsi un lavoro invece che fare
l'elemosina.
Quanti miracoli ha fatto Maometto rispetto a
Gesu' ?
1)
esame d'italiano e storia italiana per gli immigrati
2)
lavori socialmente utili
3)
pulizia e cucina autonoma
3 gennaio 1917, Suor Lucia nel Terzo segreto di Fatima: Il sangue dei
martiri cristiani non smetterà mai di sgorgare per irrigare la terra e
far germogliare il seme del Vangelo. Scrive suor Lucia: “Dopo le
due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra
Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano
sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero
incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore
che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo
indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza,
Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “Qualcosa
di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano
davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento
che fosse il Santo Padre”. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e
religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una
grande croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la
corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande
città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di
dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel
suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi
della grande croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli
spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo
morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi e
religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e
posizioni. Sotto i due bracci della croce c’erano due Angeli ognuno con
un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il
sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a
Dio”.interpretazione del
Terzo segreto di Fatima era già stata offerta dalla stessa Suor Lucia in
una lettera a Papa Wojtyla del 12 maggio 1982. In essa dice: «La
terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se
no [si ascolteranno le mie richieste la Russia] spargerà i suoi errori
per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni
saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie
nazioni saranno distrutte” (13-VII-1917). La terza parte del segreto è
una rivelazione simbolica, che si riferisce a questa parte del
Messaggio, condizionato dal fatto se accettiamo o no ciò che il
Messaggio stesso ci chiede: “Se accetteranno le mie richieste, la Russia
si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il
mondo, etc.”. Dal momento che non abbiamo tenuto conto di questo appello
del Messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso
il mondo con i suoi errori. E se non constatiamo ancora la consumazione
completa del finale di questa profezia, vediamo che vi siamo incamminati
a poco a poco a larghi passi. Se non rinunciamo al cammino di peccato,
di odio, di vendetta, di ingiustizia violando i diritti della persona
umana, di immoralità e di violenza, etc. E non diciamo che è Dio che
così ci castiga; al contrario sono gli uomini che da se stessi si
preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte e chiama al buon
cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli uomini sono
responsabili».
Le storie
degli immigrati occupanti che cercano di farsi mantenere insieme alle
loro famiglie , non lavoro come gli immigrati italiani all'estero:
1) Mi
trovavo all'opedale per prenotare una visita delicata , mentre stato
parlando con l'infermiera, una donna mi disse di sbrigarmi : era di
colore.
2) Mi
trovavo in C,vittorio ang V.CARLO ALBERTO a Torino, stavo dando dei
soldi ad un bianco che suonava una fisarmonica accanto ai suoi pacchi,
arriva un nero in bici e me li chiede
3) Ero su un
bus turistico e' salito un nero ha spostato la roba che occupava i primi
posti e si e' messo lui
4) Ero in un
team di startup che doveva fare proposte a TIM usando strumenti della
stessa la minoranza mussulmana ha imposto di prima vedere gli strumenti
e poi fare le proposte: molto innovativo !
5) FINO A
QUANDO I MUSSULMANI NON ACCETTANO LA PARITA' UOMO DONNA , ANCHE SE LO
SCRIVE IL CORANO E' SBAGLIATO. E' INACCETTABILE QUESTO PRINCIPIO CHE CI
PORTA INDIETRO.
6) perche'
lITALIA deve accogliere tutti ? anche gli alberghi possono rifiutare
clienti .
7) Immigrazione ed economia sono
interconnesse in quanto spostano pil fuori dal paese.
8) Gli
extracomunitari ti entrano in casa senza chiedere permesso. Non solo
desiderano la roba d altri ma la prendono.
Forse il primo insegnamento sarebbe il rispetto della liberta' altrui.
09.01.19
Tutti i nulllafacenti immigrati Boeri dice che
ne abbiamo bisogno : per cosa ? per mantenerli ?
04.02.17l
L'ISIS secondo me sta facendo delle prove di
attentato con l'obiettivo del Vaticano con un attacco simultaneo da
terra con la tecnica dei camion e dal cielo con aerei come a NY
l'11.09.11.
Riforma sostenuta da una maggioranza
trasversale: «Non razzismo, ma realismo» Case Atc agli immigrati La
Regione Piemonte cambia le regole Gli attuali criteri per le
assegnazioni penalizzano gli italiani .
Screening pagato dalla Regione e affidato alle
Molinette Nel Centro di Settimo esami contro la Tbc “Controlli da marzo”
Tra i profughi in arrivo aumentano i casi di scabbia In sei mesi sono
state curate un migliaio di persone.
Il Piemonte è la quarta regione italiana per
numero di richiedenti asilo. E gli arrivi sono destinati ad aumentare.
L’assessora Cerutti: “Un sistema che da emergenza si sta trasformando in
strutturale”. Coinvolgere maggiormente i Comuni.In Piemonte ci sono
14.080 migranti e il flusso non accenna ad arrestarsi: nel primo mese
del 2017 sono già sbarcati in Italia 9.425 richiedenti asilo, in
confronto ai 6030 dello scorso anno e ai 3.813 del 2015. Insomma, serve
un piano. A illustrarlo è l’assessora all’Immigrazione della Regione
Monica Cerutti, che spiega come la rete di accoglienza in questi anni
sia radicalmente cambiata, trasformando il sistema «da emergenziale a
strutturale».
La Regione punta su formazione e compensazioni
mentre aumentano i riconoscimenti In Piemonte 14 mila migranti Solo 1200
nella rete dei Comuni A Una minoranza inserita in progetti di
accoglienza gestiti dagli enti locali umentano i riconoscimenti delle
commissioni prefettizie, meno rigide rispetto al passato prossimo: la
tendenza si è invertita, le domande accolte sono il 60% rispetto al 40%
dei rigetti. Non aumenta, invece, la disponibilità a progetti di
accoglienza e di integrazione da parte dei Comuni. Stando ai dati
aggiornati forniti dalla Regione, si rileva che rispetto ai 14 mila
migranti oggi presenti in Piemonte quelli inseriti nel sistema Sprar -
gestito direttamente dai Comuni - non superano i 1.200. Il resto lo
troviamo nelle strutture temporanee sotto controllo dalle Prefetture.
Per rendere l’idea, nella nostra regione i Comuni sono 1.2016. La
trincea dei Comuni Un bilancio che impensierisce la Regione, alle prese
con resistenze più o meno velate da parte degli enti locali: il
termometro di un malumore, o semplicemente di indifferenza, che impone
un lavoro capillare di convincimento. «Di accompagnamento, di
compensazione e prima ancora di informazione contro la disinformazione e
certe strumentalizzazioni politiche», - ha precisato l’assessora Monica
Cerutti riepilogando le azioni previste nel piano per regionale per
l’immigrazione. A stretto giro di posta è arrivata la risposta della
Lega Nord nella persona del consigliere regionale Alessandro Benvenuto:
«Non esistono paure da disinnescare ma necessità da soddisfare sia in
termini di sicurezza e controllo del territorio, sia dal punto di vista
degli investimenti. Il Piemonte ha di per sé ben poche risorse, che
andrebbero utilizzate per creare lavoro e risolvere i problemi che
attanagliano i piemontesi, prima di essere adoperate per far fare un
salto di qualità all’accoglienza». Progetti di accoglienza Tre i
progetti in campo: «Vesta» (ha come obiettivo il miglioramento dei
servizi pubblici che si relazionano con i cittadini di Paesi terzi),
“Petrarca” (si occupa di realizzare un piano regionale per la formazione
civico linguistica), “Piemonte contro le discriminazioni” (percorsi di
formazione e di inclusione volti a prevenire le discriminazioni).
Inoltre la Regione ha attivato con il Viminale un progetto per favorire
lo sviluppo delle economie locali sostenendo politiche pubbliche rivolte
ai giovani ivoriani e senegalesi. Più riconoscimenti Come si premetteva,
aumentano i riconoscimenti: 297 le domande accolte dalla Commissione di
Torino nel periodo ottobre-dicembre 2016 (status di rifugiato,
protezione sussidiaria e umanitaria); 210 i rigetti. In tutto i
convocati erano mille: gli altri o attendono o non si sono presentati. I
tempi della valutazione, invece, restano lunghi: un paio di anni,
considerando anche i ricorsi. Sul fronte dell’assistenza sanitaria e
della prevenzione, si pensa di replicare nel Centro di Castel D’Annone,
in provincia di Asti, lo screening contro la tubercolosi che dal marzo
sarà attivato al Centro Fenoglio di Settimo con il concorso di Regione,
Croce Rossa e Centro di Radiologia Mobile delle Molinette.
INTANTO :«Non sono ipotizzabili anticipazioni di
risorse» per l’asilo che Spina 3 attende dal 2009. La lunga attesa aveva
fatto protestare molti residenti e c’era chi già stava perdendo le
speranze. Ma in Circoscrizione 4, in risposta a un’interpellanza del
consigliere della Lega Carlo Morando, il Comune ha messo nero su bianco
che i fondi dei privati per permettere la costruzione dell’asilo non ci
sono. Quella di via Verolengo resta una promessa non rispettata. Con la
crisi immobiliare, la società Cinque Cerchi ha rinunciato a costruire
una parte dei palazzi e gli oneri di urbanizzazione versati, spiegò mesi
fa l’ex assessore Lorusso, erano andati per la costruzione del tunnel di
corso Mortara. Ad ottobre c’è stata una nuova riunione. L’esito è stata
la fumata nera da parte dei privati. «Sarà necessario che la
progettazione e la realizzazione dell’opera vengano curate direttamente
dalla Città di Torino», scrive il Comune nella sua risposta. Senza
specificare come e dove verranno reperiti i fondi necessari, né quando
si partirà.
20 gen 2011 -L'immigrazione"circolare"
è quella in cui i migranti, dopo un certo periodo di lavoro
all'estero, tornano nei loro Paesi d'origine. Un sistema più ...
Tutto è iniziato quando è stato chiuso il bar. I
60 stranieri che erano a bordo del traghetto Tirrenia diretto a Napoli
volevano continuare a bere. L’obiettivo era sbronzarsi e far scoppiare
il caos sulla nave. Lo hanno fatto ugualmente, trasformando il viaggio
in un incubo anche per gli altri 200 passeggeri. In mezzo al mare, nel
cuore della notte, è successo di tutto: litigi, urla, botte, un
tentativo di assalto al bancone chiuso, molestie ai danni di alcuni
viaggiatori e persino un’incursione tra le cuccette. La situazione è
tornata alla calma soltanto all’alba, poco prima dell’ormeggio, quando i
protagonisti di questa interminabile notte brava hanno visto che sulle
banchine del porto di Napoli erano già schierate le pattuglie della
polizia. Nella nave Janas partita da Cagliari lunedì sera dalla Sardegna
era stato imbarcato un gruppo di nordafricani che nei giorni scorsi
aveva ricevuto il decreto di espulsione. Una trentina di persone, alle
quali si sono aggiunti anche altri immigrati nordafricani. E così a
bordo è scoppiato il caos. Il personale di bordo ha provato a riportare
la calma ma la situazione è subito degenerata. Per ore la nave è stata
in balia dei sessanta scatenati. All’arrivo a Napoli, il traghetto è
stato bloccato dagli agenti della Questura di Napoli che per tutta la
giornata sono rimasti a bordo per identificare gli stranieri che hanno
scatenato il caos in mezzo al mare e per ricostruire bene l’episodio.
«Il viaggio del gruppo è stato effettuato secondo le procedure previste
dalla legge, implementate dalle autorità di sicurezza di Cagliari – si
limita a spiegare la Tirrenia - La compagnia, come sempre in questi
casi, ha destinato ai passeggeri stranieri un’area della nave, a
garanzia della sicurezza dei passeggeri, non essendo il gruppo
accompagnato dalle forze di polizia. Contrariamente a quanto
avvenuto in passato, il gruppo ha creato problemi a bordo per tensioni
al suo interno che poi si sono ripercosse sui passeggeri». A bordo del
traghetto gli agenti della questura di Napoli hanno lavorato per quasi
12 ore e hanno acquisito anche le telecamere della videosorveglianza
della nave. Nel frattempo sono scoppiate le polemiche. «I protagonisti
di questo caos non sono da scambiare con i profughi richiedenti asilo -
commenta il segretario del Sap di Cagliari, Luca Agati - La verità è che
con gli sbarchi dal Nord Africa, a cui stiamo assistendo anche in questi
giorni, arrivano poco di buono, giovani convinti di poter fare cio’ che
vogliono una volta ottenuto il foglio di espulsione, che di fatto è un
lasciapassare che garantisce loro la libertà di delinquere in Italia.
Cosa deve accadere per far comprendere che va trovata una soluzione
definitiva alla questione delle espulsioni?» In ostaggio per ore
Per ore la nave è stata in balia dei sessanta scatenati, che hanno
trasformato il viaggio in un incubo per gli altri 200 passeggeri
21.02.17
Istituto comprensivo Regio Parco La crisi spegne
la musica in classe Le famiglie non pagano la retta da 10 euro al mese:
a rischio il progetto lanciato da Abbado, mentre la Regione Piemonte
finanzia un progetto per insegnare ai bambini italiani la lingua degli
immigrati non viceversa.
Qui Foggia Gli sfollati di una palazzina
crollata nel 1999 vivono in container di appena 24 mq Qui Messina Nei
rioni Fondo Fucile e Camaro San Paolo le baracche aumentano di anno in
anno Donne e bambini Nei rioni nati dopo il sisma le case sono coperte
da tetti precari, spesso di Eternit Qui Lamezia Terme Oltre 400
calabresi di etnia rom vivono ai margini di una discarica a cielo aperto
Qui Brescia Nelle casette di San Polino le decine di famiglie abitano
prefabbricati fatiscenti Da Brescia a Foggia, da Lamezia a Messina.
Oltre 50 mila italiani vivono in abitazioni di fortuna. Tra amianto,
topi e rassegnazione Caterina ha 64 anni e tenacia da vendere. Con gli
occhi liquidi guarda il tetto di amianto sopra la sua testa: «Sono stata
operata due volte di tumore, è colpa di questo maledetto Eternit».
Indossa una vestaglia a righe bianche e blu. «Vivo qui da vent’anni.
D’estate si soffoca, d’inverno si gela, piove in casa e l’umidità bagna
i vestiti nei cassetti. Il dottore mi ha detto di andare via. Ma dove?».
In fondo alla strada abita Concetta, che tra topi e lamiere trova la
forza di sorridere: «A ogni campagna elettorale i politici ci promettono
case popolari, ma una volta eletti si dimenticano di noi. Sono certa che
morirò senza aver realizzato il mio sogno: un balcone dove stendere la
biancheria». Antonio invece no, lui non ride. Digrigna i denti rimasti:
«Gli altri li ho persi per colpa della rabbia. In due anni qui sono
diventato brutto, mi vergogno». Slum, favela, bidonville: Paese che vai,
emarginazione che trovi. Un essere umano su sei, nel mondo, vive in una
baraccopoli. In Italia sono almeno 53 mila le persone che, secondo
l’Istat, abitano nei cosiddetti «alloggi di altro tipo», diversi dalle
case. Cantine, roulotte, automobili e soprattutto baracche. Le storie di
questi cittadini invisibili (e italianissimi) sono raccontate nel
documentario «Baraccopolis» di Sergio Ramazzotti e Andrea Monzani,
prodotto da Parallelozero, in onda domenica sera alle 21,15 su Sky
Atlantic Hd per il ciclo «Il racconto del reale». Le baraccopoli sono
non luoghi popolati da un’umanità sconfitta e spesso rassegnata. Donne,
uomini, bambini, anziani. Vittime della crisi economica o di circostanze
avverse. Vivono in stamberghe all’interno di moderni ghetti al confine
con quella parte di città degna di questo nome. Di là dal muro la
civiltà. Da questo lato fango, calcinacci, muffa, immondizia, fogne a
cielo aperto. A Messina le abitazioni di fortuna risalgono ad oltre un
secolo fa, quando il terremoto del 1908 rase al suolo la città. Qui
l’emergenza è diventata quotidianità. Fondo Fucile, Giostra, Camaro San
Paolo. Eccoli i rioni del girone infernale dei diseredati. Legambiente
ha censito più di 3 mila baracche e altrettante famiglie. I topi,
invece, sono ben di più. A Lamezia Terme oltre 400 calabresi di etnia
rom vivono ai margini di una discarica. Tra loro c’è Cosimo, che
vorrebbe andare via: «Non per me, ma per mio figlio, ha subìto un
trapianto di fegato». A Foggia gli sfollati di una palazzina crollata
nel 1999 vivono nei container di 24 mq. Andrea abita invece nelle
casette di San Polino a Brescia, dove un prefabbricato fatiscente è
diventato la sua dimora forzata: «Facevo l’autotrasportatore. Dopo due
ictus ho perso patente e lavoro. I miei figli non sanno che abito qui.
Non mi è rimasto nulla, nemmeno la dignità». Sognando un balcone «Il mio
sogno? È un balcone dove stendere la biancheria», dice la signora
Caterina nIl documentario «Baraccopolis» di Sergio Ramazzotti e Andrea
Monzani, prodotto da Parallelozero, andrà in onda domani sera alle 21.15
su Sky Atlantic Hd per il ciclo «Il racconto del reale». Su Sky Atlantic
Il documentario 3 domande a Sergio Ramazzotti registra e fotografo “Così
ho immortalato la vita dentro quelle catapecchie” Chi sono gli abitanti
delle baraccopoli? «Sono cittadini italiani, spesso finiti lì per caso.
Magari dopo aver perso il lavoro o aver divorziato». Quali sono i tratti
comuni? «Chi finisce in una baracca attraversa fasi simili a quelle dei
malati di cancro. Prima lo stupore, poi la rabbia, il tentativo di
scendere a patti con la realtà, la depressione, infine la
rassegnazione». Cosa ci insegnano queste persone? «È destabilizzante
raccontare donne e uomini caduti in disgrazia con tanta rapidità. Sono
individui come noi. La verità è che può succedere a chiunque».
Baraccopolid’Italia
01.03.17
GLI ITALIANI AIUTANO più FACILMENTE GLI
EXTRACOMUNITARI RISPETTO AGLI ITALIANI.
SE VUOI SCRIVERTI UN BREVETTO CONSULTA dm.13.01.10
n33
La Commissione
europea, tre anni dopo aver condannato quattro tra le più grandi banche
europee per aver truccato il tasso di interesse che incide sui mutui di
milioni di cittadini europei, ha finalmente tolto il segreto al testo
della sentenza. E quel documento di trenta pagine potrebbe valere, solo
per gli italiani che hanno un mutuo sulle spalle, ben 16 miliardi di
euro di rimborsi da chiedere alle banche.
La storia parte
con la scoperta di un'intesa restrittiva della concorrenza, ovvero un
cartello, tra le principali banche europee. Lo scopo, secondo
l'Antitrust europeo, era di manipolare a proprio vantaggio il corso
dell'Euribor, il tasso di interesse che funge da riferimento per un
mercato di prodotti finanziari che vale 400mila miliardi di euro. Tra
questi ci sono i mutui di 2,5 milioni di italiani, per un controvalore
complessivo stimabile in oltre 200 miliardi. L'Euribor viene calcolato
giorno per giorno con un sondaggio telefonico tra 44 grandi banche
europee, che comunicano che tasso di interesse applicano in quel momento
per i prestiti tra banche. Il risultato del sondaggio viene comunicato
all'agenzia Thomson Reuters che poi comunica il valore dell'Euribor agli
operatori e al pubblico. L'Antitrust ha scoperto che alcune grandi
banche, tra il 2005 e il 2008, si erano messe d'accordo per falsare i
valori comunicati e manipolare il valore del tasso secondo la propria
convenienza. «Alcune volte, -recita la sentenza che il Giornale ha
potuto visionare- certi trader (omissis...) comunicavano e/o ricevevano
preferenze per un settaggio a valore costante, basso o alto di certi
valori Euribor. Queste preferenze andavano a dipendere dalle proprie
posizioni commerciali ed esposizioni»
Il risultato
ovviamente si è riflettuto sui mutui degli ignari cittadini di tutta
Europa, che però finora avevano le unghie spuntate. Un avvocato di
Sassari, Andrea Sorgentone, legato all'associazione Sos Utenti, ha
subissato la Commissione di ricorsi per farsi consegnare il testo della
sentenza dell'Antitrust che condanna Deutsche Bank, Société Genéralé,
Rbs e Barclay's a pagare in totale una multa di oltre un miliardo di
euro.
La Ue ha sempre
rifiutato adducendo problemi di riservatezza delle banche, ma alla fine
l'avvocato ha ottenuto una copia della sentenza, seppur in parte
«censurata». E ora il conto potrebbe salire. E non solo per quelle
direttamente coinvolte, perché il tasso alterato veniva applicato ai
mutui variabili da tutte le banche, anche le italiane, che ora
potrebbero dover pagare il conto dei trucchi di tedesche, francesi e
inglesi. Sorgentone si dice convinto di poter ottenere i risarcimenti:
«Secondo le stime più attendibili -dice- i mutuatari italiani hanno
pagato interessi per 30 miliardi, di cui 16 indebitamente. La sentenza
europea è vincolante per i giudici italiani. Ora devono solo
quantificare gli interessi che vanno restituiti in ogni rapporto mutuo,
leasing, apertura di credito a tasso variabile che ha avuto corso dal 1
settembre 2005 al 31 marzo 2009».
27.01.17
Come creare un meeting su
Zoom? In un
periodo in cui è richiesto dalla società il distanziamento sociale,
la nota app per le videoconferenze diventa uno strumento importante
per molte aziende e privati. Se partecipare a un meeting è un
processo estremamente semplice, che non richiede neppure la
registrazione al servizio, discorso diverso vale per gli utenti che
desiderano creare un meeting su Zoom.
Ecco dunque una semplice guida per semplificare
la vita a coloro che hanno intenzione di approcciare alla
piattaforma senza confondersi le idee.
Come si crea un meeting su Zoom
Dopo aver
scaricato e installato Zoom, e aver effettuato la registrazione,
si dovrà dunque effettuare l’accesso premendo Sign In
(è possibile loggare direttamente con il proprio account Google o
Facebook, comunque). A questo punto, bisogna procedere in questo
modo:
Fare tap su New Meeting
(pulsante arancione)
Scegliere se avviare il meeting con la
fotocamera accesa o spenta, tramite il toggle Video On
Premere Start a Meeting
A questo punto è stata creata la
videoconferenza, ma affinché venga avviata è necessario invitare i
partecipanti. Per proseguire sarà necessario quindi:
Fare tap su Participants
(nella parte in basso dello schermo)
Premere su Invite
Scegliere il mezzo attraverso cui
inviare il link di partecipazione ai mittenti (tramite e-mail o
messaggio, per esempio)
Una volta invitati gli utenti, chi ha creato
il meeting avrà la possibilità di fare tap su ognuno di essi per
utilizzare diverse funzioni: per esempio si potranno silenziare,
piuttosto che chiedergli di attivare la fotocamera, eccetera.
Facendo tap sul pulsante Chats
(in basso a sinistra dello schermo), inoltre, si potranno inviare
messaggi di testo a tutti i partecipanti o solo a uno di essi. Una
volta terminata la videoconferenza, la si potrà chiudere facendo tap
sulla scritta rossa End in alto a destra: si potrà
in ultimo scegliere se lasciare il meeting (Leave Meeting),
permettendo agli altri di continuare a interagire, o se scollegare
tutti (End Meeting).
Windows File Recovery
recupera i file cancellati per sbaglio
È la prima app di questo tipo
realizzata direttamente da Microsoft.
A tutti - beh, a quanti non hanno un
backup efficiente - sarà capitato di cancellare per errore un file,
non solo mettendolo nel Cestino, ma facendolo sparire apparentemente per
sempre.
Recuperare i
file cancellati ha tante più possibilità di riuscire quanto meno la
zona occupata da quei file è stata sovrascritta, ed è un lavoro per
software specializzati.
Fino a oggi, l'unica possibilità per i sistemi
Windows era scegliere programmi di terze parti. Ora Microsoft ha
rilasciato una piccola
utility che si occupa proprio del recupero dei file.
Si tratta di un programma privo di
interfaccia grafica: per adoperarlo bisogna quindi superare la
diffidenza per la linea di comando che alberga in molti utenti di
Windows.
L'utility ha tre modalità base di funzionamento.
Default, suggerita per i drive
Ntfs, si rivolge alla Master File Table (MFT) per individuare i
segmenti dei file. Segment fa a meno della MFT e si basa invece
sul rilevamento dei segmenti (che contengono informazioni come il nome,
la data, il tipo di file e via di seguito). Signature, infine, si
basa sul tipo di file: non avendo a disposizione altre informazioni,
cerca tutti i file di quel tipo (Microsoft consiglia questo sistema per
le unità esterne come chiavette Usb e schede SD).
Windows File Recovery è in grado di tentare il
recupero da diversi filesystem - quali Ntfs,
exFat e ReFS - e per apprendere il suo utilizzo Microsoft ha messo a
disposizione una
pagina d'aiuto (in inglese) sul sito ufficiale.
Qui sotto, alcune schermate di Windows File
Recovery.
Non si può dire che Windows 10 sia un
sistema operativo essenziale: ogni nuova installazione porta con sé,
insieme al sistema vero e proprio, tutta una serie di applicazioni che
per la maggior parte degli utenti si rivelano inutili, se non
fastidiose, senza contare le aggiunte dei singoli produttori di Pc.
Rimuoverle a mano una a una è un compito
tedioso, ma esiste una piccola applicazione che facilita l'intera
operazione:
Bloatbox.
Nata come estensione per
Spydish, app utile per gestire le informazioni condivise con
Microsoft da
Windows 10 e più in generale le impostazioni del sistema che
coinvolgono la privacy, è poi diventata un software a sé.
Il motivo è un po' la medesima
ragione di vita di Bloatbox: non rendere
Spydish troppo "grasso" (bloated), ossia ricco di funzioni
che, per quanto utili, vadano a incidere sulla possibilità di avere
un'applicazione compatta, efficiente e facile da usare.
Bloatbox si scarica da GitHub sotto forma di
archivio.zip da estrarre sul Pc. Una volta compiuta questa
operazione non resta altro da fare che cliccare due volte sul file
Bloatbox.exe per avviare l'app.
La
finestra principale mostra sulla sinistra una colonna in cui è
presente la lista di tutte le app installate in Windows, tra cui anche
quelle che normalmente non si possono disinstallare - come il Meteo,
Microsoft News e via di seguito - e quelle installate dal produttore del
computer.
Ciò che occorre fare è selezionare quelle app
che si intende rimuovere e, quando si è soddisfatti, premere il
pulsante, che le aggiungerà alla colonna di destra, dove si
trovano tutte le app condannate alla cancellazione.
A questo punto si può premere il pulsante
Uninstall, posto nella parte inferiore della
colonna centrale, e il processo di disinstallazione inizierà.
L'ultima versione al momento in cui scriviamo
mostra anche, nella colonna di destra di un pratico link per effettuare
una "pulizia
generale" di una nuova installazione di Windows 10, identificato
dalla dicitura Start fresh if your Windows 10 is loaded with bloat....
Cliccandolo, verranno aggiunte all'elenco di
eliminazione tutte le app preinstallate e considerate
bloatware. Chiaramente l'elenco
può essere personalizzato a piacere rimuovendo da esso le app che si
intende tenere tramite il pulsante Remove selected.
Il sito che installa tutte le
app essenziali per Windows 10
Bastano pochi clic per ottenere
un Pc perfettamente attrezzato, senza dover scaricare ogni singolo
software.
Reinstallare il sistema operativo è solo il primo passo, dopo un
incidente al Pc che abbia causato la necessità di ripartire da capo, tra
quelli necessari per arrivare a riavere un computer perfettamente
configurato e utilizzabile.
A quel punto inizia infatti il processo di configurazione e di
installazione di tutte quelle grandi e piccole applicazioni che svolgono
i vari compiti ai quali il computer è dedicato. Si tratta di
un'operazione che può essere lunga e tediosa e che sarebbe bello poter
automatizzare.
Una delle alternative migliori da tempo esistente è Ninite, sito che
permette di selezionare le app preferite e si occupa di scaricarle e
installarle in autonomia.
Da quando però Microsoft ha lanciato un proprio gestore di pacchetti
(Winget) sono spuntate delle alternative che a esso si appoggiano e,
dato che funziona da linea di comando, dette alternative si occupano di
fornire un'interfaccia grafica.
Una delle più interessanti è Winstall, che semplifica l'installazione
delle app dai repository messi a disposizione da Microsoft.
Winstall è una Progressive Web Application (Pwa), ossia un sito da
visitare con il proprio browser e che permette di scegliere le app da
installare sul computer; in questo senso, dal punto di vista dell'uso è
molto simile al già citato Ninite.
Diverso è però il funzionamento: se Ninite scarica i singoli installer
dei vari programmi, Winstall si appoggia a Winget, che quindi deve
essere preventivamente installato sul Pc.
Inoltre offre una propria funzionalità specifica, che il suo
sviluppatore ha battezzato Featured Pack.
Si tratta di gruppi di applicazioni unite da un tema o una funzionalità
comune (browser, strumenti di sviluppo, software per i giochi) che si
possono selezionare tutte insieme; Winstall si occupa quindi di generare
il codice da copiare nel Prompt dei Comandi per avviare l'installazione.
In alternativa si può scaricare un file .bat da eseguire, che si occupa
di invocare Winget per portare a termine il compito.
I Featured Pack sono infine personalizzabili: gli utenti sono invitati a
creare il proprio e a condividerlo.
Leggi l'articolo originale su ZEUS News -
https://www.zeusnews.it/n.php?c=28369
Cos’è e a cosa serve la pasta madre
La pasta madre è un lievito naturale che permette di preparare un ottimo
pane, ma anche pizze e focacce. Conosciuta anche come pasta acida, la
pasta madre è un impasto che può essere realizzato in diversi modi. Ad
esempio, la pasta madre si può ottenere prelevando un impasto del pane
da conservare grazie ai “rinfreschi”, oppure preparando un semplice
impasto di acqua e farina da lasciare a contatto con l’aria, così che si
arricchisca dei lieviti responsabili dei processi fermentativi che
consentono la lievitazione di pane e altri prodotti da forno.
Gli impasti preparati con la pasta madre hanno generalmente bisogno di
lievitare per diverse ore, ma il risultato ripaga dell’attesa: pane,
pizze e focacce risulteranno infatti più gonfi, più digeribili,
conservabili più a lungo e con un sapore decisamente migliore.
La pasta madre, inoltre, accresce il valore nutrizionale del pane e di
altri prodotti da forno. Negli impasti preparati con la pasta madre
diverse importanti sostanze rimangono intatte e, grazie alla
composizione chimica della pasta madre, il nostro organismo riesce ad
assimilare meglio i sali minerali presenti nelle farine.
I lieviti della pasta madre, poi, favoriscono la crescita di batteri
buoni nell’intestino, favorendo un buon equilibrio del microbiota e
migliorando così la digestione. È importante anche notare che il pane
preparato con lievito naturale possiede un indice glicemico inferiore
rispetto al pane realizzato con altri lieviti. Questo significa che
quando i carboidrati presenti nel pane vengono assimilati sotto forma di
glucosio, questo si riversa più lentamente nel flusso sanguigno,
evitando picchi glicemici.
Oltre a conferire al pane proprietà organolettiche e nutrizionali
migliori, la pasta madre presenta altri vantaggi. Grazie ai rinfreschi,
si può infatti avere a disposizione questo straordinario lievito
naturale a lungo; in più, la pasta madre può essere preparata con vari
tipi di farine, anche senza glutine.
La dieta senza glutine è l’unica terapia per le persone celiache e per
chi presenta sensibilità verso le proteine del frumento e in altri
cereali come orzo e farro. Inoltre, ridurre il consumo di glutine può
migliorare alcuni disturbi intestinali ed è consigliato anche a chi
vuole seguire un regime alimentare antinfiammatorio.
ATTENZIONE MOLTO
IMPORTANTE PER LA TUA SALUTE :
La tecnologia di riferimento
per le Cellule Tumorali Circolanti